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Maggie x Runa

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    Erano passate diverse settimane da quando lei e qualche altri genitore erano passati alla Stazione dei Vigili del Fuoco, prima che Margareth si decidesse ad usare il fogliettino con il numero di telefono che Runa le aveva lasciato. Ci aveva riflettuto con calma, tanta, forse troppa, preoccupata dall’idea che iniziare a frequentare qualcuno avrebbe potuto portarla ad allontanarsi un po’ da sua figlia. Erano anni ormai che Lilian era il centro del suo mondo. Era a lei che pensava prima di prendere qualunque tipo di decisione, anche quelle più sciocche come andare a prendere un caffè con qualcuno. L’incolumità di sua figlia e la sua felicità avevano la priorità su qualunque cosa e lei sapeva che, se la bambina avesse avuto un malore improvviso, o l’avesse chiamata per qualunque tipo di problema, lei non ci avrebbe pensato un istante prima di correre via, ovunque lei fosse, lasciandosi alle spalle qualunque cosa stesse facendo sino a quel momento. Perché essere una madre era un impegno costante, non era qualcosa su cui potevi premere il tasto pausa quando ti sentivi stanca o avevi bisogno di respirare. E più il tempo passava, più il suo legame con Lily si faceva stretto, meno riusciva a comprendere la scelta che aveva fatto sua madre, quando le aveva lasciate indietro, quando aveva scelto egoisticamente di mettere se stessa al primo posto, lasciando due bambine da sole, senza più alcuna figura genitoriale. La loro zia ci aveva messo tutto il suo impegno, aveva fatto del suo meglio per crescerle e per non farle mai sentire sole, ma tutte e tre sapevano che non sarebbe mai stata la stessa cosa. Perché Maggie, per quanto la amasse, non avrebbe mai potuto pensare a sua zia come a sua madre e questo a Cyntia non lo avrebbe mai perdonato. C’erano state delle rare occasioni in cui aveva pensato di nuovo di contattarla, di provare a ricostruire qualcosa, di farle conoscere sua figlia e farle sapere che era diventata nonna, ma a cosa sarebbe servito dopotutto se tanto loro per lei non erano più neanche un lontano ricordo sbiadito?
    Era stata proprio la sua esperienza a metterla in guardia su ciò che sarebbe potuto accadere, a stringersi forte a quella creatura minuscola a cui aveva dato la vita, senza mai volerla lasciare andare. Alcune amiche avevano cercato di farle cambiare idea, di spingerla a ritagliarsi più spazio per se stessa, ma lei non aveva voluto saperne. Non si era preclusa la possibilità di vivere, di conoscere delle persone, di fare delle nuove esperienze, ma sarebbe sempre stata pronta a lasciarle andare se queste fossero poi risultate incompatibili con Lilian. Le era capitato, ad alcuni anni dalla sua nascita, di iniziare ad uscire con qualche persona, di provare a coinvolgere qualcuno nella sua vita con l’idea di dare a Lilian un’altra figura di riferimento, qualcun altro sui poter contare, ma le cose non erano mai andate per il verso giusto. Aveva parecchi amici con cui poter condividere le sue gioie, ma non era ancora riuscita a trovare qualcuno con cui poter pensare di trascorrere il resto della sua vita. Aveva bisogno di qualcuno di stabile, affidabile, che non si sarebbe fatto indietro di fronte alla prima difficoltà ed era per questo che era così restia a legarsi davvero a qualcuno. Di norma si limitava a qualche uscita, a degli appuntamenti senza troppe pretese che la aiutassero semplicemente a prendere una boccata d’aria in mezzo a tutti i suoi impegni, ad una vita sempre di fretta, senza mai prendere la cosa troppo sul serio. Aveva imparato a sua spese che, quando le persone capivano che nel pacchetto era compresa anche una bambina, tendevano sempre a fare non uno, ma diversi passi indietro. Dopo quei primi tentativi quindi aveva semplicemente accantonato l’idea, decidendo di prendere la vita così come sarebbe venuta, senza stare a pensarci troppo, almeno sotto quel frangente.
