Missione vanvulini al mare.

Adam, Elias e Petra - 10:45

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    L'aria di mare si dice faccia bene al corpo e allo spirito, ma non solo quelli degli esseri umani. Era un bel giorno di sole, si stava bene, la primavera era ormai entrata ufficialmente e via via faceva sempre più caldo: era un posto meraviglioso dove passare la mattinata. «Magari ne carichiamo un po' nel portabagagli della mia auto e nei sedili di dietro. Gli altri riesci a portarli tu in spiaggia?» disse ad Adam, mentre coccolava uno dei cuccioli a cui voleva più bene: era un meticcio, tra un labrador ed una razza di cane non ben identificata. L'avevano chiamato sarcasticamente Jesus, noto per i più come "la bestia". Era sopravvissuto ad un incidente davvero tremendo, tanto che, quando l'avevano portato da lui, l'avevano dato per morto: per fortuna, però, ce l'aveva fatta e si era guadagnato anche una bella schiera di nuovi amici. Elias per primo gli si era affezionato a tal punto da pensare di portarlo a casa con sé ma, alla fine, aveva preferito lasciarlo alle cure di Adam, Petra e di tutti i volontari che, insieme a lui, frequentavano il canile. Era abbastanza in là con l'età e, oltre a non esser proprio al massimo della forma, aveva anche una deformazione alla bocca che gli faceva tenere perennemente la lingua al di fuori. Era davvero buffo: anche Ben, suo figlio, lo adorava, tanto che l'aveva paragonato al cane presente in Coco, il cartone animato della Disney Pixar, in cui quello stesso cane era diventato una sorta di spirito guida. «Perfetto allora. Ci vediamo direttamente in spiaggia!» disse ad Adam, entusiasta, avviandosi verso l'automobile per sistemarla al meglio. Scrisse rapidamente un messaggio a Petra, avvisandola di raggiungerli come confermato, ben consapevole che avrebbe fatto tardi: furbescamente - ma nemmeno tanto - le aveva dato un'orario un po' anticipato rispetto a quello in cui credeva sarebbero davvero arrivati in spiaggia. I cagnolini erano abbastanza agitati, si vedeva non vedessero l'ora di uscire un po', compresi quelli ch'erano più malmessi. Quel canile era particolare, cercavano di tenere dei piccoli recinti al posto di utilizzare delle gabbie quando nessuno era con i cuccioli e, all'esterno, vi erano degli spazi in cui, in presenza di volontari, potevano divertirsi. «Dai su, in carrozza.» fece Elias, battendo la mano sul retro della sua jeep, attirando a sé i cani ed aiutando quelli che non riuscivano a farlo da sé. Era un po' rischioso farli uscire forse, ma d'altra parte c'era lui che, oltre a conoscere tutti i loro sintomi e patologie, sarebbe potuto intervenire in ogni caso: per precauzione, aveva portato una valigetta all'interno della quale teneva diverse fiale e farmaci, da somministrare ai cani più fragili in caso - e sperava non ce ne fossero - di necessità. Sistemò tutto per bene e, una volta, pronto, partì alla volta della spiaggia che distava poco più di venti minuti, senza beccar traffico.
