rare as the glimmer of a comet in the sky

Lars ft. Gracelyn | Porto | 20.01.2021

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    Erano cambiate tante cose con il nuovo anno. Lars aveva rivoluzionato ancora il suo ordine lavorativo, nuove reclute, nuovi incarichi, articoli di tagli diversi da quelli che aveva portato avanti nel 2020, ed idee per la versione digitale del Besaid Daily News. Qualche spunto su una collaborazione radiofonica di lungo ingaggio, progetto che era stato inizialmente proposto ed ideato da Sam, e che aveva fatto venire in lui idee che partivano e finivano dove lui non riusciva ancora ad arrivare, finalmente un nuovo ambito di cui poteva avere solo da inventare, creare, ma lasciare anche che le cose scivolassero nell'ordine e nelle pieghe del tempo per imparare a delegare - cosa che era una novità, a Lars non piaceva particolarmente delegare, non sembrava essere tagliato per farlo - per imparare a procedere nel prendere le responsabilità delle cose solo ad un alto livello, lasciare l'operatività giornaliera alle nuove ragazze che avevano idee da ritagliare e voglia di fare. E lui si recava ogni giorno da un mese a quella parte con la faccia inebetita a lavoro e nessuno aveva capito perché, proprio nessuno. Si era accorto distrattamente di come il suo team avesse cominciato a fissarlo con insistenza, lui invece che chiedere rabbioso cosa avesse in viso di così interessante inclinava la testa di lato e chiedeva se qualcosa non andasse o ci fossero preoccupazioni che non aveva considerato. Era successo così con Cat, Henrik e Jack, storie simili per racconti diversi, e poi un giorno aveva beccato Lys, Sam, Riley e Cat nel loro incontro da sole donne, nuove arrivate al giornale, un club di cui non aveva capito se fosse diventata sottodivisione ufficiale del quartetto che aveva messo insieme inconsapevolmente proprio lui, o fossero incontri che avvenivano a cadenza fissa e ravvicinata. Aveva fatto irruzione in una sala occupata da loro, scorgendo le loro figure rannicchiate con tazza di caffé con le iniziali di ognuna - regalo di Lars al piano dopo che aveva beccato Jack bere dalla sua tazza per un paio di volte, così che ognuno avesse la propria e non utilizzasse quella altrui - aveva sbattuto le palpebre ripetutamente tre quattro volte prima di leggere sulla tavoletta magnetica scrivibile della stanza un grosso "LARS E I CAMBIAMENTI" come punto in elenco all'ordine del giorno. « Ah, vi state portando avanti sul nuovo progetto? Bene ok continuate. » Aveva commentato, e poi aveva richiuso la porta scusandosi, passeggiando oltre le vetrate delle stanze dell'ufficio fino a raggiungere il suo, canticchiando un motivetto sconosciuto ad un tono di voce moderatamente percepibile alle orecchie di tutti, così che tutti i dipendenti del piano si erano sporti a fare capolino dal loro ufficio per guardare cosa stesse accadendo al capo redattore. Lars non aveva minimamente pensato che stessero parlando di lui e del suo palpabilissimo buon umore che si era trascinato dal rientro delle ferie Natalizie fino al venti di Gennaio. Un mistero che tutte le sue collaboratrici volevano scoprire man mano che i giorni passavano ed il suo umore sembrava essere stato plasmato per aver lasciato posto ad un perenne sempre sereno Lars.
    Non l'aveva detto a nessuno. Quasi. Non è che fosse mai stato scaramantico in merito, era solo che aveva lasciato che quel segreto si trascinasse con lui fino al giorno designato per rivedersi al loro incontro. Il 20.01.2021. Era quasi una data inaspettatamente bella, pulita, come un segno del destino che voleva le cose tornassero al posto, tanto che non si sarebbe stupito se ci fosse stata una qualche congiunzione astrale di cui lui non sapeva nulla - e Lars non credeva nell'oroscopo, figurarsi nell'allineamento tra pianeti.
    L'aveva confessato a grandi linee a Liv, non avrebbe potuto tenerla all'oscuro del grande evento in ogni caso, e loro si erano sempre confrontati in merito a relazioni e persone che cominciavano a frequentare. Uno step importante sarebbe stato anche il fatto che avrebbe dovuto sottoporre all'approvazione di Liv la presenza di Grace nella sua vita, ma, stava già correndo troppo dietro a quella fantasticheria vero? Perciò aveva ridimensionato la discussione con sua sorella dicendole che sì, Grace aveva messo piede su suolo norvegese, ed era ufficiale, abitava proprio lì. Liv aveva dato di matto rimbeccandogli il fatto che non fosse possibile che suo fratello fosse così incredibilmente fortunato, ma poi l'agitazione della rivelazione aveva lasciato posto al momento della felicità che provava tutta per lui. « Vi state sentendo? » E Lars aveva confessato che stavano chiacchierando al telefono, che era tutto vero, aspettavano solo di vedersi post baraonda ferie, trasloco di lei, feste di Natale. « Sei felice? » Gli aveva chiesto, e lui era rimasto scosso da quella domanda, e continuava a sentire strascichi ed eco di quelle semplici parole ogni volta che si guardava intorno e pensava di dover raccontare cosa fosse successo quel giorno a Grace. L'aveva detto anche a Mae, perché si erano rivisti appena una settimana prima e si erano resi conto che non avevano bisogno di maschere tra loro, scoperti con i loro sentimenti ed il miscuglio di sensazioni, anche se per Lars significava sentirsi raggiante ed in colpa perché doveva trovare il modo di rendere felice la sua sorella acquisita senza spiattellarle in faccia la sua sfacciata fortuna, la carta vincente che gli aveva posto davanti la vita senza che lui ne fosse stato complice e partecipe. Lo sapeva che lei sarebbe stata comunque contenta per lui anche se non stesse vivendo il momento che stava passando, ma era difficile non pensare di sentirsi in colpa, di passare ad essere artefice di un pò della sua felicità. Avrebbe voluto fosse lo stesso per lei.
    E no, per concludere la lista, non aveva ancora detto niente ai suoi ragazzi. Si erano accorti anche loro che era stonato e discordante nelle sue azioni, e passava davvero troppo tempo a ridacchiare al telefono tra sé e sé, ma aveva davvero bisogno di tempo per capire come conciliare quella straordinaria rivelazione con il resto del suo mondo. Avrebbe rimandato le chiacchiere al dopo venti gennaio, quando quello che doveva succedere sarebbe successo e avrebbe avuto modo di rincontrare Grace.