    Per il suo appunto con Runa quindi non aveva alcun genere di aspettativa o di pretesa. Le aveva scritto con l’intento di andare semplicemente a bere un caffè, esattamente come avevano accennato quando si erano viste alla Stazione. Si era lasciata convincere dalle parole di Wade a darsi una chance ed era stato proprio a lui che aveva lasciato la bambina giusto un’ora prima, dopo essersi preparata. Lily l’aveva riempita di domande, ma lei aveva preferito tenere per sé il fatto che dovesse incontrare il vigile del fuoco che le aveva salvato la vita. Era certa che, sapendolo, piccola avrebbe premuto per poter andare insieme a loro mentre Maggie era più che altro intenzionata a conoscerla anche al di fuori del suo lavoro della figura che rappresentava. Perché nessuno poteva davvero essere descritto soltanto con il suo lavoro e lei non voleva certo fermarsi a quell’aspetto. Runa era una donna molto bella e non le sarebbe dispiaciuto quindi provare a conoscerla meglio, anche se immaginava che, per via delle vite piuttosto impegnative di entrambe, la cosa non si sarebbe spinta molto oltre quel semplice caffè. Riteneva molto più probabile che quello potesse essere l’inizio di un’amicizia, piuttosto che qualcosa di diverso, ma preferiva non precludersi nulla. Aveva scelto di indossare qualcosa di abbastanza semplice, un po’ diverso dai tailleur e dagli abiti troppo formali che portava in genere a lavoro. Aveva optato per una semplice gonna in pelle nera e una camicetta rosa antico e aveva completato il tutto con un cappotto bianco. Il clima era ancora piuttosto freddo e non aveva intenzione di prendersi un malanno solo per la scelta di un look poco appropriato alla stagione. All’orario prestabilito quindi, intorno alle 16, dopo aver lasciato Lilian a casa del suo migliore amico, che aveva promesso che avrebbero fatto i bravi, aveva guidato verso la stazione di polizia, dove si trovava il bar che Runa le aveva proposto. Si trattava di un posto tranquillo e molto luminoso, un luogo informale ma allo stesso tempo molto elegante dove poter trascorrere qualche ora in tranquillità. Le era già capitato in passato di fermarsi lì per qualche minuto quando andava ad assistere qualche suo cliente alla Centrale di Polizia ma era lieta di poterlo frequentare ora con un po’ più di calma e senza dubbio uno spirito decisamente più leggero.
    Era arrivata in leggero anticipo e si era accomodata ad uno dei tavolini che davano sull’ampia vetrata da cui era possibile guardare all’esterno. Le luci dal carattere quasi natalizio che ornavano la sala principale le strapparono un sorriso felice mentre si sfilava il cappotto e lo depositava con cura dietro la sua sedia. Aveva preferito non depositarlo nell’appendiabiti per paura di poterlo dimenticare nel bar al momento di andare via. -Salve, desidera ordinare qualcosa? - chiese ben presto una delle cameriere, avvicinandosi a lei con un blocchetto per prendere gli appunti sulla commessa, ma lei, con un sorriso garbato, scosse appena il capo. -Oh no, la ringrazio, sto aspettando una persona. - mormorò quindi e l’altra, con un cenno di risposta, le lasciò ancora un altro po’ di tempo. Non dovette attendere molto prima di vedere l’altra donna fare capolino all’ingresso del bar. Il suo sorriso sembrò illuminare tutta la sala mentre la raggiungeva verso il tavolino. -Ciao. - le disse, alzandosi in piedi per salutarla, prima di riaccomodarsi sulla sedia che aveva scelto poco prima. -Ammetto di aver temuto che avresti avuto un imprevisto improvviso, ma sono felice di vederti. - confessò quindi, quando anche l’altra si fu sistemata. Si rendeva conto di essere ben più nervosa di quanto avesse immaginato e questo non riusciva davvero a spiegarselo.
     
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    Dall'incontro con Maggie in centrale erano ormai passate svariate settimane, ed in quel periodo di tempo, Runa aveva avuto modo di fare ordine non solo nella sua vita professionale ma anche nei suoi pensieri; il volto delicato ma deciso dell'altra donna più d'una volta aveva sfiorato la sua mente, e si era riproposta di indagare quella gradita interferenza con lo scambio di qualche messaggino. Quando però fu anticipata da Maggie stessa, che approfittando del numero che le era stato lasciato le aveva dedicato un momento per scriverle, un'espressione piacevolmente sorpresa aveva decorato i lineamenti di Runa. Non pensava che sarebbe stata Margareth a fare il primo passo, non certo perchè ritenesse che mancasse di spirito d'iniziativa - tutt'altro - tuttavia, temeva che non avrebbe voluto esporsi nell'indagare una nuova conoscenza per garantire una stabilità sicura e poco mutevole a sua figlia. Runa aveva notato immediatamente in Maggie un amore infinito ed indescrivibile che la legava alla sua Lily, ed era sicura che avrebbe sempre fatto tutto ciò che era in suo potere per proteggere la sua bambina. Poteva immaginare quanto impegno crescere una figlia richiedesse, ed era certa che Lilian fosse più che giustamente la priorità dell'altra donna che, lei supponeva, desiderava mantenere una situazione sentimentale decifrabile per Lily. Dunque, vedere il numero di Maggie sul display aveva reso Runa particolarmente interessata e curiosa, felice di vedere che la sua presenza era risultata quantomeno intrigante agli occhi dell'altra.
