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Debbie & Celine

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  1. 'misia
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    Sbuffò sonoramente mentre si concedeva un momento per chiudere gli occhi e riposarli un po’ dallo schermo del computer. Si portò le dita alle tempie, massaggiandole appena. Fortunatamente quel giorno non c’era stata alcuna segnalazione, ma aveva avuto un bel da fare con tutti i documenti arretrati dei giorni precedenti. Il nuovo virus in circolazione aveva mandato tutti nel panico e le persone chiamavano la Centrale in continuazione, anche per le cose più sciocche. L’ultimo rapporto a cui stava lavorando coinvolgeva gli strani comportamenti di porte e finestre di una casa, che si erano poi rivelati semplicemente colpa del gatto dei vicini che cercava qualcosa da mangiare. Era una fortuna che molte persone li chiamassero solo per simili sciocchezze, ma era anche vero che stare dietro a tutte quelle segnalazioni rischiava di distoglierli da avvenimenti più seri, se questi si fossero presentati. Morale della favola, comunque, aveva guadagnato tantissimi rapporti da scrivere e se all’inizio ci aveva riso su e li aveva scritti con un certo trasporto, quando la fila si era accumulato aveva iniziato a trovarla soltanto una gran seccatura. Sbuffò di nuovo, riaprì gli occhi e si rimise a scrivere. Al decimo rapporto su questioni prive di reale fondamento non sapeva neppure più bene che cosa scrivere e iniziava anche a sentire un certo languorino. Sollevando appena il capo guardò il grande orologio a parete che si trovava proprio sulla parete di fronte del suo ufficio e sorrise. Finalmente una buona notizia, era ormai giunta l’ora della pausa pranzo. Rilesse l’ultima frase che aveva scritto, per assicurarsi che fosse di senso compiuto e poi, dopo aver recuperato il telefono e la borsa, uscì dall’ufficio. Si mosse con passo tranquillo lungo il corridoio, dando un’occhiata alle porte chiuse degli altri uffici, fino a giungere a quello di Celine.
    Bussò una volta, non troppo forte ma abbastanza per farsi sentire e attese di sentire la voce di lei prima di posare la mano sulla maniglia e aprire. -Muoio di fame, mi fai compagnia? - chiese, con un sorriso allegro sulle labbra ad accompagnare le sue parole. Non poteva dire di essere in ottimi rapporti con tutti i colleghi della Centrale, ma ce ne erano alcuni che le piacevano davvero e Celine era una di queste. -Ho sentito dire che oggi c’è persino la crostata. - aggiunse poi, rivolgendole un leggero occhiolino. Non era stato semplice recuperare la sua routine quotidiana dopo aver interrotto la sua relazione con Taylor. Inizialmente era stata molto male, era stata tentata di tornare sui suoi passi e ricominciare, ma alla fine aveva compreso che era meglio tenerlo lontano dalla sua vita. Le persone che li avevano minacciati mesi prima sembravano essersi fatti da parte, ma non poteva sapere se un giorno sarebbero tornati quindi preferiva non avere troppi legami. Le mancava. Era la prima volta in cui aveva davvero deciso di aprirsi con qualcuno e provare a fare sul serio, ma evidentemente quello non era ancora il suo momento. Si era buttata sul lavoro e sulla famiglia, trascorrendo molto più tempo con i suoi fratelli e i pochi amici di sempre, che erano divenuti per lei un po’ una seconda famiglia. Era tutta questione di abitudine dopotutto, e di tempo. Tutti dicevano che il tempo poteva curare ogni ferita, no? Tutto stava nel crederci davvero.
    Camminarono fianco a fianco verso la mensa, attraversando un gruppo di colleghi che sembrava aver avuto la loro stessa idea e si stava dirigendo chiassosamente verso il luogo preferito di tutti all’interno della Centrale. -Com’è andata la tua mattinata? Anche tu hai dovuto fronteggiare dei ladri felini? - chiese, per poi ridacchiare appena. Non era sicura di averle già raccontato di quella strana chiamata, ma quello era un modo come un altro per chiederle scherzosamente di aggiornarla sul suo lavoro. Era capitato nel corso degli anni di dover collaborare su alcuni casi e aveva sempre trovato molto stimolante lavorare al fianco di una profiler, per lei che invece non era che un semplice detective. Diede un’occhiata al menù del giorno, cercando di decidere se optare per un primo, un secondo, oppure per entrambi. -Che cosa prendi oggi? - chiese all’amica, alla ricerca di buoni consigli sul cibo. Negli ultimi tempi Deborah era divenuto un po’ più silenziosa e meno incline alle sue solite battute, ma stava cercando di riprendersi ed era sicura che il momento sarebbe passato. -Ah, ho una notizia bomba! Pare che arriveranno alcuni nuovi film d’autore la prossima settimana, hai per caso una sera libera per accompagnarmi a vedere qualche pellicola? - domandò ancora, prima di prendere un vassoio e mettersi in fila. Sentiva una certa voglia di prendersi del tempo per sé, a parte le corse mattutine e la palestra e passare del tempo con un’amica cinefila non avrebbe potuto farle che bene.
     
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