Warriors Of The Night

Adam x Jude

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +4   +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Vice
    Posts
    5,941
    Reputation
    +4,099

    Status
    Offline

    Sabato hai impegni? Potremmo beccarci all'Egon in tarda serata, verso le nove. Che ne dici? Sophie sarà ad un pigiama party organizzato da una sua futura compagna di classe che ha frequentato l'asilo con lei.

    Nel momento in cui l'iphone poco usato di Adam si illuminò, mostrandogli la proposta di Jude, il ragazzo non potè fare a meno di accettare senza remore l'invito dell'amico - rispondendogli circa due ore dopo per via della sua scarsa praticità con la tecnologia e le mani sempre dannatamente troppo grandi per quel piccolissimo schermo. Era davvero molto tempo che il guardiacaccia non incontrava il poliziotto e ne sentiva sinceramente la mancanza; l'ultima volta che si erano visti risaliva ad un'uscita in spiaggia qualche mese prima. Adam non aveva alcuna intenzione di allontanarsi dal suo caro amico, semplicemente la vita li aveva impegnati più del dovuto. Il loro rapporto si basava su fondamenta molto solide, e ad entrambi non serviva essere in costante contatto per ricordarsene. Anche se non parlavano ogni giorno, l'uno sapeva di poter contare sull'altro, in ogni caso ed in ogni situazione. Ad ogni modo, quando l'opportunità di rincontrarsi si presentò, il ragazzo la colse al volo. Oltretutto, dalla conversazione che avevano avuto per messaggio, era certo che Jude sentisse la necessità di parlare, di sfogarsi con qualcuno, e per fortuna il guardiacaccia era un ottimo ascoltatore. Schivo nel parlare di sè, Adam sapeva porgere sempre un orecchio attento a chi gli stava intorno. Inoltre, anche se gradiva sempre sentire i suoi amici, apprezzava molto di più vederli di persona - su questo, era un po' vecchio stile. Dunque, data l'ora riportata nei messaggi, il boscaiolo decise comunque di fermarsi a casa per cambiarsi dopo il lavoro. Più stanco del normale per aver fatto molto esercizio fisico durante la giornata, Adam rientrò assieme a Thunder e Maina (che stavolta aveva portato con sé) nella sua abitazione, trascinandosi quasi, passo dopo passo. Indossava una camicia a quadri come al solito ed un paio di jeans chiari. Nel momento in cui mise piede all'interno della dimora, i cani corsero a nutrirsi, mentre lui accese tutte le luci e si lasciò cadere sul divano, sdraiandosi e portandosi un braccio spesso sugli occhi, per poi emettere un leggero gemito di sollievo, nel sentire la morbidezza dei cuscini sotto la schiena. Dopo neanche cinque minuti, le palpebre del ragazzo cedettero, e lui venne avvolto da un pesante ed inevitabile sonno.
    Dannazione! Svegliandosi di soprassalto, Adam capì di essersi concesso una bella dormita, e dalle sette di sera in cui si era addormentato, si erano fatte le nove meno cinque. Sono in ritardo. Constatò lui, in una specie di rimprovero verso se stesso e spostando lo sguardo dall'orologio a muro allo spazio intorno a sè, in modo da risvegliare la mente dal sonno e riordinare le idee. Respirando ancora profondamente per l’intorpidimento, il guardiacaccia cercò di fare mente locale. Egon. Alle nove. Con Jude. Cambiati. Allora, sollevando un braccio, Adam si portò una mano al colletto della camicia, sbottonandola di un paio di bottoni, per poi agguantare velocemente il tessuto e sfilarselo dalla testa per liberare il torace dagli indumenti. Doveva essere veloce, se voleva arrivare in tempo. Gettando la flannel sul divano e fiondandosi immediatamente sotto la doccia, il ragazzo riuscì a cambiarsi in una decina di minuti, andando sul semplice ed indossando una maglia blu scuro con una scritta ed un paio di jeans neri. Prendendo in fretta tutti i suoi effetti personali, il giovane controllò nuovamente l'orologio; erano le nove e dieci. Lì per lì, Adam sperò che Jude non fosse ancora arrivato all'Egon, ma conoscendo bene il suo amico, capì che sarebbe stato impossibile: il poliziotto era un uomo molto preciso, e sarebbe sicuramente stato puntuale. Per non farlo aspettare più del dovuto, il guardiacaccia decise di prendere il pickup piuttosto che andare a piedi - avrebbe fatto prima anche ad entrare in città, sperando soltanto che non ci fosse stato troppo traffico. Lasciando le luci accese per i cani ma chiudendo la porta di casa una volta uscito, il ragazzo si accertò che fosse tutto in ordine prima di saltare il più in fretta possibile in macchina. Una volta chiuso lo sportello, si appoggiò al sedile qualche istante, più stanco di prima. Riflettendo sul suo stato fisico, Adam pensò che dormire era stata la mossa peggiore quella sera - lo aveva solo frastornato di più, piuttosto che riposarlo. Sospirando, il giovane pensò che un paio di birre ghiacciate lo avrebbero rimesso in carreggiata. Quindi, mise in moto, illuminando la strada davanti a sè, per poi avviarsi di buona lena verso la città.
    Besaid era sempre vibrante e vitale il sabato sera; molte persone uscivano a divertirsi, c'era di si dirigeva al Bolgen o in altre discoteche, chi cercava un locale dove bere con gli amici o con la persona amata, e chi affollava le strade dopo aver preso qualcosa di veloce da mangiare. In tutto ciò, Adam aveva scordato di avvisare Jude del suo ritardo, e se ne avvenne solo nel momento in cui ebbe - miracolosamente - trovato parcheggio qualche isolato prima dell'Egon. Una volta che fu sceso dal pickup, il ragazzo si guardò intorno: non sembrava esserci troppa gente. Questo pensiero lo rincuorò; essendo poco affine ai grandi agglomerati di persone, Adam preferiva sempre restare in ambienti appartati e non accorsati.

    Jude, dto srribando.

    Scrisse infine lui, il più in fretta che poteva – e sbagliando appunto qualche lettera - per avvisare l'amico che l'avrebbe presto raggiunto nel luogo prestabilito. Controllando ancora una volta l'orario, il guardiacaccia si rese conto che erano le nove e mezza. Camminando velocemente e potendosi permettere delle ampie falcate data la sua notevole altezza, il ragazzo allungò il passo, il modo da raggiungere più in fretta l’Egon. Nel giro di due minuti, Adam agguantò vittorioso la maniglia della porta del pub, per poi spingerla ed entrare nel locale, che sembrava in piena attività. Fu al bancone che il guardiacaccia trovò Jude, appoggiato al legno, in una postura tranquilla. Arrivandogli alle spalle ed appoggiando gentilmente una mano ampia sulla sua spalla per segnalargli la sua presenza, il ragazzo lo osservò voltarsi. Hey Jude, scusami davvero per il ritardo io.. Mi ero appisolato. Ammise il boscaiolo, un po' trafelato, portando le iridi castane sui lineamenti del suo amico, sempre dall'espressione affettuosa e comprensiva.
    Sedendosi vicino a lui, Adam osservò il barista, che non aveva ancora portato niente al poliziotto, ma che non accennava a servire alcun cliente, per la verità. Ciò che nessuno dei due amici sapeva, era che quella giornata era uno dei sabati della rassegna a tema del locale, in cui ogni sesto giorno della settimana il pub cambiava aspetto, ospitando eventi su misura di vario tipo. Ci dai due pinte di birra per favore? Domandò allora il guardiacaccia, portandosi una mano tra le ciocche castane per toglierle da davanti agli occhi. Mi spiace! Come ho detto anche al tuo amico, prima delle dieci meno un quarto non posso servire nessuno, mi sta arrivando tutta l'attrezzatura. Esordì l'uomo dietro il bancone, con fare affabile. Attrezzatura? Domandò perplesso Adam, aggrottando lievemente le sopracciglia, per poi controllare l'orologio; erano proprio le nove e quarantatrè minuti. Allora, aspettando pazientemente che gli alcolici arrivassero, il ragazzo si rivolse a Jude. Come stai? Non ci vediamo da troppo tempo. Mi sei mancato, Jude. Commentò lui, onesto e sintetico come sempre, per poi accennare un sorriso in direzione dell'amico. Nei suoi messaggi il poliziotto aveva detto di non star passando un ottimo periodo, e Adam avrebbe passato anche tutta la notte fuori, pur di ascoltare e far sentire meglio il suo ex collega a cui era tanto affezionato. Tuttavia, nel giro di pochissimi minuti un rumore attirò l'attenzione del guardiacaccia, che si voltò in direzione del barista, che stava montando quella che doveva essere la sua attrezzatura vicino agli alcolici - ossia una grossa pila di bicchieri da birra e di vario tipo di vetro verde. Non appena scattarono le nove e quarantacinque, dal soffitto iniziarono a pendere stelle fluorescenti di plastica e cartone, fibre ottiche che brillavano e pianeti di polistirolo ben dipinti - così tanto da sembrare veri corpi celesti in miniatura. Lo stupore di tutti gli avventori fu palpabile, mentre tutti i camerieri si strapparono di dosso le divise, per rivelare sotto di esse le loro controparti color verde fluo. Senza eccezione di sesso, tutti i lavoranti del locale si misero tra i capelli delle frontierine con sopra delle grandi antenne da alieno, e le luci cambiarono, diventando molto più fioche e verdi, cambiando direzione continuamente, e lasciando posto ad un riflettore, puntato dritto verso l'angolo destro della sala, in cui un DJ iniziò a girare i suoi piatti. CIAO EGOOOON! Benvenuti alla...SERATAAAAAAAAAAALIENAAAAAAAA! Urlò allora il giovanotto dietro la console, che nonostante il buio provvide ad indossare degli occhialetti da sole stile anni 80, suonando la sua musica. Ah. Borbottò Adam, mentre una cameriera di bell'aspetto si avvicinò a lui e Jude, mettendo sulle loro teste le frontierine con le antenne verdi e dando loro due bustine di holi color powder in mano. Vi stanno una bellezza, ragazzoni! Dopo aver fatto loro l'occhiolino, la ragazza si allontanò, prendendosi cura di altri clienti. Come potete vedere raga, quelle sono bustine di povere di colore! Tenetevi pronti, perché quando sentirete gli alieni dire “telefono casa”, questo diventerà un color party, quindi preparatevi a sporcarvi tutti! Peeeeeer ora, divertitevi qui all'Egon! Trillò ben felice il DJ, spiegando l’andamento della serata, prima di alzare nuovamente il volume - non ad un livello assordante, ma pur sempre alto. Ancora confuso da tutto ciò che stava succedendo, Adam appoggiò un gomito al bancone, portandosi una mano in fronte. Sicuramente, non stava avvenendo quel che si aspettava. Ed ecco qui le vostre birre aliene, amici marziani! Squittì il barista, spingendo i grossi bicchieri di birra dorata (ora apparentemente verde) davanti alla coppia di amici. Al che, il guardiacaccia sollevò lo sguardo, ridacchiando divertito e rivolgendosi a Jude. Ci servirà.
     
