Summer has come and passed, the innocent can never last

Liv ft. Zachary

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    Liv Frida Berg | '90 | anthemis & b-side | sheet

    Sdraiata sul letto osservava incurante il soffitto chiaro della sua stanza. Un raggio flebile del sole che stava ormai per abbandonare la nostra terra, per lasciare spazio alla sua amata luna, regalava una luce aranciata a ciò che incontrava. Erano affascinanti per Liv, l’alba ed il tramonto, due eventi della natura per lei totalmente powerfull, che molte volte aveva deciso di godere con i suoi stessi occhi. Non era raro che, nelle notti in cui riusciva molto poco a dormire, Liv si alzasse alle cinque del mattino, per poter godere dell’alba durante una sessione di yoga sulla spiaggia. Prendeva il suo tappetino, un asciugamano e si dirigeva con Fjord e Miele e verso la spiaggia, consapevole che anche loro amavano quel momento, scorrazzare liberi e felici senza persone intorno, graziati della brezzolina mattutina. Non che avesse problemi con i suoi animali Liv anzi, erano fin troppo docili, ma entrambi erano due razze imponenti che potevano incutere timore: Fjord era una frisone nero che aveva salvato dall’abbattimento, dopo che il cavallo aveva subito un infortunio che l’avevano reso inutili alle gare che i precedenti padroni gli facevano fare. Miele, era un Dobermann usato per le lotte clandestine e salvato da una delle tante associazioni animaliste che fortunatamente prendevano sempre più piede nel campo. Con lui, non era stato facile all’inizio: era un cane aggressivo, spaventato ed ingestibile ma, con il passare del tempo si era rivelato un animale estremamente intelligente e molto più flessibile di quanto dava ad apparire. Liv era riuscita a trasmettergli amore e regole (grazie anche a dei corsi comportamentali che il cane ha seguito per quasi un anno intero), trasformandolo nel cucciolone che era oggi. La fortuna più grande, è che è ancora un cucciolone e abbiamo abbastanza presa sulla sua personalità le aveva detto l’addestratore, quando l’aveva visto nelle prime lezioni. Con il musino appoggiato sul letto, era divenuto ormai l’ombra di Liv, che cercava comunque di evitare con lui i posti troppo affollati.
    Immobile, come poche volte nella sua vita era stata, si poteva percepire soltanto il movimento del suo torace, che si alzava ed abbassava ad ogni singolo respiro. L’estate si stava allontanando ed il fresco stava tornando ad abbracciare le loro giornate, donando sollievo a chi come Liv‍, amava praticare molti sport e raramente riusciva a stare al chiuso. Non che li in Norvegia si patisse il caldo, ma chi era abituato a vivere in quel clima, percepiva comunque il cambiamento delle stagioni.

    Din-din-din la sveglia che Liv aveva pre-impostato sul cellulare, prese a suonare avvertendola che era arrivato il momento di prepararsi. Sia lei che Miele, fecero un piccolo salto, risvegliati da quel rumore fastidioso e si misero prontamente in piedi. Miele osservava la sua padrona alla ricerca delle coccole che non tardarono ad arrivare, mentre Liv si mise a parlottare con lui, come era solita fare. Allora, cosa ci mettiamo per andare a fare questa passeggiata? chiese, aprendo le ante del suo armadio, iniziando ad osservarne l’interno mentre il dobermann, copiava nei gesti la sua padrona.
    Aveva invitato Zachary a fare una passeggiata qualche giorno prima, quando l’aveva visto particolarmente stressato in palestra. Non era un tipo che parlava molto, ma frequentando spesso la palestra, avevano iniziato a stringere un rapporto amichevole, parlottando di tanto in tanto ed allenandosi insieme. Così, quel giorno che l’aveva visto particolarmente nervoso e assorto nei suoi pensieri, chiedendogli cosa ci fosse che non andava aveva capito che era un periodaccio a lavoro. Non aveva ancora capito benissimo di cosa Zach si occupasse, sapeva che aveva vinto un dottorato in qualche materia scientifica, decise quindi di proporgli una metà capace di liberare cuore e mente. Sabato andrò a fare una passeggiata in un posto dove vado sempre, quando sono nervosa.. riesce sempre a distendermi! Se ti va, potresti accompagnarmi gli aveva detto, certa che il ragazzo avrebbe declinato l’invito ed invece, stranamente aveva accettato di andare con lei. Si erano mandati qualche messaggio per fissare posto e luogo e Zach, si era proposto di passare a prenderla a casa, mentre Liv si premurò di suggerirgli scarpe comode per camminare e di portare una giacca a vento.