    E così si erano succeduti quei giorni dopo il loro incontro, un mese dopo lo scontro alla boutique di alimentari. Si era ritrovato ore a chiacchierare con Grace. Ore passate a scrivere messaggi, a mandarle foto di quello che lo circondava, piccoli frammenti della sua vita quotidiana. La foto di un piatto preparato a fatica nella cena con Liv, impiattato meglio perché fosse carino per lei, distrutto subito dopo perché la porzione di Lars non era abbondante abbastanza. Una foto al giornale, la luce del sole che filtrava tra le pareti in vetro, il Mac illuminato e lo schermo che mostrava un'anteprima di quello che stava scrivendo per il giorno dopo. Era diventato all'improvviso emozionante, fuori dall'ordinario, anche chiederle come andasse il suo lavoro, cosa facesse in quei giorni. Come andasse la routine e se avesse finito il trasloco in via definitiva. Era stato quasi difficile per Lars trovare la concentrazione ed avere testa per tutto ciò che non riguardasse Gracelyn, ma alla fine era riuscito ad arrivare indenne senza capitomboli seri alla giornata designata. Era un mercoledì, ma per Lars si conciliava meglio perché era la sua giornata libera di quella turnazione settimanale lavorativa. Aveva detto allo scorso incontro che sarebbe toccato a lui preparare il loro primo nuovo appuntamento, doveva ufficialmente portarla in giro, e toccava a lui accordare tutto perché ogni cosa fosse perfetta.
    CITAZIONE
    @Gracelyn: Ti vengo a prendere alle 20.00, ci vediamo presto.

    Era l'ultimo messaggio che le aveva scritto quel pomeriggio, e poi aveva passato tutto il tempo successivo prima dell'incontro pervaso da un'estasi di felicità che poco aveva a che fare con il Lars imbarazzato del loro primo scontro a Besaid. Aveva programmato la serata nei minimi dettagli perché potesse avvicinare Grace, così sperava, nella stessa atmosfera di stupore che li aveva fatti incontrare a Parigi, sebbene la cittadina norvegese avesse meno mondanità da offrire e posti meno esclusivi di terrazze sulle Champs-Élysées. Ma quello che aveva attirato Grace a Besaid non era certo quello che lasciava dietro di sé in Francia, e avrebbero avuto tempo per tutta la serata di approfondire il resto del racconto che non avevano affrontato per telefono. Aveva lasciato a casa una Liv con faccia sgranata e si era presentato a lei per la prova abito con la scelta sul nero totale, elegantissimo nel suo completo di sartoria e maglione abbinato sotto. « Bello che è il mio fratellone. » Aveva commentato lei, stirandogli la giacca e dandogli una pacca sulla spalla accompagnandolo all'ingresso. « Ti chiudo fuori stasera, guai a te se torni. » Aveva aggiunto, lasciando Lars fuori dalla porta in bilico tra l'emozionato e il perplesso. Non voleva pensare a cosa sarebbe successo a fine serata, era bello rivivere quel momento con la giusta enfasi del primo incontro.
    Perciò era lì arrivato sotto casa a due minuti dalle otto, vestito e pettinato, faccino da bravo ragazzo nella sua macchina bianca tirata a lucido per l'occasione. Sperò vivamente che Grace non avesse niente contro i bei motori ed il fatto che lui non avesse resistito anni prima a prendere una Carrera che di ecologico non aveva proprio niente. Citofonò la sua palazzina e si piazzò davanti alla portiera del posto dell'accompagnatore, un mazzo di rose nascosto dietro di sé da mostrarle appena Grace fosse comparsa oltre in cancellino della sua abitazione.

    :mazzo fiori: I can't


    Edited by wanderer. - 25/9/2021, 18:15
     
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    Gracelyn Lien Haugen
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    Da quando era arrivata in quella mistica cittadina, il tempo intorno a lei sembrava accelerare sempre di più. Un tornado di eventi e novità l’avevano catturata dentro la sua spirale dalla quale, non riusciva ad uscirne fuori.
    Cambiare nazione, era stato qualcosa che Gracelyn non aveva previsto, o almeno non così improvvisamente. Cambiare posto di lavoro poi, proprio nel momento del suo arrivo sulla cresta dell’onda, quel momento preciso in cui l’equilibrio faceva tutto, perché potevi cadere rovinosamente in mare, così come cavalcare l’onda ed intraprendere il viaggio più bello.
    È un rischio aveva detto a sua sorella, quando le aveva girato la proposta di lavoro ed era rimasta per giorni, ad osservarla senza saper prendere una decisione Lo sai vero, che senza prendere rischi, non ci sono grandi novità o risvolti nella vita? le aveva risposto lei, assicurandola che prima di inoltrare la richiesta, si era informata in merito all’azienda ed alla solidità di questa. Non poteva ancora dirle, Charlotte, che il proprietario era una persona con la straordinaria capacità di utilizzare il suo olfatto a proprio scopo e che ben presto, l’Azienda sarebbe rientrata tra le migliori a livello mondiale nel settore. Così, Grace aveva ascoltato la sorella ed aveva accettato di giocare la sua sfida, tornare nel suo paese di origine ed avvicinarsi a quei genitori e a quella sorella che tanto le erano mancati quando lei abitava in Francia.
    Calpestare nuovamente suolo norvegese, aveva voluto dire per lei non solo abbracciare di nuovo i suoi cari, ma dare un cambio netto alla sua vita che aveva trovato un equilibrio semi-stabile a Parigi. Aveva dovuto lasciare il suo piccolo appartamento sotto il cielo francese, per trovarne uno nuovo, fatto su misura per lei. Aveva voluto dire, ritagliarsi il suo posto tra colleghi che collaboravano da tempo tra loro, ed era risaputo che nel mondo della moda era sinonimo a nuotare in una fitta vasca di squali affamati. Aveva dovuto salutare i suoi amici, quelli che erano diventati la sua famiglia lontana da casa e forse, queste era la cosa che le era riuscita peggio. Gracelyn non era una persona particolarmente affettuosa, si avvicinava difficilmente alle persone ma quando queste conquistavano il suo cuore, era come suggellare un patto di sangue per lei finchè non le avessero fatto del male, a quel punto il Voldemort che era in lei, usciva fuori. Così, intrappolata in quella spirale di eventi, aveva visto le ore, poi i giorni, scorrere così velocemente che un moto di ansia l’aveva accompagnata.
