Message in a bottle is all I can do, hoping it gets to you

Lucas ft. Lily | In giro per Besaid | 14.02.2021

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +3   +1   -1
     
    .
    Avatar

    I love you, it's ruining my life

    Group
    Elfo magico
    Posts
    737
    Reputation
    +978
    Location
    Middle-earth.

    Status
    Anonymes!
    Lucas sfrecciava con la sua Café racer sulla strada asfaltata, appena spalata dalla neve caduta il giorno prima. Si era vestito in fretta, ma aveva deciso di buon mattino come vestirsi: una camicia bianca, per non essere impreparato ad un posto inaspettato scelto da Lily, un maglioncino leggero blu come i suoi occhi, e uno più pesante e scuro perché era ancora inverno in Norvegia e non poteva permettersi di andare in giro con niente di meno di quello. Un jeans scuro, perché non sapeva proprio cosa altro metterci sotto, e un piumino bianco puffer che lo faceva sembrare più alto di quanto fosse - e non era impresa da poco. Erano le sei passate del pomeriggio, eppure non un suono sembrava provenire dai dintorni silenti delle strade cittadine attorno a lui, completamente deserte. Era la festa più temuta dell'anno dai giovani scapoli come lui, festa che significava un mucchio di cose sensate e nessuna che potesse sembrare una buona ragione per tenerlo lontano dai guai: San Valentino. Neanche lui nella sua più fervida immaginazione avrebbe potuto pensare che il primo 14 febbraio della sua vita in Norvegia sarebbe cominciato con Lily, un déjà vu già sofferto lo aspettava lì colmo di qualcosa che in realtà ancora non poteva sapere di conoscere. Lucas non voleva dirsi di essere spaventato - era terrorizzato da quello che lo aspettava. I messaggi scambiati con Lily qualche giorno prima l'avevano lasciato confuso alla stessa stregua di quanto era successo tempo prima, quando non si era spiegato cosa fosse successo, e aveva perso la sua migliore amica. Ma adesso erano passati anni, e lui era cresciuto. Cosa poteva andare effettivamente storto? Si mordicchiò le labbra prima di fermarsi a lato della strada per scriverle un messaggio al telefono. Guardò l'orologio, e si rese conto che era in anticipo, stranamente. Non si impegnava molto ad essere mai puntuale, a meno che non fosse necessario per lavoro, ma più spesso gli capitava di non pensarci e prendersi il suo tempo per rilassarsi, vestirsi, e aprire la porta di casa per svolgere le sue commissioni in tutta calma. Si fermò prima di scriverle, se ne vergognò, ma sapeva di non essere deciso. Il Lucas del passato avrebbe scritto che stava arrivando da lei, per avvisarla di essere in anticipo, forse scusandosi. Cosa avrebbe fatto di diverso adesso Lucas? Sarebbe stato come era con gli altri? Ci ripensò, e mise in tasca il telefono. Non sapeva come approcciarsi a lei prima di vederla. Cosa gli avrebbe detto Lily? Non si vedevano da anni, e il messaggio che gli aveva mandato aveva innescato qualcosa di pericoloso in lui. Non poteva permettersi di sbagliare.
    Avrebbe potuto comunicare con Lily provando ad utilizzare il potere che aveva appena scoperto di possedere: la capacità di parlare con le persone stabilendo una connessione con loro, anche lontanissime da lui, senza usare alcuno strumento. Si sarebbe spaventata ma sarebbe stato anche divertente. Beh, di certo questa era una cosa che non aveva mai tentato di fare prima. Ci provò, cercando di trovare lei nei chilometri che li distanziavano. Avrebbe potuto trovare la sua connessione ovunque, si disse, Lily era sempre rimasta con lui anche quando erano lontani, in quel suo modo strano che aveva avuto di rimanergli addosso sulla pelle come se l’avesse potuto sfiorare, a portata di mano, e fosse rimasta invisibile per tutto il tempo. Adesso che ci provava, pur non sapendo nulla di come quel potere funzionasse, sembrava che riuscisse a percepirla. « Sto arrivando. » Disse. Aspettò di capire se avesse parlato davvero con lei, per un pò pensò di aver pensato più intensamente e aver ripreso a parlare con qualcuno che non poteva rispondergli allo stesso modo, o di aver sbagliato persona. Poi si fermò sentendo di averla agganciata, in una connessione inesistente che voleva immaginare il filo di un telefono, assieme ad un respiro agitato della ragazza, proprio lei, dall’altra parte in risposta. « Non ti spaventare, eh, non te lo sei immaginato. Ho scoperto di saperlo fare qui. Ti racconterò. »