    Prese al volo un paio di pantaloni da training stretti, indossò una maglietta a mezze maniche comoda ed un maglione a costine rosa (uno & due), per poi scendere in cucina dove iniziò a riempire lo zaino con un asciugamano in micofibra, un termos pieno di tè della nonna Amarantha e un pò degli avanzi che aveva recuperato sempre dall'Anthemis, prontamente messi in un contenitore. Inserì l'acqua nell'apposita taschina esterna dello zaino ed infine, si preurò di mettere la sua giacca a vento all'interno del poco spazio che era rimasto. Ecco qua, noi siamo pronti! annunciò rivolta a Miele, prendendo una carota dal frigo e sgranocchiandola. Il telefono squillò, mostrando l'anteprima del messaggio sullo schermo appena illuminato sono fuori casa tua. Zach era arrivato arrivo! digitò in tutta risposta, correndo verso il bagno per andare a fare la pipì prima di raggiungere il ragazzo. Ciao Zach! Come stai? Pronto? domandò, avvicinandosi all'amico e salutandolo - spontaneamente - con un bacio sulla guancia Lui è Miele... spero non ti facciano paura i cani, è un pasticcino un pò timido e diffidente, ma appena prendere confidenza è la cosa più dolce sulla faccia della terra! ammise, presentando il cane che sarebbe stato il loro aiuto e la loro guida per la giornata.

    Edited by charmolypi - 8/9/2019, 12:21
     
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    Zachary Price

    Dire che a lavoro era un periodaccio forse era la cosa più eufemistica della Terra.
    Non soltanto non gli stava venendo nessun esperimento - nemmeno il più banale - ma era così stressato che stava perdendo addirittura la voglia di impegnarsi in ciò che amava fare. Per l'ennesima volta aveva fatto la sciocchezza di riavvicinarsi alla persona sbagliata, passando con lei più tempo di quanto aveva immaginato, e per l'ennesima volta si erano presi come tanti anni prima, trascinati in una relazione tossica dalla quale diventava sempre più difficile uscire. C'erano riusciti però in quei giorni, e nel peggiore dei modi: Grete era scomparsa, via, caput, nessuno sapeva più niente di lei. Aveva mollato casa, lavoro e amici nell'arco di poche ore, chissà per quale motivo.
    Nemmeno l'aveva avvisato, come poi lui si aspettava avrebbe fatto conoscendola. La sensazione che aveva provato era stata... particolare. Si era sentito abbandonato, ma non da lei, quanto dall'idea che qualcuno che ormai sapeva qualcosa di lui, qualcosa di intimo, l'avesse lasciato volontariamente da solo. Era un comportamento ed un pensiero piuttosto egoistico, ma fu più forte di lui.
    La palestra aiutava parecchio quando le frustrazioni raggiungevano picchi così elevati: finiva col passare la maggior parte del suo tempo lì dentro, fra quelle quattro mura, destreggiandosi fra un allenamento di boxe e degli esercizi alla leg press. La gente, per fortuna, era piuttosto socievole, ma non quel socievole molesto che fa venir solo voglia di mettersi le cuffiette e rinchiudersi nel proprio silenzio, un socievole piacevole. Era finito spesso con lo scambiare quattro chiacchiere con Liv, una ragazza che lavorava lì ed era istruttrice di diversi corsi: Zach non seguiva il corso di pilates o di yoga, ma era facile beccarsi lì dentro ed alternarsi quando un attrezzo serviva ad entrambi.
    Avevano scoperto, sempre fra chiacchiere superficiali, di avere molte passioni in comune: lo sport, ovviamente, i viaggi e persino una moto, per quanto il modello fosse diverso rispetto alla sua, e sempre fra una chiacchiera e l'altra Liv aveva notato il suo malumore. Ce l'aveva scritto in faccia, era piuttosto difficile non leggere attraverso quelle iridi chiare quanto effettivamente fosse stressato.