    Organizzare il trasloco da lavoratrice attiva, era stata la cosa più complicata insieme al trovare un appartamento degno di essere chiamato tale. Con il grande cambiamento, ed i soldi che iniziavano ad essere reali, Gracelyn aveva deciso di trovare un nido che la accogliesse e la facesse veramente sentire a casa. L’aiuto di Charlotte era stato fondamentale in quei due mesi assurdi, tanto che la giovane Lien non avrebbe mai smesso di ringraziare abbastanza sua sorella e per sdebitarsi con lei, aveva creato una fragranza per ambiente fatta a somiglianza della casa che l’aveva ospitata per un po’.
    A tenerle compagnia in quel periodo caotico, fatto di tanta stanchezza e mai di un minuto libero, i messaggi di Lars che aveva piacevolmente scontrato prima di Natale. Era come se il destino le volesse dire vedi che dovevi accettare quel lavoro? Anche se avevi paura nel farlo?. Sembra che il destino mi stia sorridendo, ma non voglio dirlo troppo a voce alta, cambiasse mai idea! aveva confidato sottovoce a sua sorella Charlotte, durante la loro prima cena nell’appartamento quasi finito. Avevano deciso di cucinare insieme il røkt orret, per inaugurare la cucina e stappare insieme una bottiglia di buone bollicine francesi. Ho incontrato Lars, quel ragazzo norvegese che avevo trovato in Francia.. durante la settimana della moda! aveva continuato a confidare lei, che ovviamente aveva saputo subito dell’incontro assurdo parigino e di quello che aveva voluto dire per sua sorella. Era stata l’unica a cui era riuscita a raccontarlo. A quel punto, Charlotte aveva capito che Grace stesse parlando di Lars Berg, il giornalista del Besaid Journal che lei aveva sommerso di foto di scatoloni e alambicchi mentre si “corteggiavano” telefonicamente aspettando il momento giusto per vedersi. Dopo le festività, si erano promessi ed oggi, era arrivato il giorno.

    Il cielo li aveva graziati, regalandogli una serata fredda ma limpida. L’oscurità della notte aveva già abbracciato il giorno, facendolo scomparire fino all’indomani ed il cielo, era illuminato da innumerevoli stelle. Si era disabituata alle giornate più corte Grace, ritrovandosi ad essere spesso stanca ed assonnata prima del tempo in quel periodo. Adesso che però si era ristabilizzata, poteva godere appieno della meraviglia di un cielo terso e non più oscurato dalla nebbia dell’inquinamento. Se c’era una cosa che non le sarebbe mai mancata di Parigi, era proprio la pesantezza dell’aria che vi respirava, decisamente più satura. Non avrebbe mai detto di riscoprire un piacere nella natura, tornando a casa. Gracelyn non era mai stata un tipo avventuroso, sportivo o “da bosco”, preferendo situazioni sempre di comodo eppure, il fascino del verde, di un lago e del mare del nord le era mancato. Quella sorta di genuinità che la sua nazione aveva, a discapito di quel carattere più costruito che si era imposto nella città della moda e dell’amore.
    Si era affacciata in terrazza per testare la temperatura prima di vestirsi, rilassata da una buona doccia calda. La brezza notturna si faceva sentire, creando sulla sua pelle un effetto pelle d’oca. Decise di optare per un vestito nero a maniche lunghe, che lasciava in mostra le lunghe gambe slanciate, fasciate poi da uno stivale al ginocchio. I capelli biondi, lasciati al naturale, con quelle onde mosse e appena crespe che donava la sola asciugatura con il phone. Controllò l’orologio, era in perfetto orario abituata a rispettare gli appuntamenti di lavoro era raro che ritardasse. Un suono squillante, arrivò dal citofono che la fece sobbalzare: non si era ancora abituata a quel rumore forte e deciso. Il citofono, sembrava volerle ricordare che non era più nella vecchia stanza parigina, ma in una nuova e decisamente più moderna di quella contenente veri pezzi d’epoca, che era stata abituata ad abitare negli ultimi anni. Prese al volo la sua LouLou di YsL - fiera di quel suo primo acquisto virtuoso - e scese a passo sostenuto le scale che dividevano il suo secondo piano da quello terreno. Davanti a lei, una volta aperto il grande portone chiaro, si parò un Lars vestito di tutto punto, piazzato davanti alla sua Carrera Bianca. Buonasera disse lei, avvicinandosi al ragazzo che le mostrò un mazzo di fiori molto semplice ma decisamente bello. Bianco e giallo colori semplici, vivaci e puri, come il loro profumo che la avvolse non appena avvicinò il mazzo al suo volto. Grazie, sono stupendi lo ringraziò, lasciando un delicato bacio sulla sua guancia. Lars le fece spazio, per aprirle la portiera e farla accomodare. Posso scoprire dove ci porterai, oppure è una sorpresa? chiese, prendendo posizione sul basso - ma comodo - sedile in pelle. Top secret, ma credo e spero ti piacerà! ammise lei, guardandola con uno dei suoi sorrisi sghembi che mostravano la fossetta che tanto era piaciuta a Grace. Sono molto curiosa sorrise, osservando il look di lui che, era identico al suo nei colori. Poteva sembrare un look scontato, eppure indossavano entrambi dei tagli e dei tessuti molto particolari. Come stai? Sei riuscito a finire la ricerca che mi dicevi stamani? chiese curiosa lei. Gli aveva accennato di una ricerca per un caso avvenuto nella foresta di Besaid, uno strano incendio che non sembrava essere innocente ma piuttosto doloso. Lo osservò, mentre Lars prese a parlare, cercando di rispondere alla sua domanda senza svelare troppo. Era strano poterlo osservare da vicino, pensare che solo qualche anno fà si erano incontrati da un altra parte del mondo facendo scoccare una scintilla strana tra di loro. Sai, è così strano essere qui insieme.. le coincidenze.. confessò, sorridendo mentre osservava il suo profilo intento a dividersi tra lei e la strada che stavano seguendo per arrivare nel luogo della serata. Sembrava essere un posto leggermente fuori Besaid, tra il confine del bosco e l’affaccio sul mare.