    Non sapeva come poteva estendere quel richiamo con la sua telepatia, se potesse sentire bene le risposte di un'altra persona, e tutto quello che ne poteva comportare, non ancora. Avrebbe avuto il tempo per sperimentarlo poi, e forse avrebbe chiesto il parere e l’aiuto del fratello che in merito ad esperienza in tema poteva dirgli sicuramente di più. Il tempo che Theo gli aveva concesso non era stato ancora abbastanza per raccontarsi come si doveva dopo tre anni di distanza, o raccontargli dei misteri che accompagnavano quel luogo, e Theo gli era sembrato più evasivo del solito, come se in realtà la sua permanenza a Besaid lo avesse reso sfuggente, almeno nei confronti del fratello minore. Theo era stato gentile fino al concerto del primo dell'anno, finché in effetti si era trasferito proprio a casa sua un mese dopo. Probabilmente avrebbe dovuto pensare di trovare una casa per conto proprio prima di quanto avesse previsto, ma doveva ancora racimolare un pò di soldi per farlo. In ogni caso la sua distanza poteva essere spiegata da alcune ipotesi, e lui decise di non pensarci troppo dando la colpa al fatto che gli fosse piombato in casa senza largo preavviso per averlo turbato, o che stesse vivendo un momento della sua vita - sentimentale o quello che Theo avrebbe chiamato in mille modi fuorché usare quel termine - complicato. Quello che non sembrava convincere Lucas era invece il fatto che non gli avesse detto che Lily fosse proprio lì a Besaid. Era lui che vedeva colpe dove non ce ne erano? Perché si fidava ciecamente del fratello maggiore, e se doveva interrogarsi attentamente poteva pensare di essere lui la colpa, che il problema fosse il suo attaccamento morboso verso Lily Lewis da quando era bambino: Theo doveva aver deciso di tacere per non spingerlo a seguirlo da quel lato nel mondo, ed era lui a vedere ombre dietro congetture che non erano mai esistite. Sbuffò, rimettendo in moto il motore, e controllò la posizione della casa di Lily sulla mappa al telefono per raggiungerla.
    Ricordava Lily nella sua casa di famiglia a Kensington. Non aveva mai avuto una casa sua, una residenza dove poterla andare a trovare, dove poter avere a tutti gli effetti un luogo in cui sentirsi al riparo da occhi indiscreti. La ricordava come la ricordava allora, e allora c'erano due Lily che ricordava bene molto diverse tra loro: la Lily bambina che lo adorava, e la lily adolescente che cominciava a sfuggirgli dalle dita. Assaporò quei ricordi confusi cercando di non lasciarsi trascinare giù da essi, chiedendosi quale Lily gli avrebbe aperto la porta quel giorno, e cercando di crogiolarsi in memorie più semplici, mentre il vento freddo arrivava dallo spiffero tra il casco e la visiera, infilandosi nelle tempie e portandogli odori sconosciuti del posto che lo circondava. La casa a Kensington era stato in effetti un grande palazzo di una famiglia borghese che aveva accresciuto il suo potere, e aveva cercato sempre di mantenere un riserbo perfetto cucito a forza su inglesi che dovevano essere perfetti. Lily poteva aver scelto due cose prima di decidere quale casa fosse arrivato il momento di abitare nella sua vita da adulta - la Lily che non conosceva - e man mano che si avvicinava al luogo dell'indirizzo Lucas si rese conto di capire verso quale propensione la ragazza poteva essersi avvicinata: il grande sfarzo senza un briciolo di pudore, e non per la salvezza delle apparenze. Ma, ed ecco che se ne accorgeva guardando il luogo circostante, il silenzio, la solitudine, di un posto che fosse esclusivo, ma privato. Kensington era stata nel passato troppo al centro del mirino, la nuova casa sembrava il posto perfetto per un nuovo inizio. Arrivò a percorrere il lungo viale che lo separava dal cortile di ingresso, fino al pietrisco minuto che contornava la grande abitazione bianca in stile villetta moderna che corrispondeva all'indirizzo che gli aveva passato Lily in messaggio. Fermò la moto ad una distanza notevole, voleva avere il tempo di percorrere con calma il viale fin proprio all'ingresso. Ma non ne ebbe il tempo.
    Contò qualche secondo dal momento in cui aveva posizionato il cavalletto ad aver sfilato il suo casco che Lily uscì fuori dall'abitazione, avvicinandosi verso di lui. Cercò per tutto il tempo di non guardarla troppo finché non gli fosse arrivata vicino: non voleva darle la soddisfazione di averla pensata fino a quel momento, e non sapeva se fosse in grado di non farlo trapelare dai suoi occhi. C'era riuscita non una volta, ma mille di fila, e adesso voleva vivere o sognare, almeno, il momento in cui sarebbe stata lei a pregarlo di tornare alle sue attenzioni, di tornare non come erano, ma un milione di volte meglio.

