Your happy eyes will always be my favorite color ...

Deryck & Hope | Bosco | Mattina

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    “A quanto possiamo discernere, l'unico scopo dell'esistenza umana è di accendere una luce nell'oscurità del mero essere.”

    Group
    Member
    Posts
    8,871
    Reputation
    +134
    Location
    New Orleans

    Status
    Anonymes!
    Le festività natalizie. Uno dei momenti dell’anno che tutti i bambini attendono con trepidazione è finalmente giunto, dove persino Besaid trasuda dello spirito natalizio da come l’intera cittadina, è stata addobbata per l’occasione con tanto di luci, decorazioni varie e un grande albero nel Centro. Ogni famiglia ha una sua tradizione per festeggiare questo sacro giorno, anche se molte di esse si assomigliano in molti aspetti: addobbare l’albero di Natale, l’acquisto dei regali, andare alla messa della chiesa e ritrovarsi con amici e parenti per trascorrere insieme le festività natalizie. Nel caso della famiglia Hansen, poi, quest’anno hanno voluto fare le cose in grande. O perlomeno Deryck ha voluto impegnarsi un po’ di più rispetto agli anni passati. In primis rimediare al fatto che lo scorso Natale non sono stati insieme a festeggiare, poiché non se la sentivano in vena dopo la dipartita del loro padre; ma anche perché nel caso di Maya e Star lo avevano trascorso con i loro compagni, mentre le altre si erano date per disperse in quel periodo. Di fatto Deryck ha invitato ogni famiglia delle ragazze in un grande cenone a livello internazionale, perché hanno assaggiato varie leccornie di diverse nazioni: oltre a quella norvegese che condivide anche la famiglia di Ally, c’è anche quella brasiliana, inglese, spagnola, australiana e così via. Un cenone talmente immenso e variegato di cibo che, ovviamente, non potevano non mancare parecchi avanzi che probabilmente dureranno per tutto il 2019. Tra i tanti avvenimenti accaduti durante la Vigilia, tra cui quella in cui Deryck andò a sedersi a capotavola, nel posto che era di suo padre, c’è stato quello di aprire i regali di Natale, in particolare vedere la reazione dei bambini a ogni regalo che hanno ricevuto. Deryck si era davvero impegnato a trovare i regali giusti per ognuno di loro, talvolta aiutato anche da Marina accompagnandolo in qualche negozio e per quanto ci ha rimesso abbastanza in fatto di soldi, ne è comunque valsa la pena vedere la loro gioia nei loro occhi. Certo, il regalo di Pa’ Hansen di dare a ognuno di loro degli indizi riguardanti il loro passato rimane ancora oggi il regalo più bello di sempre, anche per quello che le ragazze hanno scoperto e la sua presenza si è sentita nel vedere tante persone ad Atlantis. E la serata si è terminata tra karaoke, giochi da tavola, battaglia di palle di neve e maratona di film di Natale come Una poltrona per Due, Mamma ho perso l’aereo, il Grinch, Elf e anche qualche Classico Disney come Frozen. Insomma, un Natale davvero ricco e speciale in casa Hansen, con tantissimi momenti di divertimento che hanno reso tutti felici di essere lì. Senza contare che questo Natale ha assunto un significato assai maggiore poiché oggi arriveranno le famiglie delle ragazze a unirsi nei festeggiamenti (per adesso Deryck ha potuto conoscere la famiglia di Ally, essendo della Norvegia). Questo gli ha dato molto su cui riflettere sulla sua di situazione: da quando ha aperto la busta del padre, lo scorso Settembre, le sue ricerche su Kathryn McKenzie si sono rivelate un autentico buco nell’acqua. Tutto quello che ha scoperto su questa donna, originaria di St. Louis, è una famosissima graphic designer, madre scozzese