You don't need to save me, but would you run away with me?

Bellatrix ft. James | Rainbow lounge restaurant | 05.10.2022

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  1. wanderer.
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    I love you, it's ruining my life

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    C'era stato un tempo in cui si era chiesta quanto si notasse la sua cotta per James dall'esterno. In maniera molto retorica, tutte le persone che le erano intorno l'avevano capito e avevano allo stesso modo compreso lei, nella leggerezza dell'età che attraversava, dell'immagine che da cliché si dispiegava a lei, di innamorarsi del migliore amico del proprio fratello maggiore. Ma che a James fosse chiaro o meno era un vero mistero, e a dirla tutta, spesso le sembrava o aveva l'impressione, che lui non se ne fosse mai accorto. «Sarei venuta a trovarti.» Disse, direttamente, senza tergiversare. Certo che sarebbe cambiato qualcosa. Eppure se fosse stato un gioco di seduzione che non comprendeva quello che si mostrava di fronte a lei, non avrebbe saputo dirlo. Nel momento in cui lei si sbilanciava sembrava puntualmente che James si tirasse indietro, o almeno così era avvenuto sempre in passato, e adesso in quelle poche frasi che si erano scambiati dall'ingresso e permanenza nel locale, tutto le sembrava confermare che James non avesse mai guardato Bella in nessun modo possibile prima di allora, e che forse, molte delle sottigliezze che immaginava Bella, erano effettivamente date per scontate. Perciò gli disse la sua frase in risposta dopo molto tempo, quando era tornato da lei e le aveva preparato il suo cocktail prima di andare via ad occuparsi di altri clienti e lasciasse il bancone libero per lei, per ordinare, in attesa che il cameriere di sala le portasse la sua cena.
    Non le volle affatto dire quale fosse stata la motivazione della scelta del suo drink. Sarebbe stato bello sapere se in effetti avesse visto la donna che era diventata, senza dimenticare la ragazza che aveva sostituito, che era appunto la ragazza che si era infatuata dal giovane allegro e spensierato che era stato e che al tempo le sembrava irraggiungibile perché sembrava avere tutto quello che potesse desiderare: bellezza e gioventù, spirito di iniziativa, abilità nel suo sport. Ne erano stati convinti tutti che sarebbe andato molto lontano, invece un infortunio aveva cancellato il suo astro nascente, e aveva ridimensionato proprio tutto quello che era successo da quel momento in poi, dalla vita che aveva vissuto e della scelta che avevano fatto entrambi lui e Sirius in momenti diversi di trasferirsi in Norvegia. Da quel momento, le scelte degli altri l'avevano portata con sua sorella Vega a raggiungere Besaid, ed ecco che si erano ritrovati e ricongiunti tutti lì. Ma il suo rapporto con James non era mai cambiato, si era addirittura confuso nella moltitudine delle persone che frequentavano e vivevano a Besaid, e lui era diventato semplicemente l'amico di suo fratello, una persona che non aveva più passato davvero il tempo con lei, vissuto in nessun modo alcuna delle sue avventure. James non sapeva nulla, per esempio, di quello che era successo alla festa di fondazione di Besaid. «Mi toccherà scoprirli. Se me ne prepari un altro provo ad indovinare da cosa ti lascerai ispirare stavolta.» Disse, rimanendo con le mani sul viso e i gomiti sul bancone, attenta a che l'attenzione dell'altro fosse su di lei. Era pronta a bere il suo secondo drink mentre avrebbe cenato con quello che aveva ordinato.
    La reazione che le porse le fece corrucciare lo sguardo, quando si ritrasse e sembrò tirarsi indietro, rimettendosi sulle sue. Sembrò porre subito una distanza tangibile tra di loro, mettendosi ad occuparsi al resto delle sue attività, ovvero pulire i bicchieri sul bancone dei commensali che avevano già sostato al bar, riponendoli sulla lavastoviglie e occupandosi di quelli da asciugare. Aspettò prima di dire una qualsiasi cosa, perché l'ombra dell'incomprensione le fu da subito visibile, e si rese conto che non fosse il caso tastare subito il terreno finché non fossero passati ad argomenti più sereni.
    Lo guardò, mentre le raccontava, alla domanda che lei aveva posto, come stesse lui. Aveva uno sguardo diverso da quello che gli ricordava e attribuiva, e si chiese subito Bellatrix se fosse stata colpa della città che ora abitavano piuttosto che della storia che aveva lasciato dietro di sé a casa, ad Howth. «Sono contenta che tu sia a tuo agio qui. Lavorare per quello che piace e trovarsi bene nell'ambiente in cui passi la maggior parte delle ore della tua vita è la cosa più importante.» Glielo mormorò dolcemente, come se fosse una verità che a lei faceva piacere dichiarare, e una cosa in cui ci credeva fermamente. E poi era anche qualcosa che cercava di dire per approcciarsi morbidamente a James, che aveva cercato di sviare lo sguardo più volte dall'affermazione che aveva tirato in ballo Sirius. Il viso del fratello maggiore fece capolino nei suoi pensieri, e lei scosse la testa rendendosi conto che non le doveva affatto alcuna spiegazione, era da diverso tempo che non parlavano di James e di certo non l'avrebbe fatto dopo tutto quello che era capitato a Bella, e la sua reticenza a stabilire una relazione davvero seria dopo il disastro che era accaduto con la sua Astrid. Per colpa sua, unicamente sua. «Vedrai che non ci saranno disastri, me lo sento.» Fece l'occhiolino di rimando a lui, e tornò a guardare James. Non sapeva affatto cosa era successo nella sua vita fino ad allora, ed era il caso di capirlo se avesse voluto avere una conversazione come si doveva con l'uomo, ma soprattutto per cercare di recuperare qualcosa di quello che conosceva o ricordava di lui. Le sembrò malinconico e le fece sentire nostalgia del tempo passato, pensare di aver tenuto tanto alla figura del ragazzo e adesso sapere a malapena che poche cose di lui, e non aver saputo che aveva cambiato locale da ben due anni. Quante cose erano successe a lei invece in quei due anni, e quante forse anche difficilmente ricordava di quanto era accaduto.