    Aveva collegato il cellulare allo stereo ed aveva messo, come suo solito, una playlist di rock classico, battendo appena le mani sul volante nel momento in cui vi erano dei pezzi strumentali particolarmente belli: «[...] It goes on and on, and on, and ooon!» cantò sulle note dei Journey che facevano capolino attraverso i finestrini dell'auto, a disturbare i passanti che - lui non poté vederlo - ma lo guardavano davvero male: era piuttosto intonato, gli piaceva cantare accompagnato dalla chitarra sin da quando aveva studiato da ragazzino le basi di quello strumento. Non era Elton John però e, ovviamente, sulle note alte raggiungeva picchi di stonatura davvero raccapriccianti. Dopo qualche altro pezzo dello stesso genere a tenergli compagnia per tutta la durata di quel breve tratto di strada, Spotify decise di consigliargli, per qualche motivo ignoto, un pezzo decisamente poco nelle sue corde: non era male eh, anzi, un po' gli piaceva tutta quella verve latina. Arrivò in spiaggia qualche minuto dopo Adam che lo stava aspettando con i loro amici a quattro zampe che gli giravano intorno: Elias, senza neanche dirgli di nuovo "ciao", scese a sua volta dalla jeep, lasciò uscire la maggior parte dei cani dal portabagagli e poi gli si avvicinò, prendendolo per mano e cominciando a "ballare" sulle note di Suavemente. Se avessero potuto parlare, anche i cani l'avrebbero insultato: era la giornata adatta per le figuracce. «Lo sientes Adamito, lo sienti el ritmo latino?» disse, con un sorriso stampato sul volto, mentre come una foca con evidenti problemi di mobilità cercava di ondeggiare o di fare qualunque altra cosa stesse facendo.
    Fu una breve parentesi che, gli spettatori - pochi, per fortuna - si augurarono di non rivedere mai più nella vita meme di topolino che si cava gli occhi. «Questi talenti nascosti. Cose che non sai di saper fare.» ironizzò Elias parlando di sé, facendo scendere dall'auto anche uno dei cuccioli più piccoli che aveva troppa paura per farlo da solo. «Petra ancora non è arrivata?» gli chiese, guardandosi un po' intorno, tenendo ancora in braccio il piccolo che non la smetteva di leccargli la mano. Era proprio il suo eroe in quella circostanza. «Pensavo di far fare una sorta di "fisioterapia" a Mikey che vedo particolarmente provato nell'ultimo periodo.» spiegò ad Adam, mentre entrambi un po' a fatica, guidarono tutti i cani verso la spiaggia. Era una spiaggetta libera che non aveva vincoli di alcun tipo, al contrario di molti lidi che, invece, non permettevano l'ingresso ad un animale, figurarsi per così tanti. Per l'occasione, ben conscio che si sarebbe di sicuro bagnato, Elias aveva indossato un paio di pantaloni cargo pieni di tasche: non erano particolarmente belli ma li trovava comodi, sia per trasportare oggetti senza doverli necessariamente tenerli tra le mani, sia per poter arrotolare le estremità qualora fosse servito, come in quel caso. «Poi se vogliamo mangiare qui magari proviamo a vedere di chiamare una pizza. Dici che ce la portano fino a qui?» domandò, un po' titubante a riguardo. Si era completamente dimenticato del fattore cibo.
     
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    «Magari ne carichiamo un po' nel portabagagli della mia auto e nei sedili di dietro. Gli altri riesci a portarli tu in spiaggia?» Solcando il pelo di Jesus la bestia con le dita, Elias catturò con facilità l'attenzione di Adam, che preso a raggruppare tutti i vanvulini annuì con convinzione in risposta alle sue parole. Certo, non preoccuparti il pickup è grande, anzi se vuoi darmene qualcun altro sicuramente ci entra nel retro. Approfittando della bella giornata per regalare qualche oretta di puro divertimento ai cani ospitati dal rifugio in cui Adam spesso faceva volontariato, assieme all'amico ed alla giovane collega Petra, si erano messi d'accordo per dirigersi in spiaggia, luogo adatto per lasciar divertire tutti i cagnolini in una lunga e rinvigorente passeggiata. Ognuno di quegli straordinari animali aveva una storia da raccontare, ed ora in cerca di una famiglia, attendevano di essere adottati presso il canile di Besaid, in cui fortunatamente si avvicendava un gran numero di collaboratori, pronti a prendersi cura degli amici a quattro zampe prima che venissero affidati a dei nuovi umani. Immancabilmente, nel corso dei mesi di affiancamento, tutti loro avevano costruito dei legami con i cani lì presenti, stringendo forti amicizie con alcuni vanvulini che avrebbero continuato ad accompagnare nel loro percorso. Adam sapeva che uno dei preferiti di Elias fosse Jesus, e nel notare l'intesa tra i due, aveva più volte immaginato un'amicizia a lungo termine per entrambi, compatibili nell'indole e nell'approccio al prossimo. «Perfetto allora. Ci vediamo direttamente in spiaggia!» Un segno di "ok" con la mano, e la squadra si preparò a partire, rallegrata dalla presenza degli amici cani che con i loro versetti ed uggiolii inondavano gli abitacoli delle macchine di Elias ed Adam.