e padre americano e sembrano una di quelle famiglie che non sembra nascondere chissà quale scheletro nell’armadio. Ma nulla che possa capire il modo in cui approcciarsi a lei senza che possa finire male per entrambi, poiché il solo pensiero di essere una sorta di figlio illegittimo per questa famiglia non gli piacerebbe proprio. Con le note della canzone ‘‘All I want for Christmas is you’’ di Mariah Carey tramite il dispositivo di Amazon Echo Dot, Deryck aprì gli occhi e lentamente si gira verso il comodino con lo sguardo puntato sul dispositivo. «Alexa, stop.» disse, facendo interrompere la canzoncina di Natale. Ormai avrà sentito quella canzone un milione di volte che gli sarà venuto il voltastomaco, peggiore di tutto quello che ha mangiato nel cenone. Sono le otto del mattino e tutti staranno dormendo in questo momento, eccetto Marina conoscendo le sue abitudini mattutine.
    Una volta fatto le solite cose che esegue una volta sveglio, come andare in bagno per lavarsi, vestirsi e rifare il letto - c’è Claudia che si occupa di questo, però preferisce comunque farlo da solo perché segue un preciso ordine delle corse - si dirige al piano di sotto. In effetti, è una fortuna che il suo viso sia tornato alla normalità dopo gli eventi accaduti durante la notte di Natale, in particolare il suo labbro, anche se aveva rassicurato tutti dicendo che era inciampato. Fu strano sentire Atlantis nel silenzio più totale, soprattutto dopo la serie di festeggiamenti che sono avvenuti durante la Vigilia e a Natale, anche se per Deryck non è una novità: è sempre stato una persona mattutina proprio per assaporare il silenzio di prima mattina, oltre ad osservare il modo in cui l’alba cambia di tonalità su in cielo. Prese la via della cucina, dove subito trovò Marina intenta a preparare il caffè e tè per tutti. «Buongiorno Ma'.» disse, annunciando il suo ingresso e anche per non spaventarla. C’è voluto del tempo affinché la governante si abituasse agli orari mattutini di Deryck, tanto da accoglierlo sempre con la colazione sulla tavola e con la sua aurea colorata tingersi del suo Azzurro. «Buongiorno chérie. Come ti senti oggi?» chiese, consegnandogli la tazza di caffè con un sorriso raggiante sulle labbra. Uno degli aspetti che Deryck ha riscontrato nel suo ritorno ad Atlantis, oltre a prendersi cura di Ally durante la gravidanza, è proprio la positività che Marina sprigiona verso i suoi figli, sapendo perfettamente che lei ci sarà sempre per ognuno di loro e come lei abbia dovuto affrontare il grosso lutto che ha colpito questa famiglia, oltre a scegliere di sua spontanea volontà di rimanere alla guardia della villa. «Molto meglio, anche se mi gira ancora un po’ lo stomaco con tutto quello che ho mangiato. Ma niente che una sana corsetta nei boschi possa ristabilirmi per il terzo round.» ridacchiò, mentre bevve un sorso di caffè. Non a caso ha indossato una tuta per l’occasione, in particolare quella ricevuta da Star: quando si è visto allo specchio, ha pensato che poteva passare per uno di quei modelli per pubblicizzare i vestiti, confermato dalla stessa Electra la sera prima quando ha mostrato a tutti il regalo ricevuto. «Sicuro che sia una buona idea? Siamo a 5° e c’è rischio di pioggia, almeno così dice il meteo.» chiese con tono preoccupato, volgendo anche lo sguardo verso la finestra della cucina. Nei giorni scorsi c’è stata anche una forte raffica di vento improvvisa, tanto che la notte scorsa è stato difficile dormire per tutti per via dei rumori degli alberi e questo aveva fatto spaventare i bambini. «Tranquilla Ma’, non stare troppo in pensiero. Tanto sarà una breve corsetta, poi