    Edited by wanderer. - 18/9/2022, 15:45
     
    .
  2.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Sakura Blossom

    Group
    Member
    Posts
    981
    Reputation
    +2,142
    Location
    Far Away

    Status
    Anonymes!
    Lily Ann Lewis – Rebecca Lavender

    Non era più entrata nella stanza bianca da quando si era incontrata con Theodore qualche settimana prima, togliersi dalla testa ciò che era accaduto quella sera le sembrava impossibile. Continuava a chiedersi se il maggiore degli Howard avesse ceduto all’istinto solo perché con gli abiti di Cordelia addosso gliela ricordava. Aveva fatto l’amore con un ricordo o con lei? Quella domanda l’assillava, eppure un lato di se’ aveva paura di sapere la risposta. Cosa sarebbe accaduto se la verità fosse stata che entrambi avevano ceduto al dolore di un lutto comune e nient’altro? Lei sarebbe tornata ad essere la ragazzina di un tempo, quella che Theodore non aveva mai guardato perché gli faceva tenerezza per la sua giovane età. Aveva indossato un’altra identità e tutto si era capovolto, poteva vedere le loro labbra che s’incontravano risuonando nell’atmosfera come lo scoppio di un tuono, si erano visti nudi per la prima volta tra lampi di luce con le anime libere che danzavano nella grande sala della sua villa. Aveva i brividi al solo ricordo, anche in quel momento mentre cercava qualcosa da abbinare ai jeans neri per l’uscita che aveva in programma con Lucas, lui le metteva tranquillità al contrario di suo fratello, le placava gli spasmi dei suoi tormenti. Se tratteneva il suo viso tra le palpebre e le iridi il suo respiro si faceva più lento, era con lui che aveva appuntamento, non con Theodore doveva tenerlo a mente. Si era ripromessa che non avrebbe minimamente accennato a cosa era successo, il pensiero delle conseguenze la terrorizzava, avrebbe perso di nuovo entrambi se avesse detto la verità. Lily si guardò allo specchio con occhio critico, indossava un reggiseno rosa di pizzo, un paio di jeans neri aderenti e degli stivali in pelle dello stesso colore. Si voltò verso il letto dove giacevano tutti i maglioni che aveva provato fino a quel momento, era indecisa tra le apparenze e il calore, la neve che ammantava il giardino della sua casa era ben visibile dalla finestra della sua camera. Sospirò e afferrò il maglioncino oversize beige che si era portata da Londra, Lucas lo conosceva bene, glielo aveva visto indosso decine di volte, sapeva che era il suo preferito e che era quello che sceglieva ogni volta che era indecisa. The fluffy one lo chiamavano per via della sua morbidezza, era sempre stata una delle sue scuse preferite per lasciare che il suo amico l’accarezzasse e la coccolasse senza fraintendimenti, quando in realtà tra di loro c’erano troppi punti sospensivi.
    La sua immagine allo specchio le sorrideva ammiccando, i denti piccoli risplendevano come perle di una gioia tremolante, dietro quelle espressioni di leggerezza ci vedeva tutta la sua insicurezza, sperava di non farla trasparire durante il loro appuntamento. Non mancava molto, aveva giusto il tempo di una tazza di tè veloce, si avvicinò al comodino dove c’era un telefono che attraverso dei numeri rapidi la collegava con i suoi domestici. Premette il tasto 1 per chiamare la cucina, rimase in attesa per pochi istanti e la voce di Dotty la raggiunse immediatamente. ”Signorina Lavender, come posso esserle d’aiuto?” efficiente e irreprensibile come solo lei sapeva essere, Lily si chiedeva spesso se quella ragazza nella sua vita si fosse mai davvero divertita e se avesse infranto qualche regola. Si divertiva a provocarla e a metterla in difficoltà alcune volte, una sera le aveva chiesto la camomilla della buonanotte, quando Dotty arrivò in camera sua per servirgliela la ringraziò con un intenso bacio sulle labbra. La dipendente non reagì in alcun modo tanto era lo shock, balbettava in silenzio come un pesce in un acquario, Lily le offrì la sua camomilla per rasserenarla e la congedò scoppiando a ridere solo quando rimase sola tra le lenzuola. Era uno dei suoi aneddoti preferiti che raccontava spesso per il gusto di vedere le facce altrui, il giudizio delle