    Non fu difficile sistemare la macchina per accogliere il piccoletti al suo interno in modo comodo e sicuro, ed approfittando della bella giornata, il guardiacaccia non aveva mancato di portare all'incontro anche Maina e Thunder, i suoi fratellini vanvulini che più d'una volta gli avevano dimostrato di gradire particolarmente una bella passeggiata in spiaggia. Inoltre, passare del tempo con Elias e Petra si rivelava sempre corroborante e positivo; i due vantavano energie molto diverse ma armoniosamente complementari con quella di Adam, che mai si sarebbe aspettato di fare amicizia così facilmente con altre persone data la sua indole eremitica e placida. Tuttavia, dovette ricredersi una volta iniziato a lavorare al canile, dato che attraverso la passione per i cani, fluì come naturale il contatto con gli altri due, dimostratisi subito di ottima compagnia e rispettosi degli suoi spazi, sempre attentamente custoditi. Elias e Petra conoscevano anche la particolarità di Adam, dimostratasi preziosa per la comunicazione con gli altri cani ed anche un'opportunità di stringere un legame che vedesse il guardiacaccia libero di mostrarsi come la sua natura imponeva, senza limiti o paura di essere giudicato con timore dagli altri due, invece sempre incoraggianti ed entusiasti. Il tragitto in auto rese Adam impaziente tanto quanto i suoi amici cani, che tra un mugolio e l'altro attendevano l'arrivo in spiaggia, un po' agitati nel voler essere finalmente liberi di correre e divertirsi sulla sabbia. Dallo stereo iniziò presto a risuonare il buon vecchio John Denver, che mai abbandonava il tempo in strada del guardiacaccia, blessandolo con la sua vocetta dei monti ed il suo banjo country. Dopo circa un quarto d'ora, la combriccola giunse alle porte della spiaggia, che fortunatamente non troppo affollata avrebbe potuto accogliere senza intoppi lo zampettare dei visitatori animali ed umani.
    Dal finestrino abbassato, Adam potè già inspirare a pieni polmoni l'aria pungente e salmastra in prossimità della costa, che spesso poteva percepire anche accedendo alla spiaggia attraverso il bosco, nel quale gli odori delle frasche e della resina arborea spesso si univano a quelli delle onde, incorniciando con quelle effimere percezioni l'intero panorama naturale di Besaid, che dalla montagna al mare regalava una varietà invidiabile di paesaggi ai suoi abitanti. Adam fu veloce ad aprire le portiere ed a far scendere tutti i cani dal retro del pick-up, ed in perfetta intesa con loro, iniziò a lasciarli scorrazzare per la spiaggia senza troppo allontanarsi dal parcheggio in modo che Elias ed eventualmente Petra potessero vederlo. Difatti, senza troppo tardare, anche l'altro ragazzo emerse nel panorama marittimo, liberando i cagnolini dal mezzo di trasporto prima di scivolare verso il guardiacaccia a ritmo di salsa, prendendolo anche per mano in modo da avviare la giornata Natalia Titova style guillermo mariotto... OTTOU. Adam naturalmente non potè che prestarsi al cha cha cha improvvisato di Elias, e dopo avergli fatto fare una giravolta da esperto ballerino qual era, lo abbandonò con un "olè", riprendendo così ad incrociare le braccia senza paura della figuraccia appena fatta - del resto il guardiacaccia poteva considerarsi un vero veterano del disagyo. «Lo sientes Adamito, lo sienti el ritmo latino?» Una single tear si riversò dall'occhio destro del guardiacaccia, che ridacchiando annuì con convinzione. Eh.. Claro que si chico- Utilizzando i residui dell'incantesimo poliglotta delle pannocchie magiche di Halloween, Adam si diede ad un perfetto spagnolo per rispondere alla domanda suave