    .
  2.     +4   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    3,079
    Reputation
    +1,452

    Status
    Anonymes!
    mXOaOHr
    Vestito come il ragazzino che ormai non era più, con una maglietta bianca, pantaloni da tuta Adidas ed un cappello degli Eintracht Frankfurt -nota squadra calcistica tedesca che un amico gli aveva spedito come regalo- Jude Mikkelsen fece il suo ingresso nel locale salutando il gestore che ormai conosceva da anni. Questi ricambiò il saluto e lo invitò a sedersi dove preferiva. In verità non fu l'unico a ricevere il suo saluto o, in alcuni casi, ad anticiparlo poiché erano davvero pochi i presenti che non avevano visto almeno una volta il buon poliziotto. Il bancone era gremito di persone, ma questa costante non gli impedì di trovare due posti liberi; d'altronde l'alternativa sarebbe stata virare su un tavolo, o meglio un barile, e Jude li aveva sempre trovati più scomodi che oggettivamente originali. Erano "tavoli" notoriamente piccoli ma fintanto che non preparavano piatti di consistenti dimensioni per pranzi o cene, nessun cliente si era mai lamentato, tranne Jude il quale trovava i bordi ricurvi infinitamente scomodi per poggiarvi i gomiti. Una volta sistematosi comodamente al bancone, la schiena leggermente ricurva sul ripiano ligneo, intavolò un discorso con Synnøve, la cameriera tutta treccine e baby doll (alla lontana, s'intende, che nonostante la divisa del locale aveva riuscito ad imbastire alcune modifiche al fine di poter spiccare tra le colleghe. Temperamento cinguettale a parte era una ragazza con cui era piacevole discorrere ma il lavoro la portò presto ad occuparsi di altri clienti. Il buon poliziotto iniziò a tamburellare con le mani sul ripiani, in attesa. Era arrivato con estremo anticipo quindi era normale che Adam non fosse ancora arrivato, tuttavia le lancette che si rincorrevano sul pesante orologio affisso alla parete di fronte a lui lo informarono presto del suo ritardo. Strano, di norma il suo migliore amico non si faceva mai attendere e di sicuro doveva aver avuto una buona ragione per farlo. Quando si erano visti l'ultima volta, alla spiaggia, aveva notato il tormento calargli sul volto spigoloso e purtroppo sapeva bene da cosa era stato generato, anche se non avevano avuto modo di parlarne, come invece aveva sperato, a causa della presenza di una ragazza con la quale avevano iniziato a parlare. Da quel giorno in effetti era trascorso diverso tempo, durante il quale il danese aveva trovato un proprio equilibrio, tutto sommato, nella sua nuova condizione di genitore single, ancora oscura alle orecchie di Adam. Le voci erano corse per la cittadina norvegese ma non era detto che fossero giunte sino ai boschi nei quali abitava; certo era che di rado era capitato che incontrasse Isil, lui come il resto della comunità, pertanto era raro che lui a sua volta la nominasse quand'era con lui. Non era nemmeno sicuro che provasse simpatia nei suoi confronti, d'altronde come dargli torto? In pochi trovavano piacevole la sua compagnia, i suoi modi e quel carattere accentratore che era probabilmente il motivo per il quale aveva anteposto i suoi bisogni personali a quelli della figlia. Tanto meglio, si era detto in seguito, ritenendosi il più adatto dei due a crescere la bambina la cui stabilità psichica ed emotiva era stata messa a dura prova in quell'ultimo periodo. Ma Sophie era una piccola guerriera e riusciva laddove lui riteneva impensabile potesse riuscire. In quel momento si trovava in compagnia di Fae che badava a lei più di quanto Jude si sarebbe mai aspettato. Fae. Il solo pensiero gli provocò una piroetta nello stomaco e per cercare di non averne altre prese a zappettare con il cellulare. Non ne era assuefatto ma poteva dirsi piuttosto abile ad utilizzarlo e di recente si era pure dato molto ai social, ma questa è un'altra storia. Il pollice scorreva rapidamente sullo schermo luminoso quando improvvisamente gli fu recapitato un messaggio di Adam che lo informava, in maniera buffa e del tutto personale, che di lì a breve lo avrebbe raggiunto. Un sorriso a denti stretti si dipinse automaticamente sul volto dell'uomo: Adam e la sua totale negazione nei confronti della tecnologia, era facile che glielo avesse scritto mentre guidava. Giusto pochi minuti prima aveva pensato di scrivergli a sua volta un messaggio sul cellulare per capire dove fosse finito, ma conoscendo la sua scarsa praticità con quel mezzo tecnologico aveva desistito sapendo che che fosse riuscito a rispondergli, avrebbe già avuto un piede fuori dalla porta d'ingresso.
    Poi eccolo sopraggiungere con una sonora ed amichevole pacca sulla spalla, annunciando il proprio arrivo fornendogli la spiegazione del suo ritardo. Ohh beh un pisolino ci stava sempre e, evidentemente, doveva averne bisogno! Gli allungò subito lo sgabello libero; lo spazio era quello che era ma si sarebbero arrangiati. Non potevano aspettarsi di meglio trattandosi di un sabato sera in uno dei locali più rinomati della città. -Tranquillo, per un riposino il ritardo è più che giustificato.- gli rispose incrociando le braccia al petto ed assumendo un'espressione seriosa, come un professore che ha appena deciso di non castigare un alunno. Lasciò che facesse l'ordinazione anche per lui: dopo tutti quegli anni, ed amnesia a parte, sapeva ancora che la birra era la sua bevanda favorita assieme al vino rosso ghiacciato. Era stato tentato di ordinarne una ancor prima del suo arrivo, tanta era la calura di quel luogo gremito di persone, ma aveva desistito per educazione. Poi aveva notato che intorno a lui nessuno stava bevendo così anche se non era realmente intenzionato a fare un'ordinazione, aveva domandato al barista il perchè di quella condizione insolita e la risposta era stata piuttosto criptica. Da quando solo alle 22.00 servivano da bere? La risposta la ebbe quando il suo buon amico fu al suo fianco. Stava giusto per rispondere alla sua domanda, marcando quanto anche a lui fosse mancato, quando il degenero s'impossessò del Bolgen.
    Serata a tema. Alieni. Musica che gli faceva sanguinare le orecchie (dov'era finita la buona vecchia Enya?!). Luci intermittenti. E bustine multicolori per...? Andiamo, nemmeno la mia bambina si divertirebbe con questa roba! Pensò il quarantaduenne alzando gli occhi al cielo. E se invece si fosse divertito? Era forse plausibile? Con ogni probabilità la coppia di amici era quel genere di persone inadatte e completamente fuori luogo in un ambiente simile. Quando era più giovane si era spesso trovato in situazioni analoghe a quella e si era sempre divertito come un matto ma ora il tempo e le responsabilità avevano indurito il suo carattere, rendendolo una sorta di orso ligio al dovere. Eppure, pochi giorni prima non si era forse lasciato andare come avrebbe fatto a diciott'anni? Di nuovo quel pensiero.
    Ed ecco qui le vostre birre aliene, amici marziani! No davvero, ma li aveva visti? Per carità conciato in quel modo poteva apparire come un uomo datato che non si era ancora voluto arrendere all'avanzare degli anni, ma da lì a pensare che avrebbe trovato la sua dimensione cosmica lì dentro era tutta un'altra storia. Giusto? -Grazie E.T. ora vatti a cercare una bicicletta ed una casa, per carità.- lo ringraziò senza mostrarsi simpatico ma, forse, fu quella l'impressione che ebbe l'uomo perchè gli strizzò l'occhio. Osservò quindi la propria pinta come fosse urina. C'era da fidarsi che la colorazione verdognola fosse del tutto naturale? Alzò un sopracciglio poco convinto e con esso anche il boccale, indirizzandolo verso quello dell'amico per un brindisi, quando gli venne in mente una cosa. -Anzi, aspetta, avete per caso qualcosa da sgranocchiare?- domandò alzando il tono di voce per farsi sentire. L'uomo tornò subito da loro e, con una mossa delle mani, fece vibrare le antenne della frontierina. -Si amico alieno, stasera il menù prevede eccezionalmente: anelli di Saturno con cipolla caramellata, dolce al cioccolato di Marte con frullato spaziale alla vaniglia, patatine fritte di Roswell, Alien 2 alla brace o se preferite frittelle piccanti e, rullo di tamburi, stelle cadenti alla marmellata di soia. Risvegliano la passione!- Jude sbatté ripetutamente le palpebre come se non avesse compreso appieno quello sproloquio che cercò meccanicamente di tradurre sul momento. -Si...già...a te forse risvegliano altro, ma credo che il mio buon amico sia d'accordo con me per patatine di Roswell, grazie.- cercò di sbolognarlo rapidamente, ricevendo un'occhiataccia torva stavolta, ma non se ne curò e tornò al brindisi che aveva interrotto. Nemmeno si udì il suono dei due pezzi di vetro che si toccavano, tale era il frastuono (per fortuna non ai livelli del Bolgen).
    La gente sembrava presa bene da quella variazione di serata, si domandò se solo loro due non erano a conoscenza di quel piccolo particolare riguardante quel locale. Si era trasferito a Besaid quando ormai il sabato sera se ne stava in casa a guardare la tv o, eccezionalmente, cenava con amici al ristorante e quelle volte che si era recato lì era stato sempre in settimana, dopo il lavoro. Era stata una sorpresa per entrambi, lo leggeva nello sguardo complice dell'amico. -Stavo per dirti che mi sei mancato un sacco anche tu e che ho del nuovo lavoro per te! Siccome Isil non vive più a casa, anzi a voler essere precisi non vive più in Norvegia, stavo pensando di rinnovarne l'arredamento rendendolo più rustico, tipo casa tua, tutta legno, pietre e aghi di pino. Tra l'altro Sophie, che è rimasta con me, vorrebbe che la sua cameretta somigliasse a...aspetta, come l'ha chiamata? La caverna di Mishka. Si, quello di Masha e Orso.- Jude Mikkelsen era fatto così. Di norma era una persona terra terra, che diceva le cose direttamente senza tanti giri di parole o filtri, ma quando doveva comunicare qualcosa di scomodo o di imbarazzante riguardo la propria sfera privata, faceva dei giri di parole che smussavano la reale pesantezza di ciò che stava per dire. In quel caso si trattava di un argomento delicato che faticava ad esporre al suo amico essendo trascorso così tanto tempo. D’altronde erano stati entrambi occupati a leccarsi le ferite e per lui era un capitolo chiuso, in qualche modo sistemato; gli bastava che da tutta quella storia Sophie ne fosse uscita abbastanza bene. Era giusto che desse all’amico una spiegazione, dopo aver sganciato una bomba di quel calibro. -Isil ha perso la sua battaglia contro la propria particolarità. La stava divorando da dentro, era profondamente cambiata e stava sempre più male...non dico che giustifico la sua scelta, ma ho cercato di capirla...e devo ringraziare Dio che abbia preferito pensare prima a sè stessa ancora una volta, rendendosi conto di non poter dare a Sophie ciò di cui ha bisogno. Non so se io ce la farò, ma la anteporrò sempre a qualsiasi cosa nella mia vita, Sarà sempre al primo posto.- Concluse quell’ammissione bevendo un lungo sorso di birra, trovandola curiosamente buona a discapito dell’aspetto insolito. Mandò giù tutto come fosse un macigno, chiudendo per un attimo gli occhi e riflettendo. Se Adam avesse avuto domande a riguardo era pronto a fornirgli le risposte, ma come si dice: qui, quo pro. -Invece tu cosa mi racconti? Cosa ti è successo nell’ultimo periodo?- Era da dire che lui gli aveva esposto solo una fetta della sua esistenza vissuta in quel lasso di tempo, ma la serata era appena iniziata ed avevano tutto il tempo necessario per dare voce alle loro vite.
     