    Sabato andrò a fare una passeggiata in un posto dove vado sempre, quando sono nervosa.. riesce sempre a distendermi! Se ti va, potresti accompagnarmi. Glielo propose d'un tratto, con cortesia, tanto che Zach accettò senza fare storie: Magari ci mettiamo d'accordo nei prossimi giorni per l'orario. rispose, riprendendo l'allenamento e rimandando quella conversazione. Si seguivano su Instagram - e talvolta si commentavano anche le foto - ma non si erano mai scambiati i numeri: prima di andar via lo fecero e, come preventivato, organizzarono anche la giornata.

    Gli aveva detto di indossare scarpe comode per quella scampagnata e di portare una giacca, per cui aveva fatto come suggerito, finendo con lo stare con il maglione a costine che aveva (here) e con la giacca tra le mani: non c'era ancora tanto vento, si stava bene.
    Liv non viveva distante da casa sua per cui ci andò a piedi e, una volta lì, le scrisse, appoggiandosi al muro ed approfittando di quei pochi minuti per fumare una sigaretta: di solito le donne ci mettevano sempre un po' ad uscire di casa, per cui pensò che anche lei non fosse da meno, generalizzando alla grande, ma indovinando contro ogni prospettiva. Vedendo la ragazza arrivare spense la sigaretta contro il muro e la gettò nel cestino poco distante.
    Ehi. la salutò, poggiandole una mano in vita e ricambiando il suo bacio, prima di farla scivolare lungo il suo fianco. Beh, sì. Per come parlavi del posto mi hai fatto venire una certa curiosità. le confessò, sporgendosi lievemente verso di lei e verso il dobermann che teneva al guinzaglio. Miele? Un nome strano per una razza di cani che notoriamente non è per niente dolce. Eppure l'aveva definito timido e diffidente. Gli porse la mano per farsi annusare - qualcuno gli aveva detto che bisognava fare così con i cani - ed attese un momento per la sua reazione, sperando non gliela mozzasse.
    Sollevò lo sguardo verso Liv e vide che, sulle sue spalle, aveva un bello zaino che sembrava pieno: Non ho portato nulla da mangiare però. Credevo dovessimo solo passeggiare. Stupidamente, non aveva davvero pensato che anche solo uno stuzzichino avrebbe potuto far comodo.
    Dai, da' qua, almeno mi faccio perdonare. le disse, porgendole la mano affinché le passasse la borsa. Questo poteva anche farlo, soprattutto visto che non aveva avuto la decenza di prendere almeno, che so, una bottiglia d'acqua! Davvero non c'aveva pensato, preso com'era stato da mille cose.
    Era piuttosto di buon umore però, l'idea di staccare - sebbene per poche ore - dal caos in cui la sua vita si era trasformata lo faceva star bene.
    Dov'è che andiamo allora? le domandò, visibilmente incuriosito, mentre s'incamminavano verso la fantomatica meta di cui gli aveva parlato la ragazza.

    Edited by Nana . - 25/9/2019, 16:34
     
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    Le piaceva vedere come gli estranei si ponevano con gli animali, il tatto con cui questi instauravano il primo confronto. Era fondamentale, nel creare un rapporto con l’animale che si aveva di fronte. Miele per esempio, così come la maggior parte degli animali, aveva necessità di studiare la persona, la quale avrebbe dovuto evitare un qualsiasi movimento brusco che avrebbe fatto sentire il cane minacciato. Con il passato turbolento del dobermann, ancora di più aveva bisogno di trovare davanti a sè una persona sicura, ma mai aggressiva, cosa non facile dato l’aspetto dell’animale (e la fama) che spesso incuteva terrore. Per questo Liv usava sempre presentare Miele, prima di lasciare un altra persona avvicinarsi a lui ed ancora di più, faceva sentire forte la sua presenza, in quanto unica sicurezza e ancora di salvezza per il cane, che diventava altrimenti aggressivo.