    Arrivarono dopo una quindicina di minuti in macchina, in un luogo che sembrava incantato dalla magia. C’erano focolari accesi per scaldare le sedute in legno all’aperto, con le coperte in pelo pronte per essere utilizzate. Tutto posto sotto piccole tende sospese. Fili di luci a led illuminavano il posto facendolo sembrare un glamping lussuoso anziché un ristorante. Vi erano pochissimi posti è Grace immaginò che non fosse così facile prenotarvi. È bellissimo commentò, lasciandosi incantare dal posto, mentre Lars si affiancava a lei sfiorandone il braccio. Ero convinto che ti sarebbe piaciuto.. ed il cibo sarà altrettanto buono affermò, guidandola verso “l’interno” del ristorante.
    amor non ho riletto!
    Vestito: https://pin.it/2sjJtbE


    Edited by charmolypi - 18/7/2021, 12:07
     
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    C'era sempre qualcosa di magico nei primi incontri. Lars non era uno sciocco: sapeva bene che quando una relazione andava su determinati binari, quelli fatti di consuetudini, abitudini, ripetitività, le cose potevano finire per adagiarsi e andare avanti senza un perché che tenesse due persone davvero in sintonia. Era quello che aveva sempre conosciuto. Poche relazioni mediamente durature che si erano susseguite l'una dopo l'altra e che avevano minato tante cose. La sua serenità. Il suo essere sempre in allerta, sempre sull'attenti, dovevano anche aver influito sulle piccole cose di ogni giorno, e che se ne accorgesse o meno faceva poca differenza. Cambiava comunque tutto, e poteva far sentire entrambi i due 'nella coppia' a disagio per questo. Era andata così tante volte, così tante che forse pensava di non essere lui in grado di capire cosa farci delle relazioni, cosa mai potesse trovare nella monotonia di una monogamia che diventava estenuante. E, la cosa più strana era che non era mai estenuante per lui più di quanto non lo diventasse per l'altra persona. O forse erano i suoi occhi che vedevano sempre un'ombra dietro abitudini che dovevano essere semplicissime. Qualsiasi cosa la sua partner del momento facesse si sentiva in difetto, come se mancasse di brio, della magia che poteva trovare nel fare una sorpresa diversa, nel vedere il volto dell'altra illuminarsi di qualcosa di incantevole. Lars avrebbe davvero voluto capire come fare per sentire e vedere qualcosa di diverso, ma non riusciva ad ingannare se stesso. Quando le cose non andavano bene aveva sempre detto la verità, e aveva concluso tutte le sue relazioni con un addio, senza eccezioni. Era quella la sua regola, ferrea e fondamentale. Mai nulla in sospeso, mai nessuna bugia. Sempre tutto allo scoperto, nessuna ambiguità. Ecco che amava, e quello lo poteva dire, lo poteva gridare a gran voce, amava le prime impressioni. Se lui era sempre vero, la prima impressione che dava di sé era quella di se stesso. Sapeva che le percezioni degli altri funzionavano in maniera diversa, e che quello che gli altri vedevano poteva non combaciare con la visione che aveva lui davanti agli occhi, ma era quantomeno un punto di partenza. Ogni volta cominciare di nuovo, mettere giù uno strato di fondamenta solide ad una relazione che poteva avere del potenziale che lui non conosceva significava scoprire un nuovo mondo. Quando sentiva qualcosa di nuovo riusciva a sentire anche come era bello andare avanti in una relazione immaginando, e sperando, sotto sotto, che fosse la volta buona. Ma nulla poteva mai offuscare la bellezza che si celava dietro la scoperta di una persona che non conosceva. Ed erano tanti i pensieri che annebbiavano la sua mente adesso che aveva incontrato Gracelyn. Adesso che la vedeva comparire dietro la porta della sua abitazione, muoversi per avanzare in sua direzione, sentiva distintamente di pensare, cosa mai avesse fatto lui di buono, lui che era sempre stato un bisbetico brontolone a tratti insopportabile, ad aver avuto la fortuna di rivivere un primo incontro con una persona con cui aveva già vissuto quel momento. Era lì che quel qualcosa cambiava, qualcosa che pensava di conoscere diventava diverso, improvvisamente nuovo. Era lì che doveva contenersi il suo dubbio più grande, quello che era capace di tenerlo sveglio, lucido, talvolta insonne in notti passate a lavorare e a cercarsi e ritrovarsi nel suo lavoro fatto di solide, amate verità. Poteva essere che un primo incontro potesse ripetersi, non una, ma più volte, anche con la stessa persona? Questo non lo sapeva ancora. Quello che sentiva in quel momento l'aveva provato già, uguale e comunque diverso, quando aveva visto Gracelyn la prima volta ad una festa a Parigi, e i contorni del suo mondo si erano fatti sfocati per accoglierla in lui, nei suoi strati fatti di cinismo, inchiostro e pagine di giornale. Adesso significava sovvertire tutto. L'ordine delle cose, l'associazione che lui dava a queste cose non solo per loro priorità ma a cosa significassero nella sua mente, e ripianificare infine tutto, dall'inizio alla fine. Ma questo non poteva ancora gridarlo perché fosse certo ed ovvio ad ogni passo. Andava scoperto, provato di nuovo, tutto da capo. « Buonasera » Le sorrise, fremendo sul posto, fermo finché non ebbe lasciato tra le sue mani il mazzo di fiori, rose chiare. Qualcosa di semplice, che potesse trasmetterle la cura che voleva dedicare a quella serata, un mazzo della giusta dimensione perché non sembrasse che dovesse strafare, qualcosa che solo lui e lei potessero capire e attribuirne il giusto significato. « Buonasera. Sei bellissima. » Mormorò gentile, e basta, perché voleva imparare di nuovo in quella prima impressione il gusto di parlare con i giusti tempi, con l'incedere della serata insieme. E lo era davvero, sentì, con una nota dolce amara di disappunto, perché era bella non solo ai suoi occhi ma di un modo veritiero che poteva ferire e inibire, e lasciarlo impaziente di controllare che nessuno lo stesse pensando in quel momento in quel posto nel mondo a parte lui. Ed era difficile davvero crederlo. Si lasciò baciare sulla guancia come ringraziamento e saluto, porgendole la mano per aiutarla a salire in auto, richiudendo la portiera dietro di lei. Si infilò alla guida mettendo in moto il motore dell'auto, e cominciò a guardarla prima di sottecchi, poi man mano che