Chill out with veggie burger.

Elias e Helen

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    Nello studio di Elias, quando non c'era nessuno, c'era sempre un po' di musica: gli piaceva il rock, ma spesso, per creare un ambiente più confortevole, metteva delle playlist con delle versioni acustiche di grandi successi. Con la mano destra, tamburellava la penna sulla sua agenda al ritmo di Sweet child o'mine: c'era ancora un appuntamento per quella giornata, ed era di Helen, una ragazza che lavorava all'Egon Pub e che, prim'ancora di sapere questo di lei, aveva conosciuto grazie all'uomo col quale viveva, Archer. Non gli era ben chiaro che tipo di rapporto avessero, se fossero parenti o meno, ma non reputava opportuno immischiarsi degli affari degli altri, come lui non voleva che gli altri lo facessero con i suoi. Sarebbe dovuta arrivare con Felix, il pappagallo di Archer, di cui ormai si occupava perlopiù lei a quanto sapeva: doveva ricordarsi di passare al B&B qualche volta per fare un saluto a quell'uomo, che decisamente non vedeva da troppo tempo. Ad un tratto, il campanello bussò: Elias, col camice ancora addosso, andò alla porta ad aprire. «Ciao Helen, sei stata puntuale.» le disse, con un sorriso. Felix era nella sua gabbietta e lo guardava con la testa girata, curioso: in quel periodo si erano visti spesso visto che non era stato particolarmente bene ma, per fortuna, con le dovute cure ed attenzione si stava rimettendo. «Vieni, entrate.» fece lui, prendendole con una mano la gabbia e con l'altra chiudendo la porta alle sue spalle una volta che fu entrata.
    Quella visita non fu che una formalità: bastava continuare con la terapia antibiotica ancora qualche giorno e Felix sarebbe tornato come nuovo, il solito di sempre. «Ti vedo già molto meglio.» gli disse, facendogli dei grattini sul petto. Gli piacevano molto gli animali, spesso gli si rivolgeva, convinto che in un certo qual senso potessero capirlo, anche se non nel modo in cui gli esseri umani si capiscono gli uni con gli altri. Lo rimise all'interno della sua gabbietta e, dopo aver firmato un'ulteriore ricetta per l'acquisto dell'antibiotico, guidò la ragazza all'uscita aprendole la porta: «Helen ma sei venuta a piedi?» le disse, notando che non c'era nessun'automobile parcheggiata nel vialetto tolta la sua Jeep. «Io devo andare a prendere Ben a scuola, se ti va bene fare una piccola pausa ti riporto io al bed and breakfast.» Magari era una buona occasione per salutare, sebbene al volo, Archer.
    Dopo aver chiuso lo studio infatti i due si misero in auto diretti verso la scuola che, quel giorno, teneva dei corsi pomeridiani di musica: sin dalla nascita Ben era cresciuto in un ambiente melodico, con un pezzo o l'altro, talvolta suonati da Elias stesso, altre volte semplicemente partiti dallo stereo che tenevano in casa, per cui fu quasi naturale che si innamorasse di essa.
    Una volta arrivati a scuola comunque, scese dall'auto e si guardò un po' intorno: di solito lo aspettava davanti al portone d'ingresso, sulle scale, dove poteva esser visto dagli insegnanti, eppure non c'era. «Papà!» lo chiamò, d'un tratto, dalla finestra dell'aula. Elias gli fece un cenno e gli sorrise, mentre Ben gli corse incontro, abbracciandolo: quel tratto, quell'affetto, era tra le cose che più li accomunava. «E' andato tutto bene? Ti sei divertito?» gli chiese, mentre Ben incominciò a vomitargli addosso parole su parole, spiegandogli che cosa avevano fatto, cosa aveva suonato la maestra e gli chiedeva, soprattutto, di suonargli qualcosa a sua volta. «Devo imparare anch'io a suonare la chitarra, mi devi insegnare.» fece, quasi imperativo, ottenendo un cenno d'assenso da suo padre che, intanto, gli apriva la portiera sul retro, dove ad aspettarlo c'era Felix.
    «Ben, lui è Felix, lei invece è Helen.» «Io sono Benjamin.» disse il bambino, porgendogli la mano destra. «Piacere.» «Ben, la cintura.» fece Elias, senza voltarsi, una volta che fu entrato in automobile. «Adesso dobbiamo accompagnare a casa Helen poi andiamo a mangiare.» gli disse, rimettendo in moto. Era sabato e loro, da ormai parecchio tempo, avevano l'abitudine di andare a mangiare fuori: la meta più ambita era l'Egon di solito. «Vieni anche tu?» chiese Ben, rivolgendosi ad Helen che, con ogni probabilità, aveva qualcosa di meglio da fare: a quanto parve, tuttavia, anche lei non aveva grandi piani, per cui, dopo aver riportato Felix a casa da Archer e promessogli che avrebbe riportato sana e salva anche la sua figlioccia - o qualunque cosa fosse per lui - si diressero tutti al pub dove, ad aspettarli, c'era Clelyo. Ben adorava quel signore, forse gli voleva più bene rispetto a suo nonno biologico: lo faceva ridere ogni volta che lo vedeva. Elias, con un sorriso, andò a sedersi insieme ad Helen al tavolo che gli fu indicato da un altro cameriere, Hoseok gli pareva si chiamasse, ma non ci avrebbe messo la firma: avevano parlato poche volte e lui, di suo, aveva una certa difficoltà con i nomi di origine orientale, tendeva spesso a confonderli. Era già un miracolo che ricordasse quello di Jungkook.
    «Un sabato sera alternativo.» fece alla ragazza, con un leggero sorriso, porgendo a lei e a Ben i menù: lui, come al solito, essendo il primo sabato di aprile, avrebbe preso il panino del mese con un burger vegetale all'interno e le varie omissioni di carne e/o pesce. «Mi spiace averti trascinata proprio qui, immagino non sia il massimo se ci passi già tutto il resto della settimana, ma è una tradizione per noi.» spiegò, alzando appena le spalle. Intanto, Ben alzò un braccio per salutare Clelyo che stava dietro al bancone a sbrigare qualche faccenda: «E lui voleva salutare il tuo boss.» aggiunse, con una leggera risata. Per qualche ragione, Ben davvero impazziva per quel simpatico vecchietto.

