Ares & Jonah

Zona Est, Arena (palestra).

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +4   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Cittadini
    Posts
    26
    Reputation
    +101

    Status
    Offline

    ARES MALEROS
    sheet

    Se si era alla ricerca di una palestra tranquilla, un luogo dove allenarsi con calma e con coscienza senza superare troppo i propri limiti, l’Arena non era nella maniera più assoluta il posto giusto. In molti si erano affacciati alle sue porte con quel tipo di atteggiamento, curiosi di sperimentare la palestra più recente aperta a Besaid e scoprire l’identità del burbero proprietario di origini greche, ma ci era voluto ben poco perché quei “molti” scappassero via a gambe levate dopo essersi resi conto di ciò a cui andavano incontro.
    Come si poteva capire già dal nome, recante in sé influenze dell’Antica Roma, la palestra di proprietà di Ares Maleros era più simile ad una vera e propria arena dove i vari frequentanti si mettevano alla prova per raggiungere il massimo potenziale della loro forma fisica che una semplice e normalissima palestra.
    Qualsiasi tipo di allenamento era possibile: a corpo libero, con le attrezzature e i sacchi da boxe e infine combattimenti 1v1. La palestra era organizzata in tre aree principali che comprendevano gli spogliatoi divisi per sesso, l’area per gli esercizi con tutti i macchinari annessi e infine il ring, il quale occupava praticamente una stanza a parte e rappresentava la zona più frequentata dell’intera palestra. Il motivo di tanta affluenza era uno solo e anche parecchio semplice: chiunque salisse sul ring poteva combattere come più preferiva, sfogare completamente sé stesso e aspettarsi che l’avversario avrebbe fatto lo stesso. Sarebbe stato un eufemismo affermare che in pochi si fossero fatti seriamente male in determinate circostanze, ma quel genere di incontri erano anche così affascinanti e intensi da richiamare l’attenzione di tutti coloro che amavano un bello scontro. Tra tutti i presenti, al momento Ares era il detentore del titolo di “imbattuto” e aveva tutte le intenzioni di non lasciarselo soffiare da sotto al naso.
    In quel luogo pieno di testosterone, imprecazioni e grugniti di dolore, Ares aveva imparato a riconoscere i volti di tutti coloro che avevano acquistato un abbonamento per recarsi all’Arena almeno due volte a settimana, motivo per cui avrebbe saputo individuare immediatamente coloro che invece erano appena arrivati. Il caso di quel giorno era un giovane biondo, alto, dagli occhi azzurri e il look un po’ trasandato. Ares ebbe subito l’impressione che non sarebbe durato a lungo lì dentro. «Non ti ho mai visto da queste parti, primo giorno?» gli domandò dunque, un sopracciglio arcuato con fare curioso e il solito accenno di un ghigno sulle labbra rosse.
     
    .
  2.     +4   +1   -1
     
    .
    Avatar

    ~ Clara ~

    Group
    Cittadini
    Posts
    31
    Reputation
    +117
    Location
    🌙⭐☀️☄️

    Status
    Offline
    Ad essere onesti, non era ben sicuro di come fosse finito lì. Aveva visto qualche volantino, rubato informazioni da conversazioni altrui nelle sue passeggiate lungo i corridoi della scuola o le strade della sua nuova cittadina, e si era detto: perché no? Quello che la palestra – tra l’altro anche relativamente lontana dal suo appartamento – sembrava portare con sé era un vento di novità di cui aveva sicuramente bisogno, perciò, appunto, perché no? Jonah voleva scoprire chi fosse davvero, ora più che mai necessitava di comprendere sia quali fossero i suoi punti di forza – le sue abilità? – che i suoi limiti, e quelle scarse occasioni in cui aveva sudato fino a grondare ed aveva messo a dura prova i suoi muscoli fino a cedere erano stato gli unici momenti in cui lo aveva veramente capito, sia dal punto di vista fisico che psicologico. Chissà se sarebbe stato capace di mantenere una determinata routine da solo, considerata la forza riposta in passato da sua moglie, alle volte quasi un’agenda personale, nel ricordargli i suoi impegni quotidiani. Non era tanto una questione di memoria, quanto di distrazione e, soprattutto, motivazione, purtroppo una molto fragile se non ben coltivata. E, sicuramente, l’imponente massa muscolare messa in mostra dalla maggior parte degli iscritti alla palestra, al momento impiegati nelle varie attività proposte, non migliorava la situazione; istintivamente, si portò una mano sul braccio opposto, stringendo quasi a stimare quanto fossero gravi le sue condizioni.