cominciarono a fare conversazione, sguardo vagamente perplesso, come se stesse davvero controllando che non svanisse da un momento all'altro. Si concentrò alla guida, direzione verso il porto, che non si sprecò ad impostare sul navigatore per la strada meno trafficata - ci avrebbero messo tutto il tempo necessario, e poi in quel periodo dell'anno non era mai troppo trafficato da rendere il percorso impraticabile. Ovviamente non voleva neanche svelare il luogo dell'incontro, che infatti cercò di non suggerire a Grace prima che fossero almeno vicini perché fosse in grado di indovinarlo da sola. « Vediamo se mi tocca suggerirti qualcosa, o non siamo ancora troppo vicini da fartelo indovinare. » Aggiunse subito dopo aver risposto lei sulla direzione top secret, di modo da lasciarle un briciolo - così sperava, e poi per fortuna lei confermò - di curiosità. « Come stai? Sei riuscito a finire la ricerca che mi dicevi stamani? » Guardò verso di lei, le mani sul volante poste alle nove e un quarto, preciso, come oramai consigliato alla guida di auto più recenti. La giornata era fredda ma asciutta, l'auto scorreva veloce sull'asfalto con le ruote termiche in aderenza, tanto che il tragitto proseguì libero da possibili ostacoli fino all'arrivo. « Non ancora.. » Incominciò, umettandosi le labbra in un gesto spontaneo. Cominciò a spiegarle riprendendo il discorso da dove l'avevano interrotto sulla loro conversazione al telefono. « Abbiamo trovato alcune tracce riconducibili a qualcosa di estraneo. Materiale combustibile, vegetazione compromessa, parte della foresta tranciata via già prima delle tracce che ha lasciato l'incendio dietro di sé. » Fece una pausa, si fermò ad un semaforo e riprese ad accelerare quando tornò stabile sul percorso dritto, superando l'ultima curva alla meta nell'ultimo chilometro di percorrenza. « I poliziotti non ci hanno permesso di cercare troppo vicini all'area interessata, la foresta è blindata. Siamo riusciti ad aggirare il perimetro per avere foto da inserire nell'articolo. Ma non sappiamo ancora cosa sia accaduto, e non lo sanno neanche gli agenti. » Avrebbe voluto dirle qualcosa in più, ma doveva ammettere che non sapeva ancora tanto da potersi sbilanciare con dettagli veritieri. Quello che gli premeva era capire come mai la rete di illegalità che si stava sviluppando a Besaid non fosse più brava a nascondere le sue tracce, se fosse volutamente distratta o volessero attirare l'attenzione di qualcuno. O peggio, che probabilmente Besaid fosse diventata sede e scontro di più di una fazione corrotta. E questa era solo una ipotesi che stavano studiando al giornale, senza avere occasione di poter mettere su di un articolo quelle nozioni fintanto che non avesse avuto prove. Ma questo era un argomento che non poteva spiattellare ad un incontro galante, e per il suo bene era forse meglio che Grace ne fosse all'oscuro. « Te ne parlerò quando ne saprò di più. » Disse, incrociando il suo sguardo, per poi rendersi conto che erano finalmente al punto di arrivo del loro viaggio. Sai, è così strano essere qui insieme.. le coincidenze.. Uscì dall'auto veloce, per tornare proprio di fronte a lei e aiutarla come aveva fatto prima, a trafficare tra la portiera e lui, per scendere dall'auto. « È vero. È strano. » Sussurrò, ad un soffio dal suo viso, quando mise i piedi sul terreno accanto a lui, e le porse il braccio per invitarla a seguirlo al suo passo. « Non è solo strano. È quanto di più surreale abbia vissuto finora. E forse ne ho vissute tante di cose incredibili, ma, questa, è stata inaspettata. » Glielo disse senza ironia, con un tono di voce fermo perché sembrasse sereno ed esattamente conscio di quella frase così sentita. Non aveva mai pensato che sarebbe potuto succedere, ma l'aveva sperato un pò di volte, ogni tanto, quando gli era venuta in mente, e aveva sempre gettato via quel pensiero sentendosi inopportuno. Adesso pensava che sperare aveva portato bene, e che quando dicevano di chiedere all'universo che potesse avverarsi qualcosa, diamine, doveva dar ragione agli stolti.
    Camminarono fino a raggiungere il luogo designato da Lars per l'appuntamento. La luce dei focolari accesi per scaldare l'ambiente sulla spiaggia attigua al porto cominciò a diventare prepotente, entrando nel loro campo visivo fino a diventare l'unica luce visibile tutto attorno a loro, esaltata ma non offuscata dalle tante file di luci che erano poste tra le tende che separavano e schermavano i tavoli del locale all'aperto. Tutte le tende ed i drappeggi sembravano muoversi dolcemente, appena cullate, al ritmo del vento. A parte il rumore delle stoviglie che venivano smosse e le voci dei pochissimi commensali del locale, si poteva sentire solo ed unico il suono del mare, le onde che si perdevano alla vista del mare scuro, in una sera senza luna, piena di stelle.
    Mormorò a Grace in risposta al suo apprezzamento cosa ne pensava di quel posto, gongolando con il suo sorriso in piena vista, ai lati delle labbra come sempre comparvero le sue fossette curiose. « Perciò è arrivato il momento. » Sussurrò, e poi si zittì, per guardarla meglio. Voleva vedere con i suoi occhi le reazioni a quelle prime impressioni che Grace stava vivendo, e indovinare le sue emozioni, in quell'ambiente e nell'atmosfera segretissima che emanava la sua scelta della loro serata. Si avvicinò al responsabile di sala, che indicò il loro tavolo e li accompagnò al loro posto facendosi largo tra i tavoli disposti tutti nella propria area a regalare ad ognuno dei gruppi di commensali la propria intimità. Aiutò di nuovo Grace ad accomodarsi facendosi avanti prima del responsabile, e le spostò la sedia esattamente come aveva previsto di fare - almeno in questi piccoli gesti doveva necessariamente studiare le sue mosse in maniera precisa, da bravo stratega, era più forte di lui. « Dovrai raccontarmi quanti disastri hai combinato dopo di me. E di quante creazioni ti puoi meritatamente dichiarare artefice. » Le disse, guardandola mentre si sedeva, un tono di voce basso e speranzoso in attesa di sapere finalmente dalla sua voce qualcosa in più sul suo lavoro, sulla sua vita, sui discorsi che andavano al di là degli argomenti semplici che avevano affrontato in quei giorni passati dal loro incontro.