di Elias, prima di osservarlo riprendersi un attimino dal devasto. «Questi talenti nascosti. Cose che non sai di saper fare.» Dispiegate le labbra in un sorriso, il guardiacaccia diede una mano all'amico nell’accompagnare i cucciolini più piccoli fuori dalla sua jeep, e rispose con un cenno del capo alla domanda dell'altro, chiarendo il fatto che ancora Petra non si fosse vista in spiaggia. Forse arriverà tra poco. Le hai mandato un messaggio? Di sicuro lo leggerà. Aggiunse poco dopo, rassicurante come sempre, prima di iniziare a muovere i primi passi sulla costa sabbiosa ma anche ricca di ciottoli in alcuni punti meno prossimi al bagnasciuga. «Pensavo di far fare una sorta di "fisioterapia" a Mikey che vedo particolarmente provato nell'ultimo periodo.» Sempre affiancato da Maina e Thunder, e poi anche dagli altri vanvulini, Adam accennò una risposta positiva ad Elias, lanciando un'occhiatina al cagnetto in questione si è il cane di hobi e arriverà anche on game o yea stefception. Penso che sia un'ottima idea, fare due passi vicino al mare vedrai che gli farà bene! Confermò Adam, prima di portarsi le mani nelle tasche dei jeans scuri che indossava, monitorando silenziosamente ed attentamente tutti i popettini che affondavano le zampette nella sabbia.
    «Poi se vogliamo mangiare qui magari proviamo a vedere di chiamare una pizza. Dici che ce la portano fino a qui?» Un'espressione comprensiva e dubbiosa tanto quanto quella di Elias si manifestò sul volto di Adam, che sollevando le spalle prese un respiro per concedersi un paio di secondi di riflessione. Mm.. Non ne sono sicuro.. Però possiamo sempre tentare, al massimo più là in spiaggia c'è un baretto. Spiegò il giovane, puntando le iridi scure oltre le frasche che delimitavano l'ingresso a quella parte di spiaggia da cui emerse la figura di Petra. Adam e qualche cagnolino le andarono incontro, e dopo un fugace ma affettuoso abbraccio, il guardiacaccia condusse la ragazza più piccola verso il resto del gruppo. Come stai Petra? Qui ci sono tutti oggi. Anticipati dalle parole del guardiacaccia, molti dei vanvulini assalirono la loro amica, facendole le feste e dandole un caldo benvenuto. Con il passare dei mesi, Petra era diventata per Elias ed Adam una compagnia tanto gradita da assimilarla a quella di una componente più piccola della famiglia, che con la sua giovane età portava una ventata d'aria fresca nel contesto non solo del rifugio, ma anche in generale nelle vite di entrambi. Allora, ben felice di vederla, il guardiacaccia le lasciò abbastanza spazio e tempo per acclimatarsi dopo il suo arrivo, per poi indicarle Elias con una mano. Attenta, oggi Elias ha voglia di partecipare a Ballando con le stelle. L'avvertì lui condendo ogni parola con una sommessa risata, per poi destreggiarsi tra un canetto e l'altro ed incominciare ufficialmente quella passeggiata in spiaggia. Oltre a vegliare su di loro, i tre umani si occuparono anche di far giocare alcuni tra i vanvulini più timidi che ancora non si erano persi nell'esplorazione del territorio e dell'acqua del mare. Petra sembrava essere particolarmente disinvolta con gli ospiti del rifugio, e grazie al suo prezioso aiuto, molti dei cagnolini poterono godere appieno del divertimento di una passeggiata sulla costa mentre Elias si era dedicato ad aiutare Mikey e Jesus nel recuperare le forze. Proprio in quei momenti, Adam iniziò ad avvertire una sensazione a lui familiare e legata alla natura che lo circondava, consapevole ormai dopo degli anni di pratica, che il momento della trasformazione sarebbe stato imminente, e sperò, non di troppo impiccio per i suoi amici.