ho con me il telefono se qualcosa andasse storto.» rispose, aggiungendo un sorriso. Un piccolo gesto che la fece rassicurare da com’era evidenziato dalla sua aurea colorata. «Comunque tra quanto dovrebbero arrivare i parenti?» domandò, aggiungendo un leggero sorriso mentre beveva un altro sorso di caffè. Per quanto non erano parenti, per via delle sorelle lo sono diventati e la cosa lo aveva un po’ sorpreso: dapprima erano solo le ragazze, Marina e Claudia e Pa’ Hansen, mentre adesso si sono aggiunti padri, nonni, fratelli e sorelle e così via. Il loro padre sarebbe felice di sapere che la sua casa è ancora piena di vitalità. «Dovrebbero arrivare verso mezzogiorno, giusto in tempo per l’ora di pranzo. Infatti, Claudia ed io ci siamo già organizzate per ripulire le stanze degli ospiti.» rispose Marina, continuando a preparare i tè per le ragazze e gli ospiti. Deryck annuì, finendo di bere il suo caffè e consegnando la tazza vuota a Marina. Si grattò le mani al solo pensiero di incontrare i parenti delle ragazze: Marina se ne accorse, riconoscendo sempre i momenti in cui era nervoso o ansioso per qualcosa. «C’è qualcosa che ti turba, chérie?» domandò, interrompendo la preparazione della colazione per rivolgere tutta la sua attenzione su di lui. Deryck prese un lungo respiro, socchiuse per un breve secondo gli occhi per poi riaprirli. «Sono solo un po’ ansioso di conoscere le famiglie delle ragazze e di fargli una buona impressione. Già con il padre di Ally non sembra sia andata bene, anche se non riesco a capirne il motivo, mentre con il fratello è andata piuttosto bene. Ma quello che mi logora da dentro è il lascito di Pa’ e sapere quello che scoprirò.» In realtà, oltre a quello, quello che lo turba di più è quanto è accaduto all’ospedale, giorni fa, quando Ally ha partorito il bambino e incontrato la sua dottoressa di Bergen, scoprendo un fatto curioso legato alla nascita della sorella e a quella del bambino. Marina appoggiò una mano sulla sua spalla, come per rincuorarlo come faceva sua madre e in seguito a lei. «Non starci troppo a pensare. Infondo, avevi gli stessi pensieri quando hai conosciuto i compagni delle ragazze ed è andata bene, anche se dovresti smetterla di chiamare Jerry quel poverino.» risero entrambi, ma questo aiutò Deryck a sentirsi più leggero e a togliersi quel suo grosso macigno dalle spalle. «Hai ragione, come sempre. Sarà meglio che io vada.» Baciò la fronte di Marina, prima di uscire dalla porta sul retro. «Comunque alla fine mi dovrai raccontare come ti sei ferito al labbro.» affermò con nonchalance, senza però essere preoccupata. Nel profondo sapeva che Marina non avrebbe creduto a quella scusa. Non rispose, uscendo poi all’esterno della villa.
    Aveva smesso di nevicare, però c’era ancora un bel po’ di neve e gli spazzaneve sarebbero arrivati direttamente domani. Prese il sentiero che lo porta ad addentrarsi nei boschi, cominciando una leggera corsetta per riscaldare i muscoli del suo corpo. Solitamente accompagna le sue corse mattutine con della musica, scegliendo una delle sue molte playlist che tiene su Spotify, però preferisce anche il suono della natura: grazie alle conoscenze di Tiggy ha potuto scoprire come la natura possieda una sua anima, che siano gli animali che vivono nei boschi o gli stessi alberi e questo gli permette di avere un buon senso di orientamento. Nelle molte camminate che hanno fatto insieme, hanno sempre ritrovato la strada di casa senza mai perdersi. Deryck si fermò per attimo per fare qualche esercizio di riscaldamento, quando a un tratto sentii qualcosa che lo bloccò completamente. Che cosa potrà mai essere?