    Edited by wanderer. - 26/9/2021, 14:52
     
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    Gracelyn Lien Haugen
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    Una cornice perfetta per quella che sperava potesse essere una serata da favola. Gracelyn era una persona molto sicura di sé, sapeva cosa voleva e non faceva giri immensi per arrivare al traguardo. Eppure, quando si trattava di frequentare una persona che le piaceva particolarmente, si sentiva una ragazzina alle prime armi, come se il suo Io più adulto l’abbandonasse a gambe levate. Quel giorno prima di uscire, era stata molto nervosa. Non un nervosismo di quelli sfiancanti, che avvolgevano l’oscurità della rabbia più profonda, portando l’umore a scurirsi. Era qualcosa di diverso, più frizzante e piacevole seppur in gradi di far chiudere lo stomaco. Le aspettative, la paura di non piacere abbastanza erano come piccole trappole da scovare e scansare abilmente. Era passato del tempo dall’ultima volta in cui Grace era uscita con un uomo, qualcuno che le piacesse tanto da farla sentire in quel modo così scoppiettante. Negli ultimi mesi a Parigi, si era concentrata così tanto sul lavoro che aveva lasciato dietro di sé ogni altro interesse personale, dedicandosi soltanto fugaci notti che, alcune volte, avrebbe voluto soltanto dimenticare. Così, si sentiva particolarmente arrugginita per quell’uscita che sperava con tutta sé stessa, andasse per il meglio.
    Il luogo dell’appuntamento l’aveva piacevolmente colpita, tanto che non riusciva a smettere di guardarsi intorno eccitata. Non immaginava che potesse esserci un posto simile a Besaid e doveva ricordarsi di sgridare sua sorella, per non averglielo suggerito. Attento Lars, un posto come questo lascia presagire altissime aspettative per la serata lo provocò lei con un sorriso, seguendo l’accompagnamento del ragazzo per farla sedere in quella comoda poltrona rivestita con un tessuto in lana chiaro. Non attese molto, per coprirsi con un altrettanto candida coperta, ponendola sulle sue gambe magre e troppo spoglie, per riuscire a stare alla mercé della notte e degli sguardi del suo accompagnatore. Era morbida e piacevole, una piccola attenzione che la metteva stranamente a suo agio, come a creare una confortante abitudine personale. Ringraziò nuovamente Lars, per quelle attenzioni che le donava e che le piaceva ricevere da sempre. Vorrei dirti che dovremmo stare qui tutte le notti della nostra vita scherzò lei, rispondendo alla sua domanda ma non ho combinato così tanti disastri ammise lei, sorridendo appena. Dopo la sua scappatella con Lars, Grace aveva frequentato un uomo per cinque mesi nella speranza di trovare in lui, e soprattutto con lui, quella strana armonia e vitalità che aveva provato con il giornalista. Di fragranze direi che ne ho create abbastanza, ma solo una degna di nota confessò per un brand Francese famoso, perché ha aromi del tutto unici, diversi da tutti gli altri brand. Ma non posso parlarne e fare nomi ”segreti professionali”. Diciamo che è un profumo fresco e sofisticato alla stesso tempo, con note di fichi maturi e fiori. spiegò, sistemandosi meglio ed osservando il direttore di sala che si era avvicinato a loro. Possiamo offrire un cocktail di benvenuto? chiese l’uomo, indicando i due drink color rosso aranciato che aveva in mano è un drink che ricorda il più conosciuto Vin Brulè. Potete trovare le stesse spezie, il vino rosso, rum scuro, zenzero, noce moscata, ma qui si aggiungono mandorla sgusciata e uva passa. spiegò lui, fiero e composto come un vero professionista. Deve essere molto buono, la ringrazio accettò Gracelyn, con la stessa eleganza che la contraddistingueva quando era sul lavoro o con dei clienti. Allora facciamo il nostro primo brindisi.. lascio a te l’onoro per rompere il ghiaccio sorrise lei, alzando il calice al cielo ed in direzione di Lars. Era bello, con quelle sue fossette. La facevano impazzire, ogni volta che le vedeva ed era una delle prime cose che aveva notato in lui quando si erano incontrati la prima volta. Scelsero cosa mangiare, aiutandosi l’un l’altra analizzando ogni piatto e Grace lasciò libera scelta a Lars sul vino, che si ricordava essere un appassionato.
    Tu invece? Cosa mi racconti? Dove sono andate le tue avventure in questo anno in cui non ci siamo visti? chiese lei, curiosa di sentire cosa l’uomo avesse da raccontargli. Era un lavoro affascinante il suo, sempre in movimento e diverso. Eppure, sapeva che poteva anche essere pericoloso a seconda degli argomenti che andavi a trattare. La tua vita è diventata più pericolosa di allora, oppure tratti sempre gli stessi argomenti? non avevano ancora avuto il tempo di parlare bene e di capire, dove fosse la loro carriera oggi. A Parigi, Lars aspettava una sorta di promozione, qualcosa per cui riuscisse ad avere più responsabilità non solo nel ruolo aziendale ma anche sugli argomenti trattati.