    Dal proprio canto però, Runa era pronta a dedicarsi a questa nuova conoscenza con dedizione ma senza troppe aspettative; infondo, non conosceva ancora molto profondamente Maggie, e sperava che qualche uscita in più le avrebbe offerto un quadro più chiaro della galassia dei suoi interessi e delle sue emozioni, per comprendere se sarebbe stata compatibile alla sua ed iniziare così ad intrecciare un rapporto d'amicizia e, perchè no, qualcosa di più. Runa, difatti, tendeva a rimanere saldamente con i piedi per terra; difficilmente si abbandonava ai flutti amorosi d'infatuazioni e romantici incontri, e nonostante provasse intensa attrazione e curiosità, cercava sempre di ridimensionarle in rapporti rilassati e dalle basse aspettative, attendendo che il loro sviluppo con calma e senza forzarne i ritmi. Non aveva mai considerato la presenza di Lily un ostacolo od un impedimento a quel percorso, e riteneva che chiunque ritenesse l'impegno di un figlio qualcosa da cui divincolarsi certamente non aveva comunicato correttamente ed apertamente le sue priorità e desideri a monte nell'avviare una conoscenza ancora in divenire. Per queso, Runa contava sulla sua grande spontaneità e sincerità per comunicare ad ogni passo ciò che sentiva con e per Maggie, per ora del tutto sicura del fatto che partire con un rilassato caffè sarebbe stato un ottimo inizio. Riflettere su molte eventualità era parso saggio agli occhi di Runa più e più volte, non perchè conclusioni più disparate ed immaginarie fossero emerse nei suoi pensieri prima ancora che si verificasse un primo incontro, ma poichè riteneva oculato contribuire, nel suo piccolo, all'attenzione che Maggie aveva posto sin dal principio nell’approcciarsi con lei mantenendo sempre Lily al centro dei suoi pensieri.
    Dunque, una volta stabilito il giorno e l'ora dell'incontro - assieme, naturalmente, al luogo - Runa aveva senza esitazioni selezionato l'outfit che avrebbe indossato; si trattava di un look casual e dai toni tenui, con una salopette in jeans che le abbracciava le forme comodamente così come una t-shirt bianca, che le avrebbe donato abbastanza comfort. Un morbido tepore era avvolto attorno alle spalle della giovane, che cinte in un maglione spesso e chiaro a trama larga l’avrebbe tenuta al caldo in caso di vento o freddo più insistente durante il tragitto od all'interno. I capelli, infine, erano intrecciati in una morbida e larga treccia, che era stata opportunamente posata su una spalla ed impreziosita solo da qualche elastico dai colori più vivaci. Oltre ad essere soddisfatta nella scelta del proprio outfit - ovviamente approvato e confermato da Liv e Mia - Runa si mostrò anche particolarmente felice della location scelta per quel caffè in compagnia; il locale che aveva proposto Maggie era uno dei suoi preferiti, e visitarlo per fare una chiacchierata con lei le sembrò un'occasione d'oro. Fortunatamente, le due erano riuscite a trovare un momento di pace nelle vite frenetiche che conducevano, e Runa attendeva con ansia il giorno dell'incontro anche per concedersi un momento di quiete e calma in compagnia, allietato dalla presenza di Maggie. Verso le 15.30, Runa si avviò fuori casa, coperta da un ampio cappotto di caldo panno, per potersi avviare senza fretta al bar. Il tragitto fu breve ma rilassante, e la ragazza ebbe modo di incontrare e salutare fugacemente qualche faccia già conosciuta all'esterno del locale, visitato anche da agenti di polizia con cui aveva lavorato in passato e con i quali aveva trascorso molti turni di lavoro. Le iridi chiare di Runa iniziarono quindi a scandagliare l'ambiente, ricercando la figura di Maggie e localizzandola all'interno. Si era già accomodata ad uno dei tavolini, e Runa si avviò molto spedita oltre la porta, il suo volto rischiarato nell'espressione posando un solo sguardo su Maggie. -Ciao. - Il sorriso si illuminò maggiormente a quel saluto, che Runa non tardò a ricambiare anche con un gentile movimento della mano. Ciao! Come stai? Domandò calorosamente lei, prendendo posto al suo fianco ed accarezzando con discrezione le forme dell'altra in uno sguardo deliziato. La tua gonna è bellissima, sei così sofisticata. Nel complimentarsi spassionatamente con Maggie, Runa le rivolse un occhiolino più giocoso e complice, prima di agguantare uno dei piccoli menù ed adocchiare le proposte del bar. -Ammetto di aver temuto che avresti avuto un imprevisto improvviso, ma sono felice di vederti. - Entrambe le sopracciglia di Runa allora saettarono all'insù, ferme per qualche attimo in un'espressione sorpresa, subito ammorbidita in una più tenera. Ti sarebbe dispiaciuto non incontrarsi, quindi? La punzecchiò gentilmente lei, rompendo il ghiaccio in un dolce sorriso mentre il cuore prendeva a battere solo un po’ più velocemente del previsto. Sono molto felice di essere qui e di vederti, sarebbe stato davvero un peccato dover rimandare, non trovi? Come sta Lily? Tutto bene? Domandò quindi lei, mantenendo uno sguardo attento e premuroso sulla figura dell'altra da sotto le sue lunghe ciglia bionde. Cosa prendi? Io penso che andrò per una cioccolata calda e qualche dolcetto, bisogna trattarsi bene!