    Proprio quando cominciò ad elogiare la sua chef e il cibo e i menù che era in grado di preparare, allora il cameriere di sala portò a lei il piatto di antipasto. Cominciò a mangiare lentamente cullata dalla voce di James che le parlava di quello che erano riusciti a conseguire in quel periodo. «Secondo me sei molto modesto.» Disse. Non ricordava di associare alla figura di James quel tratto, e quel pensiero la incuriosì. Cosa fosse accaduto al ragazzo che sembrava avere il mondo dalla sua e fosse in grado di muovere mari e monti era un mistero. Avrebbe dovuto parlarne meglio con Sirius prima di sondare troppo quell'argomento. Perciò confermò le sue parole aggiungendo cosa ne pensasse, abbracciò nell'incavo delle dita della mano sinistra lo stelo del bicchiere martini in cui James aveva preparato il suo drink, facendo sì che indicasse proprio quello che aveva appena fatto. «La tua scelta era perfetta e mi è piaciuto molto. Sono sicura che ci sono molti cittadini che vengono qui solo per assaggiare le tue creazioni.» Le sembrò buffo aver usato la parola cittadini, perciò rise, e guardò James confermandole quello che pensava. «Scusa, oramai vedo cittadini ed elettori ovunque, non posso farne a meno.»
    Accantonò solo per un attimo il discorso lavoro, sapendo che ne sarebbero ritornati a parlarne. Guardò James mentre disponeva il paté che le era arrivato su una fettina di pane, alternandosi tra il discorso e un morso. Molte persone trovavano imbarazzante mangiare mentre si parlava o parlare di fronte a qualcuno mentre si addentava qualcosa, ma lei lo trovava invece un momento di una intimità irraggiungibile e le sembrava che fosse qualcosa che fosse molto più speciale del valore che all'azione si attribuiva. Le piaceva avere l'attenzione dell'uomo mentre sapeva esattamente quanto prendere del suo piatto e come parlare di conseguenza. Era una bella sensazione.
    «È stato un caso, in parte voluto.» Fece una pausa. Un sorso del whisky, retrogusto al miele, e riprese a parlare. «Sapevo che questo posto era il preferito del mio avversario politico principale, ma ora non è più un problema. Perciò non ci sono mai venuta. Senza sapere che tu eri proprio qui.» Sorrise. Lo guardò di nuovo, mentre si avvicendava sul suo lavoro e tornava a parlare con lei, e lei approfittava di fare una pausa tra le parole e la forchetta alle labbra. Sicuramente le avrebbe chiesto o detto qualcosa sul suo avversario. Lo guardò e si decise ad indirizzare la questione che era sorta prima. «Sai perché pensavo che non siamo mai stati davvero amici?» Sussurrò. Immaginò di aver capito che la frase che aveva rivolto lei all'uomo era stata capita molto male. Le sembrò assurdo non aver pensato di chiederglielo e basta, e si rese conto che era quello l'effetto che le faceva James e sembrava farle ancora dopo molto tempo. In quel momento quando era entrata nel locale si era immaginata la ragazza che sapeva sporcarsi come solo lei sapeva fare, a cui piaceva giocare correndo nei campi di grano e arrampicarsi sugli alberi, guadare i ruscelli alla ricerca dei vermi e dei lombrichi da dare in pasto come esca ai pesci da pescare con la lenza. La vita che aveva fatto dieci anni prima era completamente diversa da quella che viveva in quel momento, e lei era completamente diversa da allora. La Bellatrix di quel momento avrebbe affrontato di petto la questione con la grazia, l'eleganza, e la forza che aveva acquisito negli anni di lunga preparazione mentale e fisica a cui si era sottoposta.
    «Quando ero ragazza avevo una cotta spropositata per te.» Lo disse seria, dolce, composta. Finì il piatto di antipasto e finì con l'ultimo sorso il cocktail di James. «Buonissimo.» Sussurrò ancora, deviando per un attimo la conversazione per permettergli di assorbire la notizia esattamente per come l'aveva recepita. Non voleva che suonasse come una sorpresa troppo grossa. Sbirciò con lo sguardo in sua direzione per capire se era come immaginasse, e non l'avesse mai saputo. «Da quello che sentivo, tutto volevo fuorché esserti solo amica, James. È per quello che ci ho pensato prima.» A quel punto sorrise, riportando lo sguardo su di lui e aspettando che lui la guardasse, mentre diceva l'ultima parte della frase. Sentiva di essersi tolta un segreto pesantissimo dal petto e si rese conto che aveva molto da imparare, ma che finalmente stava vivendo come aveva giurato di fare. Combattere sempre le giuste battaglie, senza vergognarsi di nulla, neanche dei propri sentimenti.
     
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