    Edited by Nana . - 5/4/2020, 00:26
     
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    ~ Crazy as the life ~

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    Era quasi ora di pranzo e Helen si era appena messa la giacca per uscire. Doveva andare a far di nuovo vedere Felix, il suo pappagallo o almeno quello di Archer, ma che aveva affidato a lei. Non stava bene da qualche settimana e la prima volta era andata preoccupata, perché non mangiava e si vedeva, che stava male. Il proprietario del negozio, nonché il veterinario Elias, era stato da subito gentile con loro e l’aveva curato quasi del tutto in poco tempo. Felix si vedeva, che stava molto meglio, ma Helen che era super apprensiva nei suoi confronti, decide di riportarlo un’altra volta per sicurezza. Sicurante avrebbe dovuto continuare l’antibiotico, ma almeno ora mangiava con gusto e Helen sorrise nel vederlo così iperattivo. Quella mattina faceva abbastanza freddo, ma non era una novità, in Norvegia era sempre così e Helen anche se amava più il caldo, se ne era fatta una ragione.
    Arrivò puntuale davanti al negozio, odiava arrivare in ritardo e quando le dicevano un orario, lei raramente faceva aspettare.
    Ciao Helen, sei stata puntuale. Vieni, entrate la accolse Elias, aprendole la porta e prendendole la gabbia, dove era dentro Felix.
    Ciao Elias, sono sempre puntuale io! disse facendo finta di fare l’offesa, ma stava scherzando. Si appoggiò al muro con la schiena e guardò Elias, mentre monitorava la salute di Felix. La rassicurò dicendole, che stava davvero meglio e che sarebbero bastati pochi altri giorni di antibiotico, per far si di rimetterlo in sesto. Firmò un foglio e in breve Helen, si trovò già fuori dalla porta del negozio, con Elias al suo seguito. Aveva la gabbietta tra le mani e avrebbe dovuto tornare indietro a piedi non, che le dispiaceva camminare, amava farlo, ma aveva fame e camminare non si prospettava proprio bello.
    Helen ma sei venuta a piedi? Io devo andare a prendere Ben a scuola, se ti va bene fare una piccola pausa ti riporto io al bed and breakfast quella di Elias era stata una carineria, ma Helen non voleva di certo disturbare. Elias però, non aveva voluto sentire scuse e in breve si ritrovò sopra la sua jeep, diretti a scuola del figlio, per passarlo a prendere.
    Grazie mille davvero Elias, ma non era necessario, alla fine non abito molto distante dal duo negozio disse, facendogli un piccolo sorriso e guardando di sfuggita dietro nei sedili posteriori Felix, che se ne stava tutto tranquillo nella sua gabbia.
    Arrivarono in fretta a scuola e Elias scese per andare ad accogliere il figlio, che gli corse tra le braccia esultando e dicendo qualcosa, che Helen non aveva sentito, essendo dentro la vettura. Elias una volta, le aveva accennato del fatto di avere un figlio, e per Helen non era stata una novità quel giorno andare a prenderlo. Non sapeva bene la sua storia dato, che non erano mai scesi a tanto e alla fine si erano visti poche volte, tutte solo per Felix. Però guardandoli da fuori, le si strinse il cuore, nel vedere quell’immagine così bella e amorevole, di un padre con suo figlio. Sperò, che anche lei avesse avuto un rapporto così con il padre quando era piccola, lei non se lo ricordava. Prima di immergersi in quel pozzo nero senza ritorno, che era la sua mente e i suoi “non” ricordi, Ben e Elias salirono in macchina. Ben era seduto dietro di lei, vicino a Felix, quando Helen si girò per presentarsi, notò, che assomigliava molto al padre.
    Ben, lui è Felix, lei invece è Helen fece le dovute presentazioni Elias e Helen allungò la mano a sua volta, sorridendogli. Amava i bambini, anche se non si sarebbe mai detto, data la sua poca pazienza, ma era così.
    Piacere mio Benjamin di conoscerti disse stringendogli la mano. Era davvero educato, per la sua giovane età e se ne stupì leggermente. Di solito Helen era abitata a vedere ragazzini urlare e non avere un briciolo di rispetto per le cose e le persone intorno a loro, lui era davvero un bambino per bene.
