could've fallen but we only grew so i made my house a home with you

Jimin & Yoongi - high school musical? 4 ever

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  1. ‹Alucard†
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    Non appena Yoongi e Jimin si furono rifugiati tra le braccia calde della casa, l'uno raggomitolato contro l'altro, il tepore familiare di quella vicinanza gli parve sempre più accogliente, sereno, uno spazio sicuro in cui sprofondare insieme. Stai decidendo, mh? Un sorriso più intenerito si fermò all'angolo delle labbra di Jimin, che ad occhi socchiusi osservava il compagno scrutare il display in cerca di cibo. Jimin però non riuscì a resistere ad un bacio, piccolo, ma che lo chiamava a gran voce. Jimin-ah... Meglio accusare il colpo, quel tenue miagolio contrariato che allargò ancor di più il sorriso del più piccolo, tra un brontolio e l'altro dello stomaco. Yoongi-hyung~ Rimbeccò, in tono bonario ma un po' canzonatorio, mentre uno sguardo del tutto innocente cercò di incontrare quello dell'altro. Forse, avvertire i piccoli lamenti di Yoongi avrebbe potuto entrare nella lista dei passatempi preferiti del minore, che accantonò ben presto quel pensiero più giocoso e complice per domandare al compagno cosa desiderasse mangiare. Mmh, del bulgogi... Non molto tempo dopo, non fu del cibo ciò che Jimin si ritrovò ad assaggiare, ma le squisite labbra di Yoongi, raccogliendole contro le proprie in numerosi baci pronti a posarsi anche su altri fazzoletti di pelle del più grande, il cui gusto sembrò imprimersi e dissolversi direttamente sulla lingua di Jimin. S-sì, va bene così. Nel manipolare l'amato non mancò di notare la sua timidezza, e tenendo per qualche secondo lo sguardo nel suo, Jimin gli assicurò di poter fermare qualsiasi movimento ad ogni più minimo segnale: il suo obbiettivo era far star bene Yoongi, non metterlo a disagio. Non gli interessava delle presunte abilità di entrambi, di quanto precisi avrebbero dovuto essere i loro baci, di come fare ad ipnotizzare un altro essere umano con un solo piccolissimo guizzo della lingua; ci sarebbe sempre stato tempo per imparare qualsiasi linguaggio. Jimin invece desiderava solo percepire Yoongi in veri, disordinati e confusionari baci, i loro primi, le loro più amorose parole da custodire sempre nel corpo e nella memoria. Allora lasciò che Yoongi si appoggiasse a lui, che lo accarezzasse e che quel tocco felpato si fermasse ovunque ritenesse più opportuno, e di rimando Jimin vibrò contento contro le labbra del compagno, spostandosi così più in basso per regalargli altre attenzioni. Jiminie, niente segni. Niente segni... Si ripetè tra sè e sè tra un bacio e l'altro, proprio mentre era intento ad intrappolare minuscole porzioni di pelle tra i denti e mordicchiarle, lenendo poi il dolore con qualche umido bacio, tutt'occhi dolci, che spalancati e ricolmi di candore si posarono immediatamente in quelli del suo hyung. Mm~ La semplice risposta si annidava in un piccolissimo miagolio, nulla di più, incastonato in quel languido sguardo ben presto ricoperto dalla lama ben più affilata delle palpebre socchiuse a renderlo pericoloso. Dei piccoli segni rossi, infatti, iniziarono a sbocciare sul collo di Yoongi. Sarebbero spariti nel giro di una giornata. Jimin-ah. Tirando appena la testa all'indietro, Jimin si concesse di indugiare un po' nel tocco di Yoongi, ammettendo a se stesso, privo di alcuna vergogna, che avrebbe potuto uccidere senza rimorso per quelle labbra soffici e rosa e quelle dita così carine, lunghe e nodose. Tristemente però, Jimin non si concesse appieno di godere di momento di beatitudine, rintracciando nella preziosità di quegli stessi momenti una malinconia che forse da sempre non aveva mai lasciato il suo cuore. La bellezza ed il valore inestimabile della compagnia di Yoongi gli rammentarono anche di quanto devastante sarebbe stato perderle.