    Okay, forse definirlo mingherlino sarebbe stato un po’ crudele: Jonah aveva qualche forma, sbocciava un piccolo dosso sul braccio quando lo piegava, sempre sotto richiesta della risatina divertita di Anniken già pronta ad imitarlo – aspettandosi ovviamente complimenti per la sua forma – ma di certo, non essendosi mai allenato seriamente, non aveva speranza in quello sleale paragone… soprattutto quando si trovò di fronte il proprietario dello stabilimento. Sgranò lo sguardò prima di potersene accorgere quando la figura possente e, in un certo senso, minacciosa, entrò nel suo campo visivo, lasciandolo per qualche secondo incapace di proliferare parola. Ormai era troppo tardi per fare retro-front, e sicuramente era troppo cocciuto per provarci in qualsiasi caso, ma non poteva negare vi fosse una tentazione altrettanto forte.

    «Ah- buongiorno, sì, primissimo» annuì mentre apriva le braccia, un gesto forse un po’ plateale – seppur nato dal semplice imbarazzo – per confutare la sua risposta mostrandone le prove, «ma disposto a provare. Lei è il proprietario, giusto? Ho sentito parlare di lei… ma solo cose buone, ovviamente!». Concluse con un sorriso tirato sulle labbra che sperava infondesse un po’ di pietà nell’uomo davanti a sé, non perché avesse detto chissà cosa, quanto perché ciò che aveva appreso su di lui – in realtà – lo aveva un po’ preoccupato. D’altronde, si era detto che se persino la sua tanto discussa tenacia non sarebbe riuscita a convincerlo a mettersi sotto con l’allenamento, nonostante la sua scarsa perseveranza, allora non ci sarebbe stata veramente speranza alcuna. Una benedizione ed una maledizione al contempo: pregò le due si sarebbero per lo meno bilanciate.
     
    .
  3.     +4   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Cittadini
    Posts
    26
    Reputation
    +101

    Status
    Offline

    ARES MALEROS
    sheet

    Ares non poté certo trattenere un sorrisetto divertito nel notare l’espressione che il nuovo arrivato aveva messo su dopo aver posato lo sguardo sul proprio fisico muscoloso. Fin da quando era un giovane scapestrato e decisamente poco avvezzo a starsene seduto su un banco di scuola per ore ed ore, Ares aveva sempre mostrato una certa propensione per l’attività fisica. Gli piaceva correre, sollevare pesi, combattere – molto spesso in risse ben poco ortodosse – e qualsiasi altra cosa potesse dargli quella piacevole sensazione di adrenalina che gli scorreva nelle vene. Si era sempre allenato, aveva sempre cercato il modo di spingersi oltre e allenare la propria propensione, ed adesso eccolo lì: un enorme ammasso di muscoli con le gambe e una faccia a dir poco spaventosa, che tuttavia si piegò ulteriormente in un sogghigno nel notare i modi di fare ben educati e forse un po’ imbarazzati dell’altro. Se la sua prima impressione era stata quella di un uomo che non aveva mai messo piede in una palestra, essa non poté che essere confutata dal suo modo di fare e di parlare.
    « Chissà perché ne dubito vivamente – ma tranquillo, non mi offendo perché non c’è molto di buono da dire » pronunciò quelle parole con una certa tranquillità, perfettamente consapevole – e forse anche un po’ alla ricerca di divertimento – che l’altro si sarebbe sentito senz’altro ancora più in soggezione e ad Ares piaceva fare un certo effetto sulle persone. Tuttavia, quell’uomo gli avrebbe comunque pagato una mensilità in più, perciò non cercò di metterlo subito in fuga ma piuttosto si decise a metterlo alla prova.
    Lo condusse dunque verso la sezione dove si trovavano i tapis roulant e gli fece cenno di salire, allungandosi per selezionare le giuste impostazioni. Si tenne sulla media, ovviamente, perché non desiderava certo ucciderlo o vederlo crollare privo di fiato di faccia su quel tappetino che gli avrebbe senz’altro sfregiato la faccia.
    « Inizia con un po’ di riscaldamento e vediamo come va con la resistenza, anche se mi sono già fatto un’idea » lo invitò dunque ad iniziare.
     
