i'm just a kid and life is a nightmare

jungpepi | post-quest | may-ish 2020

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    07/2019 @ Skate Park | Quando si accorse di star ridendo era ormai troppo tardi. Si portò velocemente entrambe le mani sulle labbra e scivolando con poca grazia dalla tavola con cui aveva planato fino allo sconosciuto, fermandosi poco prima di investirlo con le sue velocissime quattro ruote, si appollaiò vicino al tipo che, ora seduto, sembrava ancora confuso a seguito della caduta. Yo, bro, devi deciderti... o impari il trick o lanci occhiate di fuoco a Sammy. La voce, allegra e scanzonata, non sembrava avere alcuna intenzione di fornire giudizi sulle abilità del ragazzo: lo skate park era, e sarebbe sempre stato, un luogo libero da ogni tipo di scherno o critica. Un'ultima risatina abbandonò le labbra di Petra, che ora stava guardando Sammy. Scusa, non volevo ridere... ma è stata una caduta piuttosto comica. Evidentemente il ragazzo doveva essere uno spettacolo per gli occhi - nonostante Petra avrebbe preferito vedere Sammy indossare la t-shirt sudaticcia che aveva lanciato tempo prima da qualche parte. Tornò a guardare lo sconosciuto - quello che era ancora a terra, poco distante da lei - e decise che non si sarebbe frenata dal dargli altri consigli, ora che era stata incoronata pioniera della scoperta di quel misterioso individuo. Negli ultimi periodi l'aveva visto parecchie volte solcare gli spazi dello Skate Park ma, anche chiedendo in giro, nessuno sembrava né conoscerlo né aver avuto l'occasione di scambiarci qualche parola. Non che facesse particolarmente paura: era un ragazzo mingherlino e alto, che vestiva spesso di nero ed era migliorato molto nel giro di qualche mese - però rimaneva in disparte, col cappuccio calato sul viso, accompagnato solo dalla sua musica. E poi, che rimanga fra noi, ma Sammy è proprio un idiota patentato. Ma se ti interessano i fuck boys, vai pure, bro. Aveva parlato troppo? Petra si sarebbe volentieri morsa la lingua, decretando di aver appena fatto un colossale buco nell'acqua. Che l'avesse offeso? Non credeva di essere totalmente nel torto... le sue intenzioni erano pure! Si era lasciata andare all'emozione di scambiare due parole con una persona che non aveva mai visto prima d'ora a Besaid e, resasi conto di essere stata fin troppo energica, immaginò che l'altro non fosse stato il solo a doversi riprendere da una caduta imbarazzante. Prima che potesse alzarsi e scusarsi, così da poterlo lasciare in pace - rendendosi anche conto di quanto gli fosse arrivata vicino -, fu il misterioso ragazzo ad interrompere i suoi scalpitanti pensieri. Quando venne svelato l'arcano, allora un affabile sorriso si fece di nuovo strada fra i lineamenti di Petra. Che? Ah... sei muto? Oooh... beh, potevi dirlo prima, bro! Io sono Petra e... Jungkook, vuoi provare di nuovo quel trick? Posso darti qualche altro consiglio... Quindi gli porse la mano, spostando il proprio peso all'indietro per aiutarlo a rimettersi in piedi.

    05/2020 @ sKooL | Aah, damn. Dove sei... ? Mormorò Petra mentre, lasciando penzolare le gambe dal muretto, mentre provava a rasserenarsi o distrarsi giocherellando con una lunga zip dalla dubbia funzionalità che le attraversava verticalmente la coscia sinistra. Ahio... La si sentiva lamentare sommessamente di tanto in tanto quando un pezzetto di pelle si incastrava fra i denti in metallo, ma nulla sembrava essere in grado di distogliere completamente la sua attenzione dall'attesa. Gli occhi chiari danzavano fra le sue gambe, il proprio cellulare, sul cui schermo aveva registrato il passare di ogni minuto dal momento in cui si era seduta lì, e l'area d'ingresso dell'istituto scolastico. Solitamente era un'abile ingannatrice dell'attesa e aspettare un po' in solitudine non le generava mai tutta quella quantità d'ansia, tuttavia sembrava sul punto di avvertire ogni secondo scoccare all'interno della sua testa. Tick... tock... Scosse il capo con fermezza: doveva rilassarsi, altrimenti sarebbe scoppiata entro il prossimo minuto. Doveva convincersi che Jungkook si era preso giusto qualche minuto per rilassarsi durante il tragitto, magari si era fermato ad allacciarsi una scarpa o aveva dovuto ascoltare con particolare attenzione e trasporto una canzone. Non gli era successo nulla di grave e, soprattutto, non si trattava della prima volta che si rivedevano da quando il migliore amico era quasi morto. Quindi si calmò un po', ripetendosi che prima o poi l'avrebbe adocchiato fra la folla, fra gli ultimi studenti che stavano abbandonando l'area per tornare alle loro attività, le vite e le loro case. Che bella giornata, non c'è una nuvola in cielo... Sussurrò sovrappensiero. Puntò lo sguardo al cielo, alzandolo per qualche manciata di secondi e distraendosi dall'attesa, diramando le braccia in aria per far sì di distendere i nervi. Quando tornò a guardare di fronte a sé, finalmente individuò la testa scura di Jungkook. Sgranò gli occhi e con una germinale gioia che si era impiantata nel bel mezzo del petto, saltò giù dal muretto che in quel momento le parve un elastico trampolino che una dura e immobile struttura in mattoni.
    Jungkook!! Lo chiamò un paio di volte, scegliendo di usare il nome dell'altro per l'inaspettata contentezza, raggiungendolo con un ampio sorriso. Sembrò dimenticarsi di quante altre volte in passato avesse sbuffato e fatto roteare gli occhi alla vista di scene simili: in quel momento il suo unico obiettivo sembrava essere l'abbraccio di Jungkook e, in breve tempo, fu in grado di cancellare tutto il resto. Gli corse incontro a braccia aperte ma, sul punto di prendere un secondo salto per aggrapparsi al corpo del più grande, fu proprio lei a circondargli i fianchi in una salda e strettissima presa, pronta a disarcionarlo dallo skate ma senza avere l'intenzione di farlo cadere a terra. Sei qua, haha! Esclamò gioiosa, lasciando anche la voce libera di raggiungere volumi alti e stridenti, simile a limpidi garriti di rondini che celebravano il ritorno della bella stagione. Per qualche secondo decise di godere di ogni sensazione più materiale che il contatto con il migliore amico gli donò: avvertì il corpo dell'altro sotto le dita, che ne strinsero con forza gli indumenti, senza permettergli di allontanarsi di qualche centimetro; ne intercettò l'odore famigliare, mai così contenta di poterlo avvertire. L'aveva sollevato con non poche difficoltà e, per dei secondi interminabili, girò su se stessa una, due, tre volte, ballando sulle note di quell'instabile e potenzialmente pericoloso abbraccio in compagnia di Jungkook, non prestando davvero attenzione al dondolante equilibrio di entrambi. Sei qua... Ripeté infine, fermandosi, avvertendo la testa girarle e non riuscendo a smettere di sorridere. Scavalcò senza problemi la differenza d'altezza con l'altro costringendolo ad abbassarsi al suo livello, pronta ad ispezionarne gli occhi e il viso, prima ancora di dargli il tempo di esprimersi attraverso le dita. E hai sempre la stessa stupida faccia! Esclamò felicemente, tirandogli le guance fra i polpastrelli dopo averne manipolato un po' la pelle. Quindi lo abbracciò di nuovo, gettandogli le braccia al collo in un moto di affetto in crescendo. Decise di seguire i propri istinti, non volendo dargli tregua. L'avrebbe dovuta sopportare almeno per un po', almeno fino a quando la gioia germogliata poco prima non avrebbe esteso i propri petali al vento - contenta di poter nutrirsi della luce che entrambi emanavano, finalmente insieme.