    Con quel velo di inquietudine a rendere opaco il suo sguardo, Jimin seguì il compagno nella sua stanza da letto, sicuro di voler passare la serata ed anche la nottata con lui ma non aspettandosi certamente ciò a cui assistette poco dopo: stralci di passato che gli inondavano la memoria, consapevolezze da troppo tempo taciute ora spinte verso l'alto nel gesto tanto generoso quanto intenso di esporre Jimin ai suoi stessi oggetti, frammenti di un passato che poteva toccare con mano ma che pareva al tempo stesso lontano anni luce. Così, acciambellati l’uno vicino all'altro, Jimin e Yoongi tornarono ad incrociare forme remote di sè, intrecciate a quelle attuali in un nugolo intenso e potente, tanto che il più piccolo si lasciò sopraffare sino a spezzarsi sotto al peso di sofferenze che fino a quel momento non era riuscito a comprendere fino in fondo. Oh, Jimin-ah... ? Non sentì il sussurrò di Yoongi se non come un distante suono senza forma, impegnato a contrarsi dal dolore racchiudendosi su se stesso come una creatura marina pronta a morire. Dopo qualche spasmo, le lacrime iniziarono a scendere pian piano ma inesorabilmente più fitte. Ehi, Jimin-ah... guardami, vieni qua. Tra un singulto e l'altro, Jimin si accorse di essere scivolato in uno spazio più grande di sè, di Yoongi e di entrambi loro: qualcuno aveva voluto far loro del male, procurare ad entrambi deliberatamente delle ferite ricorrendo a metodi crudeli. Ritornò in breve tempo al momento in cui i suoi genitori gli dissero di andare via, di non riferirlo a nessuno, di lasciare la Corea con un completo sconosciuto per dar loro una vita migliore. All'improvviso tutto sembrò ricongiungersi in un concatenamento che lo aveva imprigionato, ogni anello saldato tra smodata cupidigia e completo disprezzo della sua vita. I Park, i Nygard, i genitori di Yoongi, Libra, chi più chi meno aveva ricoperto un ruolo in quel passato fumoso e sbagliato. Non c'era mai stato niente che in Jimin o in Yoongi non andava, bensì in tutto il resto attorno a loro. Per questo, nel versare le sue lacrime, il più piccolo non si curò affatto di mostrarsi così vulnerabile ed esposto, aggrappandosi alla presenza di Yoongi per crollare del tutto con lui. Gli prese quindi la mano e la strinse nella propria più piccina, concentrato ora solo su quel calore familiare, ora accorso a dargli sollievo anche sul volto.
    Fu un po' difficile separare Jimin da quella lettera tanto preziosa, e non appena Yoongi lo convinse a lasciarla andare, un lento e progressivo rilassamento iniziò a distendere i muscoli contratti del più piccolo, nonostante non avesse ancora smesso di piangere. Ssh, Jimin-ah... La stoffa che gli raccolse quelle ultime lacrime era soffice, sapeva di Yoongi, gli ricordava tanto- Proprio come a scuola. Pensò, appoggiandosi ora di più alle carezze che gli venivano man mano regalate, con lo sguardo languido ora diretto in quello di Yoongi. Mi dispiace, non volevo farti piangere. Un piccolo 'no' scavalcò le labbra di Jimin posandosi direttamente su quelle del compagno, in un tenue tentativo di non farlo preoccupare: non era stata una sua colpa a causarne la reazione tanto intensa, nè quel pianto liberatorio. In verità, Yoongi non avrebbe mai potuto essere colpevole, piuttosto, un salvatore. Fu quella consapevolezza a rilassare Jimin ulteriormente, lasciando che dalle fronde liquide della sue lacrime emergessero sia un sorriso ricolmo di amore che la sua dichiarazione sincera, grezza e senza filtri tutta per Yoongi. E poi... mi piaci anche tu, testone. E poi, in quel momento, Jimin fu assolutamente sicuro di aver perso qualche battito cardiaco ed assaggiato una brevissima e dolcissima morte; non si sarebbe mai dimenticato di quelle parole, del fatto che le avesse pronunciate proprio Yoongi, il suo adorato hyung. Mi piaci anche tu, mi piaci anche tu, mi piaci anche tu... Testone- continuava a ripetersi, ora riempito da una crescente