persone era qualcosa che aveva smesso di temere da tempo, al contempo era qualcosa di cui aveva una necessità spasmodica. Le piaceva essere additata e scrutata con disprezzo o ammirazione, era così abituata ad essere giudicata dai suoi genitori sin dalla tenera età che le mancava il fiato se rimaneva sola troppo a lungo, aveva bisogno di avere addosso gli occhi di qualcuno costantemente. Astrid, la sua psicologa, le diceva sempre che per una ragazza come lei, abituata a sentirsi sbagliata anche solo per aver respirato, era normale ricercare quel tipo di attenzioni, anche se col tempo avrebbe dovuto imparare a farne a meno perché le facevano male. Lily le ripeteva sempre che aveva tutto sotto controllo, ma entrambe sapevano perfettamente che la verità era un’altra, il giudizio della gente lo sniffava quotidianamente come fosse una dose di coca raffinata. Astrid le faceva tenere un diario in cui scrivere tutte le sue emozioni e i suoi pensieri, all’inizio non le piaceva quell’idea, ci aveva messo mesi per mettere assieme le prime parole di senso compiuto, poi era diventato naturale come bere un bicchier d’acqua. Scrivere la salvava dall’annegare nei suoi desideri più oscuri, Lily era convinta di avere un’ombra dentro di se’ che a volte aveva bisogno di essere nutrita, era quella che l’aveva condotta verso le droghe, il sesso senza limiti e il costante desiderio di provocazione per essere giudicata. ”Gli occhi della gente sulla mia pelle sono come mani delicate che mi accarezzano, prima piano e dolcemente, poi affondano in profondità e mi strangolano il cuore. Ha senso per te, Astrid?” aveva scritto sul suo diario che leggeva insieme alla sua psicologa durante le sedute. ”Altre volte invece mi fanno eccitare, si può avere un orgasmo perché una persona ti ha fissato come se fossi carta da buttare nel cestino dell’immondizia?” erano tanti gli estratti delle sue pagine, alcuni più spensierati, altri intensi e a volte disperati.
    Lily spinse via quella valanga di pensieri chiedendo un tè nero bello forte con un cucchiaino di zucchero, ”grazie, Dot.” attaccò il telefono e si sedette sul letto, ancora venti minuti al suo incontro col passato. Si lasciò cadere sul copriletto di cachemire a fiori rosa e gialli, i suoi occhi chiari vagavano sul soffitto cercando forme astratte come se i segni dell’invecchiamento dell’intonaco fossero nuvole in movimento. ”Sto arrivando.” il cuore le schizzò direttamente in gola, poteva sentirlo premere contro la laringe per farsi spazio verso l’alto. Lily scattò di nuovo seduta e iniziò a guardarsi attorno freneticamente, di chi era quella voce? Il telefono sul comodino era attaccato bene, prese la cornetta per accertarsi di sentire il classico rumore della linea libera. ”Non ti spaventare, eh, non te lo sei immaginato. Ho scoperto di saperlo fare qui. Ti racconterò.” ancora lui, era certa che fosse una voce maschile, ma non proveniva dal telefono. Forse stava impazzendo, eppure le sembrava che provenisse dalla sua mente. Troppe emozioni da tenere sotto controllo in quel periodo, forse si trattava di quello, magari poteva scrivere un messaggio ad Astrid per chiedere se le allucinazioni auditive potessero collegarsi coi suoi traumi. Fece un respiro profondo per placare quel senso di irrequietezza nel petto, si alzò in piedi e solo in quel momento si rese conto che quella voce sembrava appartenere a Lucas, a Besaid una cosa del genere poteva avere senso, se si fossero trovati in una qualsiasi altra parte del mondo non poteva essere altro che una pazza. Come tutti gli abitanti della cittadina norvegese doveva aver acquisito un potere, poteva essere quello di comunicare con la mente? Il martellare del suo cuore rallentò a quel pensiero, ”mi senti?” disse al vuoto. ”Lucas è il tuo modo per dirmi che devo scendere?” Non sapendo se potesse sentirla andò a prendere il suo telefono poggiato sulla scrivania per scrivergli un messaggio.
    CITAZIONE
    14.02.2021 Message @Lucas: Se volevi uccidermi potevi aspettare di avermi davanti di persona, un po’ di veleno nel tè sarebbe stato meglio, a classic murder. Scendo, sempre che non abbia iniziato a sentire voci nella testa. A tra poco.