    Quel breve periodo, poco più di un mese, era stato il tempo più lungo che i due avevano passato separati da quando l'aveva conosciuto: avevano continuato a vedersi, chiamarsi ed erano rimasti in contatto mentre lui aveva lasciato Besaid per un po', decidendo poi di rimanere nel conforto della nuova casa. Petra aveva voluto rispettare i suoi tempi, i suoi spazi, le modalità con cui l'altro desiderava poter tornare a vivere dopo un'esperienza terribilmente mortifera. La più giovane spesso era colpita dai più inquietanti incubi dove vedeva sparire la sua adorata sorella e anche quello che, in breve tempo, era diventato una sorta di fratello maggiore per lui. Aveva sempre preferito mantenere ogni preoccupazione nascosta, ogni cipiglio d'ansia celato e, per quella stessa ragione, non avrebbe borbottato alcunché sul ritardo di Jungkook. E puzzi, pure! Ti avevo detto di farti bello! Scherzò, punzecchiando il più grande, mollandogli un pugno contro la schiena - in sua difesa, appena percettibile. Estrasse il viso dall'incavo del collo di Jungkook in cui si era sotterrata, gli mostrò una smorfia schifata, e quindi ci si ripiantò poco dopo. Decidere di incontrarsi proprio davanti il liceo che frequentava le avrebbe fatto perdere qualsiasi tipo di credibilità per gli altri studenti, di certo non abituati a vederla perdere la sua coolness, ma a Petra interessava ben poco. Non appena quel mattino Jungkook le aveva comunicato di sentirsi un po' meglio e le aveva dimostrato di essere dell'umore giusto per procedere con qualche passettino fuori dalla sua area di conforto, Petra si era decisa che era giunta l'ora di mettere fine all'attesa. Aveva un paio di sorprese in serbo per lui ma, prima di stringerlo in una seconda ondata di entusiasmo, lasciò che la prima si acquietasse con naturalezza. Sciolse l'abbraccio e, guardandolo nella sua interezza, non le servì ragionare troppo per comprendere di essere contenta di vedere il migliore amico.

    Edited by Kagura` - 8/2/2023, 14:32
     
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    Che? Ah... sei muto? Oooh... beh, potevi dirlo prima, bro! Io sono Petra e... Jungkook, vuoi provare di nuovo quel trick? Posso darti qualche altro consiglio... Era passato molto tempo da quella prima interazione con Petra, e Jungkook la ricordava come fosse ieri; aveva custodito nella memoria ogni attimo passato con l'amica come fosse qualcosa di inestimabile, e lo era, per lui. Non gli era capitato spesso, prima di arrivare a Besaid, di avere amici che lo amassero e lo capissero, o che semplicemente lo accompagnassero nelle sue giornate. Era come se il periodo passato in strada fosse stato una lunga allucinazione, un arco sbiadito del suo passato e della breve vita che aveva vissuto. C'erano state persone molto accoglienti, ma anche molte altre che non lo erano state, non disposte a comprendere che cosa si celasse dietro lo sguardo di una persona tanto giovane e sperduta. La vastità degli spazi aperti, pericolosa ed infinita, aveva costretto Jungkook a nascondersi il più possibile così come a restare solo. Non gli era stato possibile fidarsi del prossimo ma anche, differentemente da chi abitava in spazi stabili e circoscritti, orientarsi. Chi non abita in strada o in alloggio temporaneo non sceglie di perdersi, ma fa di quella posizione un presupposto. Era stato Jungkook ad attribuire i suoi punti di riferimento, a cambiarli e traslarli ad ogni tappa, passo dopo passo prima che il Mørdersonn lo rapisse. Ed in un certo senso, continuava a farlo ancora oggi. Petra era diventata una di quelle stelle che, spostandosi e brillando in alto, poteva seguire con gli occhi senza paura di vederla spegnersi. Per questo quando posò le suole delle Vans su Naruto-Bernie, fissò l'intenzione di quel giorno: raccontare tutto alla sua amica, tutto ciò che solo Joon conosceva e che era convinto dovesse sapere anche lei. Allora si accordò con lei su un incontro, il primo con qualcuno che non fosse Joonie da quando erano tornati a Besaid, e si preparò stranamente con largo anticipo. Da un lato era impaziente di vedere Petra dopo degli avvenimenti tanto tremendi e semplicemente riabbracciarla, sentire il calore della sua presa amica e della sua risata che quasi gli rimbombava nel petto, e dall'altro una sensazione di timore gli serpeggiava addosso, forse per paura di ritornare, raccontandole la verità, proprio a quella vastità che tanto lo aveva spaventato da ragazzino e che era stata la sua casa anni prima.
    Ad ogni fruscio rauco delle ruote dello skateboard sull'asfalto infatti, Jungkook poteva quasi sentire la scia che lasciava dentro di sè, un passo più avanti rispetto al passato. Non fu difficile collocare Petra, persa con lo sguardo verso il cielo mentre Jungkook la raggiungeva da posti molto più bassi e scuri di quello. Jungkook!! Si affrettò non appena la voce dell'amica lo raggiunse, come se di colpo la familiarità del suo abbraccio lo stesse chiamando con molta più forza di prima - erano vivi e stavano bene, sia la sua migliore amica che Jungkook. Erano sulla stessa lunghezza d'onda sempre. Petra lo investì come un'onda d'acqua di mare in una giornata torrida, ne aveva davvero tanto bisogno e non si dispiacque d'inciampare dallo skate direttamente tra le braccia della più piccola. Non si chiese nemmeno perchè nello stringere prontamente Petra al petto Jungkook si ritrovò con lo sguardo umido, così felice da non riuscire a trattenere qualche lacrima dal scivolargli fuori dalle rime degli occhioni. Sei qua, haha! Veloce Jungkook annuì non volendo lasciare nulla al caso con Petra, e la sorresse in quel movimento circolare e tremolante, stringendosi alle sue spalle ed alla sua schiena così come lei stava facendo, e le suole sporche delle scarpe erano quasi sollevate dal terreno. Sei qua... I palmi di Petra lo raggiunsero sul volto poco dopo, e Jungkook non potè trattenere lo sbuffo di un singhiozzo che li scappò direttamente dalla gola. Petra gli era mancata così tanto! E hai sempre la stessa stupida faccia! Semplicemente annuì, e si lasciò manipolare quanto voleva senza protestare nemmeno per un secondo, e non lo fece neanche quando l'amica tornò ad abbracciarlo, ricambiando il gesto senza alcuna esitazione.