felicità che traboccava persino fuori dalle sue labbra, in una risatina tremante ancora un po' ariosa dal pianto. Ho voluto farti vedere la scatola non per farti scusare, e nemmeno per farti piangere. Volevo dirti apertamente quello che provavo... e che puoi essere tutte quelle cose per me, solo se io posso esserle anche per te. Va bene? Le labbra si schiusero in un muto "oh" pieno di tenerezza, e così Jimin si rintanò nell'abbraccio del più grande, stringendo Yoongi a sua volta proprio come le sue parole gli avevano rivelato: saremo questo l'uno per l'altro. Rimasero avvolti in se stessi per tanto tempo, indugiando in quegli attimi tanto preziosi, finchè il respiro raggiunse un ritmo identico tra loro, calmo, profondo, ora finalmente in pace. Jimin poteva dire di star iniziando ad abbandonare i pesi del passato. Nel frattempo, trattenne Yoongi a se ancora per un po', rabbrividendo appena al suono della sua voce tanto vicina. Jimin-ah, quando ti hanno portato via, ho fatto molte cose stupide... ho cercato di allontanarti e di odiarti. Ma non sono mai stato capace di buttare via tutti questi oggetti, la nostra storia. Quando ci siamo rivisti... ho provato ad eliminarti una seconda volta- fortunatamente senza successo. Ora so che non riuscirei più ad allontanarti e... non posso più continuare a dirmi di “no”. È inutile. Tutto qua. Ascoltò tutta la sua spiegazione, ed in essa Jimin trovò grande conforto. Era felice di sentire che Yoongi stesse iniziando ad ascoltarsi, a vedersi e non ritrarre lo sguardo dal suo riflesso, e ad avventurarsi in se stesso in modo da apprezzarsi veramente, da lasciarsi esistere. Annuì lentamente alle sue parole, ed il suo sguardo languido si riempì di orgoglio, esteso al resto del suo volto così fiero e potente da essere evidente. Grazie, hyung. Tutto questo è prezioso, tu sei prezioso. Specificò, noncurante della voce un po' più bassa e provata dalle lacrime, senza mai ritrarsi dallo sguardo di Yoongi per offrirgli lo stesso supporto e protezione che gli aveva appena donato lui. Lasciò che si avvicinasse ancora, ed accogliendolo contro il collo, Jimin ne percepì con piacere il respiro caldo contro la pelle, piantando piccolissimi baci tra le ciocche rigogliose dei capelli di Yoongi, pronto ad ascoltarlo.
    Ho ripensato al fatto che siamo stati lontani per undici anni e comunque un solo mese è stato devastante. Ti avevo finalmente ritrovato... solo per lasciarti andare via? Allora ho capito, e mi sono ascoltato. Ora Jimin aveva preso a solcare la schiena di Yoongi con le mani, ripercorrendone la muscolatura dall'alto in basso e viceversa, accogliendo ogni sua parola con delle leggere fusa ed un cenno attento prima di socchiudere gli occhi. Neanche lui avrebbe mai voluto perdere l'altro, il suo punto di riferimento e senza dubbio l'amore della sua vita. Avevo così paura... ma alla fine è vero, tu sei me e io sono te. Penso sia confortante, in un certo senso. Le lacrime sembravano essersi fermate, ed ora più calmo, Jimin racchiuse del tutto Yoongi nel suo abbraccio, lasciando che vi trovasse rifugio mentre lo osservava dalle palpebre socchiuse e gli lasciava altri baci lungo il morbido profilo, concordando silenziosamente con lui. Sapere di corrispondergli, di ritrovare se stesso in lui e viceversa lo tranquillizzava, lo ancorava ad una realtà che aveva ricercato da tempo e che per quanto enorme, sapeva sarebbe stata sicura. A Yoongi bastò allungare una mano per incoraggiare Jimin a seguirlo, tornando entrambi in piedi per fronteggiare lo specchio. Il più piccolo sapeva, sin dal loro primo incontro a Besaid, che cosa significasse per il compagno osservare dentro quelle superfici riflettenti, scrutarne il riflesso lontano, ed il petto gli si gonfiò in anticipazione così come di curiosità: ora Yoongi aveva trovato il coraggio di osservare oltre la lastra di vetro - che cosa vedeva? Forse si sarebbe trattato di una domanda stupida; la risposta