    Afferrò il suo Moncler rosa acceso e la sua borsetta di Gucci, poi si mise a correre giù per le scale saltando i gradini di due in due come faceva sin da piccola quando era contenta di vedere qualcuno. Arrivò alla porta e vide Dotty col tè che le aveva chiesto, ”è arrivato il mio appuntamento, credo. Non sprecatelo, è pur sempre un ottimo tè della Lewis & CO, potete berlo voi. Ci vediamo… non so quando ci vediamo.” spalancò il portone e attraversò in fretta il cortile, sapendo che tanto ci avrebbe pensato la meticolosa Dotty a richiuderlo. Vide Lucas e la sua moto in lontananza, le venne spontaneo sorridere anche se da laggiù non poteva di certo vederla, mantenne il passo svelto per raggiungerlo prima. Si fermò davanti a lui con un sorriso che mostrava tutta la sua dentatura candida, persino quei denti che di solito rimanevano nascosti timidamente dietro le labbra. ”Lucas Howard, allora eri davvero tu! Ho pensato di essere diventata una di quelle tipe un po’ tocche che incontravamo quando andavamo di nascosto a Camden Town da ragazzini!” lo abbracciò di slancio, circondandogli il collo con le braccia e tirandolo forte a se’. ”Mi sei mancato.” gli sussurrò all’orecchio, con le mani iniziò ad accarezzargli la base della nuca e poi le guance, come se toccarlo potesse confermarle che quello non era tutto un sogno. Si allontanò per guardarlo negli occhi, lasciando i palmi posati sulle sue guance, le iridi chiare di Lily scintillavano di gioia pura, tutti i suoi pensieri cupi erano rimasti chiusi nella sua camera da letto. ”Mi devi spiegare ogni dettaglio di questo giochetto che sai fare con la mente, o se sai farne altri di diverso genere...” sulle labbra un velo di rossetto chiamato malizia. ”Ovviamente voglio essere aggiornata su TUTTO!” lasciò andare il viso del suo amico di malavoglia, aveva paura che ad allontanarsi troppo sarebbe svanito come polvere nell’aria. Indossò il cappotto che aveva tenuto sottobraccio per la fretta di incontrarlo, chiuse la zip fino alla base del collo e infilò le mani nelle tasche alla ricerca di calore. ”Allora mi porti in città con quella? Ho preparato un programma fittissimo, pieno di impegni.” rimase in attesa della reazione di Lucas prima di smentire la bugia che aveva detto per fare la simpatica, voleva vederlo sorridere e sapeva che le sue battute ottenevano quasi sempre l’effetto che desiderava. ”Scherzo, mi conosci. Ho un paio di opzioni in realtà, dopo le quali è previsto cibo e alcool per resistere al freddo!” prese il suo amico sottobraccio e si strinse a lui aderendo col suo corpo al braccio di lui, anche se c’erano dei cappotti molto spessi di mezzo Lily sentì una leggera scossa di adrenalina lungo la spina dorsale. ”Andiamo?”
     
    .
  3.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    I love you, it's ruining my life

    Group
    Elfo magico
    Posts
    737
    Reputation
    +978
    Location
    Middle-earth.