    Non poteva immaginare ciò che Petra poteva aver sentito in quel periodo, sul punto di perdere anche sua sorella, ed era certo che ora che erano insieme, avrebbero potuto affrontare qualsiasi cosa. In quel momento si rifugiò tra i capelli della ragazza, piantandovi un solido bacio, come fosse realmente la sua sorellina. Il loro primo incontro continuava a velargli lo sguardo annebbiato e brillante, e nel rammentare tutta la strada che avevano percorso insieme, Jungkook si sentì ancor più sicuro nel voler confessare il suo passato a Petra. Non avrebbe mai voluto metterla in pericolo e non le avrebbe mai raccontato notizie che avrebbero potuto porla in una situazione di rischio ma era sicuro - voleva che lei lo conoscesse per chi era in realtà, anche con le sue ombre, le stesse che tempo addietro l'avevano portato ad addentrarsi nelle curve d'asfalto dello skatepark. E puzzi, pure! Ti avevo detto di farti bello! A quel punto Jungkook non potè frenare una risata sbocciargli dalle labbra silenziosa e sincera, illuminato nel volto mentre raccoglieva la nuca di Petra in un palmo per tornare ad avvolgerla a sè. Restò fermo in quel modo per qualche minuto ancora prima di sciogliere la presa, e poi tornò a guardare la migliore amica dall'alto al basso. «Non volevo farti sfigurare! Guardati, bellissima come sempre!» Segnò senza fretta e le mani impercettibilmente tremanti, emozionato nel poter guardare Petra ancora una volta negli occhi, senza paura di mostrarle le cicatrici che lei aveva già potuto vedere in ospedale. «Come stai? Come sta Sky?» Domandò infine, colpendo Naruto-Bernie con la punta della scarpa per recuperarlo ed infilarlo tra la schiena ed il suo zaino. Lo sguardo sembrò più languido, in cerca di una risposta positiva, ma soprattutto sincera. Sapeva che quel periodo doveva essere stato difficile per Petra come lo era stato per lui, ed avrebbe cercato sempre di farla sentire al sicuro di esprimere anche i suoi dispiaceri. Dunque attese un po', e non appena ricevette la sua risposta, Jungkook sollevò la testa per osservare il cielo blu e prendere un ampio respiro e gettarsi nel suo ennesimo salto. Conoscendo Petra però, stavolta non aveva paura del vuoto - non più almeno, ora che si erano ritrovati. «Volevo parlarti, e dirti delle cose importanti se hai voglia di ascoltarmi, dato che uh.. Non sono morto! Non del tutto almeno.. E ora ho il tempo per dirti tutto con calma. Andiamo vicino al mare o al Bunnpris, o vuoi andare da qualche altra parte?»
     
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    Dopo essersi salutati come un paio di cuccioli scodinzolanti, l'energia non si era placata minimamente nel corpo di Petra, entusiasta più che mai di poter vedere l'amico fuori dalle quattro mura dell'ospedale. L'avrebbe sicuramente inondato ancora di attenzioni e altrettanto affetto - ma doveva anche ricordarsi della necessità dell'altro di respirare un po'. Entrambi sciolsero l'abbraccio e le sopracciglia di Petra scoccarono nel mezzo della sua fronte nel raccogliere il complimento, che subito sciolse l'espressione più giocosa e furbetta in una di caricata riconoscenza. Con il tempo Petra aveva imparato a leggere i segni di Jungkook, nonostante si affidasse ancora parecchio al labiale che con grande gentilezza l'amico le offriva in supporto. Era contenta di poter leggere la sua voce tanto quanto di vedere i segni che, dalle maniche penzolanti, aveva già osservato in precedenza. Per quanto terribili, anche ciò che aveva tracciato la memoria era un punto di ripartenza. Quindi Petra si portò le manine alle guance e sotto il mento, sfarfallando con le dita come ad imitare degli scintillii di luce. Per forza, bro. E Sky sta... uhm, sta bene... sta meglio! Gli rispose annuendo un paio di volte, ora più seria. Non sarebbe scesa nei dettagli, nonostante lo sguardo indagatore di Jungkook: credeva che quella risposta sarebbe stata sufficiente a calmare entrambi. Ogni volta che Petra si ricordava quello che Skylar aveva passato - così come il migliore amico e tanti altri come lui -, la ragazza non poteva far altro se non avvertire uno strano senso di colpa. Ripetersi che tutti stavano bene o che lo sarebbero stati, in un modo o in un altro, la aiutava a calmarsi: quella preghiera prima o poi sarebbe stata esaudita del tutto. E per me... aiutarvi come posso, ascoltarvi, starvi vicino... mi fa stare bene, davvero. Lo so che vuoi essere un tipo strong and independent who needs no man e non pesare sulle mie spalle, ma... Dopo aver schioccato le dita a tono, con forza si tirò su la manica della giacca nera, mostrando il braccio pallido e tirando i pochi muscoli che aveva. Vedi?! Posso farcela benissimo! Concluse con orgoglio, prima di ridacchiare leggermente e ricomporsi. Sto bene, sto davvero bene.
    Quando la conversazione naturalmente virò sull'anticipazione della confessione di Jungkook, la ragazza lo scrutò per qualche secondo, assottigliando lo sguardo e indagandone il viso. L'amico sembrava parlare sul serio - e Petra avrebbe rispettato quell'atmosfera più solenne, pur non avendo la benché minima idea di ciò a cui Jungkook stava facendo riferimento. Normalmente si sarebbe lamentata - perché odiava aspettare così come odiava chi iniziava le confessioni in quel modo, invece si putare immediatamente il rospo -, ma dopo aver nominato la faccenda dell'essere quasi morto... Petra soppesò per bene le sue reazioni. Cosa avrebbe voluto raccontarle di importante e soprattutto con calma? Oh, okay. Mmh... perché non ci facciamo un giro, per un po'? Senza bisogno di decidere dove andare. Gli propose, indicando con un cenno del capo la strada che li avrebbe portati lontani dal liceo. Quindi fece qualche passetto verso il proprio skate, iniziando a muoverlo leggermente con il piede, senza spostare lo sguardo da Jungkook. In verità una mezza idea su dove andare ce l'avevo. Ma forse è meglio dare precedenza alla tua cosa, eh? Rivolse a Jungkook un sorrisetto, volendo fargli capire che avrebbe seguito le sue decisioni. Si aggiustò lo zaino in spalla e quindi si aggiustò meglio sullo skate, iniziando a darsi una spinta che la portò a muoversi pianissimo. Ahh, maaan! Il Bunnpris! Ne sono cambiate di cose da quando sei stato in ospedale. Ma lo sai che hanno iniziato a fare storie per la panna montata? Senti... che ne dici di andare in direzione della spiaggia, almeno possiamo go with the flow senza problemi? A quel punto gli strizzò l'occhio, proprio mentre prendeva ad ondeggiare con le braccia in modo da imitare il movimento della risacca. Ridacchiò divertita e questa volta iniziò a darsi spinte più decise sullo skate. Sapeva che non avrebbero avuto modo di parlare durante quel tragitto - ma ciò non le interessava. Così come l'aria contro il viso l'avrebbe aiutata a rilassarsi, spingendo via ogni dubbio su ciò che Jungkook le avrebbe confessato di lì a poco, le ultime luci del pomeriggio la stavano scaldando, facendole ricordare gli affettuosi abbracci del migliore amico. O forse doveva semplicemente smetterla di wax poetic su quel momento. Ma come poteva? Era così felice di rivedere Jungkook. Avrebbe potuto anche confessare di aver ucciso qualcuno... o peggio.