    Ho evidenziato due fatti che sono collegati ad altre due role che devono ancora accadere, ma avvenuti giorni prima. Diciamo che ho dato una sorta di continuity; una volta che avrò composto il puzzle, tutti quanti avrete un quadro chiaro delle mie intenzioni.


    Edited by • T e r r a ´ - 19/1/2019, 16:19
     
    .
  2.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    43,898
    Reputation
    +147
    Location
    SSV Normandy SR-1

    Status
    Anonymes!

    Hope Larsen
    « DO NOT GO GENTLE INTO THAT GOOD NIGHT, OLD AGE SHOULD BURN AND RAVE AT CLOSE OF DAY;
    RAGE, RAGE AGAINST THE DYING OF THE LIGHT. »

    e4AgkzQ
    Hope a stento ricordava le feste di Natale passate con sua madre.
    L’aria festiva si era dissolta assieme alla spensieratezza dell’infanzia, nel momento in cui la ragazza aveva capito che, sua madre Celeste, era una donna complicata e piena di ombre, che a tratti la fagocitavano completamente.
    Il suo modo di vivere la vita l’aveva fatta crescere in fretta, e così aveva perduto la magia delle feste, della quale ogni bambino aveva goduto.
    L’attesa della vigilia era diventata una notte trascorsa in camera propria, a cercare di non sentire le risate sguaiate di sua madre e dei suoi amici, la cui amicizia non durava mai più di un anno.
    Celeste era una donna effimera, un po’ come Hope, ed effimero era qualsiasi cosa caratterizzasse la sua vita - e la sua vita stessa.
    I pranzi e le cene di Natale, avevano perso la loro caratteristica familiare e conviviale, trasformandosi in fastidiosi momenti da affrontare.
    Strappata dal suo ambiente e catapultata a casa di sconosciuti, Hope ascoltava chi la circondava parlare del più e del meno, annuendo mestamente e nascondendo l’assenza di una risposta dietro a una forchetta piena, o sul bordo di un bicchiere di vino.
    Nessuno considerava nessuno a quelle feste. I presenti erano interessati a parlare di loro stessi, più che degli altri, ostentando finto interesse per cortesia.
    Ogni argomentazione era una gara, una gara per il più intelligente, il più colto, il più interessante.
    Era sfiancante, tanta finzione, ma era sfiancante anche tanta felicità.
    Con Siv e Aleksandr, le feste erano molto intense, fatte di gioia e spensieratezza.
    Hope era così disabituata alla gioia e alla spensieratezza, che più volte si era trovava a rimpiangere la finzione delle festività passate con la madre.
    Si sentiva al sicuro, nella finzione, troppo esposta a dover provar gioia o a mostrare di non saperla provare.
Così quella mattina era uscita di casa, molto prima degli altri, senza dare il tempo a Siv di chiederle qualcosa, o di dirle di rientrare per tempo.
    Hope era uscita, con il giacchetto sulle spalle e una sciarpa avvolta attorno al collo.
    Aveva camminato e camminato, finché le strade non si erano fatte più deserte, finché le strade non avevano smesso di essere strade ed erano diventate percorsi.
    Gli edifici avevano lasciato il posto agli alberi e, finalmente, Hope si era sentita da sola e libera di respirare.
    Era da sola, e la nave caduta i giorni prima, attutiva qualsiasi altro rumore.
    Si sentiva l’ultima persona rimasta sulla terra in quel momento, ed era bellissimo.
    Aveva chiuso gli occhi e inspirato a pieni polmoni, si era anche concessa un sorriso che raramente si concedeva in compagnia delle persone.
    Aveva iniziato a camminare, i piedi che affondavano nella neve.
    Il freddo non la feriva minimamente, ma aveva comunque effetto sul suo organismo. Se non si copriva abbastanza, rischiava di prendersi un malanno, ed era difficile capire fino a che punto coprirsi, quando non si avvertiva il freddo.
    Con gli anni trascorsi a Besaid, ormai tre, aveva però trovato un equilibrio nella sua vita, nell’accettare la sua particolarità e quindi nel gestirla.
    Durante la sua camminata accarezzò la corteccia di alcuni alberi, e dove la sua mano aveva sfiorato la ruvida scorza, si andò a formare un sottile strato di ghiaccio.
    Continuò la sua camminata, finché, ad un certo punto, i suoi stivaletti si posarono su di un ramo.
    Il peso di Hope, seppure minimale, andò a spezzare il ramo secco e causò un sonoro crack nel silenzio del bosco, tradendola come nei peggiori film dell’orrore - anche se non c’era niente di terrificante, in quel momento.
    O almeno così la giovane pensava, poi i suoi occhi incontrarono la figura di un’altra persona, e d’improvviso, l’incanto di quella passeggiata si dissolse in un attimo.
    L’espressione sul suo volto tornò a farsi ermetica, ed il suo corpo si irrigidì improvvisamente.
    Non lo faceva di proposito, erano riflessi involontari, un perenne stare sull’attenti.
    « Non volevo spaventarti. » disse al ragazzo, osservandolo, la voce atona ma abbastanza alta da essere udita.
    Pensava di essere sola, in quel momento.
    Era uscita per starsene da sola, perché chiunque altro se ne sarebbe stato al caldo con le proprie famiglie.
    Voleva stare da sola, con i propri pensieri, combattendo contro ricordi che non poteva cancellare dalla sua mente.

    Edited by sandy - 10/1/2019, 18:17
     
    .
  3.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    “A quanto possiamo discernere, l'unico scopo dell'esistenza umana è di accendere una luce nell'oscurità del mero essere.”