    Status
    Anonymes!
    La vide correre verso di lui, una figura in nero e in beige con un piumino rosa appariscente al braccio e una borsa griffata. Alzò il suo sguardo piano, lentamente, perché non voleva accecarsi subito con la sua immagine di lei a sovrapporsi a quella che ricordava, una versione nuova, eppure, immaginava, sempre lei, sempre la stessa.
    Quando le loro vite si erano separate con l'incidente a Cordelia, Lucas lo sapeva, che nulla sarebbe stato più come prima. Lui non era più come era una volta, e così se per lui le conseguenze erano state minime ma tangibili, sicuramente anche per Lily le cose non sarebbero state le stesse, semplici o complesse a definirsi. Erano situazioni che non avrebbero avuto a che fare niente con quello che era successo in precedenza, il loro mondo era ruotato troppo più in là. Ma la dimostrazione che aveva avuto con il suo potere, di averla saputa anche ritrovare molto prima di averla rivista solo concentrandosi con la mente lo fece sentire in difetto: Lily continuava a confermarsi come il suo vero nord, anche quando era convinto di non avere una bussola con una rotta da seguire. Lo faceva sentire sconfortato e impaziente, come chi aspetta a lungo qualcosa sapendo di non poterlo mai ottenere, ma l'obiettivo della sua ricerca non cambiava, era sempre lì, e il traguardo finale restava immutato anche se cambiava sempre il percorso. Lo abbracciò di slancio, lei, prima che potesse provare a rispondere alle sue parole, perciò la frase pronunciata scivolò via, per un pò si dimenticò quasi che ebbe aperto bocca. Lo strinse come se non fosse successo nulla fra loro, e le cose fossero le stesse di allora, e Lucas non seppe dove mettere le mani se non provando ad abbracciare il suo profilo, le spalle, senza toccarla troppo, quasi a non voler assorbire tutto troppo di lei in fretta. Per lei fu l'esatto opposto. Indugiò sulla sua pelle, la sentì viaggiare con i polpastrelli sulla nuca, scorrere la linea del collo e risalire sulle guance, per poi lasciare i palmi lì. Non ci fu via di fuga, Lucas si ritrovò a guardare gli occhi di Lily direttamente di fronte a lui, un'espressione indecifrabile pietrificata sul suo volto con gli occhi celesti di lei di fronte. Era tutto reale? Era tutto normale? Prese un bel respiro, si sentì scioccamente indebolito. Non era come si sentiva al tempo, e questa cosa gli provocò una stretta allo stomaco letale. O forse era solo la sua consapevolezza ad essere cambiata, e a vederla dopo tutto quel tempo dopo averla sognata, sperata, desiderata, si muoveva qualcosa nella sua coscienza di molto più subdolo. « Ciao Lily. » Sussurrò. Si sforzò di guardarla come l'aveva guardata qualche anno prima, ma nel farlo qualcosa gli disse che stava attingendo ad una memoria molto più breve, quando aveva capito di piacere ad altre ragazze che non fossero lei, con un cipiglio incuriosito e gli occhi vaghi. Riprese la parola dopo aver ricordato di non aver fiatato alla frase di saluto che gli aveva rivolto. Distolse lo sguardo da lei, guardando il profilo della sua abitazione che si stagliava dritto proprio alle sue spalle. « Ero io. » Rispose, criptico. Le sorrise, stavolta guardando un pò in sua direzione e un pò al di là della sua figura. Aveva pensato che avrebbe avuto da dire tantissime cose a Lily, parlare come un fiume in piena era stata una sua caratteristica da bambino, ma lì di fronte a lei si sentì cedere e cader dal cuore tutte le cose che aveva pensato. Tabula rasa. Doveva ripensarci, riformulare, e ricominciare a sforzarsi per poterle parlare.
    Gli arrivò in quel momento la notifica del messaggio che doveva avergli inviato lungo il tragitto, ma non se ne era accorto. Si illuminò lo schermo del suo orologio digitale, lui spense la notifica con la mano destra poggiata sul polso sinistro, e non disse nulla, l'avrebbe capito. Si appigliò alla sua particolarità e a quello che aveva imparato di sapere a Besaid, anche se sapeva ancora molto poco, perché glielo aveva chiesto anche Lily e necessitava di dirle qualcosa che lo facesse sentire perfettamente capace di poter esistere senza la misura di lei. « Ho imparato di avere questo tipo di particolarità.. la chiamo telepatia, sono in grado di parlare con le persone, proprio