     
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    Aveva controllato il suo telefono un numero imprecisato di volte da quando aveva lasciato Lilian insieme a Wade, preoccupata che potesse accadere qualcosa e che dovesse quindi fare immediatamente dietro front per andare a sistemare qualche pasticcio della piccola. Non sarebbe stata la prima volta dopotutto, che un appuntamento o più in generale un’uscita, terminasse ancora prima di iniziare proprio per via di sua figlia. Conosceva Wade da anni ormai e si fidava ciecamente di lui, sapeva che la bambina era in buone mani insieme a quell’uomo che lei riteneva un grandissimo amico e che sua figlia vedeva quasi come uno zio, ma una parte di lei si sentiva comunque in colpa per avergli chiesto di badare a Lily qualche ora, per permetterle di avere un pomeriggio tranquillo. C’era sempre quella strana stretta che le attanagliava lo stomaco quando si allontanava da lei, quando il suo sguardo non poteva tenerla costantemente sotto controllo e accertarsi che fosse ancora lì con lei, che stesse bene, che nulla di male potesse colpirla. Era come se le mancasse qualcosa, come se si instaurasse un vuoto all’interno di lei che non riusciva a colmare in alcun modo se non riabbracciando la sua piccolina. Immaginava che fosse per via di quello che era successo con sua madre, per il modo in cui Chyntia aveva deciso di metterle da parte e lasciarle indietro, senza più fare ritorno. Il suo incubo ricorrente, quando era una bambina, era proprio quello di andarsene, senza volerlo e di non avere più un modo per tornare. Sapeva che non era quello che era successo a sua madre, che lei aveva compiuto una scelta ma quel terrore si era comunque instaurato nelle profondità della sua mente, aggrappandosi come un’ombra scura che non voleva andare via. E poi l’incidente di suo padre, che l’aveva segnata ancora prima e che ancora qualche notte tornava a popolare i suoi incubi, riaccendendo la paura che qualche altro evento terribile potesse scuotere le fondamenta della loro famiglia, fino a farle cedere per sempre. Dopo l’incidente dello scuola bus aveva trascorso alcune notti insonni. Si era alzata spesso, nel cuore della notte, per raggiungere la porta della cameretta di sua figlia, rimanendo sulla soglia ad osservarla, per accertarsi che stesse bene. Per diversi giorni aveva temuto che qualcosa le fosse capitato, qualcosa che i paramedici non erano riusciti a individuare e solo con il tempo quel terrore si era piano piano affievolito, lasciando spazio alla consapevolezza che tutto andava bene e che doveva smetterla di cercare dei problemi anche dove non ce ne erano.
    L’unico pensiero che le era rimasto, da quella brutta esperienza, era stato il volto sorridente di Runa ed era su quel dettaglio che aveva cercato di concentrarsi, per ritrovare la tranquillità. Era molto incuriosita da quella donna, non soltanto per il suo aspetto senza dubbio intrigante, ma anche per la positività che sembrava emettere ad ogni sguardo e ad ogni parola. Era piacevole parlare con lei, o almeno questo le era parso quando si era recata nella loro sede per portare ai Vigili del Fuoco un pensiero da parte di tutte le famiglie dei bambini che avevano aiutato e da allora si era chiesta se fosse o meno il caso di utilizzare il numero che l’altra donna le aveva dato. Poi, sotto consiglio dell’amico, aveva optato per il concedersi almeno un semplice caffè insieme a Runa, un’opportunità per conoscersi, rivedersi, e capire se le impressioni che aveva avuto sul suo conto sarebbero rimaste inalterate come sperava. Magari poteva essere la prima e unica volta che si sarebbero incontrate al di fuori del “lavoro” ma valeva comunque la pena di provarci. Dopotutto era qualche mese ormai che non si concedeva davvero un po’ di tempo per se stessa, una piccola pausa in mezzo al caos. Cercando di scegliere l’abbigliamento migliore per quel semplice caffè ed evitare che la situazione potesse apparire troppo formale, si recò quindi nel locale che avevano scelto in perfetto orario. Non la preoccupava l’idea di essere arrivata per prima, di norma Maggie era sempre molto puntuale. Quando era un’adolescente era una gran ritardataria e a volte dimenticava persino di avere degli impegni, ma con il tempo aveva cresciuta e, anche per via del suo lavoro, aveva imparato ad organizzarsi e ad essere sempre in perfetto orario. Il giudica non l’avrebbe aspettata dopotutto se si fosse recata in tribunale in ritardo e quel dettaglio aveva preso velocemente piede anche nella sua vita quotidiana tanto che era divenuta quasi la normalità per lei arrivare per prima nei posti.
