Nothing is really work unless you would rather be doing something else

Debbie & Celine

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  1. 'misia
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    Sorrise nel sentire la risposta affermativa della collega, che le confidò persino di essersi dimenticata di mangiare il suo spuntino quella mattina, tanto era presa dal lavoro. Deb scosse appena il capo, con aria di rimprovero. -Eh no Miss Johannesen questi sono crimini che non possono restare impuniti. Se dovesse ricapitare sappia che sarò costretta a portarla in cella. - disse, con aria serissima, annuendo appena tra sé e sé per poi scoppiare a ridere e fare cenno all’amica di seguirla al di fuori dell’ufficio, in direzione della mensa. -Esattamente, proprio quella di mele. - confermò, in riferimento alla tanto agognata crostata di cui aveva sentito parlare diversi colleghi quella mattina. Quella di Molly, la nuova cuoca, sembrava essere davvero fenomenale, così tanto da essere sulla bocca di tutti. -Anche se ammetto di avere una passione anche per quella di mirtilli, anzi, forse per quanto mi riguarda i mirtilli battono le mele. - continuò, come se stessero parlando di un argomento di vitale importanza e non semplicemente di cibo. Che poi, alla fine dei conti, quella non era forse un argomento di vitale importanza? Non si poteva sopravvivere senza di esso ed era quindi bene prendere la cosa con la dovuta serietà.
    -Oh sì, era davvero adorabile. Un gattino nero con il musetto bianco e degli occhi azzurrissimi. - raccontò, aggiungendo qualche piccolo dettaglio sul gatto, mentre l’altra parlava della possibilità di far uscire quelle notizie sulle testate giornalistiche di tutto il mondo, per rallegrare almeno un po’ gli spiriti e cancellare quelle sui vari psicopatici che si nascondevano tra la folla. Il mondo sarebbe stato un posto più bello se i fatti di cronaca nera fossero stati circoscritti a piccoli furti di cibo da parte di felini facilmente identificabili. In effetti anche il loro lavoro sarebbe stato molto più semplice. -Se dovesse ricapitarmi magari ti faccio un fischio e andiamo a recuperare il prossimo gatto insieme. - scherzò, rivolgendole un leggero occhiolino e una breve risata. Si fece più attenta, tuttavia, quando l’altra parlò di un caso ben più complicato, che forse comprendeva anche delle prove occultate. -No, certo, è meglio fare delle indagini approfondite in questi casi. - mormorò, abbassando appena il tono della voce e annuendo. Sebbene conoscesse almeno di vista la maggior parte dei suoi colleghi, non poteva comunque dire di fidarsi di tutti loro. Aveva inoltre sentito dire che parevano esserci dei poliziotti nel libro paga di alcune organizzazioni criminali della zona ed era quindi molto meglio non parlare troppo apertamente dei casi più importanti. -Se dovessi avere bisogno di più personale chiedi pure al capo di spostarmi a supporto. Ti aiuterò volentieri. - aggiunse poi, offrendole la possibilità di collaborare in maniera definitiva se le sue idee si fossero rivelate più concrete. Un insabbiamento di prove dopotutto era una cosa seria, che non avrebbe potuto affrontare da sola, senza contare che muoversi di pattuglia per la città da soli, senza un collega a guardarti le spalle, non era mai una buona idea.
    Fissò per qualche momento il menù della mensa affisso poco distante dall’ingresso e si prese un istante per decidere. -Io invece credo che oggi prenderò gli gnocchi di patate e qualche verdura. - mormorò, abbastanza convinta. Per poi avanzare con il suo vassoio e mettersi in fila. Prese le posate, un po’ di pane e un bicchiere, continuando a chiacchierare mentre avanzavano lentamente seguendo gli altri colleghi. -Domani sera danno la Dolce Vita di Fellini, mi pare alle 19, se ti può interessare. - aggiunse, davanti all’entusiasmo con cui la collega aveva elencato i suoi giorni liberi, pronta a buttarsi in quello che si prospettava come un nuovo e irrinunciabile impegno settimanale da seguire insieme. -Ti capisco, anche per me è stato un periodo no, quindi direi che ci meritiamo qualche pausa e un po’ di divertimento. - mormorò, annuendo appena, mentre indicava le pietanze scelte alla signora della mensa, che le offrì velocemente due piatti da mettere sul vassoio. -Le mie non hanno ancora dei figli, ma spesso sembra abbiano una vita ancora più incasinata della mia. Diventa sempre più complicato riuscire a far coincidere gli impegni e il tempo libero. - ammise poi, pensando alle amiche di sempre, quelle che l’avevano conosciuta quando i suoi genitori erano ancora con lei e che le erano state accanto nei momenti più belli ma anche in quelli più bui. Pensò a Mia, a quanto le mancasse la possibilità di vedersi tutti i giorni, come quando erano ragazzine. A volte diveniva persino difficile riuscire a scriversi qualche messaggio almeno due o tre volte a settimana.
    -No, neppure io ho figli, ma mio fratello maggiore ha una bambina e ho visto come la sua vita sia radicalmente cambiata da quel momento in poi. - spiegò, parlando della piccola Agnes. La sua nipotina era la luce dei suoi occhi, ma non riusciva comunque a immaginarsi come madre ancora, a dedicare tutta la sua vita a qualcun altro. Non si sentiva pronta e forse per questo continuava a tirarsi indietro davanti alle relazioni più serie. -Anche io single al momento. - raccontò, mentre iniziava a mangiare i suoi gnocchi e si sorprendeva di quanto lei e Celine fossero simili sotto molti aspetti. -Nel mio caso però sono stato io a chiudere la relazione. Siamo stati insieme per diversi mesi ma era come se io non mi sentissi ancora pronta per andare più avanti di così. - ammise, stringendosi appena nelle spalle. Forse Taylor era davvero la persona giusta per lei e se l’era lasciata sfuggire, ma non riusciva a smettere di pensare di aver fatto la scelta giusta e che, in quel momento della sua vita, stava molto meglio da sola. -Chissà, magari un giorno mi guarderò indietro e me ne pentirò, ma al momento sto meglio così. - aggiunse, con aria molto tranquilla. Era sempre stata brava a stare da sola, ad allontanare gli altri e vivere una vita particolarmente solitaria. A volte Mia le diceva che sbagliava a tenersi tutto dentro e cercare di risolvere tutti i suoi problemi da sola, ma purtroppo era più forte di lei, non riusciva proprio a cambiare. -Ogni tanto però mi piace andare a qualche festa e conoscere qualcuno di nuovo, non si può mai sapere dove si accenderà una nuova scintilla. - disse ancora, rivolgendo un leggero occhiolino all’altra mentre continuavano a mangiare. -Ad esempio, proprio questo finesettimana, ci sarà una festa sulla spiaggia, dovrebbe essere una cosa molto tranquilla: si mangia, si beve, si sta attorno al fuoco. Potresti fare un salto se ti va. - le propose, aggiungendo un’altra serata a quella cinema, già presente nella lista.
     
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