l'avevano già sussurrata l'uno all'altro. Io sono te e tu sei me. Jimin-ah... avrei dovuto farlo molto tempo prima, avrei dovuto riconoscere il nostro passato e... osservarci davvero. Ti guardo, e mi vedo molto meglio di quanto io possa mai fare da solo. Sei il mio miglior riflesso... Stretto a Yoongi, Jimin non cercò nemmeno più di acquietare il battito selvaggio del cuore, che ad ognuna di quelle frasi si faceva più intenso e ne esprimeva l'emozione. Ogni parola che Yoongi gli aveva regalato quel giorno era stata un vero dono, una testimonianza di se stesso, della loro vita passata e presente e del loro amore che adesso Jimin poteva avvertire sin nelle ossa. E tu il mio. Rispose semplicemente, tenendo Yoongi vicino a sè, dandogli tutto il tempo e lo spazio di assorbire ogni immagine ed ogni sensazione. Non volle invadere gli spazi del più grande, nè disturbarlo in alcun modo, per questo Jimin si limitò semplicemente a sfiorare i suoi capelli con le labbra, respirandone il profumo prima di baciarli un paio di volte, con tocco di piuma. Lo sguardo lucido invece si spostò sullo specchio, irradiato di una luce felice nel scorgere le loro forme insieme, cresciute, ancora unite. Jimin aveva capito di adorare quel panorama più di ogni altra cosa.
    Però, se devo essere sincero, ho ancora un po’ di paura, Jimin-ah. Se dovessi ferirti di nuovo? Se facessi di nuovo il codardo? Non voglio... rovinare questo. Non più- Spingendosi più vicino al compagno, Jimin raggiunse i suoi fianchi con le mani, raccogliendoli tra i palmi ancora un po’ umidi. Quindi, scosse appena la testa e sbuffò una leggera risata per dissipare gli ultimi singhiozzi, con il cuore che ancora stretto in spasmi d'emozione. Io voglio- voglio solo stare con te, Jimin-ah, perché non esiste niente di male, quando stiamo insieme. In un lieve sospiro, Jimin si rasserenò sempre più, accogliendo le parole di Yoongi ad ogni battito del cuore, lasciando che ciascuna si posasse in esso e ne venisse custodita. Un lieve cenno d'assenso, sentito e sincero, e Jimin potè sentire nuovamente le lacrime che fino a poco prima gli erano scivolate giù per il viso tornare ad appollaiarsi sulle rime dei suoi occhi, pronte a cadere al primo battito delle palpebre. Hyung... Ogni volta che si cammina si può cadere e ci si può fare male. Per questo gli esseri umani smettono di muoversi? Si va avanti, sempre. Allora... restiamo insieme. Rispose semplicemente, approfittando della vicinanza e di tutta quell'emozione per srotolarne i fili ingarbugliati direttamente sulle labbra di Yoongi, contro cui Jimin pressò le proprie senza più esitare, posando una mano sul suo palmo mentre l'altra andò a circondargli i fianchi, trattenendolo a sè, solidificando ancor di più il pensiero che no, Yoongi stavolta non sarebbe andato via. Il morbido schiocco dei baci riempiva la stanza del più grande, e pieno del suo abbraccio e del suo odore con facilità Jimin vi si immerse, calandosi in acque differenti da quelle platoniche della loro amicizia, ma altrettanto lenitive e piacevoli. Le gentili pressioni delle sue labbra incontravano quelle dell'amato, facendosi spazio man mano contro di esse proprio mentre le mani si spostavano gentilmente sino ad avvolgere completamente le spalle ed i fianchi di Yoongi tra le braccia. Non erano poi baci così diversi da quel primo, cocente contatto che aveva toccato Jimin undici anni prima, un ultimo sconvolgente tocco prima che crollasse tutto; ne avvertiva lo stesso amore, ora però, più nitidamente. Era pronto ad accoglierlo ed a ricambiarlo, a mostrarsi a Yoongi proprio attraverso quel sentimento che li aveva uniti per più di undici anni, e così fece: nel tempo di un respiro tornò a guardarlo negli occhi, imprimendo nella memoria quel momento, quello del più importante che avesse mai sentito pronunciare, e tornò a baciare il più grande, stringendolo tra le braccia e lasciando semplicemente che le loro labbra si