    .
  3.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Vice
    Posts
    5,941
    Reputation
    +4,099

    Status
    Offline
    tumblr_patmwdHz5T1qi90qeo2_540
    -Tranquillo, per un riposino il ritardo è più che giustificato.- Sorridendo pacifico alle parole di Jude, Adam riconobbe in quei tratti apprensivi e leggermente austeri quelli di un padre che non aveva mai avuto. Il loro rapporto era stretto e del tutto singolare; non solo il ragazzo vedeva nell'altro uomo una figura paterna ed un punto di riferimento su cui avrebbe sempre potuto contare, ma anche un pari, un amico con cui confidarsi, divertirsi e condividere dei momenti felici. D'altronde, era un po' come se fossero ancora colleghi, in quella centrale un po' polverosa a Besaid. Purtroppo però, il tempo e la lontananza dalla cittadina avevano eliminato i ricordi di Adam del suo rapporto con Jude, ma delle toppe ancora più forti erano state cucite nel presente per rimediare agli strappi del passato, ed ora i due amici erano probabilmente più inseparabili di prima. Concedendo al guardiacaccia gli spazi di cui necessitava, il poliziotto comprendeva l'indole dell'altro e a sua volta riceveva la stessa apertura da parte di Adam, che sicuramente non avrebbe mai fatto nulla per far sentire il suo amico a disagio. Grazie prof. Commentò infine lui, condendo con una punta di ironia la sua risposta, per poi sedersi di fianco a Jude ed appoggiare gli avambracci sul legno del bancone. Effettivamente, il ragazzo era completamente all'oscuro della nuova condizione del poliziotto, che ora da single doveva badare alla sua bambina. Adam non badava mai alle voci che giravano a Besaid, un po' perchè era abbastanza distaccato dall'agglomerato urbano, ed un po' perchè la sua riservatezza si estendeva anche alle persone che conosceva; il guardiacaccia non badava ai pettegolezzi, non si lasciava scalfire da alcuna parola se non quelle che provenivano dalle labbra dei diretti interessati. Quindi, Jude aveva tutta la libertà di raccontare la sua storia come meglio credeva, incontrando tutta l'attenzione di Adam.
    L'intenzione per la serata era quella di aggiornarsi un po', di raccontarsi vicende che erano successe durante il periodo in cui non si erano sentiti, e di scambiarsi opinioni su queste notizie. Tuttavia, quest’intento venne subito deragliato dai gestori dell'Egon, che avevano assunto un DJ per animare una festa a tema alieno - con tanto di color party a mezzanotte. Sicuramente, Adam non si aspettava quel cambio di programma, e nemmeno della musica elettronica sparata a volume altissimo nelle casse del locale. Per un uomo introverso come lui, le feste potevano sempre nascondere insidie e problemi, soprattutto per la necessità degli invitati di socializzare - che lui lo desiderasse o meno. Per questo, nonostante ad Adam piacesse molto divertirsi e concedersi delle serate movimentate, preferiva che si sviluppassero in posti meno affollati, oppure stare in compagnia di un gruppetto di amici che non gli rendessero l'esperienza una terapia shock alla sua timidezza cronica. Con uno sguardo vagamente intimidito ma curioso, il guardiacaccia osservò il soffitto da cui pendevano le tante stelle ed i pianeti, e rimase per qualche istante con la testa leggermente tirata all'indietro, finchè non arrivarono le birre precedentemente ordinate. -Grazie E.T. ora vatti a cercare una bicicletta ed una casa, per carità.- Portando le iridi castane verso Jude, Adam sorrise appena, cogliendo la sua reference al film famosissimo sul piccolo alieno in cerca di una casa, per poi agguantare quel boccale di vetro verde e guardare all'interno, più fiducioso del suo amico. Si, quella era decisamente birra, dissetante e fresca birra lager alla spina. Spingendo lievemente il bicchiere verso quello del poliziotto, il ragazzo capì che volesse fare un brindisi, ma poi Jude si fermò all'improvviso. -Anzi, aspetta, avete per caso qualcosa da sgranocchiare?- Domandò lui ad un certo punto, ed effettivamente Adam si avvide del fatto che probabilmente avrebbero dovuto mangiare qualcosa; le loro giornate erano state lunghe, e se avessero voluto bere ancora, mettere qualcosa in pancia sarebbe stata la scelta migliore. Jude sembrava sempre sapere quale fosse la cosa giusta da fare, e Adam ammirava questo suo lato saggio e pragmatico. Quando il barista tornò da loro, il ragazzo lo osservò leggermente stranito non appena fece vibrare le sue piccole antenne da marziano. -Si amico alieno, stasera il menù prevede eccezionalmente: anelli di Saturno con cipolla caramellata, dolce al cioccolato di Marte con frullato spaziale alla vaniglia, patatine fritte di Roswell, Alien 2 alla brace o se preferite frittelle piccanti e, rullo di tamburi, stelle cadenti alla marmellata di soia. Risvegliano la passione!- Man mano che il gioviale bartender elencava tutti i piatti disponibili ai suoi clienti, Adam non poté fare a meno di sentire la pancia brontolare in un leggero richiamo; non credeva di essere così affamato come il suo corpo voleva fargli notare. Lasciando vagare lo sguardo tra lui e Jude, il barista fece un'ultima battutina, alludendo ad una possibile relazione tra i due. Allora, Adam ridacchiò lanciando un'occhiata al suo amico, che sembrava aver davvero avuto contatti con un alieno a giudicare dalla sua espressione. -Si...già...a te forse risvegliano altro, ma credo che il mio buon amico sia d'accordo con me per patatine di Roswell, grazie.- Lasciando vibrare il petto in una sonora risata, Adam scosse appena il capo, portandosi una mano tra i capelli scuri per evitare che gli bloccassero la visuale in un gesto istintivo. Le parole di Jude ed il suo tono burbero resero quelle frasi troppo divertenti per non ridere, e allora il ragazzo annuì appena al torvo bartender. Scusa, purtroppo ha ragione, andranno bene le patatine. Borbottò il guardiacaccia, divertito, sottolineando il messaggio che Jude stava cercando di recapitare al giovane dietro al bancone. Sicuramente il gentile poliziotto era un uomo prestante e di gran fascino ma sia Adam che lui avevano altre preferenze. Dunque, rivolgendo la sua attenzione all'amico, il ragazzo fece tintinnare i bicchieri in un brindisi e non indugiò oltre nel portarsi il boccale alle labbra.
    Dopo aver preso un sorso della bevanda apparentemente verde che poi gli scivolò lungo la gola, il guardiacaccia rivolse la sua attenzione verso Jude, che riprese a parlare. -Stavo per dirti che mi sei mancato un sacco anche tu e che ho del nuovo lavoro per te! Siccome Isil non vive più a casa, anzi a voler essere precisi non vive più in Norvegia, stavo pensando di rinnovarne l'arredamento rendendolo più rustico, tipo casa tua, tutta legno, pietre e aghi di pino. Tra l'altro Sophie, che è rimasta con me, vorrebbe che la sua cameretta somigliasse a...aspetta, come l'ha chiamata? La caverna di Mishka. Si, quello di Masha e Orso.- Le iridi castane di Adam si tinsero di comprensione, quando sentì l'amico parlargli di qualcosa che non era direttamente collegata al proprio lavoro. Nel dire che Isil non viveva più con lui e la figlia, il poliziotto aveva lasciato degli indizi sul fatto che loro si fossero lasciati. Certo, Adam sapeva che tra Jude e la moglie ormai c'erano dei problemi, e conosceva anche altre notizie che avrebbe tenuto per sè. Dunque, l’informazione riguardo la loro separazione non arrivò inaspettata alle orecchie del boscaiolo; inoltre, Sophie aveva sempre mostrato un attaccamento ed una serenità maggiori col padre, quindi sarebbe stato anche più giusto per lei che rimanesse con Jude. Annuendo appena, e dando all'amico il tempo che gli serviva per articolare qualsiasi sentimento stesse provando in quei momenti. Purtroppo non ho mai visto quel cartone... Beh per una cosa simile dovrò chiedere aiuto ad Ivar. Affermò allora Adam, volgendo lo sguardo verso il poliziotto mentre continuava a bere la sua birra placido, facendogli capire che qualcosa aveva compreso dei suoi problemi con Isil. Lui non aveva fretta, ed avrebbe ascoltato sempre l’amico - che avesse voglia di approfondire il discorso o meno. -Isil ha perso la sua battaglia contro la propria particolarità. La stava divorando da dentro, era profondamente cambiata e stava sempre più male...non dico che giustifico la sua scelta, ma ho cercato di capirla...e devo ringraziare Dio che abbia preferito pensare prima a sè stessa ancora una volta, rendendosi conto di non poter dare a Sophie ciò di cui ha bisogno. Non so se io ce la farò, ma la anteporrò sempre a qualsiasi cosa nella mia vita, Sarà sempre al primo posto.- Fu qualche minuto dopo, che Jude svelò le sue carte, spiegando esplicitamente ciò che Isil aveva scelto di fare. Mh. Annuendo leggermente, le iridi castane del ragazzo si tinsero di vaga malinconia. Quando è successo? Domandò, volendo informarsi meglio dall'amico sulla sua separazione. Istintivamente, le interiora di Adam si contorsero nel pronunciare quelle parole, un po' nel riconoscere in quello di Isil un comportamento da lui adottato anni prima, così come nel comprendere la difficile situazione dal punto di vista di Sophie e Jude stesso. Essere abbandonati, dimenticati, sarebbe stata una realtà comunque difficile da gestire per entrambi. Adam lo sapeva bene. -Invece tu cosa mi racconti? Cosa ti è successo nell’ultimo periodo?- Domandò allora il poliziotto, gentile ed apprensivo, ma il guardiacaccia non era ancora pronto ad abbandonare il discorso, proprio perchè sentiva che non lo era neanche l'amico. Io sto bene. Senti, Jude... Mi dispiace per la faccenda di Isil. Deve essere dura per te, e per tua figlia. Lo sai, se posso fare qualcosa sai dove trovarmi. E poi, forse se vi siete separati è meglio così per entrambi. La vostra relazione non funzionava già da molto tempo, e adesso è meglio voltare pagina. Commentò infine Adam, attento a non oltrepassare il limite ed essere sempre discreto con Jude, specialmente nel momento in cui gli aveva rivelato dei dettagli così delicati della sua vita privata. Tuttavia, nel rispondergli così, il ragazzo tentò anche di mettere l'amico a suo agio, in modo tale che se avesse voluto continuare a parlargli avrebbe saputo che non avrebbe dovuto farsi alcun problema. Del resto, la notte era ancora giovane.