    Il fuocherello affianco a loro, creava un tepore piacevole che scaldava anche i cuori e fù piacevole bere e parlare insieme, mentre attendevano le loro pietanza che avrebbero consumato da lì a poco. E’ stato tutto veramente molto buono e lo so, sarò ripetitiva, ma questo posto è una favola. Non pensavo che qui a Besaid potesse esserci un posto come questo ammise lei, chiedendosi se fosse abitudine di Lars, portare le ragazze in un luogo così splendido. Una nota di gelosia, si palesò in lei ma riuscì a farla tornare subito indietro quando si rese conto che era assurdo. Vivevano da parti diverse del pianeta ed erano stati convinti che, non si sarebbero mai più incontrati. Invece erano lì, insieme e questa volta, poteva essere per molto più tempo. Avvicinati disse lei, attendendo gli amari che il capo sala aveva voluto offrirgli senza accettare un no da parte loro e così, Lars fece. Le loro braccia adesso si sfioravano, vicine ma ancora separate da quei braccioli in legno che gli permettevano una seduta più comoda, ma minore intimità. Grazie, è stata una bella serata e non hai assolutamente deluso le mie aspettative scherzò lei, ricordando quella piccola sfida giocosa che si erano lanciati ad inizio serata. Il volto, rivolto verso di lui, gli occhi luminosi ed emozionati dentro quelli di Lars che sembravano essere più scuri del solito con la fiamma che si rifletteva in essi. Aveva voglia di baciarlo e, come aveva sempre fatto Gracelyn non si tirava indietro ai suoi desideri. Allungò la mano verso il suo volto, spostando un piccolo ciuffo di capelli ribelli che continuava a fargli il solletico sul volto, per poi scendere ad accarezzare la sua guancia, con quella fossetta terribilmente sexy. Non fece in tempo a sporgersi verso di lui che Lars, prese l’iniziativa unendo le sue labbra a quelle di lei, sprigionando un piacevole sapore di cioccolato fondente e uva rossa (per il dolce ed il vino che avevano bevuto), mettendo una nota dolce a conclusione di quella prima cena che odorava di corteggiamento e felicità.

    Edited by liriel - 16/1/2022, 23:44
     
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    Il dopo di lui lo spaventava. Ci aveva pensato per molto tempo, in quei mesi in cui aveva vissuto un'avventura incredibile e poi era rimasto fermo a sognarla da lontano, un ricordo di qualcosa di passato che non sarebbe più tornato. Significava dirsi che Gracelyn in qualche modo era andata avanti, e lui non poteva fare altro che starci. Anche lui era andato avanti, non nel senso veritiero del termine, ma in quello letterale sapeva dire a tutti che si si ferma è perduto, e non c'era ragione per pensare che la sua vita non fosse proseguita, anche se molte cose dal dopo la ragazza di Parigi erano in realtà rimaste immutate. Adesso poter scoprire effettivamente cosa era capitato lo lasciava curioso e spaventato, perché non sapeva come l'evoluzione di quel tempo trascorso avesse anche cambiato loro, quando di loro sapevano ancora davvero molto poco.
    Aveva lasciato che il viso e i gesti rispondessero per lui quando Grace aveva commentato il luogo, lasciando in lui una assoluta certezza del fatto che avesse trovato il luogo perfetto per incontrarla di nuovo. Le rispose con lo sguardo, allargando le braccia per posarle ai lati del tavolo assegnato loro, osservandola coprirsi e sistemarsi nella poltrona di fronte a lui, dopo che le aveva fatto posto e lasciato lo spazio per sedervisi, e chiuse le mani intorno alla stoffa del tavolo come se potessero trattenerlo, mentre impaziente guardava Grace oscurarsi alla sua vista intorno alla coperta che le avevano dato. Gli saltò su alle labbra un sorriso che non poté contenere, furbo di quell'occhiata che solo Lars poteva intendere, e si coprì anche lui le gambe per non gelare nella notte di un inverno qualsiasi in Norvegia. Adesso doveva solo ricordarsi come respirare, tornare alla conversazione e riprendere il saldo controllo del solito vecchio Lars. Che non si potesse dire che era irruente come un ragazzo in piena pubertà.
    Si fermò ad ascoltarla. Tirò un silenzioso respiro di assenso quando gli confermò che i disastri erano stati pochi, qualcosa nei suoi occhi sembrò confermargli che fosse la verità. Non ebbe ragione di pensare che Grace si stesse nascondendo dietro qualcosa solo per non dirgli davvero cosa si era perso da allora. Subito l'argomento passò al lavoro, alle creazioni di cui Grace era sempre stata fiera, così tanto che lo sapeva anche lui, che in quella settimana vissuta aveva fatto conoscere però tante cose che non aveva mai immaginato. Sebbene non sembrasse così, Lars prestava tanta attenzione a molte cose nella sua vita, ma molte altre gli erano sconosciute. Lars non si fermava ad assaporare gli odori se non si trattava di cose che poteva mangiare e bere, non era perché non fosse sensibile abbastanza, ma perché sentiva di non potersi fermare e di dover correre sempre, non poteva fermarsi mai troppo a lungo in uno stesso posto figurarsi a chinarsi su un fiore per sentire il suo profumo. Ecco, era qualcosa che aveva riscoperto con Grace e aveva brutalmente dimenticato quando era stato costretto a partire, tornato alla sua fredda Norvegia. « Va bene, se è un segreto non te lo estorcerò. Però dovrai farmelo sentire. Occhi bendati, senza sapere nulla del nome, promesso. » Le disse, e quella che doveva essere una frase per coccolare l'orgoglio di lei finì comunque per farlo incedere in parole complicate, che i suoi sensi gli trasmettevano altro rispetto alla purezza, e forse la scelta delle parole seppur potesse essere ricalibrata non gli dispiacque affatto, gli fece piacere, accarezzando idee che erano ancora ben tenute a bada.
    Il direttore di sala si avvicinò, rompendo il momento in cui avrebbe potuto sentire la risposta di Grace, ma intercettò il suo sguardo e sentì che l'argomento in sospeso sarebbe riemerso dopo. Accettarono il calice di benvenuto, aspettò composto di sentire Grace parlare con l'uomo, sempre con il sorriso trattenuto sulle labbra. Grace si sporse con il calice verso di lui per fare un brindisi, lasciando a lui le parole da regalare a quella serata. Strinse le dita attorno al vetro pensoso, fissando lo sguardo sul colore ambrato che risaltava attraverso. « Alle occasioni. Alle coincidenze. Facciamo un brindisi al ritrovarsi in luoghi impensabili. » Si sentì nelle sue parole e si ascoltò nella sua mente, pensando di essere stato sincero e di aver detto solo quello che pensava, eppure anche a trattenere tanti pensieri che voleva esternare. Era lui l’uomo delle parole, sapeva che dir troppo in quel momento sarebbe stato confessare in anticipo un momento che avrebbero potuto gustare dopo con la giusta calma. Ma in quel momento gli venne in mente un pensiero, e fissò gli occhi in quelli di Grace come si conveniva a dare un brindisi ad una persona a cui vuoi far sentire di essere proprio lì presente in quel momento, e non negò lei le parole dello scrittore, raramente dolce, che era anche insito in lui. « All’averti ritrovata. Raro come avvistare il lampo di una cometa in cielo. » Sorrise, senza imbarazzo, ad aver confidato una frase forte di una poesia che non poteva essere esclamata se non fosse stata sentita.