    Edited by ‹Alucard† - 3/6/2020, 00:40
     
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    Ci sono problemi che non si risolvono facilmente. Alcuni sono insormontabili, altri invece vengono ingigantiti dagli sguardi che vi si posano sopra e, al momento opportuno, scoppiano in aria come una bolla di sapone. Tuttavia alcuni si potevano risolvere in modi insoliti e, infatti, Petra aveva scoperto da qualche mese l'effetto salutare che passare tempo in canile e in compagnia di batuffoli a quattro zampe aveva non solo sul suo umore, ma anche sulla prospettiva che aveva della vita, fattasi incredibilmente più scura a seguito di tristi eventi che non le avevano permesso di vivere con serenità quello che sarebbe dovuto essere uno dei periodi più belli della sua vita: insomma, non si hanno diciannove anni troppe volte nella vita, giusto? E, per quanto non sopportasse le aspettative che i romanzi o film di formazione inculcavano nelle menti dei più giovani, doveva proprio ammettere che da un po' di tempo a quella parte la vita faceva, senza alcun ritegno o vergogna, schifo. Innanzitutto aveva dovuto rispondere per la seconda volta ad una chiamata urgente dell'ospedale e, di nuovo, al di là della cornetta l'avevano aspettata delle preoccupanti notizie che interessavano la persona che gli era più cara al mondo, ovvero sua sorella. E poi, proprio per non farsi mancare nulla, a seguito dell'ultimo spettacolo all'Hope&Ruin la situazione fra Klara ed Helena era andata peggiorando fino a quando, un po' come due genitori che si separano, non diedero a Petra la sfortunata notizia: si erano lasciate dopo ben tre anni di relazione. Di conseguenza, la band non aveva più modo di esistere e, mandato giù per lo scarico l'unico sogno a cui si era aggrappata con le unghie e con i denti, qualcosa all'interno di Petra le aveva urlato fino a perdere il fiato di prendersi cura di sé, cercare del tempo per ricalibrare l'equilibrio messo ancora una volta alla prova.
    Queste erano le ragioni che l'avevano spinta ad importunare (a fin di bene) il già conosciuto Elias, che sapeva essere uno immischiato nel settore del volontariato; qualche chiacchiera in più durante una visita per un geco particolarmente sensibile e Petra si era trovata nel giro di pochi giorni a riempire anche quelle ore vuote, poiché precedentemente occupate dalle prove con le Might Get Ranchid, di peli di cane, coccole e odore pungente di croccantini a non finire. Per quanto fosse stancante alle volte non poteva che definirla un'attività catartica e, fra l'altro, aveva la possibilità non solo di lavorare con qualche altro volontario saltuario e ricaricarsi nel stringere amicizia con persone del tutto sconosciute, ma di passare del tempo con altre due persone che si erano rivelate simpatiche nonostante l'età. Uno era il caro veterinario e l'altro un tipo silenzioso e bruno, uno che fra l'altro svolgeva un ruolo una freca importante all'interno della comunità di Besaid, ovvero il guardiacaccia Adam. Tant'è che lei non era certo tipa da fumare o da appiccare per sbaglio degli incendi nel bosco, ma da quando sapeva di averlo fra le cerchie di amici ci prestava particolarmente attenzione.