    Edited by Comet - 13/9/2018, 10:29
     
    .
  4.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    3,079
    Reputation
    +1,452

    Status
    Anonymes!
    mXOaOHr
    Quando Adam nominò Ivar, Jude ebbe un moto istintivo di battersi la fronte col palmo della mano. Dimenticava quanto le ristrette dimensioni di Besaid fornissero la possibilità alla gran parte dei cittadini di conoscersi, al punto che il guardiacaccia ed il falegname erano divenuti grandi amici; era altresì normale che quando si trattava di richieste elaborate come quella appena fattagli, lui propendesse per chiedergli aiuto. Jude si era talmente abituato a far riferimento a lui da non aver proprio pensato a quel simpatico ragazzo che aveva avuto occasione di incontrare più volte nel corso degli anni. Essendo appunto di piccole dimensioni, vi erano mestieri -come quello del falegname- dei quali era facile che si occupasse solo un cittadino, per cui le richieste non mancavano e a furia di prenderle a carico si aveva modo nel tempo di affinare la propria tecnica e di diventare estremamente abili nel proprio mestiere. Si ripromise di interpellarlo, in futuro, qualora realmente decidesse di non lasciare la sua abitazione attuale pregna di ricordi, ma al massimo di cambiarne arredamento come stava iniziando a fare. Si sarebbe trattato comunque di mobili nuovi, facilmente inseribili in appartamenti più piccoli -d'altronde la sua attuale abitazione era piuttosto ampia, forse troppo se si aveva un solo figlio ed ora neppure una terza persona che ci viveva- dunque al massimo se avesse trovato qualcosa di alternativo avrebbe dovuto far fare su misura solo spazi come la cucina e mobili per le camere da letto. Desiderava portarsi avanti ma non accantonare del tutto la possibilità di spostarsi: il mutuo era stato pagato per intero, una volta trovata questa fantomatica nuova casa avrebbe potuto vendere l'altra, o al massimo affittarla, ed acquistare la nuova. I soldi non erano mai stati un problema per lui, specialmente ora che aveva ottenuto una promozione lavorativa e ad Isil non doveva soldi di mantenimento o altre boiate simili, tanto più che la figlia era rimasta con lui. In ogni caso il buon poliziotto aveva immaginato che l'amico non avesse mai visto quel cartone animato -lui per primo l'aveva guardato solo per tenere compagnia a sua figlia- quindi siccome si trattava di una richiesta un pò particolare si era messo una sera con Sophie a cercare di fare una bozza su un foglio di carta delle fantasie narrate dalla bambina. Ne era emerso qualcosa di davvero pittoresco, con le pareti ricoperte di assi di legno (quelle era certo che Adam ne avesse in abbondanza a casa) ed un articolato albero le cui foglie si disperdevano sul soffitto e dai cui rami pendeva una piccola altalena a misura di bambino. Per quello Jude non sapeva se fosse igienico prendere un albero già esistente e cercare un modo di piantarlo nella stanza adeguandone le misure alla stanza (lo aveva visto fare in un locale di Copenaghen) o se fosse meglio costruirne uno fittizio il più simile ad un albero vero. Ad ogni modo trasse dalla tasca dei pantaloni il foglietto ripiegato e lo allungò all'amico. Avrebbero potuto discuterne quella sera, ma il discorso virò su altri temi, sicuramente più immediati di quello.
    La reazione di Adam di fronte al capitolo Isil fu piuttosto criptica. D'altro canto, Adam stesso era una di quelle persone difficili da capire, persino per lui che ci aveva avuto a che fare per così tanto tempo ed in così tante occasioni. Forse le voci erano giunte sino alla sua porta, dopotutto pure lui camminava per le strade della città, seppur molto sporadicamente rispetto ad un normale cittadino.
    Forse invece sapendo com'era il loro rapporto nell'ultimo periodo aveva supposto che quell'eventualità non fosse da scartare, anche se di certo avrebbe potuto pensare ad un allontanamento momentaneo, non una cosa così definitiva che addirittura l'aveva portata a tornare a Parigi! Il fatto che Jude portasse regolarmente Sophie a trovarla una volta al mese non aiutava la perdita di memoria della donna, la quale quando vedeva la figlia a stento la riconosceva ed ovviamente la piccola ne soffriva. Anche se in maniera giocosa e fiabesca Jude aveva spiegato a Sophie la questione dei ricordi, un conto era narrarlo un conto era viverlo sulla propria pelle, vedendo sua madre che faticava a raccattare i brandelli di sentimenti che provava verso una bimba quasi estranea. -Ormai sono quasi tre mesi.- rivelò il poliziotto abbassando lo sguardo verso il ripiano ligneo. Caspita, da così tanto tempo non vedeva il suo buon amico? Si era rintanato nelle quattro mura domestiche, leccandosi le ferite ed accudendo la bambina. Al massimo se non stava a lavoro andava a fare la spesa. Poi c'era stata la sparatoria...
    -Come già sai i nostri sentimenti si erano inariditi da tempo, ma è una situazione ancor più complicata del normale visto che la lontananza da questa cittadina comporta gravi conseguenze: a stento Isil riconosce sua figlia quando la vede e Parigi non è di certo dietro l'angolo...non è un viaggio che posso sostenere più di una volta al mese e lei per timore di tornare a sentire le voci e le emozioni altrui si rifiuta di venire qui neanche per due giorni. E in tutto questo Sophie soffre di più di una normale bambina che sta affrontando la separazione dei genitori.- Lo sguardo si mantenne ferreo su un punto a caso del legno, prima di tornare qualche istante dopo ad osservare il suo amico. Quella situazione lo aveva tremendamente stancato, psicologicamente ed emotivamente. Cominciava a pensare che un giorno avrebbe comunicato alla sua ex moglie che non le avrebbe più portato la bambina. Non era tanto una questione economica o uno sbattimento per il viaggio, ma quando tornavano a Besaid vedeva la sua bimba più triste che felice, incapace di comprendere la reazione della madre.
    -Si Adam, è davvero dura sia per me che per lei. Già questa uscita mi sta aiutando, credo sia la prima volta che ne parlo con qualcuno. Di solito a lavoro cambio argomento e se mi vengono poste domande resto vago. Ad ogni modo sicuramente non sarebbe durata e sul fatto che sia meglio così hai ragione, ma non pensavo si trattasse di un allontanamento così problematico.- ammise, pensando a quanto fosse facile per certe coppie divorziate organizzare le visite (sicuramente più frequenti delle loro) e che non implicavano dimenticanze da parte della madre! Chissene frega se perdeva i ricordi del rapporto con lui, ma non poteva tollerare che dimenticasse sua figlia! Invece, pur sapendo benissimo che sarebbe incorsa in quello, aveva deciso di partire.
    Voltare pagina. Una frase tra le tante dette dall'amico lo scosse per un attimo. Il ricordo della notte trascorsa con Fae divenne vivido nella sua mente, come se stesse rivivendo la scena da spettatore. Automaticamente la sua presa sul boccale si fece più ferrea e la pelle si raggelò in quel punto. Era il caso di parlarne con Adam che era amico di entrambi? Magari Fae gliene aveva già parlato dunque lui sapeva anche quello e voleva sentire la sua versione? O forse, opzione più papabile, si stava facendo seghe mentali inutili e tanto valeva sputare il rospo? -Eccoci qui!- la voce squillante di un cameriere -non lo stesso bartender di prima, per fortuna- interruppe le sue elucubrazioni sistemando due piatti fumanti davanti a loro. -Patatine di Roswell croccanti e fumanti, direttamente da Marte! Condite con salse provenienti da ben tre galassie, a voi il compito di scoprire quali. Buon ufoappetito!- Inutile dirlo, le suddette salse avevano colori improponibili come turchese, rosa e verde pistacchio. Rosa...il ricordo della maglietta indossata da Fae quella notte tornò ad oscurargli la visuale, provocandogli una morsa alla bocca dello stomaco. Prese una delle patatine fumanti, sistemandola ad altezza degli occhi di Adam. -Beh, a proposito di voltare pagina...- Era agitato, più di quanto si sarebbe aspettato. Si sentiva come un ragazzino che doveva confessare ad un amico di aver fatto una cosa deplorevole. Nei giorni intercorsi tra quell'episodio e quella sera, Jude aveva ripensato innumerevoli volte a ciò che era accaduto senza però riuscire a trovare una spiegazione certa. Unì indice e pollice a formare un cerchio e vi fece passare la patatina fumante. -Dio...sembra che sto parlando con mia figlia...- la calura condensata in quel locale era niente se paragonata alla sua temperatura corporea. Avvertiva la maglietta divenire una seconda pelle a contatto con la sua madida. -Niente...io e Fae...si, insomma, ci siamo capiti. No?- Era raro che il poliziotto divenisse paonazzo in volto; di norma accadeva quando stava troppo a lungo vicino ai fornelli, in spiaggia sotto al sole rovente oppure quand'era particolarmente agitato. E quella sera lo era davvero molto. Attese un attimo, cercando attraverso una sorsata di birra di riacquistare la calma necessaria per portare avanti il discorso. -Ti ha detto niente? Voglio dire, so che siete molto amici e quindi ho pensato...io da quel giorno non l'ho più sentita.- Ammise con un'espressione da cane bastonato. Era fuggita via, come se avesse fatto qualcosa di sbagliato, come se quell'atto fosse solo un gigantesco errore.
    Ma non lo era stato, non per lui.
     