muovessero insieme, non più interrotte da alcun tipo di interferenza esterna o interiore. Hyung.. Sfiatò appena Jimin, non tanto per riportare Yoongi all'attenzione quanto in un richiamo dolcissimo, invitandolo così ad avvicinarsi di più - ne aveva bisogno, ne avevano entrambi. I baci da quel momento si fecero più fitti, gradualmente più umidi mentre Jimin ricercava più calore dalla bocca dell'amato, invitandola a schiudersi piano piano mentre lasciava su di lui ogni più dolce carezza, percorrendo la schiena ed i fianchi di Yoongi con i piccoli palmi sino a raccogliere la stoffa dei suoi vestiti in un pugno minuto, mentre l'altra mano si intrecciava ai suoi capelli e li accarezzava, in un tentativo di esprimere tutto l'amore che sapeva di star provando per lui.
    Non si stancava mai, perfino quando sentiva il fiato farsi più corto e le labbra formicolare, Jimin aveva tutta l'intenzione di riempire Yoongi di baci così tanto da perderne il conto e recuperare i tanti anni di lontananza in quei soli pochi momenti. Del resto, ora erano insieme insieme e l'euforia incontenibile di poter davvero baciare Yoongi in ogni momento sembrò sopraffare Jimin, che all'improvviso, tra un bacio e l'altro, iniziò a lasciar cadere sulle labbra del compagno anche piccole risate tintinnanti e gioiose. Hyung- Trillò, stavolta trascinando più giocosamente Yoongi con sè sino al materasso, cadendoci su ben contento di avere l'amato direttamente addosso. Mmm... Allora vuoi dire che... Un'imbeccata, poi un'altra, i contatti veloci e fugaci di Jimin si posarono su tutto il viso di Yoongi, finendo per riprendere le sue labbra e concedersi un contatto più lungo, profondo e rugiadoso che si dissolse solo quando l'aria iniziò ad evadere del tutto dai polmoni del minore. Adesso sei ufficialmente il mio ragazzo? Si trattava di una semplice realizzazione, eppure per Jimin rappresentava qualcosa di entusiasmante; poter godere di una relazione con Yoongi, conoscerlo in modi diversi da quelli che aveva sperimentato sin ora, condividere con lui non solo la quotidianità ma anche i suoi sentimenti. Tutto ciò era sconvolgente, meraviglioso. Allora il volto del più piccolo assunse sembianze ben diverse dalle precedenti languide e tristi, lasciando che gli occhi ancora un po' lucidi incontrassero quelli di Yoongi proprio mentre un sorriso ampio e profondamente felice gli lambì le labbra, irradiando l'intero viso del minore di luce. Le sue manucce continuavano a percorrere il busto del compagno in ampie carezze, ed una proseguì con più audacia, raggiungendo la pelle di un fianco di Yoongi oltre i suoi vestiti, toccandolo senza malizia ma con estremo affetto e curiosità in tenui carezze. Il mio hyung. Sussurrò ora più serio Jimin, percorso da una profonda sensazione di felicità ed appagamento, un po' come se in quelle basse vibrazioni volesse esternare le sue fusa per l’altro, mentre una guancia andava a sfiorare quella di Yoongi, strofinandovi appena il suo odore in un gesto affettuoso prima di baciarla. Dovremmo fare una vacanza insieme, quando ne avremo la possibilità, che ne pensi? Dovremmo... Stare insieme per un po', solo io e te, senza impegni e senza doverci preoccupare di niente. Il suggerimento di Jimin gli scivolò fuori dalle labbra con estrema facilità, immaginando già un prossimo futuro da vivere con Yoongi, senza più nessuna ansia di doversi nascondere, di dover sbiadire i loro colori brillanti, di dover riformulare le parole necessarie a descriversi e raccontare i propri sentimenti; la sola idea riempiva Jimin di gioia, affetto e trepidazione, ben visibili nel suo sguardo innamorato, lucido e vispo. Forse doveva sembrare instabile agli occhi del povero Yoongi, sballottato da un pianto inconsolabile a sorrisi raggianti, tuttavia Jimin trovava difficile trattenere ogni emozione racchiusa dentro di sè, non riuscendo a contenerle in compagnia della persona che ne causava ogni più piccola vibrazione.