    Non dovette attendere molto comunque perché presto la figura longilinea di Runa comparve nei pressi dell’ingresso, stretta in una salopette che le donava molto, ma in fondo dubitava che qualcosa potesse starle male. La salutò, venendo poi prontamente ricambiata dall’altra. Tutto bene, ti ringrazio e tu? - chiese, curiosa di sapere come stesse l’altra. Sembra in forma, ma poteva essere anche una semplice impressione. -Ad essere onesta ho cercato di indossare la cosa più casual che avessi nell’armadio, ma evidentemente non devo aver ottenuto il risultato sperato. - mormorò, con una leggera risata, mentre continuava a guardare Runa. In effetti a guardarle bene avevano un modo di vestire diametralmente opposto e quella non doveva essere l’unica differenza tra le due. Non pensava comunque che quello potesse essere un problema, anzi, spesso le cose più belle stavano proprio nelle differenze. -Anche tu stai davvero bene comunque. - le disse, con un sorriso genuino sul volto mentre prendeva a sua volta un menù e iniziava a leggerne il contenuto. -Lo trovi strano? - chiese, incuriosita, quando l’altra le domandò se le sarebbe dispiaciuto dover cancellare quel loro incontro. Dopotutto immaginava che fosse chiaro che, se l’aveva invitata, fosse davvero interessata a prendere almeno un caffè in sua compagnia. Non comprendeva quindi se potesse essere qualcosa dovuto ai suoi modi, oppure solo una semplice domanda curiosa. Le aveva forse fatto una brutta impressione? -Si, sono d’accordo. Sta bene, per fortuna non ha riscontrato problemi a parte qualche ferita superficiale e per questo non ti ringrazierò mai abbastanza temo. - mormorò, con un leggero sospiro. Non avrebbe certo voluto che la discussione vertesse su quell’argomento, anche quel giorno, ma ogni volta che ci pensava non poteva fare a meno che sentirsi grata nei suoi confronti. Non sapeva davvero come avrebbe fatto, senza di lei. -Sembra molto decisa sul fatto di voler diventare Vigile del Fuoco da grande. - le rivelò poi, con un sorriso. Non era sicura che quel pensiero sarebbe durato a lungo, visto come funzionava la mente dei bambini, ma immaginava che comunque essere di ispirazione per qualcuno dovesse essere una bella cosa. -Io prenderò un cappuccino e una fetta di torta, si. - rispose, quando Runa le chiese del suo ordine, prima di fare un leggero cenno ad una delle cameriere per chiederle di avvicinarsi ed esporre poi quello che era il suo ordine, attendendo che anche Runa facesse lo stesso, per poi rivolgere un altro sorriso di ringraziamento alla cameriera, prima che lei se ne andasse. -Com’è andata la tua settimana? - chiese poi, curiosa, mentre riportava lo sguardo sulla donna, cercando di non far cadere un silenzio imbarazzante. Doveva ammettere di sentirsi vagamente a disagio quel pomeriggio, anche se non ne comprendeva bene il motivo.