    .
  5.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Vice
    Posts
    5,941
    Reputation
    +4,099

    Status
    Offline
    tumblr_patmwdHz5T1qi90qeo2_540
    Il legame che univa Adam a Jude era forte, e durava da molto di più di quanto il guardiacaccia ricordasse. Purtroppo, perdere tasselli della vita implicava anche perdere persone che l'avevano attraversata. Eppure, per qualche strambo disegno del destino, non era accaduto con il buon poliziotto, che continuava ad essere una presenza costante nella vita del ragazzo, sino al presente - sino a quella birra presa in compagnia. C'era tanto, che Adam doveva a Jude; per cominciare, il fatto di averlo difeso in centrale quando aveva scelto di andarsene, e poi di essergli stato vicino sempre, e di averlo aiutato ad orientarsi a Besaid. Il minimo che il ragazzo potesse fare era aiutare anche professionalmente l'amico, e per questo motivo menzionò Ivar, che con le sue abilità da falegname avrebbe potuto soddisfare le esigenze di Jude. Sbilanciandosi leggermente all'indietro, il poliziotto prese dalla tasca dei pantaloni un piccolo foglio, che il guardiacaccia prese in mano, posandolo sul bancone. Sembrava che l'altro avesse le idee chiare su come desiderasse modificare gli spazi per sè e per la sua bambina, e quindi sarebbe stato facile parlarne. Tuttavia, la conversazione tra i due uomini virò completamente verso altri argomenti, come ad esempio la separazione di Jude da Isil. Il divorzio ufficiale tra i due non sorprese Adam, che sapeva già da tempo tramite le parole di Jude che il suo matrimonio non funzionava più; tuttavia, non immaginava che la donna avesse proprio lasciato la Norvegia, decidendo di dimenticare sia il suo ex marito che sua figlia. A suo modo, anche il ragazzo conosceva le tristi dinamiche che Besaid imponeva sui suoi abitanti, e purtroppo la famiglia di Jude non ne era rimasta immune. -Ormai sono quasi tre mesi.- Sospirando appena e dando una leggera pacca sulla spalla all'amico, il guardiacaccia gli mostrò il suo supporto. Purtroppo, tre mesi erano già abbastanza per creare delle perdite ingenti nella memoria dei Besaidiani, quindi Adam aveva intuito che Sophie sarebbe stata già una presenza sbiadita nella mente di Isil.
    -Come già sai i nostri sentimenti si erano inariditi da tempo, ma è una situazione ancor più complicata del normale visto che la lontananza da questa cittadina comporta gravi conseguenze: a stento Isil riconosce sua figlia quando la vede e Parigi non è di certo dietro l'angolo...non è un viaggio che posso sostenere più di una volta al mese e lei per timore di tornare a sentire le voci e le emozioni altrui si rifiuta di venire qui neanche per due giorni. E in tutto questo Sophie soffre di più di una normale bambina che sta affrontando la separazione dei genitori.- Annuendo leggermente, il ragazzo prese un lungo sorso di birra per poi rivolgere lo sguardo al suo caro amico. In un certo senso, posso capirla. Rispose Adam, che aveva recuperato il ricordo relativo all'abbandono del padre quasi un anno prima. Certamente, non si trattava della stessa situazione, però lui sapeva cosa volesse dire essere dimenticati da un proprio genitore che deliberatamente aveva scelto di lasciare Besaid. Sono sicuro che però tu stia facendo tutto il possibile per Sophie. Starà bene, ha te come papà. Commentò infine il guardiacaccia, che sapeva che per quanto la situazione fosse sfavorevole, Jude non avrebbe mai permesso ad alcun male di raggiungere direttamente sua figlia, introducendola gradualmente a nuove situazioni, anche a quelle più dure come la perdita della madre. -Si Adam, è davvero dura sia per me che per lei. Già questa uscita mi sta aiutando, credo sia la prima volta che ne parlo con qualcuno. Di solito a lavoro cambio argomento e se mi vengono poste domande resto vago. Ad ogni modo sicuramente non sarebbe durata e sul fatto che sia meglio così hai ragione, ma non pensavo si trattasse di un allontanamento così problematico.- Restando ad ascoltare il poliziotto, Adam capì che quella serata non era solo una birra in compagnia, ma molto di più: un'ancora alla realtà per Jude, un momento in cui avrebbe potuto respirare mentre i problemi della vita lo pressavano, una scappatoia perfino dal lavoro che lui amava tanto. Ne aveva bisogno. Se hai necessità e tempo di uscire ancora in questi giorni, dimmelo. Se hai bisogno sai che sono qui. Come si dice, la famiglia prima di tutto, e Jude era una persona di famiglia, per Adam. Non importavano gli impegni, il lavoro, o altro, nel momento in cui un amico aveva bisogno d'aiuto, il ragazzo non avrebbe mai esitato ad accorrere in suo sostegno, e se Jude necessitava di distrazione, il guardiacaccia si sarebbe prodigato per farlo uscire di casa il più possibile - compatibilmente con gli impegni legati alla vita di Sophie.
    -Eccoci qui!- Volgendo l'attenzione verso il cameriere, Adam non fece caso alla stretta dell'amico sul boccale di birra, attanagliato da una serie di interrogativi nei riguardi della sua nottata passata con Fae. Scostandosi appena per permettere al ragazzo di appoggiare i piatti sul bancone, il guardiacaccia avvertì chiaramente l'odore del cibo pervadergli ne narici, risvegliando un languorino notevole. -Patatine di Roswell croccanti e fumanti, direttamente da Marte! Condite con salse provenienti da ben tre galassie, a voi il compito di scoprire quali. Buon ufoappetito!- Sorridendo divertito dalle parole del cameriere, Adam scosse appena il capo e avvicinò nuovamente le labbra al bicchiere di birra. Ufoappetito. Questa è buona. Ripetè ridacchiando, prima di bere un po', per poi prefiggersi mentalmente di provare ogni singola salsetta dai colori dubbi che era stata sistemata nel piatto. Prendendo una patatina con l'intento di farla sparire nella propria pancia, Adam schiuse le labbra, ma si fermò non appena Jude non prese un altro pezzetto di cibo, mettendoglielo davanti agli occhi, al che il guardiacaccia aggrottò le sopracciglia dubbioso. -Beh, a proposito di voltare pagina...- Cominciò Jude, esitante, al che il ragazzo appoggiò la patatina assieme alle altre, abbandonando il progetto di mangiare per il momento, dandogli tutta la sua attenzione. Unendo le dita a formare un cerchio, il poliziotto fu chiaro ed evocativo nel piazzare la patatina nel punto giusto. -Dio...sembra che sto parlando con mia figlia...- Non riuscendo a trattenere un leggero suono divertito, Adam si portò una mano davanti alle labbra, per il modo in cui l'amico stava descrivendo un evidente rapporto sessuale. -Niente...io e Fae...si, insomma, ci siamo capiti. No?- Annuendo lentamente, con un leggero sorriso sulle labbra, il guardiacaccia fece capire a Jude che si era spiegato efficacemente. Ho.. ho capito, amico mio. Lo so come si fa.. Rispose lui, ridacchiando, ma cercando sempre di non mettere a disagio l'amico più di quanto già non fosse, dato anche il leggero strato di sudore che gli imperlava la fronte ed il rossore delle sue guance. Tornando più serio e posando lo sguardo sul volto di Jude, Adam gli portò una mano su una spalla nuovamente, per tranquillizzarlo. Se c'era una cosa di cui sapeva di potersi vantare, era che fosse una persona sicura, con cui potersi confidare tranquillamente. -Ti ha detto niente? Voglio dire, so che siete molto amici e quindi ho pensato...io da quel giorno non l'ho più sentita.- Gli occhi castani del ragazzo si velarono di apprensione, nel momento in cui Jude pronunciò quelle parole con quell'espressione dispiaciuta. Allora, appoggiando un avambraccio sul bancone Adam si protese leggermente verso l'altro uomo, parlandogli direttamente guardandolo in volto. Si, lo sapevo già, è venuta a casa mia. Rispose sincero il ragazzo, per poi inclinare appena il capo. Dirò a te la stessa cosa che ho detto a lei. Dopo quello che è successo, dato che è successo tra voi due e non due persone a caso, è bene che vi prendiate del tempo per pensarci, e poi incontrarvi. Commentò il guardiacaccia, proprio per far capire a Jude che se Fae non si era fatta viva era stato sicuramente per via del fatto che aveva bisogno di prendersi degli spazi per se stessa. Non devi preoccuparti, vi volete troppo bene per mandare le cose a monte. In più se è successo è perchè evidentemente ne avevate bisogno. Aggiunse poco dopo Adam, sintetico ma dritto al punto, appoggiando poi una mano sul boccale ormai mezzo vuoto, restando con le iridi erranti sul volto dell'altro. Voglio però sentire da te come ti senti.
     