    Mentre Taylor si chinava a far sentire il suo odore al cane, Liv teneva la sua mano appoggiata sulla schiena asciutta di questo, sentendone il movimento per avvicinarsi ad annusare meglio le scarpe ed i vestiti del nuovo conosciuto. Rimase qualche istante interdetto sulle ginocchia, che annusò con più attenzione, prima di ritirarsi indietro e cercare con i suoi occhi nocciola, quelli della padrona che sorrise, annuendo e dandogli una leggera grattata sulla testa diciamo che potresti stargli simpatico.. gli ci vuole solo un po’ a fidarsi.. vedrai che neanche a metà cammino sarete diventati grandi amici! ammise Liv, consapevole che altrimenti Miele avrebbe ringhiato o si sarebbe ritirato dietro le sue gambe, cercando rifugio. Già, non mi andava di dargli nomi con Thor, Ares, o tanti nomi dalle grandi aspettative, imponenti.. già la sua razza non è facile, se gli davo anche un nome imponente incuteva ancor più timore! sorrise e poi fidati, è veramente stucchevole avvolte, da quanto è dolce e premuroso! ammise ancora, abbassando la testa verso l’animale che si era adesso seduto, vicino alle gambe della padrona e che, continuava attento ad osservare Zachary. È ufficiale, sei il suo nuovo intrattenimento! Ti osserverà fino a quando non gli andrai del tutto a genio.. ti consiglio di non fare mosse avventate, altrimenti perderai punti e passerai nel gruppo dei nemici! scherzò ancora, divertita nel intimorire un pò quel ragazzone che sicuramente, avrebbe intuito lo scherzo. Liv non era così ingenua da portare in giro un animale pericoloso, ancora di più se sapeva di uscire in compagnia e quel lato attento della ragazza, Zach lo aveva potuto constatare in palestra.
    Non ho portato nulla da mangiare però. Credevo dovessimo solo passeggiare. Ringraziò l’amico per quell’affermazione Liv. Zach non poteva neanche lontanamente sapere quanto sua nonna la rimpinzasse con tutti gli avanzi dell’Anthemis, ogni volta che finiva il turno. Promuoveva il cibo fresco da sempre e quindi, qualsiasi avanzo era bandito dalla vendita dell’indomani. Aveva per questo adottato la nuova iniziativa delle box serali, dove vendeva il cibo restante a prezzo stracciato, oltre a tenerlo per sè stessa e per le ragazze (Liv compresa) che lavoravano li. Quando i periodi erano di magra, e quindi gli avanzi risultavano maggiori del solito, Amarantha preparava delle porzioni da dare ai poveri che, nella maggior parte dei casi si trovavano nel parco cittadino. Non devi assolutamente preoccuparti di questo! Mia nonna mi dà sempre una quantità di roba allucinante.. ammetto che là box di oggi è un po’ monotematica, ma ci aspetta: torta di zucca, dolce e salata! recitò, consapevole che il mese di Halloween era caratterizzato per lo più da zucche e castagne. Non sapeva Liv, se Zach conosceva quella sua seconda occupazione e tantomeno che fosse di sua nonna o, ancor più, se Zachary fosse mai stato all’Anthemis, ma in quel momento, non le venne in mente di promuovere quel locale e la cucina di sua nonna che era, 100% biologica e stagionale. Credimi che mi farai soltanto un favore, ad aiutarmi a mangiare tutta quella roba, che io ormai ne ho piene bocca, occhi e orecchie! scherzò ancora, considerando che poi Liv era uno scricciolo e quindi, era si di bocca buona, ma era anche facile da riempire. Da quando poi era diventata vegetariana, aveva perso un po’ della voracità che aveva prima verso il cibo, limitando la gola che provava verso le pietanze. Mi spiace soltanto che non puoi assaggiare la torta speck e patate che era avanzata.. Amarantha ormai ha capito che sono vegetariana e quindi si limita sempre! confessò sorridente, lasciando quella informazione personale di sè, percorrere l’aria. Non sapeva se Zach fosse una di quelle persone ”contro chi”, ma di primo acchito gli era sembrato più un personaggio dalla filosofia del ”io ti rispetto, se tu mi rispetti”, si era sentita così libera di lasciarsi andare a quella informazione che non poche volte, le aveva causato discussioni accese. D’altronde, non si finiva mai di conoscere le persone e Liv lo aveva sperimentato bene sulla sua stessa pelle e nonostante Zachary le sembrasse un tipo a posto, non avrebbe mai potuto mettere la mano sul fuoco su quelle sensazioni che provava nei suoi confronti. Lo faceva difficilmente con Runa, nonostante fosse l’altra metà della sua mela, figuriamoci con un quasi sconosciuto che, forse per la prima volta, avrebbe potuto avvicinare un po’ di più proprio in quel giorno.
