Life is a huge canvas: overturn on it all the colors you can

Deryck & Devon

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    “A quanto possiamo discernere, l'unico scopo dell'esistenza umana è di accendere una luce nell'oscurità del mero essere.”

    Group
    Member
    Posts
    8,871
    Reputation
    +134
    Location
    New Orleans

    Status
    Anonymes!
    Un’altra giornata lavorativa stava per volgere al termine nella casa editrice Edmont, ma se per gli altri era un giorno come gli altri, per Deryck era un inizio. Da quando ha aperto la busta lasciatagli dal padre, si è sentito rinato, proprio come la fenice che è risorta dalle sue ceneri. Certo, ancora non ha usato i suoi indizi a disposizione per iniziare le sue ricerche, ma il solo fatto di aver letto la lettera di Pa’ l’ha aiutato a ricominciare a vivere e a godersi la vita, fatta di tanti colori e non vedere più soltanto il grigio o il nero. Persino nell’ambiente di lavoro i suoi colleghi hanno visto Deryck in una luce diversa, quella che l’aveva sempre contraddistinto nei primi tempi in cui ha cominciato questo lavoro, facendosi apprezzare e rispettare da tutti. Se nell’ultimo anno era scontroso, solitario e certe volte anche di poche parole, in questo nuovo primo giorno è stato aperto e solare con tutti, mostrandosi gentile e altruista. Dopo aver dato una lettura veloce al nuovo manoscritto che gli è stato assegnato - si tratta di un nuovo libro che uscirà tra qualche mese nelle librerie, salvo casi previsti - decide di alzarsi dalla sua postazione per andare nella sala relax. Proprio per aver vissuto come un automa nell’ultimo anno e mezzo, ha scoperto solo nei giorni scorsi l’esistenza di questa stanza, fatta di parecchie comodità: nuove macchine per il caffè, un televisore, sedie e tavolini nuovi di zecca e un biliardino. All’interno della sala già si trovavano i loro colleghi a bere del buon caffè e chiacchierare tra di loro quando, mentre Deryck stava per prendere una bustina di cialda dal mobiletto, qualcuno richiama la sua attenzione. ''Hey Deryck, noi stiamo per andare a bere a qualcosa all’Egon. Vuoi unirti a noi?'' - chiese Jenny, una delle sue colleghe, oltre che sua ‘‘vicina’’ di scrivania. Deryck si gira verso di loro, annuendo con il capo. ‘‘Certo che si.’’ - rispose, mostrando un sorriso, mentre lui torna a prepararsi il caffè. A un tratto, però, prova una strana sensazione, anzi, due: la prima scaturita dal suo potere nel sentire i colori dei suoi colleghi farsi più forti, poi dal silenzio che improvvisamente è calato nella sala, tanto da costringerlo a girarsi per capire quello che stava accadendo. I loro sguardi appaiono sorpresi, come se non si aspettavano una risposta da parte sua. ‘‘Che c’è?’’ - chiese, cercando di capire meglio quello che stava accadendo. Alla fine è Jeff, il redattore della casa editrice, a prendere la parola per tutti. ‘‘È solo che non ci aspettavamo una tua risposta, tutto qua. Anzi, ci fa molto piacere che sarai dei nostri.’’ - rispose, con gli altri che annuiscono. In effetti, se Deryck fosse nei loro panni, anche lui sarebbe rimasto sorpreso di vedere un loro collega che accetta di uscire con loro, dopo che per tutto l’anno ha ignorato tutto e tutti. ‘‘A tal proposito, vi chiedo scusa a tutti per come mi sono comportato in quest’ultimo anno e di essere stato assente e distaccato verso tutti voi.’’ - Affermò, avanzando verso di loro. Ma proprio quando stava per proseguire nel discorso, Jenny lo interrompe con delicatezza. ‘‘Non ci pensare più, davvero. In fondo hai subito un grave lutto nella tua famiglia, è normale che in queste situazioni ognuno reagisca in diversi modi per sopportare il dolore di una perdita. L’importante è che ti stai riprendendo.’’ - disse, posando una mano sul suo braccio e sorrise. Deryck era felice di costatare che, nonostante il suo comportamento, sono sempre stati pazienti e comprensivi, lasciandogli il giusto spazio che meritava per riprendersi dal lutto. ‘‘Grazie tante. E per sdebitarmi, sarò io a offrire i drink e non accetto no come risposta.’’ - concluse, senza dare loro modo di replicare, mentre riprende a prepararsi un caffè. Questa serata ne aveva proprio bisogno, anche per riallacciare i rapporti e di comportarsi come una persona normale.. anche se a Besaid nulla è normale.