    .
  6.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    3,079
    Reputation
    +1,452

    Status
    Anonymes!
    mXOaOHr
    Jude non considerava il suo ruolo di padre come una garanzia per la figlia, sebbene apprezzò non poco il commento dell'amico. Annuì con il capo, senza aggiungere altro che riteneva superfluo. Tendeva ad essere molto severo con sé stesso, specialmente in quell'ambito e per quanto si sforzasse di fare sempre il meglio per la sua bambina, inevitabilmente si trovava a domandarsi se quel bene fosse realmente tale oppure qualcosa che lui personalmente reputava tale. Mentre rimuginava su quel particolare aveva preso ad intingere le patatine spaziali nelle rispettive salse multicolori trovando nei loro gusti dei mix gustosi e originali. Non avrebbe saputo identificare tutti gli ingredienti che le componevano -e forse nemmeno desiderava scoprirlo- ma una tirava l'altra, al punto che ben presto ne rimasero pochissime nel piatto. Non si poteva dire lo stesso del boccale di birra, ancora lontano dal ritrovarsi vuoto; il poliziotto infatti amava a tal punto la birra dal cercare di godersela piano piano, nonostante la calura del locale lo portasse a cercare di dissetarsi rapidamente. Prese un altro sorso, prima di riprendere parola. -Lo so e mi sento fortunato per questo. Ad avere un amico come te, poter beneficiare della tua attenzione e dei tuoi consigli anche in periodi non proprio idilliaci.- Da quando si era trasferito a Besaid, per via del suo lavoro, Jude aveva avuto modo di conoscere le persone più disparate ma con poche di queste era riuscito ad intèssere rapporti di amicizia duraturi come quello che lo legava ad Adam; anche tra i colleghi, passati e presenti, pochi di questi li aveva visti al di fuori della Centrale di polizia ed al massimo per quattro o cinque uscite. Era difficile incastrare ambiente lavorativo e doveri all'amicizia, solo con il guardia boschi era riuscito a farlo. E non gli importava se aveva perduto buona parte dei ricordi che lo riguardavano perchè avevano ancora l'occasione di costruirsene di nuovi, cosa che avevano già iniziato a fare da quando il moro era tornato a Besaid.
    Con lui ogni cosa acquisiva un sapore leggero, disteso, privo di problemi ed era forse per questo che il poliziotto amava tanto la sua compagnia. Anche quando -come quella sera- si trovavano a discorrere di cose serie e pesanti era possibile farlo in maniera del tutto diversa a come sarebbe successo se si fosse trovato in compagnia di qualcun altro. Era quella, per Jude, la vera particolarità di Adam Kane. In quel momento la musica variò in un classic rock che Jude sapeva fosse un genere molto apprezzato dall'amico e questa piccola variazione dell'armonia che li circondava (armonia solo per l'uomo e solo perchè si trovava assieme all'amico, come chiusi in una campana) gli strappò un debole sorriso. Senza ombra di dubbio avrebbe fatto come proposto da Adam, ossia proporgli nuovamente uscite, ma era anche intenzionato a cercare di stare il più tempo possibile con la sua Sophie. Dall'abbandono di Isil aveva lasciato che il lavoro lo assorbisse, trovando anche scuse per trattenersi più del dovuto in Centrale o in ronde notturne che gli erano valse in un caso un non poco doloroso colpo alla spalla, e l'aveva lasciata da vicini e amichette pur di ritagliarsi del tempo per sé, per riflettere su quanto gli era accaduto, e decidere il da farsi. Ma ora avrebbe fatto meglio ad accantonare tutto quanto e fare ciò che ormai era destinato a fare: il genitore raddoppiato, come diceva lui, per sopperire il più possibile alla mancanza di una figura materna. Sarebbe stato arduo ma ci avrebbe provato, se non altro per il bene della bambina. Aveva creduto che fosse giusto ritagliarsi tanti momenti per sé, che fosse un suo diritto dopotutto, ma si era reso conto che vittima delle scelte di Isil Debenham non era stato solo lui, ma anche e soprattutto una bimba di appena sei anni.
    -Come mi sento?- domandò, ora che per colpa sua si erano addentrati in un discorso che era l'aggiunta al caos che provava in quel periodo. -Innamorato, amico mio.- disse unendo le labbra sino a ridurle a due fessure. Si passò una mano sul volto, sciupandone i tratti solcati da marcate rughe d'espressione. -Non nella maniera in cui amavo la mia ex moglie, ovviamente, ma nell'ultimo periodo io e Fae avevamo trascorso molto tempo assieme. Mi ero reso conto di quanto fosse maturata, scoperto lati della sua personalità che mi avevano elettrizzato, imparato quanto la sua presenza mi facesse star bene. Ormai non sono più un ragazzino che scambia cotte per innamoramenti, quindi se ti dico che mi stavo pian piano innamorando di lei non lo dico tanto per dire.- Non massimizzava la cosa ed era serio nel proferir quelle parole. Fae, con la sua spensieratezza e la sua diffidenza felina, era la sua antitesi, così troppo preso a riflettere sulle cose, su quel dannato senso di giustizia che non lo abbandonava mai e quel modo di porsi sempre in maniera aperta ed amichevole anche con persone appena incontrate. Attraverso il suo modo di essere Jude aveva appreso molte cose su sé stesso e ne era rimasto stregato. Questi solo alcuni dei motivi che avevano trascinato il suo cuore verso di lei. -Ma è evidente che non è lo stesso per lei.- disse con un'alzata dei palmi, cercando di mascherare con un semplice gesto quanto quell'ammissione gli costasse cara. Glielo aveva letto nello sguardo, nel modo in cui era fuggita via, forse in maniera un pò infantile senza affrontare subito il "problema", come era sembrato essere quell'intimo avvicinamento. Non nutriva dubbi sul fatto che presto o tardi sarebbe tornata sulle sue orme, affrontando lui ed i suoi sentimenti, ed in quei giorni intercorsi aveva avuto modo di trastullarsi in pensieri che avevano solo lei come unica protagonista. E che Fae non ricambiasse i suoi sentimenti sicuramente non doveva essere nuova nemmeno per Adam, visto che ne avevano parlato. Non aveva bisogno di conferme, non era di certo per quello che aveva tirato in ballo l'argomento. -Ascolta Adam ho tirato in ballo l'argomento non perchè mi aspettassi conferme o smentite da parte tua, ma perchè credo tu sia giunto alla stessa conclusione alla quale, temo, sia giunta lei. Mandare a monte le cose, il nostro rapporto? Per il momento, si.- proferì con espressione seria, staccando la patatina superstite che aveva incastrato nella mano e mangiandola in un sol boccone. Quella era l'espressione che molti uomini e donne gli avevano visto sul volto quanto sapeva qual'era il loro destino. Non era un'espressione che usava spesso, solo quando si trattava di qualcosa di molto serio e per il quale sapeva sarebbe andata non come avrebbe desiderato, come quando persone che riteneva meritevoli di una seconda chance o di un aiuto finivano in cella contro la sua volontà. -Ne ho bisogno, capisci? Vederla come se niente fosse provando ciò che provo in questo momento e sapendo che lei non prova lo stesso mi farebbe solo stare ulteriormente male, e mi dispiace se questa decisione la ferirà o non sarà quella che presumo sperava, ma non posso impormelo, tanto ci staremo male entrambe, ma standole lontano potrò cercare di dissipare i miei sentimenti e quando ci sarò riuscito sarò pronto a riprendere a frequentarla con lo stesso distacco emotivo che prova lei. So che mi vuole un mondo di bene ed io a lei, ma se vogliamo sperare in un futuro questa è la sola strada che vedo. Perciò, per il momento, non posso continuare a frequentarla come prima, a meno che non si tratti di un'emergenza.- Ed ovviamente si augurava di scongiurare qualcosa di simile. Sul piano della salute non sarebbe mancata la sua presenza, anche se vista la particolarità di Fae non pensava ne avrebbe avuto bisogno. Ad ogni modo avrebbe cercato di uscire da quel vortice il prima possibile, così da offrirle presto un ritorno a quel tipo di rapporto diverso da quello che al momento desiderava ma che li aveva sempre uniti e che era certo lei non volesse perdere. Di più, però, per lei non poteva fare.
    Attraverso un ultimo lungo sorso terminò anche il suo boccale di birra, inspirando affannosamente per riprendere fiato. La birra di rado gli aveva dato effetti di natura alcolica, al massimo quando l'aveva bevuta dopo aver prima assunto liquidi molto più forti a livello di gradazione, però gli trasmise quella sensazione di pacifica sonnolenza che tutto sommato aiutava il suo animo. -Basta con i miei problemi.- asserì incrociando le braccia al petto, senza ammettere repliche. -Anche perchè, per fortuna, sono finiti.- O almeno così sperava anche se, come avrebbe appurato giusto qualche giorno dopo quell'incontro, l'ombra della terribile particolarità della figlia avrebbe aggiunto un altro pensiero alla miriade che già lo tormentavano. -Quindi raccontami qualcosa di te, della tua vita. Quello che ti va di raccontarmi.- Non avrebbe insistito su punti specifici. Il nome di Engel non sarebbe riecheggiato nelle loro chiacchiere e Adam non avrebbe mai scoperto che lei era andata a parlargli prima di partire per la Grecia. Tutto faceva parte ormai del passato dell'amico ed era più al suo presente che Jude era interessato, auspicando che fosse sereno e gioioso.
     