    Comunque ti ringrazio, sei un gentiluomo! disse lui, porgendo lo zaino che seppur leggermente pieno, era abituata a portare (e anche ben più peso), decidendo però di assecondarlo, per non ferire la sua proposta gentile. Bè, seguimi e vedrai sorrise lei, iniziando a camminare su quella strada che per una buona ventina di minuti sarebbe stata asfaltata, per poi trasformarsi in sterrata nei meandri del bosco. Era lì che l’avrebbe portato, su quella collinetta fitta di alberi, dove era solita andare con i suoi animali e delle volte con il suo amico guardiacaccia, che amava la natura tanto quanto lei. Le piaceva quel posto perché nonostante non fosse vera montagna, ti portava in alto, fuori dalla normale vista di Besaid, fuori dalla città è dal caos che questa provocava, dove l’aria era pulita e frizzante. Le piaceva perché non era raro incontrare animali del bosco, come cerbiatti, scoiattoli, volpi etc e salendo nella parte più ripida, dove c’era un po’ da arrampicarsi per le rocce, si apriva una zona ancora più sconosciuta e dove una piccola pozza era un laghetto minuscolo d’acqua di sorgente, permetteva ai viandanti di rinfrescarsi, abbeverarsi e perché no, fare un bagno se si era temerari dato che l’acqua era spesso sotto lo zero, criosauna scansate!.
    Una volta arrivata all’inizio del bosco, Liv si voltò verso l’amico benvenuto nel luogo che amo di più di Besaid! ammise. Oh si, delle volte poteva rivelarsi tanto sociopatica, quanto al contempo socievole. Aguzza gli occhi, è stagione buona per i funghi e se ne troviamo un po’ e ti piacciono, potrei cucinarti anche qualcosa! avvisò eccitata. Le piacevano i funghi e le piaceva andare a fare funghi tanto che, si era fatta spiegare da Adam l’entità di questi ed aveva superato grazie a lui, l’esame che ti permetteva di avere il patentino per andare a raccoglierli. Sorrise, pensando a quando il poverino si era offerto volontario per interrogarla il giorno prima dell’esame e lei, per dargli noia, sbagliava metà dei funghi che lui le indicava, ammettendo solo più tardi che li aveva riconosciuti tutti, tranne uno.
     
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    Diciamo che potresti stargli simpatico.. gli ci vuole solo un po’ a fidarsi.. vedrai che neanche a metà cammino sarete diventati grandi amici! Zach chinò lo sguardo verso Miele che lo stava annusando, senza timore. Gli piacevano i cani, anche se non aveva mai pensato di prenderne uno: stava troppo poco tempo a casa per potersene occupare a dovere e non gli era mai piaciuto fare le cose a metà. Piuttosto, si dilettava con i cani degli altri, cercando di comportarsi con loro nel migliore dei modi: non era tipo da vocine e nomignoli, manteneva sempre un certo contegno e li trattava come forse avrebbe trattato un bambino. Erano intelligenti, non c'era mica bisogno di parlargli come a dei ritardati. Già, non mi andava di dargli nomi con Thor, Ares, o tanti nomi dalle grandi aspettative, imponenti.. «Ed anche abbastanza commerciali.» aggiunse, dandole completamente ragione. Trovava molto più originale "Miele", per quanto forse bizzarro, come le aveva anche detto. Fu lieto di sentire che, con quel suo comportamento, si era per metà guadagnato la fiducia del dobermann, accennò di fatto un lieve sorriso: «Non sia mai, farò del mio meglio per farmi accettare nella sua vita e per farmi amare.» mormorò capendo lo scherzo, sollevando la mano lentamente dato che oramai non era più necessario tenerla così in basso.