qui. » Lucas ebbe un gesto improvviso e spontaneo. Non toccò la propria, di tempia, ma quella di Lily, alzando i polpastrelli a sfiorare pianissimo il lato destro della sua testa, tra l'attaccatura dei capelli e il lembo di pelle che congiungeva il suo occhio, che guizzò subito in sua direzione. Forse se lo era immaginato, ma Lily sembrò assecondare quel gesto appoggiandosi alla sua mano. « A quanto pare, sono anche in grado di trovarle. Non sapevo dove fossi, ma è come se ti avessi cercata.. una volta sulla strada ho provato a parlarti. » Mormorò. « Visto? Sono sempre in grado di trovarti. » Aggiunse. Lo disse come se stesse rispondendo a se stesso ad alta voce, ma poi si pentì di averlo fatto. Giocare con lei era uno schema pericoloso, lo era stato al tempo almeno, e scherzare era un'abitudine semplicissima. Sarebbe potuto ricascarci in fretta se non si fosse frenato in tempo. Qualcosa nella frase pronunciata attingeva proprio al loro passato trascorso, e lo fece sentire debole di nostalgia, ma gli dava anche uno spiraglio, un appiglio per ritrovare forza nella discussione man mano che si fosse riabituato a vederla di fronte, viva e reale. Perciò la guardò con uno sguardo sospettoso e interrogativo, anche se le sue parole non introducevano stranezze, erano dirette, con appena una nota di astuzia. Ma quante cose potevano nascondersi dietro parole dirette, lui lo sapeva bene.
    Deviò lo sguardo da Lily per girarsi verso la sua moto, mentre lei indossava il piumino rosa che aveva tenuto fino a quel momento sottobraccio. Lo vide in quel momento, che aveva indossato un maglione che le aveva visto addosso da anni, come se il maglione utilizzato potesse proteggerla da qualcosa, o ritrovare sicurezza in qualcosa a lui ignoto. Lo indossava perché rivedeva Lucas? Non disse niente, lasciando correre per quel momento.
    Recuperò il secondo casco del portabagagli aggiuntivo al lato destro della sua moto, quello accanto cui si trovavano entrambi: con i due portabagagli era riuscito a impacchettare una quantità infinita di indumenti e articoli di prima necessità per i suoi viaggi in sella, ma quanto era diventata pesante quella moto da trascinare per lui, che per quanto avesse una certa altezza non aveva mai avuto la muscolatura curata del fratello, e nemmeno la sua forza. Glielo porse, era un casco blu elettrico perfettamente pulito, come il profilo colorato della sua cafè racer con il numero 54 iconico al suo lato. « Anche tu devi aggiornarmi su tutto. » Mormorò, sfiorando le sue dita mentre le consegnava il casco al sicuro tra le sue mani. Non disse altro, e in quel momento, sentire di aver risposto temporeggiando lei un racconto per invogliarla a dire altro su di sé lo fece sentire forte, come se avesse messo a segno un punteggio personale e avesse recuperato un pezzettino di dignità.
    Riprese invece tra le mani il suo casco, nero, che cominciava ad essere popolato da un paio di stamp colorati, e nel giro di qualche mese, anche se lui non lo sapeva ancora né poteva immaginarselo, sarebbe stato disegnato e colorato dai suoi amici e da qualche sua ammiratrice. Avrebbe voluto rispondere qualcosa a Lily sulla sua frase sulla moto su cui l'avrebbe portata in giro, eppure tacque, gli bastò una occhiata eloquente in sua direzione per chiederle a cosa stesse alludendo. Tra lui e lei mancava un senso di organizzazione di fondo alla base, non erano stati in grado di mettere ordine nella loro camera per tutta una vita, e sospettava che né lui né lei erano riusciti a migliorare quella condizione. Figurarsi se quell'attitudine avesse potuto non estendersi al resto della loro vita, o se Lily fosse cambiata tanto da cambiare anche il modo di approcciarsi a quelle situazioni. Loro ragionavano per istinto, affidandosi al dove la vita li avrebbe portati, senza pensare alle conseguenze.