    .
  7.     +3   +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Vice
    Posts
    5,941
    Reputation
    +4,099

    Status
    Offline
    tumblr_patmwdHz5T1qi90qeo2_540
    Negli occhi di Jude, era un po' come se Adam vedesse dei frammenti di se stesso. Ne percepiva la malinconia, lo scrutinio forse delle volte eccessivo, il calore. Era come se Jude oltre che essere un amico fosse anche uno specchio, ed Adam si rivedeva in lui così come nelle persone che amava di più. Delle volte, è proprio nella presenza degli altri che ci si riconosce, ed in un certo senso era ciò che succedeva tra quei due amici. Di una cosa il guardiacaccia era sicuro; l'uomo che aveva di fronte era un ottimo padre, uno che avrebbe pagato oro per avere. La mancanza, oltre a renderci schiavi del desiderio che porta con sè, spesso dona prospettiva, e nel caso del ragazzo, egli riusciva ad apprezzare ancor di più le azioni di Jude nei confronti di Sophie proprio perchè non aveva avuto un trattamento simile da bambino. Aveva ricordato abbastanza per saperlo, e c'era qualcosa nel suo cuore che gridava quella carenza ogni volta che parlava con il suo caro amico. Mentre lui iniziava a provare tutte quelle strambe salse sulle patatine, Adam continuava a tracannare la sua birra e a mangiare un po' di più. Era l'istinto, che gli imponeva in un certo senso di "far provvista" per l'inverno, e nonostante si trattassero di lievissimi comportamenti latenti, lui ne conosceva l'origine. Del resto, chi più di lui avrebbe potuto essere sensibile al richiamo dei tempi della natura? Di solito, per i lupi l’autunno è la stagione di “preparazione” al freddo, e di ricerca di una potenziale compagna, e Adam almeno un minimo ne risentiva per via della sua particolarità. Differentemente dal guardiacaccia, il gentile poliziotto invece si riservò di conservare più a lungo la sua birra, sorseggiandola piano piano. -Lo so e mi sento fortunato per questo. Ad avere un amico come te, poter beneficiare della tua attenzione e dei tuoi consigli anche in periodi non proprio idilliaci.- Scuotendo appena il capo, Adam fece capire a Jude che non necessitava di alcun ringraziamento. Essere amici consisteva anche nel sostenere l'altro in momenti più difficili. In quel periodo era proprio il poliziotto ad avere bisogno di aiuto, anche se lui rimaneva sempre elegantemente discreto a riguardo. Jude, tu fai parte del mio branco, no? La vita in gruppo con legami strettissimi fra gli individui è il fattore chiave che ha fatto del lupo un animale di grande efficienza, e non così differentemente dall'uomo, conserva tali legami nella vita. Proprio accennando quella domanda retorica prima di mangiare un'altra patatina, il guardiacaccia mise in chiaro che la relazione che lo legava a Jude era più viscerale e profonda di una semplice conoscenza tra ex colleghi; lui, Ivar e Fae erano le persone che avrebbero sempre potuto contare sull'affetto, il supporto e la protezione di Adam, che li avrebbe sempre considerati parte della sua famiglia – del suo branco.
    Sollevandosi molto lievemente con la schiena nell'avvertire il cambio di musica, Adam sorrise appena, decisamente più soddisfatto nella scelta del classic rock al posto del brutal dubstep. Prendendo un respiro rilassato, il ragazzo soffermò le iridi scure su quelle dell'amico, indagandone i sentimenti. Sperava, almeno un minimo, di stargli dando un senso di supporto e stabilità di cui lui sapeva avesse bisogno. Naturalmente, sarebbe stato a disposizione, se Jude avesse voluto uscire o se avesse desiderato una mano con la sua bambina; in fin dei conti, doveva davvero essere un periodo intenso anche per lei, che si stava ritrovando a barcamenarsi non solo nella separazione dei genitori ma anche nella condizione sempre più precaria della memoria della madre – accompagnata dalla scoperta dei suoi poteri. -Come mi sento?- Annuendo lentamente, in silenzio, il guardiacaccia si appoggiò col torace sul bancone di legno, incrociando le braccia spesse, invitando così l'amico a confidarsi con lui. -Innamorato, amico mio.- Più che una confessione, quelle poche parole così pregne di emozione sembrarono ad Adam una specie di estorsione; era un po' come se quell'unica frase fosse stata cavata dalle labbra del poliziotto di forza. Passandosi una mano sul volto, Jude sembrava leggermente scosso dal discorso in cui erano incappati. Nel frattempo, l'impronta del rock nel pub prese un leggero vibe country, dato che per qualche motivo quello strambo dj aveva optato per Country Roads, di John Denver. -Non nella maniera in cui amavo la mia ex moglie, ovviamente, ma nell'ultimo periodo io e Fae avevamo trascorso molto tempo assieme. Mi ero reso conto di quanto fosse maturata, scoperto lati della sua personalità che mi avevano elettrizzato, imparato quanto la sua presenza mi facesse star bene. Ormai non sono più un ragazzino che scambia cotte per innamoramenti, quindi se ti dico che mi stavo pian piano innamorando di lei non lo dico tanto per dire.- Restando in silenzio ad ascoltare le parole dell'amico, Adam sospirò molto sommessamente, concentrandosi per lo più sulle parole di Jude, piuttosto che formulare le sue conclusioni prima del tempo, dato che possedeva già in mente alcuni pezzi del puzzle. -Ma è evidente che non è lo stesso per lei.- Perdendosi qualche attimo nei pensieri, il guardiacaccia ricordò della notte passata qualche tempo prima con Fae, che gli aveva confidato non solo di aver fatto sesso con Jude, ma anche dei suoi dubbi a riguardo delle emozioni che quell'atto aveva risvegliato; non era una situazione semplice, ma da un lato si era rivelata lineare. Purtroppo, il desiderio romantico nei confronti di una persona può crescere solo se in partenza ci si guarda allo stesso modo, ossia come potenziali compagni. Altrimenti, è molto più difficile che una situazione simile si possa sviluppare in quel senso.
    -Ascolta Adam ho tirato in ballo l'argomento non perchè mi aspettassi conferme o smentite da parte tua, ma perchè credo tu sia giunto alla stessa conclusione alla quale, temo, sia giunta lei. Mandare a monte le cose, il nostro rapporto? Per il momento, si.- Prendendo un sorso di birra - l'ultimo, per il momento - Adam aggrottò lievemente le sopracciglia. Certo, gli dispiaceva che Jude avesse fatto una scelta per lui necessaria che avrebbe recato sofferenza sia a lui che a Fae, ma ciò che davvero impensieriva il ragazzo era proprio che tra i due suoi amici le cose fossero arrivate al punto da richiedere una distanza tra loro. Tuttavia, il benessere di Fae e Jude avrebbe sempre avuto la precedenza, e come per lei era risultato necessario scappare dall'abitazione del poliziotto per chiarire i suoi sentimenti, così quest'ultimo aveva avvertito l'esigenza di allontanarsi dalla ragazza arcobaleno. -Ne ho bisogno, capisci? Vederla come se niente fosse provando ciò che provo in questo momento e sapendo che lei non prova lo stesso mi farebbe solo stare ulteriormente male, e mi dispiace se questa decisione la ferirà o non sarà quella che presumo sperava, ma non posso impormelo, tanto ci staremo male entrambe, ma standole lontano potrò cercare di dissipare i miei sentimenti e quando ci sarò riuscito sarò pronto a riprendere a frequentarla con lo stesso distacco emotivo che prova lei. So che mi vuole un mondo di bene ed io a lei, ma se vogliamo sperare in un futuro questa è la sola strada che vedo. Perciò, per il momento, non posso continuare a frequentarla come prima, a meno che non si tratti di un'emergenza.- Annuendo ancora una volta, Adam si voltò leggermente verso Jude. Si, lo capisco. Entrambi avete bisogno di fare cose diverse per capire da dove ripartire, ed è giusto che vi prendiate del tempo se necessario. Si, poi… io lo sapevo, Fae me ne aveva parlato, e Jude... Lei ha bisogno di te, avete bisogno l'uno dell'altra, anche se in un modo che non corrisponde a ciò che tu ora senti. Io sono convinto che dopo quel che è successo, le cose non potranno più tornare a ciò che erano prima tra voi, ma forse potrete ricostruirle ugualmente belle e solide, solo, in un'altra forma. Commentò infine il guardiacaccia, per poi appoggiare una mano sulla spalla dell'amico, stringendola qualche attimo per poi lasciarlo andare; era un piccolo gesto, ma mirato a fargli sentire anche fisicamente la vicinanza di Adam nei suoi confronti. La situazione si era dimostrata complessa, e Adam riusciva ad empatizzare sia con i sentimenti di Fae, che con quelli di Jude. Non avrebbe mai smesso, per questo motivo, di incoraggiarli a fare ciò che sentivano fosse più sano e giusto per ciascuno di loro. Sollevando un braccio per attirare l'attenzione del barista, il ragazzo ordinò altre due birra per entrambi. -Basta con i miei problemi.- Iniziò il poliziotto, ed il guardiacaccia sorrise appena, sollevando entrambe le mani in segno di resa. -Anche perchè, per fortuna, sono finiti.- Sorridendo leggermente, l'espressione di Adam si tinse di sollievo, non perchè lo seccasse ascoltare Jude, ma perchè era sinceramente contento che almeno per il momento, l'amico non intendeva soffermarsi sulle negatività che lo impensierivano e turbavano. -Quindi raccontami qualcosa di te, della tua vita. Quello che ti va di raccontarmi.- Sollevando appena le spalle, Adam agguantò il secondo boccale di birra. Procede... Vado avanti. Adesso sto bene, e dopo aver tanto faticato, un po' di sollievo sono convinto di potermelo permettere, penso. Sono felice di vederti stare meglio anche alla spalla. Alla fine, siamo tutti dei sopravvissuti, in un modo o nell'altro. Commentò infine Adam, ben consapevole del significato più profondo che quelle parole portavano con sè, sia per lui che per Jude.
     