    Group
    Member
    Posts
    8,871
    Reputation
    +134
    Location
    New Orleans

    Status
    Anonymes!
    Deryck non si aspettava di incontrare qualcuno in giro nei boschi, soprattutto con un freddo di questa portata. D’altronde i film horror iniziano in questo modo: un ragazzo che fa tranquillamente jogging, si ferma, sentendo qualcosa di sinistro, che lo fa gelare dalla paura. Fino a quando non è assalito da qualcosa, come un animale o persino una persona, che lo uccide all’istante. E poi viene pubblicata una sua foto in prima pagina, con tanto di frase classica come ‘Si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato’. Ma per fortuna questa è la realtà, anche se gli omicidi possono sempre accadere da un momento all’altro o quando meno te lo aspetti. «Tranquilla, so che non avevi intenzione di farlo.» rispose, rimanendo comunque nella sua posizione a osservare la giovane del bosco. A un tratto scorse la sua aurea colorata: un grigio piuttosto forte e intenso che circonda la figura della ragazza. «Se non sono indiscreto, posso chiederti come mai ti trovi nei boschi, da sola per giunta?» chiese, mentre avanza con passo lento verso di lei, come se cercasse di non spaventarla con il rumore dei passi che affonda nella neve. Ha sempre trovato il grigio come il più enigmatico e complesso da decifrare: se nel caso del bianco o nero sono piuttosto definibili come colori, il grigio è l’unione dei due colori e questo lo rende neutro. Certo, secondo i suoi innumerevoli studi sui colori, ha potuto scoprire come il grigio è associato a una persona monotona e triste che cerca di distaccarsi da situazioni che possano procurargli ansie e tensioni emotive. Ma c’è anche chi dice che il grigio possa essere associato anche a una persona serena, saggia e prudente, scegliendo un’esistenza sicura ed equilibrata e tende a controllare il suo equilibrio interiore. Proprio per questa serie di motivi questo colore è piuttosto difficile da definire, soprattutto nel caso delle persone che ai suoi occhi possono essere ancor più imprevedibili.
    Quello che Deryck può immaginare basandosi soltanto su quello che ha a sua disposizione, cioè il nulla cosmico, è che la ragazza misteriosa voleva starsene per conto proprio, lontana da tutte queste festività che non lasciano un momento di respiro a nessuno. Persino Deryck che, nonostante stia trascorrendo delle piacevoli vacanze natalizie, preferisce staccare momentaneamente la spina per godersi un po’ di pace e tranquillità. «Comunque mi chiamo Deryck. Tu come ti chiami?» domandò, mostrando un leggero sorriso sulle labbra. Fin da piccolo molti adulti gli hanno detto di non dare confidenza con gli sconosciuti, di non interagire con loro e soprattutto di non accettare niente da solo, soprattutto se sono delle caramelle. Ma Deryck è sempre stato un testardo e ribelle che è sempre andato contro queste regole, soprattutto da quando apprese la sua particolarità di poter leggere lo stato d’animo delle persone attraverso i colori e questo lo spinse a venire in contro le persone e di aiutarle al meglio delle sue possibilità. Poi negli anni ha potuto scoprire che la natura delle persone possa nascondere un secondo fine, facendo venire a galla la loro vera natura. Tuttavia non può comunque farne a meno, oltre al fatto che la ragazza ha un qualcosa che gli è vagamente familiare, tanto da sentirne attratto.
     
    .
  4.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    43,898
    Reputation
    +147
    Location
    SSV Normandy SR-1

    Status
    Anonymes!

    Hope Larsen
    « DO NOT GO GENTLE INTO THAT GOOD NIGHT, OLD AGE SHOULD BURN AND RAVE AT CLOSE OF DAY;
    RAGE, RAGE AGAINST THE DYING OF THE LIGHT. »