     
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    Proprio come per Maggie, il pensiero reciproco aveva spesso intercettato i fili dell'immaginazione di Runa, che durante quei giorni di separazione si era spesso chiesta come l'altra stesse, a cosa si dedicasse, cosa le interessasse; una innegabile e tenera curiosità aveva preso a scorrere nella mente della ragazza, che non appena saputo dell'incontro divenne persino impaziente, ansiosa di poter rivedere Margareth e scambiare delle parole con lei in un ambiente più tranquillo ed informale. Dunque, quando sopraggiunse l'invito per un caffè Runa lo accolse con estremo entusiasmo, cercando di non cedere alla fretta per lasciare a Maggie il tempo e lo spazio di organizzarsi serenamente anche con Lily per poter affrontare l'incontro con tranquillità e senza preoccupazioni. Quella, senza dubbio, si sarebbe rivelata un'occasione ghiotta per conoscersi meglio ed esplorare i territori ad ognuna più graditi, in modo da potersi decifrare un po' più chiaramente l'un l'altra; già dalla prima sfortunata occasione di contatto con Maggie, Runa aveva da subito lasciato che i modi gentili e gli sguardi premurosi dell'altra l'affascinassero, spingendola a desiderare di sapere di più di lei. Dunque, una volta messo piede nel locale, un misto di elettrica euforia e sottesa tenerezza d'impadronì della giovane, ben felice di poter accarezzare finalmente la figura di Margareth con lo sguardo. Si fece quindi avanti, ed approfittando di quelle sensazioni di prematura ma vivida attrazione, le rivolse un luminoso sorriso, salutandola calorosamente. - Tutto bene, ti ringrazio e tu? - Già parzialmente ammansita dalla sua agitazione interiore dalla risposta appena ricevuta, Runa lasciò che una luce più amorevole le attraversasse le iridi chiare, sollevata nel sapere che Maggie stesse bene. Ne sono felice! Io anche sto bene, ed oggi anche di più. Devo ammettere di essere stata abbastanza impaziente di arrivare a questo incontro. Parole sincere e sentite scivolarono fuori da Runa, rendendo tangibile ogni sua emozione precedente a quell'appuntamento, mentre nel rivelarsi a Maggie potè già percepire i tipici albori di una vulnerabilità condivisibile solo con la persona a cui ci si mostra, lasciandola entrare in angoli più nascosti e delicati di sè. -Ad essere onesta ho cercato di indossare la cosa più casual che avessi nell’armadio, ma evidentemente non devo aver ottenuto il risultato sperato. - Il sorriso allora non abbandonò i lineamenti di Runa, che scuotendo appena il capo si affrettò a rassicurare l'altra. A prescindere sei bellissima, secondo me. Aggiunse lei, candidamente e senza neanche un'ombra di imbarazzo, tranquilla nell'affermare quello che ai suoi occhi era un dato di fatto: l'aspetto di Maggie era incantevole, e Runa non si sarebbe risparmiata nel farglielo notare. Difatti, nonostante tra loro il modo di presentarsi fosse differente, entrambe mostravano personalità anche solo superficialmente distintive ed interessanti, meritevoli d'essere investigate più in profondità. -Anche tu stai davvero bene comunque. - Ringraziando con un gentile mormorio ed un leggero cenno del capo, Runa accolse e custodì l'affabile complimento che le era stato rivolto, felice di aver fatto una buona impressione.
    Lasciò quindi del tempo a Maggie di consultare il menù, e solo dopo si concesse di punzecchiarla lievemente, sottintendendo che sarebbe stato un dispiacere - per lei e sperava anche per Margareth - non incontrarsi. -Lo trovi strano? - Runa si affrettò a scuotere il capo, corroborando con un cenno di negazione la sua risposta. No no, assolutamente. Ti stavo solo punzecchiando un po', sono contenta che non ci sia stato alcun imprevisto, che abbiamo potuto vederci e che tu sia qui. Sottolineò dopo poco, intenta a confermare le sue intenzioni probabilmente espresse poco chiaramente nel suo piccolo scherzo. La conversazione allora si spostò su lidi differenti, approdando su Lily, a cui Runa aveva pensato spesso dopo l’incidente. Quella bambina si era dimostrata davvero coraggiosa e pura di cuore, caratteristiche che avevano catturato l'attenzione della giovane sin da subito; inoltre, il disegno che la piccola le aveva dedicato aveva conquistato il posto d'onore sulla sua scrivania, ricordandole ogni giorno quanto importante non solo fosse il lavoro da lei intrapreso ma anche le persone che ogni giorno ne beneficiavano. -Si, sono d’accordo. Sta bene, per fortuna non ha riscontrato problemi a parte qualche ferita superficiale e per questo non ti ringrazierò mai abbastanza temo. - Riportando la mente al giorno in questione, Runa si lasciò invadere da un peculiare sollievo nel rammentarsi d'essere riuscita a portare a termine con successo il suo salvataggio, per il quale però scosse appena il capo, portandosi una mano al petto come se volesse spingere fisicamente quelle gentili parole nuovamente verso Maggie. Non devi preoccuparti, è il mio lavoro. E sono davvero felice che Lily stia bene, è una splendida bambina. Rispose Runa, intenerita nel ripensare a Lily ed al suo dolcissimo faccino. -Sembra molto decisa sul fatto di voler diventare Vigile del Fuoco da grande. - Lieta di aver sortito un'influenza positiva sulla piccolina tanto da occupare