    Solo dopo diversi minuti le rotelle dello skate si arrestarono. Visto che tutte le panchine erano state occupate da coppiette o da vecchietti che cercavano di sfidare la rabbia assassina dei gabbiani, i due amici si spinsero parecchio in là. Avevano raggiunto il finire della zona cementata e accompagnata dal passeggiare della gente, ma non si trovavano poi così distanti dal resto del mondo. Petra aveva - non a caso - deciso di dirigersi verso sud, avendo ben presente la loro prossima tappa, ma senza togliere a Jungkook la possibilità di parlare. Iniziò a calciare la sabbia fino a quando non decise di togliersi del tutto le scarpe, appendendosele allo zaino dopo aver velocemente legato i lacci. Allora, dude... canta, vuota il sacco, sputa il rospo. Ricorda che qui sei in un safe space privo di ogni giudizio. Iniziò a dire, arrestandosi di botto solo per buttarsi a terra, tamburellando con la mano sulla sabbia in modo che Jungkook potesse prendere il posto accanto a sé. Da tutt'altra parte c'era la casa che ora l'amico abitava con Joon, e l'ambiente attorno a loro era ben diverso dalle distese di sabbia poco frequentate di casa di Jungkook. Delle dune a tratti verdeggianti e brulle si estendevano alle loro spalle, lasciando qua e là spazio a qualche roccia che segnava l'inizio della costa più alta. Petra sapeva dell'esistenza di qualche grotta raggiungibile via spiaggia lì nei paraggi - ma in quel momento non aveva le energie di imbarcarsi in un'avventura. Jungkook doveva confessarle qualcosa. Allora... chi è la tipa che hai messo incinta?
     
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    Sto bene, sto davvero bene. Così come Petra riusciva a leggere oltre i gesti e le labbra di Jungkook, anche lui riusciva a scorgere messaggi oltre la sua voce, udibile e chiara ma anche custode di emozioni più profonde. Sapeva che Petra fosse una ragazza molto forte e capace di una resilienza fuori dal comune, tuttavia Jungkook volle comunque accertarsi che le onde d'urto tremende e impietose degli eventi accaduti all'arena non avessero investito anche lei. Sapeva che la guarigione da avvenimenti simili non impattava solo coloro che ne rimanevano coinvolti ma anche le persone che erano loro vicine. Il tono della ragazza però era solido, incrollabile, e Jungkook ne fu sollevato. Sembrava davvero stare bene, e di questo non potè che essere più che grato. Jungkook doveva a Petra una fiducia profonda e duratura, e non avrebbe vacillato neanche questa volta, per questo ripose in lei non solo le sue speranze che tutto fosse ormai passato, ma anche la possibilità di rivelarle informazioni che nessun altro oltre Joon conosceva. Il cuore aveva preso a battere più forte anche solo per la prospettiva di dover riaffrontare degli argomenti tanto duri nel rischio di pesare anche sull'amica più piccola - Petra non avrebbe dovuto sapere ogni dettaglio più tremendo, ma Jungkook era sicuro: non si sarebbe nascosto agli occhi della sua migliore amica, proprio alla luce degli eventi tanto tragici che avevano coinvolto entrambi in modi diversi. Notò gli occhi di Pepi assottigliarsi e si lasciò esplorare dal suo sguardo, e sapeva che, per quanto paziente, Petra detestava aspettare. Per questo le avrebbe offerto ogni risposta il prima possibile. Il rumore di una vita quasi spezzata risuonava all'udito di Jungkook come se stesse accadendo in quel momento, ma si rese ben presto conto di star ascoltando niente più di un'eco, un riverbero inquietante che ora aveva finalmente assopito, grazie all'aiuto impagabile e tanto amorevole di Joon.
    Ora entrambi sui loro skate, Petra e Jungkook iniziarono a scivolare sulla strada che avrebbe dato le spalle al liceo. In verità una mezza idea su dove andare ce l'avevo. Ma forse è meglio dare precedenza alla tua cosa, eh? Un cenno d'assenso e di gratitudine accolse le parole della ragazza, giacchè Jungkook pensò che sarebbe stato meglio affrontare quella conversazione prima di qualsiasi altra cosa - non tanto per soddisfazione personale, quanto per un sotteso timore nel suo animo. Sapeva che l'amore di Petra non fosse mai stato fragile, nemmeno per un momento, neanche quando lei non sapeva nulla di lui, nè su chi fosse nè da dove venisse. Jungkook aveva trovato in lei un'amica inamovibile e leale, ed aveva ponderato a lungo sul da farsi prima di arrivare alla scelta che l'aveva portato a quel preciso momento. Ricambiò allora il suo occhiolino (anche vagamente preoccupato per l'andamento degli affari ~della panna~ al Bunnpris), ed accettò di buon grado la ritirata verso la spiaggia, un luogo che al momento era diventato un porto sicuro per Jungkook. Con una strana forma avvolgente e pesante di agitazione in corpo che gradualmente aveva sostituito la grande gioia di incontrare Petra, Jungkook si spinse nuovamente su Naruto-Bernie in modo da seguire l'amica verso la spiaggia, quasi del tutto occupata nella parte più adiacente alla città. Era forse Clelyo il vecchietto intento a litigare con un gabbiano? Questo Jungkook non avrebbe più potuto saperlo, giacchè Petra lo guidò verso una parte più desolata della costa, non troppo però da lasciarsi sfuggire il tratto dolce dell'orizzonte cittadino dalla vista. Come avevano fatto parecchie volte prima d'allora, le Vans di Jungkook sprofondarono nella sabbia, e nonostante avesse adocchiato con una punta di interesse il gesto di Petra di togliersi le scarpe non fece altrettanto, come se qualche movimento più grande o plateale avrebbe potuto liberare ogni stilla di agitazione che Jungkook portava con sè.