    Tutto sommato, sebbene ancora non sapesse dove fossero diretti, era contento d'essere uscito di casa. Gli faceva bene un po' di distrazione ed ancora meglio gli faceva stare all'aria aperta, tantopiù se in buona compagnia: non conosceva bene Liv, aveva avuto modo di condividere con lei solo lo spazio in palestra, ma gli era sempre sembrata una ragazza a posto. Vedendola così minuta, inizialmente, non aveva nemmeno pensato fosse tra i soci della palestra, ma si era ricreduto immediatamente: un pensiero stupido e piuttosto maschilista, si era detto, non da lui. Per il resto, oltre a qualche chiacchiera superficiale sui loro rispettivi lavori e qualche scherzo, non si erano detti poi molto: fu un bene in effetti che lavorasse all'Anthemis perché, scioccamente, Zach non aveva minimamente pensato al cibo. «Macché monotematica. Mi son sempre piaciute le torte che preparate lì, spesso compro anche qualcosa da scaldare per la sera visto che, tornando spesso tardi, la voglia di cucinare qualcosa di laborioso non c'è.» E piuttosto che mettere su dei sofficini o dei bastoncini di merluzzo preferiva mangiare qualche rustico preparato dalla nonna di Liv e dal suo staff. Nel pronunciare quelle parole, tuttavia, si rese conto che Liv non gli aveva mai parlato di quel lavoro: «Non prendermi per uno stalker, ma ho visto che lavori lì dal tuo instagram.» spiegò, sollevando appena le spalle. Quel social gli piaceva, soprattutto da quando l'avevano implementato con la funzione delle stories: poteva farsi davvero gli affari di tutti, rimanendo nel suo totale anonimato. Era ovvio, lui di storie non ne faceva quasi, preferiva qualche sporadico post, generalmente, anche piuttosto autocelebrativo.
    Mi spiace soltanto che non puoi assaggiare la torta speck e patate che era avanzata.. Amarantha ormai ha capito che sono vegetariana e quindi si limita sempre! Zach sollevò una mano a far cenno di no: «Tranquilla. La mia storica ex era vegetariana: ne ho provate di ogni e ho rivalutato completamente quella cucina ed anche quella vegana, almeno come sapori.» Per quanto concerneva i valori nutrizionali era ancora convinto che le carenze di B12 la rendessero una dieta non perfettamente bilanciata e da tener sottocontrollo, soprattutto nei soggetti in crescita o in quelli con carenze, ma a livello di gusto aveva assaggiato così tante ricette da reputarle quasi - quasi però - superiori a quella onnivora, che tuttavia era decisamente più variegata. «Come mai questa scelta? Etica?» domandò, senza alcun alone giudicatore, per semplice curiosità. Era sempre interessato a vedere come le persone facessero scelte del genere, se le facessero rinunciando a qualcosa, se avessero un'etica così forte da superare la golosità, se semplicemente magari non avevano grande amore per carne e pesce, se lo facevano per l'ambiente o se lo facevano per moda. Era piuttosto certo che quest'ultima ipotesi non toccasse Liv: dovendo scommetterci, avrebbe puntato all'etica, come poi le aveva anche chiesto in prima battuta. Zach era un'ottimo osservatore, notava spesso dettagli inutili nel prossimo, ma in lei era talmente palese l'amore per gli animali che ci avrebbe messo tranquillamente la mano sul fuoco che fosse proprio stata spinta da quell'amore per quella scelta.
    Zaino in spalla - e complimento ricevuto, sempre gradito -, insieme si incamminarono su una strada asfaltata, parlando del più e del meno, che si trasformò in una immersa all'interno del bosco dopo un po' di tempo: era piacevole, non l'avrebbe mai detto. Era solito preferire i luoghi meno umidi, più aridi, come quelli in cui era cresciuto da bambino, ma doveva ammettere che avevano un loro perché anche quelli. Arrivati a destinazione Liv esordì definendo quel piccolo laghetto circondato da alberi e flora come il luogo che amava più di Besaid, facendolo sorridere: gli ricordava una bambina per quanto era entusiasta. «Direi che è degno di un post su Instagram.» fece, tirando fuori dalla tasca il cellulare e scattando una foto, in cui anche Liv, di spalle, era presente. «Un animaletto nel suo habitat naturale.» le disse, chiaramente scherzando, porgendole il cellulare e facendole vedere lo scatto. Aguzza gli occhi, è stagione buona per i funghi e se ne troviamo un po’ e ti piacciono, potrei cucinarti anche qualcosa! Probabilmente era l'incentivo più grande che poteva darle: Zach si reputava una buona forchetta. «Non so praticamente niente però, quindi potrei facilmente avvelenarci.» l'avvisò, dando tuttavia per scontato che lei ne sapesse più di lui. Poggiò lo zaino su un ammasso di foglie secche e, insieme a Liv, cominciarono a girare qua e là per cercare dei funghi: «Mi gioco la testa che questi sono velenosi.» le disse, indicandone un gruppetto che, dall'aspetto, nella sua testa, sembravano mortali, ma che un occhio più attento avrebbe identificato come perfettamente commestibili. «Ma in effetti non ci capisco un cazzo di funghi.» mormorò, resosi conto che Liv, ne aveva presi un paio perfettamente identici a quelli. Non si finisce mai d'imparare. pensò.