i suoi pensieri che, per quanto volatili, reputava come lusinghieri, Runa si concesse di schiudere le labbra in una amorevole risata, sollevando così una mano per portarsi indietro le ciocche bionde e ribelli che le erano cadute sulla fronte. Oh sono certa che farà benissimo tutto ciò che si prefiggerà. Commentò sicura lei, prima di comunicare il suo ordine ed attendere che Maggie facesse altrettanto. -Com’è andata la tua settimana? - Spallandosi quindi sulla sedia, Runa si concesse qualche secondo per osservare Maggie e rendersi ancor più familiare alle curve del suo volto, prima di raccogliere i propri pensieri e condividerli con lei. Bene, direi! Ho lavorato molto, ma fortunatamente non abbiamo avuto grosse emergenze... D'un tratto però Runa si fermò, incrinandosi in un'espressione pensierosa prima di tornare a rivolgersi a Maggie con fare divertito. Erano però anni che non salvavo un gatto proprio come si vede nei film, mi ricorda i miei primissimi anni d'addestramento! C'era persino una adorabile vecchietta tremolante che lo aspettava, è stato senza dubbio il giorno più interessante della settimana, anche se penso che anche la tua sia stata molto dinamica, no? Tu lavori tanto in questo periodo? Domandò interessata Runa, lasciando ciondolare la testa da un lato mentre si accarezzava le labbra con i polpastrelli e non separava le iridi dal volto dell'altra, interrompendo il contatto solo nel momento in cui - più velocemente del previsto - le ordinazioni giunsero al tavolo. Si chinò appena, per inspirare il profumo della sua cioccolata calda, ed avvolse le dita attorno alla tazza, impregnandole del suo calore. Oh wow! Sembra buono! Commentò quasi tra sè e sè la ragazza, prima di sollevare lo sguardo negli occhi cristallini di Maggie. Le rivolse un altro sorriso, come se la gioia fosse la più immediata risposta del suo corpo nel posare lo sguardo su di lei, e solo dopo tornò a dedicare la sua attenzione al cibo. Era da un po' che non uscivo per un caffè in compagnia, e devo confessare che non avrei potuto sperare in una ripresa migliore.
     
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    Sorrise nell’osservare l’altra donna sedersi di fronte a lei e ammettere poco dopo di essere stata abbastanza impaziente di arrivare a quell’incontro. -Davvero? Eppure non penso di essere stata in uno dei miei giorni migliori la prima volta che ci siamo incontrate. - mormorò, per poi ridacchiare appena, in maniera del tutto cristallina. Vista l’apprensione che aveva avuto per tutte le ore di attesa davanti al bus della scuola, nel terrore che qualcosa potesse accadere a sua figlia, non si era aspettata certo di avere una bella cera nel momento in cui, finalmente, aveva potuto avvicinarsi alla donna per ringraziarla di quella specie di miracolo. L’incontro alla centrale poi era stato piuttosto fugace e aveva permesso loro giusto di scambiare qualche veloce parola. Era lieta quindi di avere quell’occasione di conoscere un po’ meglio Runa e di prendersi un po’ di tempo per sé, di fingere di non avere tante altre cose per la testa e tantissimi altri impegni. Quello non era certo il suo primo appuntamento dalla nascita della figlia, però erano trascorsi diversi mesi dall’ultima volta in cui aveva deciso di uscire con qualcuno, di provare a far entrare un’altra persona nella sua vita e in quella di Lilian e per questo le suonava tutto un po’ strano. Temeva di aver dimenticato le regole base di una tranquilla conversazione con un’altra persona e che avrebbe finito per tirare fuori qualche argomento noioso che avrebbe fatto scappare l’altra a gambe levate. Un sorriso più sereno però schiarì il suo volto quando Runa le disse che a prescindere lei riteneva che fosse molto bella, come a volerla rassicurare davanti ai suoi commenti sull’abbigliamento, come se guardandola potesse intravedere che qualcosa si stava agitando all’interno della sua mente. Aveva cercato di indossare qualcosa di semplice e di meno formale del solito, anche se forse si rendeva conto che dovevano avere due standard leggermente diversi di cosa fosse casual o informale. Era felice, in ogni caso, che il risultato non fosse stato comunque del tutto disastroso. -Ti ringrazio, sei molto gentile. - rispose quindi, permettendosi a quel punto di rilassarsi un po’ e di non pensare a tutte le cose che sarebbero potute andare storte in quelle poche ore. Iniziò a dare una veloce occhiata al menù, non sapendo bene che cosa ordinare. Non aveva molta fame, ma comunque avrebbe almeno preso almeno qualcosa da bere. Sorrise appena, abbassando appena il capo sul menù con aria vagamente colpevole quando l’altra le disse che stava solo cercando di punzecchiarla un po’. -Perdonami, temo di aver dimenticato come avere un approccio con delle persone normali in mezzo a tutte le scartoffie del mio ufficio. Affronto solo altri avvocati oppure clienti non esattamente gentili ultimamente. - disse quindi, cercando di spiegarle tra le righe che raramente si concedeva delle uscite con qualcuno. Negli ultimi mesi il lavoro si era fatto intenso tanto che quando rientrava a casa aveva soltanto voglia di togliere le scarpe e sprofondare sul divano mentre la piccola le correva incontro per raccontarle tutte le sue ultime scoperte o avventure.