    Così, volendo dimostrarsi il più possibile una ragazza responsabile, quella domenica si era messa di buon grado con la testa china contro la scrivania, intenzionata ad ultimare tutta la mole di lavoro scolastico prima di uscire, consapevole del fatto che una volta tornata da quell'avventura avrebbe voluto solo schiacciarsi contro il letto per risvegliarsi il giorno dopo. Dopo aver trascorso una piacevole colazione con la sorella maggiore, che si assicurava di viziare il più del necessario, si affrettò a sfogliare più pagine possibili mentre rimescolava appunti ed esercizi, fino a quando non vene interrotta dal trillo di una notifica proveniente dall'abbandonato cellulare. Si trattava di Elias: dopo un breve scambio di messaggi le arrivò ciò che mai avrebbe desiderato vedere. Un messaggio del buon giorno! Era ironico? Era serio? E lei che lo credeva un tipo ganzo. Si piantò una mano in faccia, si appuntò di preparare un thermos di caffè per l'anziano volontario e veterinario e, non appena le fu possibile, imbracciò lo skate così da poter raggiungere la spiaggia. Adeguatamente coperta per le temperature della giornata, non aveva solo addosso la maglia del canile con tanti residui di zampette agli orli, ma anche il suo fantastico pikachu-punk in testa. Nell'avvicinarsi al punto d'incontro riconobbe le macchine di entrambi e si sentì un po' in imbarazzo per averli fatti aspettare, tuttavia non credeva di essere così in ritardo: l'orologio al suo polso le segnava giusto quindici minuti d'attesa. Fra l'altro, sicuramente i due erano stati più che impegnati a tenere a bada i tanti cuccioli di cui si potevano già sentire i gioiosi abbai e, mentre si avvicinava alla spiaggia, si accorse di essere stata individuata da Adam.
    Ciao beeelli! Alzò le braccia al cielo in segno di saluto rivolto un po' a tutti i presenti e il volto le si arricciò in un sorriso. Si liberò velocemente del longboard così da avere le mani libere e, aggiustandosi alla meglio lo zaino sulle spalle, si preparò ad essere salutata dall'intera truppa. Yoo, Adam. What's poppin' my dude? Fu costretta a mettersi in punta di piedi nel momento in cui venne salutata con un affettuoso abbraccio da Adam e, dopo averlo ricambiato, rivolse l'attenzione ai passetti che le si avvicinarono, non poté che illuminarsi di pura sorpresa quando gli occhi chiari saltellarono da parte a parte. Ahah, lo vedo! Wè belli come ve la passate? Come butta? Ma chi sono tutti questi musetti cagnetti da strapazzo? E mentre cercava di disseminare il più possibile affetto fra le varie code scodinzolanti che le si pararono davanti, Petra salutò con la tipica vocina stridula uno per uno i cani per nome e con un buon carico di carezze, facendo perfino l'errore di abbassarsi per essere slinguazzata a dovere dai meno timidi. Comunque, tutto bene! Scusate il ritardo! Cercò di rispondere alla domanda del guardiacaccia dopo aver ricevuto abbastanza affetto e averne ricambiato altrettanto, ormai rassegnata all'idea di aver le guance e le mani più spesso del solito inumidite dai baci dei cani presenti.