    Si fermò proprio quando Petra lo fece, piantata nella sabbia all'improvviso e Jungkook si mosse in simbiosi, abbassando lo sguardo verso la più piccola che si sedeva sulla riva del mare. Allora, dude... canta, vuota il sacco, sputa il rospo. Ricorda che qui sei in un safe space privo di ogni giudizio. Si sedette quindi al suo fianco, adocchiando l'ambiente circostante della spiaggia mutato ancora una volta, ed alla domanda scherzosa di Petra Jungkook sbuffò una risata, dando un leggero colpo alla spalla dell'amica con la propria. «Bro- è cronologicamente impossibile che abbia messo incinta una tipa-» Iniziò lui come fosse una cosa seria, e poi tornò a sorridere, scuotendo appena il capo. «Però posso dire che è una cosa a cui ho pensato molto.» Segnò Jungkook, mansueto ma non per questo troppo solenne. Prima di continuare però, si lasciò scivolare lo spallaccio dello zaino attorno al braccio sino ad averlo in grembo, e vi ci tuffò una mano dentro per estrarvi il proverbiale biberon, che poi allungò a Petra. «Sì, lo so che fa schifo, ma potrei zombificarmi quindi se mi viene me lo dai e passa tutto... Scusa-» L'energia caotica di quel discorso si affievolì poco dopo, almeno ora che Jungkook aveva reso il safe space a prova di proiettile per Petra, che avrebbe protetto come un fratello maggiore. La guardò a lungo, e solo dopo prese un respiro più grande per tornare a segnare di nuovo. «Lo so che sei forte e sei una ragazza tosta, però per tutto questo tempo non ti ho detto esattamente la verità- magari mi dirai che non te ne frega niente, oppure il contrario che non mi vorrai vedere perchè come fa un bro che si rispetti a mentire proprio sulle basi?» Iniziò, posando poi una mano, un po' meno sicuro, su quella di Petra per stringerla appena e tornarle a parlarle, i grandi occhi scuri che la scrutavano in attesa. «Però pensavo che se l'avessi fatto ti avrei protetta da delle cose brutte, dal mio.. passato brutto. Sono stato in strada da solo per molto tempo e sono stato portato in un posto pericoloso, però non devi preoccuparti, adesso tutto è finito e non c'è nessun rischio per me o per chiunque mi è vicino. Sono successe tante cose prima che spuntassi allo skate park così come sono, senza voce e tutto il resto. Non divento uno zombie per caso, ed anche il fatto che sono muto non lo è.» Grattavano ancora le dita che da sotto terra cercavano di tornare disperatamente alla superficie, e non smettevano mai, nemmeno in quel momento. Tuttavia Jungkook non volle arrendersi, cercando di essere forte per Petra che sapeva non aver bisogno di ogni dettaglio, ma almeno di abbastanza informazioni da arrivare alla verità. Sapeva che il Mørdersonn l'aveva rapito perchè solo e senza nessuno a potersi prendere cura di lui e che Petra, per ragioni opposte, non costituiva un target per loro, già molto attenti alla selezione dei loro pazienti. «È un modo per elaborare un trauma, e lo stesso il fatto che non parlo. In pratica sono dovuto morire per rinascere così, Besaid ha deciso di darmi una seconda possibilità.» Seguendo il filo delle sue parole, Jungkook sperò di non aver confuso Petra più di quanto invece desiderasse, sapendo di star lasciando esplodere delle bombe su cui però era pronto a spiegarsi e diradare il fumo che avevano sprigionato. «Ed ora che sono quasi morto di nuovo, ho pensato che dato che dovrò morire un'altra volta, spero l'ultima, vorrei davvero che la mia migliore amica sappia chi sono.» Segnò più serio Jungkook, mostrando a Petra non solo le cicatrici che aveva sui polsi, ma anche una parte di sè che nessuno a parte Joon aveva visto prima di allora. «Sono Jungkook ora ed è così, sono il nuovo me. Ma.. Mi chiamo Noah. Noah è il mio nome di battesimo. Sono arrivato qui con mia zia dalla California, e poi sono scappato e venuto qui a Besaid.. Non pensavo che sarebbero successe così tante cose.. Ma poi ci siamo incontrati e volevo che tu mi conoscessi un po' come io conosco te, sei la mia bro, ride or die, dopotutto.»

    Edited by ‹Alucard† - 29/3/2023, 00:26
     
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    Petra accusò il colpo, sghignazzando insieme all'amico per poi farsi più seria, come se l'argomento fosse il vero fulcro di quella conversazione che di sicuro si sarebbe rivelata più pesante del previsto. «Cronologicamente impossibile... perché? Sei fuori dal periodo riproduttivo? Pensavo che voi conigli... insomma, ci date giù.» Parlò pronta ad abbandonare il discorso, volendo smorzare la tensione con un po' di umorismo ma lasciando intendere a Jungkook che si trattava solo di un modo per preparare entrambi - non voleva di certo ignorare la questione. Si fece più quieta, tenendosi le ginocchia fra le braccia e guardandolo con una certa curiosità mentre l'amico frugava nel suo zaino. «Ew, bro... è micidiale. Ma perché non ti porti dietro una borsa frigo?» Si lamentò squadrando la borraccia contenente un miscuglio di carne animale, fino ad afferrarla con un certo disgusto. Pur essendo abituata per lavoro a dar da mangiare dei topini congelati ai rettili nel negozio, quell'aspetto, che pur raramente entrava a far parte della quotidianità del rapporto con Jungkook, la faceva sempre rabbrividire un po'. «Ironico, per un vegano.» Parlò piano e scosse il capo mentre sorrideva all'assurdità della situazione, appoggiando il contenitore vicino a sé ma, per il momento, un po' fuori dal suo campo visivo. A quel punto tutta l'attenzione di Petra si concentrò sulle dita di Jungkook, pronta a raccogliere la sua confessione. Doveva ammetterlo: era un po' agitata. Tuttavia sapeva che ogni problema sarebbe stato risolto - magari attraverso un dialogo più profondo o qualche momento di riflessione.
    Non per questo Petra si allontanò del tutto da Jungkook, dimostrandogli il suo supporto in quel momento che sembrava essere davvero delicato per il migliore amico. Gli rimase vicino, e gli strinse la mano quando lui cercò la sua, piegando le labbra in un sorriso pieno d'incoraggiamento. Ce la puoi fare, Jungkook. Non sei solo. Voleva potergli dire, ma lasciò che il migliore amico potesse avere tutto lo spazio e il tempo necessario per raccogliere i pensieri, fare i giusti preamboli, e poi tuffarsi a capofitto nella discussione. In un movimento affettuoso un braccio di Petra andò a circondare le spalle più ampie di Jungkook, mentre lei saettava dalle mani al volto del migliore amico, cercando di celare una dose di preoccupazione che quelle nuove informazioni avevano generato in lei. Era ancora in pericolo? Era stato senza fissa dimora per un periodo nel suo passato? E l'essere muto non era una condizione con cui conviveva dalla nascita? Non c'era giudizio nello sguardo di Petra, ma completa partecipazione e supporto. Per un secondo le parve di vedere le dita di Jungkook tremare, allora l'abbraccio si fece appena più stretto, come a voler rassenerarlo. «Jungkook... è okay, prenditi il tuo tempo.» Sussurrò piano e cercando di intrecciare lo sguardo con il suo, volendogli infondere un po' di determinazione e coraggio. Quindi rimase in attesa di vedere di nuovo le mani dell'altro segnare senza troppi tremori e Petra tornò a calmarsi insieme al migliore amico.