    Rispose con molta tranquillità alle domande su sua figlia e sul suo stato di salute, continuando a sorridere in direzione dell’altra per tutto il tempo. Runa si lasciò andare ad una leggera risata quando le rivelò che il nuovo lavoro dei sogni di sua figlia era il vigile del fuoco. Ovviamente non poteva essere certa che sarebbe rimasta di quell’idea, ma la notizia sembrò comunque fare piacere all’altra. -Si, anche se credo che sia un po’ troppo presto perchè lei abbia davvero le idee chiare, ma nella vita non si può mai sapere. - le disse quindi, evitando di precludere a sua figlia un lavoro piuttosto che un altro. Avrebbe lasciato che fosse lei a decidere, cercando di non influenzarla troppo o di non forzarla verso le strade che lei avrebbe preferito per lei. Era difficile riuscire a rimanere distaccati in quel genere di cose, ma per fortuna aveva ancora diversi anni per fare pratica e per permettere a Lilian di fare tutte le esperienze che le avrebbero l’avrebbero poi aiutata a compiere una scelta più consapevole. In attesa dell’arrivo delle loro ordinazioni iniziarono a chiacchierare un po’ del più e del meno, partendo entrambe dall’argomento che più era invadente per le due donne: il loro lavoro. Fu sollevata all’idea di sentire che negli ultimi tempi non c’erano state particolari emergenze, non solo per Runa ma anche perché questo voleva dire che nulla di catastrofico era avvenuto nella cittadina degli ultimi tempi. Ridacchiò al suo racconto sul salvataggio di un gatto a favore di un’anziana signora. -Oh poverina immagino fosse davvero preoccupata se ha contatto voi. - disse, per prima cosa, un po’ preoccupata per la povera donna. Aveva sempre avuto un debole per le persone più anziane e per quelle più fragili e indifese e proprio per questo accettava spesso casi pro bono anche se questi non le avrebbero procurato alcun extra sullo stipendio. Preferiva tornare a casa sapendo di aver aiutato qualcuno che ne aveva davvero bisogno piuttosto che guadagnare dei soldi in più per aver aiutato qualche milionario a farla franca nelle sue truffe. Ovviamente era una dei pochi nel suo studio a pensarla in quel modo, ma servivano entrambe le fazioni per far funzionare tutto per il meglio.
    -Diciamo che per fortuna il lavoro da noi non manca mai. Lavoro per uno studio abbastanza grosso della città a cui si rivolgono tante persone quindi siamo sempre molto occupati. - spiegò, riflettendo solo in quel momento sul fatto di non averle mai detto dove lavorava in fin dei conti. -Ma in questi ultimi mesi sono stata oberata di casi da portare in tribunale quindi faccio continuamente avanti e indietro e soprattutto il carico di stress in questi casi è maggiore rispetto alla preparazione e firma di semplici pratiche. - aggiunse, non sapendo quando l’altra fosse pratica di faccende legali. Lei preferiva i casi dove doveva metterci un po’ più del suo, ma averne tanti tutti ugualmente impegnativi nello stesso periodo non era affatto semplice. -Appena riuscirò a portare a termine queste cause credo mi prenderò un breve periodo di ferie. Ho davvero bisogno di trascorrere qualche giorno lontana da giudici o colleghi. - continuò poi, ridacchiando appena mentre le ordinazioni giungevano piuttosto velocemente al loro tavolo. -Si, sembra tutto piuttosto invitante. - commentò a sua volta, con un sorriso, mentre osservava con una certa attenzione la fetta di torta che le avevano portato e i dolcetti per Runa. Sembravano fatti con molta cura e attenzione ai piccoli dettagli il che la faceva ben sperare un gusto. -Io ultimamente riesco a prenderlo solo con i colleghi, tra una riunione e l’altra, ma non è certamente la stessa cosa. - disse, lasciando volutamente un po’ in sospeso la faccenda, senza voler essere troppo chiara. le capitava spesso di andare al bar con i colleghi per discutere di qualche caso o anche soltanto per prendersi delle piccole pause, ma in quel caso anche se l’intento era semplicemente quello di conoscersi, sperava che da quel breve incontro sarebbe potuto nascere qualcosa di più. -Vuoi assaggiarla? - domandò poi, indicando con un cenno del capo la sua torta, pronta a dividerla prima di iniziare a mangiarla se l’altra donna fosse stata curiosa. Era sempre stata abituata a fare quella domanda a sua sorella quando, sin da piccole, erano solite ordinare cose diverse per poi scambiarsele e provare cose nuove. Si sentiva a suo agio insieme a Runa, a pelle sapeva trasmetterla una bella sensazione e non voleva quindi lasciarsi andare a cose troppo formali o forzate. Preferiva essere se stessa, con i suoi pregi e i suoi difetti.
     
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4 replies since 12/1/2020, 14:03   138 views
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