     
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    Aveva sempre amato stare all’aria aperta Liv, fin da quando era una bambina. Aveva un animo puro, qualcosa che la avvicinava molto di più al regno animale che a quello umano. Le piaceva giocare nel giardinetto di casa sua, parlando con gli uccellini, le api e le lucertole che lo popolavano, abbandonando quel fratello che era decisamente più un topo da biblioteca rispetto a lei. Erano gli opposti: Liv amava correre, giocare, respirare l’aria fresca del mattino mentre Eirik era uno studioso, gli piaceva la conoscenza ed amava la storia. Nonostante la loro differenza, i due fratelli amavano passare il loro tempo insieme, d’altro canto il bambino era l’unico motivo per il quale Liv non avesse mai avuto dei seri problemi a scuola: adorava ascoltarlo parlare, raccontargli storie più o meno veritiere che alla sorella, rimanevano ben chiare in testa. Eirik era per lei un po' come i riassunti scolastici per ogni altro studente, era il suo schema, il suo professore personale di ripetizione. E mentre lui le donava quel lato più tecnico della vita, lei gli faceva scoprire quello più pratico, coinvolgendolo in giochi assurdi, che spesso lui stesso faticava a concepire e che, accettava di fare solo per renderla felice. Come quella volta che Liv si era impuntata che voleva creare una capanna sull’unico albero che avevano piantato in quel piccolo giardino. Sembrava a tutti gli effetti impossibile poterla costruire, era troppo piccolo e fragile per sostenere una capanna eppure, alla fine, Liv si era creata la sua casa sull’albero sulla quale montava di vedetta, insieme a quel fratello che si portava spesso dietro un libro da leggere. Mentre lei osservava gli animali o i passanti, lui leggeva ad alta voce per entrambi. Fortunatamente, Rik non era un topo da biblioteca di quelli stolti e tonti anzi, era un tipo piuttosto interessante con varie passioni e questo, lo rendeva più affascinante, soprattutto dopo la maturità maschile che da piccolo anatroccolo quale era, l’aveva trasformato in un cigno. Senza scordarsi che poi Liv, se lo trascinava sempre dietro in palestra, aiutandolo a sviluppare quel corpo che oggi, poteva far girare la testa a quelle ragazze che la giovane donna, scrutava da lontano per capire se le andassero a genio o meno.
    Non prendermi per uno stalker, ma ho visto che lavori lì dal tuo instagram. le faceva piacere scoprire che Zach passasse da loro per prendere il mangiare, era contenta quando scopriva di avere dei clienti potrebbe farmi anche piacere, scoprire che sei un mio stalker! lo prese in giro lei, provocandolo un po’. Era fatta così Liv, ma le sue provocazioni non erano pesanti bensì leggera come lo era effettivamente lei. In generale, le piaceva piacere e ricevere complimenti, era sensibile al fascino maschile e non si vergognava ad ammetterlo. Sapeva bene che Zachary era un gentiluomo e che il suo commento era semplicemente legato a non sembrare un folle, che non c’erano doppi fini nella sua affermazione.