    Bevvero l'omaggio di benvenuto, e poi la serata andò avanti, Lars scelse un vino francese per omaggio al loro viaggio, al recente passato di Grace, e ordinarono le pietanze del menù tipiche della loro terra natia ma, per la natura del locale, servite e pensate come si confaceva ad un locale di buon livello. Quando tornarono soli continuarono a conversare del loro presente, ed era inevitabile che anche a Lars toccasse raccontare di più di sé, di cosa stava cambiando rispetto all'uomo che aveva conosciuto prima. « Le mie avventure mi hanno portato a continuare a lavorare nel mio settore, ma ho avuto la promozione di cui ti raccontavo, e sono diventato capo redattore. » Quando era stato a Parigi, Lars era un redattore semplice, quindi si occupava di scrivere le sue colonne senza dover incastrare il lavoro degli altri, e far stare sulle pagine del giornale gli articoli di tutti. Adesso Lars doveva scrivere il suo e occuparsi di rileggere e tagliare e sminuzzare ed ampliare anche il lavoro degli altri colleghi, che avrebbe potuto assegnare agli altri redattori junior, ma continuava a voler fare lui, delegando solo il minimo e quanto possibile perché lo sapeva lui come lo sapevano gli altri, adorava avere tutto il controllo necessario sui propri incarichi. « Scrivo sempre degli Esteri, ma mi occupo anche della cronaca locale. Ultimamente mi sto occupando di più di cosa accade qui, perché in realtà le situazioni sono cambiate.. e come l'incendio di cui parlavamo prima, stanno accadendo molti più episodi di cui è necessario parlare. » Sentenziò, come sempre composto quando si approcciava a parlare del lavoro, cercando di delinearle un quadro completo in poche frasi. Non voleva inondarla di informazioni che fossero complicate, era appena arrivata in Norvegia e non ci teneva a spaventarla facendola fuggire via. Se gli avesse chiesto di più non si sarebbe risparmiato dal raccontarle cose che sapeva, ma avrebbe cercato di tenerla all'oscuro delle faccende che avrebbero potuto essere compromettenti, per il suo bene.
    Non approfondì oltre le problematiche connesse al suo lavoro, risparmiandola per quella sera con discorsi meno seriosi, ma raccontandole della sua quotidianità. Non affrontò il discorso avventure in lidi di conversazione che potessero compromettere la sua immagine, ed era anche vero che di avventure anche per lui ce ne erano state poche, si era rifugiato nel lavoro perché inebriato dalla sua passione per la scrittura, per un pò aveva pensato che tanto gli sarebbe bastato, avrebbe potuto vivere senza nulla di più. « A parte alcune vicende, Besaid è un posto particolare dove vivere, e poi sono nato qui, sono legato alla mia città. Ci sono molti posti che bisogna saper trovare e conoscere, ma non ci sono tantissimi posti come questo. » Ammise lui, in risposta alle sue parole sul locale che aveva scelto per la loro sera. I fuochi accanto ai tavoli erano allestiti in modo da creare atmosfera senza risultare troppo vicini o invadenti, e l'aria che li circondava era bella e pulita perché si trovavano in un posto idilliaco, senza traccia di inquinamento o confusione, un posto dove fossero solo loro e qualche altro commensale.
    Gli disse di avvicinarsi a lui, e così fece. Si avvicinò a lei, spostando la sua poltrona vicino a quella di Grace, dopo che l'ultimo amaro fu servito al tavolo e restarono da soli, sfiorandosi in un cercarsi immediato di carezze lontane. Aspettò che fosse Grace a scandire il tempo, e Grace lo baciò quando si avvicinò a lui spingendosi a cercare il suo viso. Lars smise di pensare, che non era una cosa che succedeva spesso, e sentì come eco alle parole della ragazza appena arrivati nel locale che se il resto del mondo fosse scomparso avrebbe anche potuto rimanere lì a quella sera, che fosse potuta non finire mai probabilmente non se ne sarebbe neanche accorto. Le sorrise, senza mettere più in fila una frase dopo l'altra, rimase vicino al suo viso e le mormorò lì a distanza di un orecchio che nessuno potesse sentirli. « Volevo farlo dall'inizio della serata. » Tacque, una frase audace sospirata senza freni, riferito al primo bacio che stavano rivivendo assieme. Si strinse più forte nella sua coperta, stringendo anche Gracelyn nella sua e coprendosi insieme mentre il vento cominciava a soffiare vicino al fiordo. « Che dici, vogliamo andare? » Le sorrise, infreddolito ed inebetito, rendendosi conto che la fine della loro serata era giunta, e lui aveva di nuovo sgomberato la mente dai suoi pensieri che non sapeva se l'indomani sarebbe giunto, ma sapeva che Grace era lì con lui e tanto bastava. Il cosa sarebbe avvenuto dopo non importava, ma voleva continuare a starle vicino, e magari trovare un posto più comodo per abbracciarla. Non aveva dimenticato l'odore della sua pelle, ma la distanza non avrebbe potuto fare in modo da trattenere al suo ricordo un'essenza tangibile. Adesso potevano rimediare. Si alzarono insieme, e poi si affrettò a farla rimanere ancora un pò al caldo per poter pagare la cena senza discussioni, tornò da lei e decisero di incamminarsi verso l'automobile. Quando furono nuovamente in auto si rese conto che non avrebbe potuto proporle di andare da lei, o forse sì, anche se la presenza di Liv sarebbe stata sicuramente ingombrante. Non che volesse fare da subito un'impressione malevola a Grace, non aveva voglia di finire la serata così presto, c'erano tantissime cose che avevano da dirsi. La guardò prendendole la mano quando si mise alla guida. Gli venne in mente un'altra frase un pò sciocca, ma nell'indecisione del cosa sembrare e del cosa volere la disse e basta. « Dove la porto Gracelyn Lien Haugen? »
     
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