    .
  8.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    3,079
    Reputation
    +1,452

    Status
    Anonymes!
    mXOaOHr
    John Denver intonava una canzona distensiva e piuttosto datata ma che rientrava perfettamente nelle corde del poliziotto. Era un genere musicale che gli piaceva, anche se cozzava molto con il tema della serata. Se Jude pensava agli ufo di certo non vi avrebbe accostato una canzone come quella, bensì una di quelle psichedeliche come quelle degli Orbital: qualcosa di ridondante, di misterioso, suono non naturali ma sintetizzati con l'ausilio di un computer, un crescendo che incuteva timore ed aspettativa. Ad ogni modo, quella canzone se non altro giovò al suo umore. Era stato importante per lui trattare quell'argomento con l'amico e sentirne il punto di vista, così come a quanto pareva aveva fatto l'oggetto del suo desiderio non corrisposto. Era certo che Fae si fosse rivolta a lui, anche se fino a quel momento era stata solo una supposizione. E aveva fatto più che bene perchè era sempre utile interfacciarsi con figure esterne a questioni ostiche quando si aveva bisogno non tanto di aiuto, visto che tanto sulle questioni alla fine le decisioni spettavano ai diretti interessati, ma un supporto morale e consigli erano sempre benefici quando si aveva la mente annebbiata. Nel suo caso ormai il dado era stato tratto e con Fae aveva esposto la sua decisione, ma parlarne ad Adam non gli era sembrato solo un piacere ed un obbligo morale, ma qualcosa che se non fosse stata fatta se lo sarebbe rinfacciato a lungo. -Sono lieto che, pur da spettatore esterno, tu comprenda le specifiche necessità di questa situazione. Lei ha bisogno di me così come io faticherei a vedere la mia vita senza la sua frizzante figura al suo interno. Difatti le ho chiesto solo del tempo, assicurando comunque un ritorno. Sicuramente come dici tu quando ciò avverrà sarà un pò diverso da prima, ma non è detto che questa sia una cosa negativa.- disse umettandosi le labbra con la punta della lingua, ora che la birra era finita. Il tempo, si sa, guarisce quasi ogni ferita e senza dubbio nel suo caso sarebbe stato non poco utile. Inoltre era più facile uscire da amori appena sbocciati e ancora molto acerbi e per certi aspetti oscuri, come nel suo caso, dunque abbastanza facili da allontanare dal proprio cuore, piuttosto che farlo da quelli più duraturi sui quali si erano posti pilastri e scelte di vita ben più solidi, come nel caso di Isil Debenham. Ragion per cui era assolutamente ottimista; come aveva affrontato problemi ben più grandi sarebbe riuscito anche in questo e si augurava nel minor tempo possibile visto che la selvatica Fae non lo avrebbe di certo atteso in eterno.
    Fu il turno di Adam e Jude fu lieto di apprendere che le cose gli stessero andando meglio che a lui. Il tempo anche nel suo caso aveva cauterizzato le ferite e presto, ne era certo, avrebbe trovato la felicità cui anelava; già il fatto che fosse sereno era un'ottima cosa della quale andar fieri.
    -Sono molto felice per te, amico mio. I sopravvissuti, di varie esperienze di vita, sono quelli più irrobustiti.- disse ridacchiando e mostrando il braccio teso a mostrare i muscoli frutti dell'allenamento implicito nel suo lavoro. Di recente lo avevano persino obbligato a fare esercizi specifici, non solo per riprendere la totale padronanza dell'arto legato alla spalla ma anche per mantenere prestanze fisiche utili al suo impiego ora che con l'avanzare degli anni non poteva più palesare l'atleticità di un ventenne. A testa china aveva dovuto mettersi a fare una cosa che non amava, ossia recarsi in una palestra, anche se quando gli era possibile bypassava le sedute in favore di ben più salutari passeggiate nel bosco, anch'esse utili sul piano fisico oltre a quello psichico. Abbassò il braccio e posò lo sguardo sulle bustine di HOLI COLOR POWDER. Ne prese un paio tra le mani, rispettivamente le blu e le arancioni, e le fece penzolare a pochi centimetri dal volto. -Queste quando pensi ci serviranno?- domandò alzando le sopracciglia con fare comico. Stava giusto per proseguire il discorso quando il tizio con il microfono prese nuovamente la parola. -Popolo di Besaid, avete iniziato a familiarizzare con gli alieni?- Si, certo, come no. -Allora andate a mostrar loro il vostro amore lanciandogli il contenuto delle bustine che vi sono state date a inizio serata, uh uhhhh!- Indicò con l'indice la sala dove di norma venivano organizzati i karaoke e si aveva la possibilità di ballare. Al posto dei soliti stand, la pista era stata lasciata sgombra di oggetti ma animata da alcuni membri del personale dell'Egon travestito da alieno. Le braccia tese in segno di incitamento verso i clienti invitavano loro a raggiungerli.
    Jude Mikkelsen controllò il retro di una delle bustine (sincerandosi che il contenuto fosse lavabile dai vestiti) e, lestamente, aprì quella blu e ne versò il contenuto addosso ad Adam, ridacchiando di gusto, sgombro finalmente dai tristi e cupi pensieri.
    -Forza Adam, ora che siamo sazi andiamo a fraternizzare con i nuovi arrivati! Magari ci insegneranno a comunicare telepaticamente!- proruppe agguantando tutte le bustine in suo possesso ed abbandonando definitivamente lo sgabello. Fece segno al barman di attendere per i pagamenti, tanto era facile che il nuovo moto proposto dalla serata a tema li avrebbe condotti a fare nuove ordinazioni. Serviva, dopo tanti discorsi seriosi e difficili, abbandonarsi ad un'occupazione distensiva come quella, che avrebbe riporto gli amici di vecchia data a quando erano poco più che bambini, sgombri da responsabilità e pensieri difficili come quelli appena affrontati. La serata aveva ancora molto da regalare loro e se si fossero mostrati psicologicamente pronti ad abbandonarsi all'aria di festa che aleggiava nel locale, non solo sarebbero tornati a casa più sereni, uniti e anche più felici.
     
    .
7 replies since 7/9/2018, 01:18   233 views
  Share  
.
Top
Top