    Seguì Adam fino a quando non individuò anche Elias e, messa al corrente della situazione dell'altro, allargò le braccia nel mostrare il miglior shimmy-shimmy con le spalle mentre nel frattempo diceva: Elias è arrivata la tua degna opponente! Scherzò e lo salutò con una pacca sulla spalla, provando a rubare una carezza alla bestia e osservando per qualche secondo il lavorio del veterinario con Mickey. Quel cane era davvero buffo, sembrava un vecchietto in miniatura! Ah! E ti ho anche portato ciò che desideravi. Annunciò facendo sì che l'anticipazione diventasse palpabile, quindi sfilò dallo zaino la parte superiore del thermos riempito di caffè. Tutto per voi. Concordò annuendo, dato che non era un gran patita di caffè, quindi si sfilò del tutto ciò che sarebbe stato superfluo per portare in giro i cagnolini o interagire con loro, ammucchiandole nella zona che i volontari avevano occupato. Stavate parlando di cibo, vero? Ve lo si legge in faccia. My dudes, non preoccupatevi... E, mentre parlava, si batté le punte delle dita contro le spalle, per poi aggiustarsi il pika-punk in testa. Indicò il suo zaino che, come sempre, sarebbe stato in grado di contenere un intero essere umano se necessario e, in effetti, quel giorno sembrava più gonfio del solito. Visto che mi offrite sempre voi da mangiare, questa volta ho pensato di preparare qualcosa io! Ovviamente ho anche piatti, bicchieri, posate non in plastica, eheh... sperando che non si sia frantumato qualcosa nel tragitto. Niente facce schifate e non preoccupatevi perché non morirete... dato che ho chiesto una mano a mio padre. Ho pensato a tutti quanti, quindi una bella insalatona di quinoa, barbabietole, edamame e spinacini! Ne abbiamo fatto tipo un chilo... ah! C'è pure il dolce. Ho fatto i brownie, ma non di quelli che piacciono a te. Spostò lo sguardo divertito verso Adam ayy lmao blaze it, dato che certi odori erano inconfondibili, e quindi mostrò i pollici soddisfatti a tutti e due gli altri volontari, equipaggiandosi al meglio per iniziare il suo turno.
    Il gruppo di ospiti del canile erano un bel gruppetto variegato e dalle energie più disparate. Vogliatemi perdonare mentre vi rubo un po' di tempo per citarne almeno alcuni, dato che si potrebbe fare un bingo tutto personalizzato. Come ogni canile che si rispetti, non mancava la combriccola di mini-cani che sembravano proprio dei nulla di buono ma che in verità erano solo più difficili da ammaliare; superati i continui abbai che vi rivolgevano non appena vi individuavano nei loro dintorni, Maciste, Ercole e Golia si rivelavano tre pseudo-chihuahua molto affettuosi e, se messi insieme, componevano anche un cane completo - dato che a uno mancava un occhio, all'altro un pezzo di coda (ed era completamente sordo) e l'ultimo era un tripodino molto simpatico. Come dimenticarsi poi di Vaniglia e Fragola, le uniche due sopravvissute ad un parto difficile e che in quel momento stavano correndo insieme alla madre, Cioccolato, che le seguiva poco distante e con il suo ritmo. Infine, accanto ad un senior che avevano deciso di chiamare, in modo del tutto casuale, Vessicchio, trotterellava allegro un giovane cagnolone (Armstrong) contentissimo di trasportare un tronco ben più grande di lui. A ben veder la grandezza delle zampe, sarebbe diventato sicuramente un cavallo. E poi ovviamente c'erano da citare in via eccezionale Maina e Thunder, gioie degli occhi del guardiacaccia che Petra stava accompagnando nel tenere sotto controllo e ben divertiti i vanvulini.
    Diversi bagni improvvisati, rami lanciati, buche scavate e biscottini rubati dalle tasche dei volontari, la maggior parte dei cani, almeno quelli più anziani, sembravano finalmente aver esaurito il serbatoio d'energie e alcuni decisero di appisolarsi, mentre altri erano dell'idea di voler raggiungere l'Australia a furia di scavare. Optando per la prima opzione, anche Petra si andò ad afflosciare a poca distanza dal proprio zaino (iniziando ad avvertirne un po' la mancanza) e, dopo essersi occupata di asciugare e districare i nodi fra il pelo di Cioccolato, si dedicò a regalarle delle coccole mentre osservava gli altri due continuare a svolgere le loro mansioni. Di sicuro le avrebbero concesso qualche minuto di pausa e, passandosi una mano sulla pancia, si domandò se anche gli altri due volontari non avessero voluto rispondere al più presto ai canti degli stomaci.
     
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