    Solo quando Jungkook terminò del tutto il suo discorso, allora Petra si staccò dal migliore amico, rimanendo per qualche secondo con lo sguardo sul suo viso e le mani appoggiate sulle sue spalle: per essere più grande di lui, sia d'età sia di stazza, agli occhi della ragazza Jungkook sembrava così piccolo. Aveva affrontato delle difficoltà di cui solo ora lei era venuta a conoscenza, forse anche in modo parziale, e Petra si sentiva vagamente in difetto. Non avrebbe potuto fare niente per migliorare il passato di una persona per cui nutriva un affetto profondo, fraterno, ma era sicura di poter fare del suo meglio per accogliere le nuove forme di Jungkook che il migliore amico le aveva appena mostrato. Quindi gli sorrise, placida e più serena. «Noah... è un bel nome! È un po' da sfigato ma ti si addice. Anche Jungkook ti sta molto bene... ora posso chiamarti con il tuo government name quando mi fai incazzare?» Sospirò, finendo poi per abbracciare Jungkook. Rimase a stritolarlo per diversi secondi, attendendo di aver dissipato ogni energia e di aver calmato i pensieri, anche grazie al rumore pacifico della risacca. Quando riprese a parlare Petra lo fece attraverso un sussurro che solo Jungkook avrebbe potuto sentire. «Ma io so chi sei, Jungkook. Sei una brava persona e sei il mio migliore amico. Il tuo passato è importante, ma non cambia il fatto che sei il mio brotato. Grazie per esserti fidato di me. E grazie per non essere morto tutte e due le volte... altrimenti non saremmo potuti essere amici. Custodirò tutti i tuoi segreti con la massima attenzione.» Il loro abbraccio si sciolse naturalmente e per un po' di tempo rimasero a guardare il mare, cullati dal continuo andirivieni delle onde e il grido distante di qualche gabbiano. Di tanto in tanto Petra intercettava qualche domanda da fargli - ma immaginò che avrebbe potuto trovare le sue risposte in un secondo momento.
    «Anche io ti ho tenuto nascosto qualcosa, bro. Non è niente di così eccezionale, però. Che dire... grazie per avermi rubato la scena, Noah.» Parlò dopo svariati minuti, restituendo la spallata che Jungkook le aveva dato molto prima. Quindi si alzò in piedi dopo aver infilato una seconda volta le scarpe e allungò le mani fino a Jungkook, invitandolo ad alzarsi. «Ora dovrai seguirmi verso un posto sconosciuto e misterioso dove succederà una cosa bombastica di cui non ci pentiremo per tutta la vita.» Disse molto velocemente, iniziando a camminare verso la strada e dando indicazioni a Jungkook di seguirlo. Grazie ai loro personali mezzi di trasporto, Petra e Jungkook raggiunsero lo studio di tatuaggi “ørn reir” dove ad attenderli ci sarebbe stato un doppio appuntamento per un tatuaggio firmato dal tratto di Mia Bryne - che nell'ultimo periodo aveva iniziato a seguire su tutti i social e di cui apprezzava davvero le linee. Sperava che anche Jungkook avrebbe trovato l'idea quantomeno interessante e nonostante Petra aveva in mente di coprire le spese di entrambi, ovviamente il migliore amico non sarebbe stato obbligato a fare nulla che non volesse. Di solito un buon modo per ricordare e fare pace con le cicatrici era quello di abbellirle e Petra sperava che Jungkook avrebbe visto solo del bene nella proposta di Petra. Arrestò il movimento dello skate una volta giunti allo studio e rivolse a Jungkook un ampio sorriso, raccogliendogli le mani iniziando a saltellare per la gioia. «È inutile continuare a fare la misteriosa quindi... ci facciamo un tatuaggio! Yee!» Parlò in crescendo, trascinandosi poi dietro il migliore amico. Nell'aprire la porta dello studio Petra non si sentì interamente intimidita dal nuovo ambiente, anche se era stata lì diverse volte per fare dei piercing o per accompagnare altri amici o amiche, o per prenotare proprio l'appuntamento di oggi. «Spero tu non abbia assunto droghe o caffeina in grande quantità prima di arrivare qui...» Sussurrò piano, dandogli un paio di gomitate in attesa di essere raggiunta dalla tatuatrice. «Ciao! Siamo per l'appuntamento... per il tatuaggio- eh... Petra! Sono passata qualche settimana fa...?» Cinguettò, forse un po' tremante nella voce per l'imbarazzo, per l'entusiasmo e per il fascino di Mia.

    Edited by Kagura` - 7/8/2023, 09:30
     
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    Stare con Petra e con Joon era come aggrapparsi alla luce del sole: un momento di vita che riscaldava Jungkook, fondamentale per la sua sopravvivenza. L'unica differenza tra i due era l'esposizione che Joon e Petra avevano avuto al passato turbolento di Jungkook, completamente conosciuto dall'uno e del tutto misterioso per l'altra. Per parecchio tempo Jungkook aveva pensato di condividere con Petra i suoi segreti, ma temeva di esporla a più pericoli o di ferirla, e preferì proteggerla. Dopo gli eventi all'arena, con le loro vite quasi spezzate, aveva compreso di non poter decidere per Petra. Jungkook aveva scelto di riporre in lei la sua fiducia, ed ora lei avrebbe saputo tutte le informazioni necessarie per poi valutare: avrebbe voluto restargli amica? Avrebbe desiderato più dettagli? Si sarebbe sentita in pericolo? In ogni caso, Jungkook avrebbe accolto tutte le pieghe dell'animo di Petra di buon grado, proprio come lei aveva sempre fatto con lui a braccia aperte. Anche in quel momento, con qualche battuta o risposta divertente, cercava di dissipare l'ansia di Jungkook, curandosi del suo benessere e della sua tranquillità. Sorridendole timidamente, con gli incisivi un po' esposti e lo sguardo colmo di speranza ed emozione, Jungkook mosse le ciocche corvine in un cenno di negazione, divertito dai commenti di Petra su ragazze, conigli ed ~incontri ravvicinati~. Era dunque arrivato il momento di scoprire le carte sul tavolo, e dopo essersi assicurato di tenere al sicuro Petra in ogni evenienza, Jungkook prese a parlare, descrivendo con fatica gli eventi passati in modo che l'amica potesse assorbirne la notizia senza essere vulnerabile ai dettagli più vivi e tristi.
    Lo voleva fare, era ciò che desiderava, tuttavia parlare di quegli episodi della sua vita, seppur dopo parecchio tempo, costituiva una sfida - contro i suoi ricordi, le sensazioni che si risvegliavano sulla pelle, o se stesso. Jungkook però non era solo, non più, e sebbene non più stretta alla sua, la mano di Petra era sempre lì, a sorreggerlo ed a dargli conforto. Neanche per un momento gli era sembrato di sentirsi osservato, studiato o giudicato. L'unico contatto che Jungkook aveva con l'abbraccio e lo sguardo di Petra era affettuoso, compensivo, pieno di amore, e per qualche attimo Jungkook si convinse che avrebbe ceduto al pianto se non fosse stato per la stretta dell'amica ancora attorno a lui, come l'acqua del mare quando vi si era immerso. Non fredda ed inospitale, ma accogliente e calma, pronta a rinvigorirlo. «Jungkook... è okay, prenditi il tuo tempo.» L'ansia ed il timore si trasformavano, mutando in pura emozione, grezza e senza filtri. Doveva solo respirare, solo seguire la voce di Petra, e così Jungkook fece, tornando a lei ed al loro discorso un passo alla volta. Si rese conto, mentre parlava, di sentire tante parti della sua vita come tasselli mancanti, periodi che sarebbero dovuti essere nitidi nella sua mente ora fumosi, come pronti a sfuggirgli se non si fosse concentrato abbastanza. Da una parte, ne era sollevato. E poi, Jungkook saltò. Aveva pensato a tutti i modi con cui confidarsi con Petra, quali parole utilizzare, come raccontarle la sua storia, eppure mentre la osservava e la guardava sorridere, rivelarle di avere un passato così difficile e diverso dal suo presente gli sembrò sempre più la decisione più naturale e giusta. «Noah... è un bel nome! È un po' da sfigato ma ti si addice. Anche Jungkook ti sta molto bene... ora posso chiamarti con il tuo government name quando mi fai incazzare?» Una risata un po' bagnata sfuggì dalle labbra di Jungkook, ora così rincuorato da sentire gli occhi farsi più umidi. Annuì, anche se per qualche istante non seppe come muovere le mani per rispondere. «Sì- è un po' da sfigato-» Segnò solamente, sorridendo ancora come Petra, rispecchiando le sue parole ed i suoi gesti. Si tenne vicino a lei, stringendosi non solo nel suo abbraccio, ma anche posando la testolina ricolma di capelli neri alla sua, trovando conforto fraterno in quel contatto tanto dolce.