    Si mise la cintura, sotto la guida del padre, che glielo aveva ricordato e partirono, per riportarla a casa.
    Adesso dobbiamo accompagnare a casa Helen poi andiamo a mangiare stava dicendo Elias al figlio, mentre erano quasi arrivati sotto casa di Helen, o meglio il B&B di Archer.
    Grazie Elias ancora, è stato bello conoscerti Benjamin disse poi Helen rivolta al bambino, ma lui le rispose subito Vieni anche tu? e lì rimase un attimo in silenzio spiazzata. Davvero Benjamin voleva, che ci fosse anche lei? In fin dei conti era una estranea per lui, ma pensandoci un po’ non aveva niente di meglio da fare quel giorno e sicuramente era meglio mangiare in compagnia, che da sola in camera sua o con Archer, che era diventato logorroico da un po’.
    Grazie mille per l’invito, se non vi dispiace accetto allora disse sorridendo a entrambi e andando a portare Felix in camera sua. Archer era uscito a salutare nel frattempo Elias, che a quanto pare si conoscevano. Era ovvio, Archer aveva preso Felix e lo aveva sempre seguito Elias, ancora prima, che Helen arrivasse a Besaid.
    Torno sana e salva promesso disse a Archer, che era diventato abbastanza apprensivo per lei, anche se sapeva che era capace di cavarsela da sola. Lo salutò e risalì sulla jeep diretti all’Egon pub, lei lì ci lavorava e lo vedeva già troppe ore della notte, ma mangiarci non lo aveva mai fatto e fare per una volta la cliente, non era male.
    Entrarono e salutarono tutti Clelyo e Hobi che stavano già a lavoro, lei sarebbe andata la sera.
    Ciao Clelyo, ci vediamo stasera al lavoro, sono venuta a fare la cliente, per qualche ora va bene? disse mentre lui annuiva e diceva cose incomprensibili, facendo il molesto (?). Si sedettero in un tavolo distante dagli altri e presero tutti i menù.
    Era la prima volta, che andava a mangiare fuori con qualcuno, da quando aveva memoria. Non si sarebbe mai immaginata con Elias e suo figlio, ma era davvero felice di averli conosciuti, poi lui era adorabile.
    Un sabato sera alternativo. Mi spiace averti trascinata proprio qui, immagino non sia il massimo se ci passi già tutto il resto della settimana, ma è una tradizione per noi. E lui voleva salutare il tuo boss disse rivolto a Ben, che stava salutando entusiasta Clelyo. Helen rise piano, mentre guardava il menù.
    Lavoro all’Egon da qualche mese e ci credi se ti dico, che non ho mai mangiato qui? Almeno posso dire di ave fatto anche la cliente e poi Clelyo è il numero uno disse mentre aveva deciso di prendere, anche lei il menù del giorno. Non aveva voglia di scegliere qualcosa di complicato e un panino con le patatine, sarebbe andato più che bene.
    Allora Ben, che cosa studi a scuola? Immagino, che sarai il primo della classe disse iniziando un po’ a conversare con Benjamin, mentre era intento a guardare il menù cercando di capire, che cosa voleva dalle immagini.
    Da fuori potevano sembrare una vera famiglia, chi li conosceva sapeva che non era così, ma a Helen le passò per un attimo alla mente quella consapevolezza. Anche lei un giorno avrebbe voluto avere figli e qualcuno da amare, ma non era pronta a farlo ecco tutto. La paura di soffrire, non la entusiasmava molto, anche se un giorno avrebbe dovuto superarla.
    Quindi è una tradizione la vostra eh? Anche io ne vorrei avere una...disse sorridendo a entrambi, mentre arrivava Hobi a ritirare le ordinazioni e a prendere il menù.
    Tu Elias, che cosa mi racconti? Mi rendo conto, che non abbiamo mai parlato davvero, se non di antibiotici e di pappagalli disse, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, la sua pancia iniziava a farle male dalla fame e sperava, che non si potesse sentire da fuori.
     
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