    e4AgkzQ
    Ad Hope quella situazione non piaceva, lo si poteva chiaramente leggere sul suo volto adombrato e cupo.
    Non si sentiva in pericolo, come invece una ragazza normale si sarebbe potuta sentire, in presenza di uno sconosciuto, in un posto isolato come quello.
    Era difficile spaventarla, molto difficile, e ci riuscivano davvero in pochi.
    Ciò che provava era invece un profondo senso di irrequietudine dovuto al fatto che, la sua solitaria passeggiata e quel tenue momento di quiete, si erano interrotti bruscamente e non per sua volontà, ma per una sfortunata coincidenza.
    Era uscita da casa perché aveva bisogno di stare da sola, di non sentirsi annegare in tutta quella gioia, l’aria festiva la soffocava. Aveva bisogno di ricaricare le batterie per continuare a stare assieme a suo padre, Siv e il suo fratellastro, altrimenti non sarebbe riuscita ad arrivare alla sera.
    Eppure, proprio quando i suoi nervi avevano iniziato a distendersi, ecco che veniva interrotta. Sembrava un brutto scherzo, un fastidioso episodio che la rese irrimediabilmente nervosa.
    Disse al ragazzo di fronte a lei che non voleva spaventarlo, ma fu più per istinto che lo disse, piuttosto che per cortesia.
    Non si sentiva di voler più essere cortese in quel momento, era scocciata.
    «Tranquilla, so che non avevi intenzione di farlo.»
    A quelle parole Hope non seppe proprio come replicare, restò a fissarlo accigliata, domandandosi cosa intendesse - se davvero intendeva qualcosa, anche se magari si trattava solo di una frase di circostanza.
    Comunque, Hope aveva intenzione di voltare le spalle a quel ragazzo e andarsene per i fatti suoi, cercando di riprendere qualcosa che ormai le era sfuggito, anche se fingeva di non rendersene conto.
    «Se non sono indiscreto, posso chiederti come mai ti trovi nei boschi, da sola per giunta?»
    « Sei indiscreto. » rispose Hope, con calma ma con fare inflessibile.
    Non avrebbe risposto alla sua domanda. Era solo ed esclusivamente affar suo, il perché si trovava nel bosco. Non lo avrebbe detto nemmeno a Siv il reale motivo di quella fuga, figuriamoci se lo diceva a uno sconosciuto.
    Non era mai aggressiva Hope, era diretta e chiara, poco piacevole alle volte. Un po’ glaciale, diceva Siv, anche se non lo diceva mai direttamente in relazione alla figliastra.
    Diceva che suo padre a tratti sembrava glaciale, poi commentava che si somigliavano molto e quindi Hope tirava le sue somme. Lo faceva in silenzio, perché se avesse fatto presente ad alta voce, quella cosa, Siv ci sarebbe rimasta male e avrebbe misurato ogni parola, per paura di dire la cosa sbagliata.
    Sapeva che Siv le voleva bene, che amava immensamente suo padre. Non voleva ferirli.
    « E poi, ci sei anche tu. » continuò Hope, come a rimarcare il fatto che non fosse poi così strano, trovarsi nel bosco in quel giorno, da soli.
    «Comunque mi chiamo Deryck. Tu come ti chiami?»
    Hope non rispose, affondò le mani nelle tasche della giacca e valutò l’ipotesi di presentarsi e ci pensò un po’ su.
    Non era brava a socializzare, perché semplicemente non voleva farlo. Anche in quel caso non voleva presentarsi e parlare amichevolmente con un tipo che non conosceva affatto, in mezzo al bosco.

    Edited by sandy - 10/1/2019, 18:18
     
    .
  5.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    “A quanto possiamo discernere, l'unico scopo dell'esistenza umana è di accendere una luce nell'oscurità del mero essere.”

    Group
    Member
    Posts
    8,871
    Reputation
    +134
    Location
    New Orleans

