It's a strange world

Kris&Beat

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    Kris 'Nihil' Nyberg /

    ‘È successo un casino, Beat è in ospedale.’
    Se la ricordava ancora, la sensazione di gelo che le era piovuta addosso come una stalattite dritta in piena testa, quando aveva posato gli occhi sullo schermo dello smartphone ed aveva letto quel messaggio. Poche semplici parole, che tuttavia le avevano dato una scarica elettrica tale da farla saltare giù dal letto sfatto sul quale stava vegetando fino al momento prima, e l’avevano fatta vestire con una velocità quasi impensabile, per un bradipo come lei.
    Non aveva pensato, aveva agito e basta. Tipico di Kris del resto, seguire l’istinto piuttosto che la ragione, anche a costo di farsi male e dover poi raccogliere da sola i cocci delle sue decisioni sbagliate. Aveva sempre avuto una certa propensione a lanciarsi di pancia sulle granate inesplose e poi lamentarsi se queste ultime le esplodevano addosso, ma non ci aveva mai rimuginato troppo sopra e non l’aveva fatto neanche quella volta, mentre usciva di casa di corsa (e si dimenticava le chiavi sul tavolo della cucina, ovviamente) e cercava di andare a capire cosa diamine fosse successo.
    Avrebbe dissimulato, sempre. Perché non era nel suo stile comportarsi come se qualcosa le importasse. Non era nel suo stile far credere agli altri di essere più importanti di quanto non desse a vedere. Non era nel suo stile far vedere che tenesse a qualcosa, o ancora peggio, a qualcuno, che non fossero se stessa, la meth e l’alcool. Ma dentro di sé, al sicuro nella sua mente, sepolta sotto strati di autoconvinzione più pungente degli aculei di un riccio, rimaneva comunque fissa e nascosta quell’idea che non aveva senso, se così stavano le cose, correre ancora pressochè in pigiama verso le luci asettiche dell’ospedale di Besaid. E invece lei lo stava facendo lo stesso.

    “E ha pure minacciato di chiamare la sicurezza per farmi sbattere fuori. Insomma, roba da pazzi. Che poi stavo portando una birra… manco della vodka o del gin, almeno quelle sì che ti avrebbero tirato su il morale.” Cacciò un sospiro sconsolato e si svaccò meglio sulla sedia di plastica grigia per i visitatori, posta accanto al letto regolabile nella stanza in cui avevano temporaneamente parcheggiato il redivivo Beat. “Oppure la meth, con quella almeno le giornate passerebbero in maniera più piacevole… anche se non so, da quello che ho origliato dalle infermiere che cianciavano in corridoio mi sa che la roba buona non ti manca, in ogni caso.” Gli schiaffò davanti alla faccia il solito sorrisetto storto alla Kris, ormai divenuto una specie di marchio di fabbrica da parte della ragazza. Poi cacciò un nuovo sospiro e si lasciò cadere con la schiena contro lo schienale della sedia, attorcigliandosi svogliatamente una ciocca di capelli biondi attorno all’indice.
    “Comunque, ho dovuto promettere che farò la brava. Adesso praticamente sono sorvegliata a vista.” Arricciò le labbra in una smorfietta contrariata e piuttosto infantile e si girò di scatto, per lanciare un’occhiataccia alla porta della stanza. Come se si aspettasse che da un momento all’altro potessero apparire degli infermieri, o peggio, degli agenti segreti con le pistole spianate pronti a trascinarla fuori dall’ospedale per aver cercato di intrufolare al suo interno dell’alcol per un paziente ricoverato.
    Dopo qualche secondo tornò a sedersi composta – o meglio, scomposta come sempre, svaccata contro lo schienale della sedia con le gambe divaricate, e sospirò seccamente. Dopo altri dieci secondi iniziò a giocherellare con le pellicine attorno alle unghie, finendo col peggiorare una situazione già abbastanza compromessa. Dopo altri dieci secondi cambiò posizione, salvo tornare a quella iniziale subito dopo, col risultato che sembrava che avesse un ragno nelle mutande. Un minuto dopo ricominciò a guardarsi intorno, rendendo di fatto ancora più evidente quanto si sentisse a disagio a trovarsi lì.
    La situazione in sé, il fatto che in quel letto d’ospedale ci fosse Beat, il fatto che lei non sapesse cosa dire né tantomeno come comportarsi, tutto quanto la metteva tremendamente a disagio. E soprattutto, c’era un fattore fondamentale di cui lei non si era di certo dimenticata. Solo che non sapeva come affrontare la situazione.
    “Ok, fanculo.” Esordì così dopo altri centosedici secondi, ormai allo stremo. Cacciò una mano all’interno della sua borsa a tracolla di stoffa ed iniziò a frugarci dentro aggrottando sempre di più le sopracciglia col passare del tempo. Sibilò un’imprecazione fra i denti e si alzò di scatto. “Ti spiace?” Senza attendere una risposta, capovolse la borsa e rovesciò l’intero contenuto sul letto del paziente. Cellulare, chiavi di casa, portafogli sgangherato, tabacco trinciato con filtri e cartine, una decina di scontrini appallottolati, chewing-gum sparsi, una bustina con dentro dell’erba, qualche altra pasticca coloratissima non ben identificata, una manciata di preservativi e altro ciarpame vario ed eventuale si sparpagliarono alla rinfusa sul lenzuolo, senza che lei battesse ciglio. Insieme ad una confezione di fruttini alla mela.
    “Ah, ecco dov’erano finiti, piccoli stronzetti.” Mise da parte i fruttini e, dopo aver rimesso tutta la sua roba in borsa, li tese a Beat con espressione menefreghista. Un’ottima recita, secondo lei. “Toh, per te. Ho visto un sacco di film in cui i pazienti li mangiano, per cui… quella stronza della caposala stavolta si attacca, li puoi mangiare.”
    E se ne rimase lì, con la confezione di fruttini tesa verso il ragazzo e la faccia sempre più contratta, come se la sua maschera di dura si stesse lentamente sgretolando sotto il peso del disagio ed in cuor suo lo stesse pregando con tutte le sue forze di prendere in fretta quel pensiero per levarla dall’impiccio il prima possibile.
    Signore e signori, Kris e l’empatia.
    Signore e signori, Kris e i fruttini.
    “Allora, uhm… come vanno le cose?” Si decise alla fine a chiedere, giusto perché non poteva esistere momento più sbagliato e alla fine non gliel’aveva ancora domandato, troppo presa com’era nella sua sparata contro la caposala.
     
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0 replies since 8/8/2021, 19:11   47 views
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