    Così si chiuse per qualche minuto nel silenzio, fermandosi per percepire il peso gradevole di Yoongi su di sè, il suo petto che si muoveva in calmi respiri contro il proprio, la leggerezza dei suoi capelli scuri tra le dita, il calore della sua fronte contro le labbra. Non si sente niente di male quando siamo insieme. Ancora una volta quel pensiero gli balenò nella mente, attraversandola prima di rituffarsi nelle sue profondità; era vero: Yoongi era capace di cancellare con la sua sola presenza qualsiasi interferenza pronta ad intromettersi tra loro. Adesso erano insieme, ed avevano deciso di guardarsi davvero, di rispecchiarsi l'uno nell'altro e finalmente combaciare. Hyung.. Te lo ricordi, al Dropbeat? Quella domanda appena mormorata si presentò vaga, eppure Jimin era certo che Yoongi avrebbe potuto senz'altro comprendere gli eventi a cui si riferiva. La storia delle due stelle Kyonyu e Jingyuo.. Fu allora che i palmi adagiati contro i fianchi del maggiore li strinsero appena, sorreggendoli in modo da sollevarli senza troppa fatica dal materasso, in modo che entrambi potessero raggiungere una posizione seduta. Vuoi ballare con me, hyung? Domandò allora Jimin, spensierato mentre reggeva Yoongi in grembo, i pollici che tracciavano affettuosi cerchi imprimendoli dolcemente nel suo ileo. Una volta ricevuta una risposta, Jimin delicatamente tornò in piedi, portando con sè il compagno in un abbraccio e tenendolo stretto. I loro visi ancora una volta vicinissimi rispecchiavano esattamente i stessi sè del passato, poco prima che Jimin compisse il fatidico passo avanti che aveva destabilizzato entrambi, privandoli dell'equilibrio precario ed ingannevole che abitavano a favore di una verità ben più stabile e ferma, per quanto soverchiante. Sai, hyung, Cominciò, lasciando serpeggiare entrambe le braccia attorno al torace di Yoongi per stringerlo a sè di più mentre ondeggiava a ritmo di una musica muta, Io e Hobi avevamo pensato a quel ballo per via delle nostre origini e perchè parlava di un amore eterno, potentissimo ma distante. Alla fine della storia, le due stelle Kyonyu e Jingyuo non si sono più potute riabbracciare, perchè avevano entrambe perso il loro appuntamento, l'unico giorno che avrebbero potuto avere per incontrarsi di nuovo. A bassa voce, le parole scivolavano tra le labbra di Jimin e sfioravano quelle di Yoongi placidamente, così come uno dei palmi del minore in quello del compagno, intrecciando le dita alle sue. La loro immagine nello specchio, quella vicinanza ritrovata, risplendeva della luce del cosmo. Noi invece ci siamo riusciti, hyung. Affermò infine, lasciando concludere la frase ad un bacio contro le labbra di Yoongi, offerto come ultimo segno di punteggiatura. Già. Penserò a te quando danzerò quella storia, l'ho sempre fatto… è perchè ho sempre immaginato un finale migliore. Jimin continuava a muoversi, morbidamente, insieme a Yoongi nel silenzio di quella stanza, che sembrava invece occupata dai suoni più armoniosi e divini possibili: i fruscii delle mani contro la stoffa dei vestiti, il respiro ora in sincrono in quei movimenti compiuti insieme, il battito del cuore di Yoongi contro il petto, ed infine, i piccoli schiocchi della bocca di Jimin, che continuava a punteggiare il viso del compagno di piccoli dolci contatti, ancora con le mani giunte ed ancora vicini.
     
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6 replies since 8/12/2020, 22:33   221 views
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