    «Ma io so chi sei, Jungkook. Sei una brava persona e sei il mio migliore amico. Il tuo passato è importante, ma non cambia il fatto che sei il mio brotato. Grazie per esserti fidato di me. E grazie per non essere morto tutte e due le volte... altrimenti non saremmo potuti essere amici. Custodirò tutti i tuoi segreti con la massima attenzione.» E tu la mia migliore amica. Pensò senza una minima esitazione, felice di essere ancora il brotato di Petra anche dopo quelle rivelazioni impegnative. «Ti voglio bene Petra.» Racchiuso nella stretta di Petra, Jungkook indugiò tra le sue braccia appoggiando una guancia alla spalla dell'amica almeno finchè non fu lei a slacciare l'abbraccio. «Non ti ho detto ancora molte cose, ma sono qui se vorrai sapere qualcosa di più, okay brotata?» Aggiunse, assicurandosi che Petra potesse sempre ritornare a quella discussione se ne avesse avuto bisogno. I pesi di Jungkook si trascinavao dentro e con lui, ma ora che li aveva condivisi, Joon e Petra avrebbero scelto in completa libertà se e quanto aiutarlo a portarli con sè, senza più esserne all'oscuro.
    «Anche io ti ho tenuto nascosto qualcosa, bro. Non è niente di così eccezionale, però. Che dire... grazie per avermi rubato la scena, Noah Passandosi le dita sotto le rime gli occhi Jungkook raccolse le lacrime che vi erano traboccate fuori, adocchiando poi Petra incuriosito: a cosa pensava? Mentre aspettava una risposta si aprì in un sorriso, accogliendo la spallata dell'altra prima di prenderle le mani (ed aver finalmente riposto il cursed biberon) e rialzarsi, lasciandosi l'orizzonte ed il mare alle spalle. «Ora dovrai seguirmi verso un posto sconosciuto e misterioso dove succederà una cosa bombastica di cui non ci pentiremo per tutta la vita.» «OMG quale cosa bombastica?» Petra stava davvero usando parole enormi per descrivere la sua idea fantastica, e Jungkook diventava sempre più curioso. Subodorava odore di inchioso e ronzii melodiosi, ma restò al suo posto mentre aspettava che l'amica gli rivelasse il suo piano malefico. Camminarono per qualche minuto, ma appena Jungkook riconobbe la strada in cui erano si illuminò, specialmente dopo la conferma di Petra: si sarebbero tatuati! Jungkook conosceva Mia e l'ørn reir, giacchè qualche volta si recava lì per mostrare i suoi disegni e farli tatuare occasionalmente, se graditi ai clienti contenti. Si trattava di una collaborazione molto creativa e positiva, e l'idea di poter ricoprire d'inchiostro cicatrici che portavano con sè un significato diverso riempiva Jungkook di gioia. «Il mio primo tatuaggio! Non l'avrei voluto fare con nessun altro!» Segnò felice lui, avvicinandosi a Petra per abbracciarla ancora una volta prima di entrare nello studio trascinato dalla più piccola. «Spero tu non abbia assunto droghe o caffeina in grande quantità prima di arrivare qui...» A quel monito, Jungkook sollevò le spalle per dare un'aria di mistero: aveva assunto droghe? Chi poteva saperlo! A dire la verità no, era sano come un pesce e lucido come uno specchio, però si divertì a vedere Petra preoccupata anche di fare una bella figura con una ragazza carina, e dopo aver osservato la sua interazione con Mia, sempre tanto cara, anche Jungkook la salutò, pronto a sedersi sul lettino. Il disegno proposto da Petra raffigurava un coniglietto ed un opossum con un pizzico di disagio - meglio di così non poteva essere. Jungkook richiese una testolina su un polso e l'altra sull'altro, in modo che unendoli proprio sotto le cicatrici, chiunque avrebbe potuto vedere le faccette degli animaletti uniti, con la scritta "We the // shit" da una parte all'altra. Avere un tatuaggio era un'esperienza che Jungkook desiderava fare da tempo, ma quel giorno, con Petra, costituiva il momento e la compagnia perfetti.
     
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    Petra credeva che, seppur privo della parola, non avrebbe mai conosciuto una persona più trasparente e comunicativa di Jungkook. Nel suo sguardo poteva individuare delle ombre che si nascondevano, ma anche tanta serenità. Due amici come loro avrebbero sempre fatto fatica a nascondersi qualsiasi tipo di turbamento o gioia, visto che da tempo erano entrati così in sintonia da supporre di condividere in modo wireless qualche parte del cervello. Per questo motivo Petra non faticava ad immaginare le sensazioni che avevano preceduto il metterla a corrente di quella parte di sé, e Petra gli sarebbe stata sempre infinitamente grata. Confessare un segreto del genere metteva alla prova la sua lealtà e la loro amicizia, ma Petra non avrebbe mai deluso il migliore amico. Sorridente, come se persino lei fosse stata in grado di levarsi dal cuore un peso di cui non si era mai accorta, accolse Jungkook fra le braccia in un tenero abbraccio. Quando sentì i segni di Jungkook sulla schiena, Petra impiegò qualche secondo in più a decifrarli, per poi stringere ancora di più l'amico nell'abbraccio, mimandone i gesti. «Ti... voglio... bene... anche io!» Scrisse sulla schiena di Jungkook e solo dopo svariati minuti i due tornarono a separarsi. "Non ti ho detto ancora molte cose, ma sono qui se vorrai sapere qualcosa di più, okay brotata?" Petra annuì un paio di volte. C'erano molte altre cose che avrebbe voluto chiedere a Jungkook ma credeva che tempestarlo di domande in un momento del genere, soprattutto quando poteva vedere ancora i suoi occhi lucidi, non avrebbe portato a nessun significato. Certo, Jungkook si era dimostrato aperto e disponibile, ma Petra non voleva in nessun modo far prevalere la curiosità sulla possibilità di poter metabolizzare ogni nuova informazione a dovere. «Altre domande? Uhm, beh... penso di averne tantissime, ma abbiamo tutta la vita davanti per poter parlare, no?» Parlò, comicamente più seria.