    Status
    Anonymes!
    La diffidenza del grigio, uno dei colori che Deryck preferisce al mondo proprio per via del suo significato. Il modo in cui la ragazza del bosco stia emanando a gran forza il suo colore, evidenziando in tutti i modi come quella situazione non è di suo gradimento, fa capire a Deryck che non è in vena di fare quattro chiacchiere. Se fosse stata un altro tipo di colore, avrebbe fatto qualche tentativo, in maniera passiva, ma quando si tratta del grigio, è un colore difficile da cambiare, soprattutto se è presente solo quel colore intorno a quella persona. Per quanto Zach sia apparentemente un grigio, possiede anche il colore marrone e questo lo rende la persona che tutti a Besaid conoscono. Non a caso la risposta della ragazza, calma e inflessibile, conferma ulteriormente come la ragazza voglia chiudere la conversazione al più presto e di tornarsene sui propri passi. «Non volevo darti questa impressione. È solo che nel vedere una ragazza nei boschi, tutta sola, mi ha fatto pensare che ti eri persa. Ma è evidente che mi sono sbagliato.» rispose, sollevando entrambe le mani come per ammettere le sue colpe. Già per via della sua particolarità sa essere piuttosto invadente nella vita delle persone, cosa che non può farne a meno e neppure spegnere il suo potere. Perfino con le sorelle, durante i primi tempi, non fu facile instaurare un rapporto per via del mio potere. Ogni volta che cercavano di nascondere dei segreti, oppure mentivano, in qualche modo lo sapevo o perlomeno capivo che qualcosa non quadrava. C’è voluto del tempo affinché le ragazze capissero che sul loro unico fratello potevano sempre contare e che lui ci sarebbe sempre stato per loro. Tuttavia, per qualche strana ragione, il suo potere non gli fece scoprire qualcosa di più su suo padre, come se riuscisse sempre a sfuggire al radar del figlio e a non far trapelare nulla.
    «Questo è vero. Certo se fossi al tuo posto e vedessi un vestito come me, penserei che stia girando uno spot pubblicitario invernale.» disse, cercando di essere ironico per via del suo abbigliamento. Tuttavia sapeva che non sarebbe bastata una battuta innocente a placare questo incessante gelo che si stava creando tra di loro. Ci volle persino il richiamo di un gufo a far intendere come quella conversazione era a un binario morto. Il freddo iniziò a farsi sentire nelle ossa di Deryck a forza di stare immobile come una statua, dopo che si era riscaldato su tutto il corpo.
    E il fatto che la ragazza non rispose alla sua ultima domanda, inerente al suo nome, diede conferma dei suoi sospetti. Dopotutto non era nella posizione di forzare a qualcuno di fare una cosa che non voleva, oltre al fatto di essersi spesso trovato in situazioni simili. «Ci si vede in giro. Auguri di buone feste.» concluse, salutando la ragazza con la mano e riprese a correre. Si voltò un ultima volta verso di lei, prima di imboccare il sentiero. In quell’intervallo di tempo sembrava in procinto di dirle qualcosa: di come alcuni incontri nati per caso possono presentare pieni di sorprese, specie nel periodo del Natale. Ma qualcosa lo spinse a non farlo, proprio come se il gatto gli avesse morso la lingua o, semplicemente, immaginò che la sua risposta non sarebbe stata diversa da quelle che aveva dato in quella loro breve conversazione.

    Per tutto il tragitto che stava percorrendo Deryck, ebbe un’illuminazione in merito alla ragazza: nonostante la presenza del grigio, c’era qualcosa di vagamente familiare in lei. Ma uno sparo in lontananza lo fece distrarre dai suoi pensieri, puntando lo sguardo verso il punto in cui sentì il rumore che si diffuse in tutto il bosco. Tuttavia, tornando a guardare in avanti, si accorse in ritardo di uno scoiattolo. Cercò di spostare il piede da un’altra parte per salvare l’animale, però perse l’equilibrio e cadde a terra. È una fortuna che finì sul morbido della neve, bagnandosi giusto un po’ sulla schiena e sul braccio destro. Deryck provò a rialzarsi, ma un lancinante dolore provenire dal ginocchio destro lo fece tornare con il sedere per terra. Alzò la parte destra della tuta per far scoprire tutta la sua gamba: si procurò una ferita al ginocchio a causa della caduta, dovuto all’impatto contro il terreno. Deryck si spostò andando a poggiarsi di schiena contro un albero, cercando di non sforzare in alcun modo la gamba. In seguito guardò la ferita procuratasi: non era un medico, ma conosce molte delle espressioni mediche attraverso la serie televisiva ER. Sicuramente Marina gliene dirà quattro di non essersi portato un piccolo kit d’emergenza, perché gli basterebbe disinfettare la ferita e fasciarla. Tra l'altro il temporale che Marina aveva predetto si stava per abbattere tra non molto, a giudicare dal rumore dei tuoni su in cielo. Senza contare della presunta presenza di un uomo armato nei boschi, probabilmente di un cacciatore, anche se non è stagione di caccia.
     
    .
4 replies since 26/12/2018, 15:51   120 views
  Share  
.
Top
Top