    La sua seconda affermazione confermò quanto aveva immaginato. Gli venne naturale risponderle subito, in un botta e risposta consono ai loro soliti passaggi. Gli fece pensare che nonostante il tempo trascorso, forse era vero che certe cose non cambiavano proprio mai. « Ti conosco troppo bene per cascarci. Vediamo queste opzioni allora. » Finì di dirle. Deglutì silenziosamente, facendo per un attimo appello al pensiero di guidare con la testa e di non lasciarsi distrarre. Non indugiò oltre su quel pensiero, che Lily si riavvicinò a lui prendendolo sottobraccio. Si sentì teso, rigido, non riuscì ad appoggiarsi alla sensazione di sentirla così vicino così immediatamente, ma sapeva che sulla moto sarebbe stato impossibile sfuggirle. Era diventato davvero difficile articolare i pensieri in sua presenza, così repentinamente, dal passaggio dall'ignoto a lei, mancanza e presenza tutto d'un fiato. « Andiamo. » Le disse, con una voce bassa che gli uscì più roca di quanto avesse voluto. Le sorrise, per sopperire all'impressione di aver detto poco o di conservare una nota scura a lei sicuramente sconosciuta. Lucas era un ragazzo frizzante e pieno di vita, ma aveva dei lati che aveva dimostrato di possedere con il tempo, anche crescendo, in quegli anni in cui era diventato adulto senza di lei. Adesso sapeva essere malizioso, ma per quanto ragionasse di pancia sapeva anche aspettare una battuta o due per rifare una mossa, il che non significava che fosse diventato paziente, ma che sapesse navigare nel mare del corteggiamento con destrezza. Lui era più forte adesso.
    Salirono sulla sella della moto, Lucas si fece quanto più piccolo possibile per farle spazio sulla sella, inclinato verso il manubrio senza reclinarsi troppo. Mise in moto quando sentì che Lily aveva preso posizione più o meno saldamente dietro di lui, con i piedi sui pedali e il busto ancorato attorno al suo torso. Aveva immaginato che sarebbe stato un problema, ma lui possedeva quella moto e adorava guidarla, non poteva certo pensare di cambiare il suo stile di vita per un incontro improvviso con il suo passato. Si affrettò ad oltrepassare il viale di ciottoli, appoggiandosi con i piedi da un lato e dall'altro del percorso, facendo leva sul peso della moto fino a raggiungere il selciato, dove poteva lanciare la corsa della moto in sicurezza, finché non oltrepassarono anche quello per raggiungere il comodo asfalto, lucido e nero. Accelerò, cominciando a sfrecciare con la scrambler lungo il percorso di ritorno, oltre il lungo viale nascosto che l'aveva condotto all'abitazione suggestiva di Lily. Fu in quel momento che si rese conto di non averle chiesto nulla sulla sua casa, e di non essersi neanche avvicinato ad essa per poterle commentare qualsiasi cosa. Ci avrebbe pensato dopo, chiedendole come fosse la sua vita lì. La sentì stringersi attorno a lui, con le sue mani a cercare il suo petto, per reggersi contro la forza del vento e prendere posto meglio al suo fianco. « Scusa, immagino sia un pò scomodo. » Urlò, quasi, perché il rumore del motore e del vento incontro erano più forti del suo tono di voce. E gli venne da ridere per la prima volta, sentendosi sciocco ad averglielo detto quando oramai erano già su in sella. « Allora, questo potrebbe essere il momento giusto per raccontare urlando le tue prodezze in quel della Norvegia. » Si sentì dire, accelerando lungo la strada dritta di fronte a loro, finché erano sull'asfalto sicuro per poter raggiungere una velocità adeguata senza rischi. Non era una moto per due quella, si era premurato di scegliere la moto più bella che avesse trovato, scomoda e iconica, ma Lily era piccola, lo era sempre stata, perciò non era così difficile immaginare un ritaglio di quella sella per lei. Per quanto il fatto che avesse i fianchi attaccati ai suoi lo rendesse inquieto, e lo faceva sentire terribilmente preda di lei. Non poteva negare che quella sensazione gli piacesse, almeno fintanto che stesse parlando con se stesso. « Oppure puoi indicarmi la via da seguire e aspettare di sussurrare con una bottiglia per due. » Continuò a dirle. Fino a quel punto del percorso la strada era vuota e libera, e la sera cominciava ad arrivare colorando l'atmosfera attorno. Ma ci sarebbe stata ancora luce ad illuminare il percorso, e Lily stavolta doveva essere il suo navigatore di bordo a guidarlo nei meandri del centro cittadino, sconosciuto, di Besaid.



    btw la moto Cafe racer che ho scoperto oggi configuratore non funzionante sul sito, vado a segnalarlo alla collega AHAHA


    Edited by wanderer. - 18/9/2022, 15:45
     
    .
2 replies since 26/12/2021, 23:13   125 views
  Share  
.
Top
Top