    Non molto tempo dopo, mentre i due erano di nuovo stretti in un abbraccio, sarebbe stato possibile leggere delle sfumature del tutto diversa nell'espressione di Petra. Un misto di imbarazzo e concitazione si appropriarono del viso di Petra, ora leggermente più rosso. «Bro- sì, okay!» Si lamentò più irrequieta, battendo i palmi delle mani contro la schiena di Jungkook. Ovviamente condivideva totalmente il sentimento espresso da Jungkook, tuttavia si erano fermati proprio davanti le vetrine dello studio e Petra non aveva intenzione di mandare messaggi ambigui a Mia o a presentarsi davanti a lei con i vestiti stropicciati o capelli scompigliati. Infatti, pur facendo strada, rubò qualche secondo al momento del loro ingresso per assicurarsi di essere in forma perfetta. Si assicurò che l'altro fosse effettivamente pronto a sedersi su quelle poltrone e farsi inchiostrare la pelle dalla mano di Mia ma le spallucce di Jungkook non la convinsero pienamente. «Davvero?!» Sussurrò lanciandogli più occhiate, cercando di ricordare se gli occhi rossi di Jungkook fossero dovuti al pianto o erano presenti anche al momento del loro incontro. Assottigliò lo sguardo e capì che Jungkook non le stava nascondendo nulla, nonostante non ne potesse essere completamente sicura. Nonostante Petra si incartò totalmente alla visione di Mia, la tatuatrice sembrò abbastanza professionale (e gentile) da non punzecchiarla ulteriormente e in breve tempo tutti e due i novelli tatuati si iniziarono a preparare per essere marchiati! per sempre! con dell'inchiostro! Discussero per un po' su dove posizionare i disegni e mentre per Petra quel primo tatuaggio avrebbe trovato casa sul polpaccio destro, Jungkook decise di occultare parzialmente le cicatrici ai polsi. «Sarà fichissimo, ne sono certa.» Commentò sorridente e rivendicò di stendersi per prima sul lettino della tatuatrice. Poiché aveva scelto una zona del corpo non particolarmente sensibile all'intrusione dell'ago, Petra chiacchierò amabilmente durante tutto il processo, aggiornando Jungkook su ultime novità o pettegolezzi e includendo (che lo volesse o meno) anche Mia nel discorso facendole un po' di domande sul suo lavoro.
    Una volta usciti dallo studio, dopo aver salutato Mia con la promessa di tornare quanto prima, Petra e Jungkook sembravano essere stati sollevati almeno un po' dalle inquietudini e preoccupazioni. Le espressioni soddisfatte sui volti dell'una e dell'altro si riflettevano a vicenda, amplificandosi nell'intensità. Le stelline negli occhi di entrambi erano un chiaro segnale di successo. «Credo di aver sbloccato una nuova ossessione...» Commentò, contenta mentre si contorceva il più possibile per poter osservare il lucidissimo inchiostro che ora adornava il suo polpaccio, per poi lasciare che gli ampi pantaloni cadessero di nuovo lungo la gamba. «E i tuoi, pure! Sono extra cool! La prossima volta dovremmo farne un paio per la storia dei numeri dispari, no? Sei scaramantico, Jungkook?» Disse, davvero contenta di poter, anche solo ipoteticamente, tornare una seconda volta nello studio di Mia in compagnia del migliore amico. «Comunque... non so che piani hai per questa sera ma sappi che sei appena stato prenotato e impegnato fino a domani mattina.» Annunciò senza dare il tempo a Jungkook di risponderle davvero, mentre poggiava nuovamente a terra lo skate, pronta a spostarsi in compagnia di Jungkook verso l'ultima meta della loro serata. «Vorrei che anche questa fosse una sorpresa, quindi non accetterò domande! Però non penso che ci metterai molto a capire quale sarà la meta, anche questa volta.» Gli disse stringendosi nelle spalle e, dopo avergli chiesto con un colpo della testa di seguirlo, i due si misero per una seconda volta in viaggio verso una nuova destinazione.
    Il percorso che avrebbe portato i due a destinazione non fu troppo lungo e si svolse in compagnia dei colori del tramonto che decoravano il cielo in modo molto grazioso. La serata non si prospettava eccessivamente fredda e, mentre con il loro skate si avvicinavano sempre di più al luogo d'arrivo, Petra si stava riempendo d'anticipazione: Jungkook avrebbe apprezzato la sorpresa? Oppure si sarebbe sentito sopraffatto dagli eventi della giornata? «Beh, come ti dicevo, non sarebbe stato difficile capire dov'eravamo diretti...» Parlò sorridente scendendo dallo skate. Davanti a loro si apriva una seconda volta la visuale della spiaggia, anche se erano giunti in un'altra zona della costa, precisamente dove Jungkook e Joon avevano preso casa dopo gli eventi nell'Arena. A quel punto Petra si strinse nelle spalle e osservò l'amico per poter leggere l'espressione di Jungkook: la sorpresa non era stata svelata del tutto e sperò di poter vedere un luccichio di curiosità negli occhi del migliore amico. «Dai, andiamo giù. Gli altri ci stanno aspettando!» Mentre parlava iniziò a fare i primi passi verso casa.
    In breve tempo ulteriori dettagli vennero svelati allo sguardo di Jungkook. Infatti, per l'occasione, Petra e un gruppo ristretto di amici che avevano in comune - fra cui Bayonle, Eira, Akinyi, Remi, Santana, Hoseok e ovviamente l'altro proprietario di casa, Joon - erano stati invitati a partecipare una piccola festa di inaugurazione della nuova abitazione in spiaggia. L'idea era stata di Petra e si era assicurata che tutte e tutti potessero passare una bella serata in compagnia di musica, un falò, il dolce rumore del mare e delle risate fra amici. Insieme a Joon e con l'aiuto di Eira si era preoccupata di decorare il portico con lucine ed addobbi per la festa, oltre a preparare dell'autentica pizza italiana (🤌) che potesse accontentare tutti i palati. Era grata della disponibilità e dell'aiuto che aveva ricevuto dagli amici e sperava che la stessa gratitudine e benessere potessero arrivare fino al migliore amico e Joon, attorno ai quali si erano stretti, come una catena in grado di offrire loro sostegno e affetto, tutti i loro amici. «Quindi... waddya think? Non è tutto meraviglioso stupendissimo?» Domandò facendo le jazz hands in direzione degli invitati. Prima di poter restituire Jungkook ai suoi amici, Petra approfittò dei pochi metri rimasti e degli ultimi attimi da soli per poter lasciarsi andare a confessioni più sentimentali, sperando di non risultare sdolcinata. «Sono dell'opinione che sia necessario celebrare ogni nuovo inizio... e anche questo si merita una festa, giusto?» Disse allungando una mano fino a prendere quella del migliore amico nella sua, stringendola con intenzione, e alzò lo sguardo per sorridergli genuinamente. «Penso che andrà tutto bene. Non trovi, Jungkook?» A quel punto non restava che raggiungere i loro amici e, dopo averlo strattonato giocosamente così da motivarlo a raggiungere gli altri, Jungkook e Petra vennero sommersi dai saluti e dagli abbracci delle persone più care. Tutto sembrava andare bene. Petra era serena.
     
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