    Non trovi meraviglioso il rumore della natura? chiese Liv, quando nel bel mezzo di un piccolo sprazzo allargò le braccia inspirando l’aria pulita che poteva respirare in quel posto. Si poteva sentire solamente i loro passi, scricchiolare nel verde del bosco quando urtavano l’erba o piccoli rametti, gli uccellini cinguettare ed una civetta, che di tanto in tanto emetteva qualche verso. la trovò una delle cose più rilassanti del mondo.. quando sono nervosa, molto nervosa, è uno di quei pochi rumori che riescono a tranquillizzarmi aveva raccontato, riprendendo a camminare per arrivare in quel punto più inoltrato che tanto amava. Quando era piccola, ero già iperattiva e l’unico modo per rendermi più serena, era mandarmi fuori in giardino o portarmi al parco dove piano piano, riuscivo a scaricare le mie energie e tranquillizzarmi confessò, consapevole che quel suo rapporto con la natura nasceva fin dall’inizio della sua vita, quasi come a far realmente parte di lei. È una scelta etica, purtroppo c’è troppo sfruttamento in questo mondo degli animali e dei loro derivati. Non è più come un tempo, che si prendeva il latte quando le mucche erano naturalmente capaci di darlo e si mangiava la carne, raramente e per salute umana.. ormai tutto deve essere a portata di mano, più per capriccio che per necessità è molto spesso si finisce per buttare via metà delle cose che vengono comprate spiegò lei, consapevole che il discorso era in realtà molto più complicato di così. Sai, uno dei miei più cari amici ha tre galline che tiene con cura come fossero animali domestici e mangia le loro uova, quando queste lo covano, ed è diverso dagli allevamenti intensivi che ci sono in giro.. inoltre non capisco perché un maiale, o una mucca debbano essere diverse da un cane o da un gatto! ammise lei, alzando appena le spalle. Non era discorsi che amava troppo intraprendere perché troppo spesso si trovava coinvolta in conversazioni inutili, dove accusavano le scelte di chi, come lei decideva di limitare il consumo di cibo o derivati alimentari. Sai cosa non mi piace?! Quando gli altri devono sempre giudicare le scelte altrui.. io non obbligo nessuno a seguire la mia dieta e tanto meno giudico le scelte altrui.. allora perché devono sempre criticare questa scelta? Non la penso così solo per il fattore alimentare, lo pensò anche per la sessualità e per le scelte di vita che ognuno compie ogni giorno.. penso che ognuno debba essere libero di scegliere, se ovviamente non fà niente di male confidò ancora, proseguendo in quella camminata di un'oretta che gli avrebbe portati al laghetto per l’ora di pranzo. Miele, camminava davanti a loro annusando tutto quello che si trovava difronte, come ad essere completamente impazzito. Gli piaceva camminare nella natura, proprio come alla padrona e ogni tanto, dava da torcere a qualche povero uccellino o a qualche lucertola Miele lasciali stare bacchettava amorevolmente lei ogni tanto, dando delle leggere pacche sul sedere al cagnolone che tirava fuori la lingua soddisfatto. Più passava il tempo con Zach, più ci prendeva confidenza, smettendo di allontanarsi da lui ed avvicinandosi di tanto in tanto. Stiamo iniziando a fare amicizia, vedo commento, osservando che il cane si era avvicinato nuovamente a lui, annusandone la scia ed osservandone i movimenti. Non preoccuparti, li so riconoscere io e poi magari li porto ad Adam - il guardaboschi - a controllarli prima di cucinarli effettivamente ammise lei. Solitamente i più brutti sono i più commestibili affermò infine, prima di abbassarsi a prenderne un paio e facendoli poi vedere al ragazzo. Hei, passa pure lo zaino! disse Liv, tirandone poi fuori una coperta a scacchi colorata, che stese a terra Ecco fatto, metto fuori anche la torta salata così se c’è un po’ di solicino, la scalda un po’! l’estate stava ormai finendo e come il sole smetteva di essere in cielo, cadeva subito un fresco gelido, ma il giorno si stava ancora bene. Raccolsero un pò di funghi, che Liv selezionò e poi raccolse in un sacchetto prontamente Che ne dici se ci facciamo un bagnetto? Vediamo se sei abbastanza coraggioso lo sfidò divertita lei, liberando Miele dal guinzaglio ed iniziando poi, a togliersi i vestiti per rimanere in lingerie nera. Andiamo, fifoni! la provocò lei, buttandosi in acqua, seguita subito poi dal dobermann che prese a nuotare intorno a lei.
     
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