    I ragazzi, Jeff, Jenny e Simon, stavano parlando tra di loro quando Deryck arriva con due bicchieri di birra per i ragazzi. ‘‘Ecco a voi, il resto degli altri drink arriverà tra qualche minuto.’’- annunciò, mentre si accomoda di fianco alla ragazza. ‘‘Allora, che cosa state leggendo di recente?’’ - chiese, mentre lì osserva uno per uno. Era da parecchio tempo che non era in loro compagnia, volendo a tutti i costi recuperare il tempo perduto a crogiolarsi dal dolore. Fare una domanda del genere a delle persone che lavorano in un’editoria, potrebbe essere scontata, se non addirittura abusata, però è sempre e comunque affascinare sapere del lavoro dei propri colleghi. ‘‘In questo periodo non sto leggendo molto, a parte qualche fiaba per il piccolo..’’ - rispose Jeff, parlando prima lui. ‘‘In realtà in questi giorni ho avuto da fare con uno scrittore che, per adesso, non posso ancora fare nome, ponendo dubbi e suggerimenti sul suo prossimo libro.’’ - aggiunse, terminando la risposta, mentre lui beve un sorso della sua birra. Poco dopo appare una cameriera che porta il restante dei loro drink, tra cui un Cuba Libre per Deryck. È una fortuna che stasera all’Egon Pub non c’erano molte persone, oltre al fatto di essere nel pieno della settimana, così la sua particolarità potrà stare buona per fargli godere al meglio la serata. ‘‘In questi giorni dovrei andare al cinema a visionare il film tratto da un libro, da allegare poi alla seconda edizione, però credo che dovrò rifiutare l’incarico: mia madre si è presa da poco l’influenza e dovrò prendermi cura di lei.’’ - disse Simon, con tono frustrato, mentre beve anche lui un sorso della sua birra. ‘‘E pensare che mi ero anche procurato il biglietto proprio ieri, prima di ricevere la chiamata di mia madre e non posso ottenere il rimborso.’’ - Aggiunse, bevendo dell’altra birra. ‘‘Se per te va bene, potrei aiutarti con l’incarico andando al cinema e poi darti la mia opinione del film.’’ - intervenne Deryck in suo soccorso, vedendo che era in difficoltà. In fondo era da parecchio che non faceva un salto al cinema e avrebbe dovuto recuperare un anno di film, di serie tv e quant’altro: è stato uno schock quando si è ritrovato ad ascoltare delle canzoni uscite parecchi mesi fa. ‘‘Grazie Deryck. Poi mentre sto da mia madre, cercherò di recuperare il film in qualche modo, ma almeno così il biglietto non sarà sprecato.’’ - terminò Simon con un sorriso sulle labbra. Di fatto la sua aura colorata ritorna a splendere di un colore chiaro, da come si evince dallo sguardo di Deryck, mentre beve un sorso del suo drink, prima di rivolgere lo sguardo verso la ragazza di fianco a lui. ‘‘Purtroppo non ho avuto proprio tempo di leggere: sono giorni che sto correggendo tre bozze e non avete la minima idea di quanti errori ho dovuto segnalare con il pennarello rosso. Ormai sono scioccata di quello che riesco a scoprire nel mio lavoro.’’ - spiegò Jenny, bevendo un lungo sorso del suo drink. Il lavoro di correttore di bozze, non a caso, è uno dei mestieri più delicati e ingrati dell’editoria, oltre al fatto che è piuttosto mal pagato. In molti le hanno consigliato di aspirare a una carica che le fruttasse qualche soldo in più, però a lei piace molto questo lavoro, nonostante tutto. ‘‘Tu, invece?’’ - chiese, rivolgendosi a Deryck. ‘‘Ultimamente non ho letto molto. Poi sto aspettando che Roger mi assegni qualcosa, dal momento che non mi ha ancora dato qualcosa da quando sono rientrato dalla mia breve vacanza ed è per questo mi sono subito offerto ad aiutarti. Però mi è stato utile staccare la spina in questi giorni per riflettere su molte cose e su quello che mio padre mi ha lasciato.’’ - rispose, bevendo un lungo sorso del suo cocktail. Gli indizi che Pa’ gli ha lasciato, inerente al passato di entrambi, è qualcosa a cui vuole dedicarci parecchio, ma al tempo stesso vuole anche assecondare alla sua richiesta: quella di potersi godere i benefici della vita, belli o brutti che siano. Loro annuiscono soddisfatti, mentre bevono e lo ascoltano. Una volta che ognuno di loro ha finito il loro drink, Deryck scende dal suo sgabello con lo sguardo rivolto ai colleghi. ‘‘Un altro giro?’’ - chiese, in attesa di ricevere una loro risposta. A giudicare dai loro sguardi, così come dall’emanazione dei loro colori, sembrano proiettati a una risposta che certamente non farà piacere a Deryck. ‘‘Per quanto mi piacerebbe, devo tornare a casa dalla mia famiglia. Purtroppo sono finiti i tempi in cui mi sarei potuto trattenere qualche ora in più.’’ - rispose Jeff, cercando di alleggerire la pillola con le sue parole. ‘‘Lo stesso vale anche per me, Deryck, giacché devo organizzarmi per il viaggio.’’ - aggiunse Simon che, insieme a Jeff, scende dai loro sgabelli. ‘‘Anche tu devi andare, Jenny?’’ - chiese alla ragazza, vedendo anche lei scendere dallo sgabello e finire il suo drink. ‘‘Oltre a finire di correggere alcune bozze, il mio ragazzo sarà rientrato da poco a casa. Tu che farai?’’ - domandò, mentre indossa la sua giacchetta. Tutti lo guardano con una certa malinconia, come se fossero dispiaciuti a lasciarlo da solo nel pub come un cane; anche questa loro sensazione è intuita attraverso i loro colori da spingere Deryck a sfoderare un largo sorriso. ‘‘Penso che mi farò un altro drink e poi vado anch’io. Sarà per un’altra sera, tranquilli.’’ - Sorrise, osservando come loro erano più rilassati dalle sue parole. Dopo essersi salutati, Deryck torna a sedersi al suo sgabello a finire il suo drink, con uno sguardo pensieroso su quanto è appena accaduto. Si è appena accorto che, nonostante il tempo si è fermato nel momento in cui seppe la notizia di suo padre, il mondo è andato comunque avanti e vedere che i loro colleghi hanno una loro vita al di fuori del lavoro, a differenza sua che non ha una granché ragione per tornare a casa. Prima di quel momento si era completamente dimenticato di come Jenny aveva un ragazzo; di come Simon si stava prendendo cura di sua madre da qualche tempo e che Jeff era diventato padre quasi un anno fa. Già solo per questo capisce che le parole di Pa’ corrispondono alla verità: in tutta la sua vita si è talmente dedicato agli altri, in particolare alle sue sorelle, che non ha mai avuto modo di dedicarsi a se stesso e di capire i suoi desideri. Deve colmare il vuoto che sente dentro da parecchio tempo, trovando quella cosa che lo possa rendere felice, proprio come lo sono le sue sorelle in questo momento.
    Deryck si avvicina al bancone per farsi ordinare un altro Cuba Libre, mettendo mano al portafoglio per pagare i suoi drink e quelli dei colleghi. Ma proprio quando stava per prendere i soldi, un uomo accanto a lui si allontana con un drink e si accorge delle chiavi sul bancone; precisamente di una macchina a giudicare dalla forma della chiave più grande. D’istinto prende le chiavi e subito lo raggiunge, prima che sparisca in mezzo alla folla. ‘‘Ehi amico, credo che hai perso queste.’’ - disse, mostrando le chiavi all’uomo.
     
    .
0 replies since 30/9/2018, 13:46   38 views
  Share  
.
Top
Top