    .
  4.     +4   +1   -1
     
    .
    Avatar

    ~ Clara ~

    Group
    Cittadini
    Posts
    31
    Reputation
    +117
    Location
    🌙⭐☀️☄️

    Status
    Offline
    Perplesso – Jonah era sicuramente rimasto perplesso dopo quel primo incontro con uno degli uomini più (apertamente) temuti di quella nuova cittadina. E sicuramente il primo motivo per cui si era sentito così erano state le sue parole, alle quali neppure provò a ribattere, insicuro di quale potrebbe essere la giusta risposta all’ammissione, da parte di Ares, della sua natura poco affidabile. Sin da quando era venuto a conoscenza del suo nome, l’esile professore l’aveva trovato adeguato alla sua figura, ed anche al suo ruolo, d’altronde, ma averci a che fare portava questa consapevolezza a tutt’altro livello. Per quanto, in un certo senso, si sentiva un po’ tranquillizzato all’idea di non averlo infastidito con le sue parole – non ancora perlomeno – dovette ammettere di essere ora lui quello a disagio, anche più di prima, alla realizzazione di non essere veramente pronto a quanto lui stesso aveva deciso di sottoporsi.

    Eppure, rimase nuovamente perplesso quando l’altro, molto pacatamente, gli mostrò la sua prima prova: la corsa – oh, allora forse non si sarebbe messo completamente in ridicolo! Raramente Jonah si era mai trovato più a suo agio come quando le sue gambe erano in movimento: estremamente abituato dai suoi ritardi patologici, sembrava quasi fosse nato per correre, come se volasse, e da quando era tornato nella sua città natale quella realtà aveva preso tutt’altro significato. Essendo molto fiducioso, almeno in questo campo, si limitò ad annuire all’omaccione e prendere il suo posto sul tapis roulant, petto in fuori per raccogliere quel minimo di fiducia nato dalla naturalezza dell’attività, dalla felicità con cui rincorreva quella libertà che solo lo scorrere del paesaggio attorno gli dava. Certo, quello era un contesto completamente diverso da quello a cui era abituato, e probabilmente Ares avrebbe trovato in poco tempo un modo alternativo per schiacciarlo, ma almeno avrebbe provato la sua resistenza – anzi, avrebbe superato le aspettative, e non sembrava certamente da poco. Sperava solo di non distruggerle subito dopo.

    «Sa, ho sempre amato correre, è molto naturale per me» disse appena guadagnato abbastanza coraggio e fiato da poter anche solo pensare di intrattenere conversazione (in generale, figuriamoci con qualcuno di così diverso da lui), ma se ne pentì quasi immediatamente realizzando di essersi forse appena scavato la fossa da solo. «A-ah, ma n-non lo faccio per bene da moolto tempo, e queste vecchie cicatrici mi fanno sempre malissimo…» Biascicò qualche scusa portando lo sguardo altrove prima di accompagnarlo alle sue dita lungo un paio di linee poco più scure della sua carnagione diafana, circondanti i suoi gomiti come le altre giunture, «mi hanno sempre impedito di esagerare, sembra strano ma pare brucino quando mi sforzo troppo». Non era sicuro questo sarebbe bastato a calmare i bollenti spiriti che probabilmente aveva lui stesso appiccato, e maledisse la sua impulsività ancora una volta per questo, ma dovette ammettere che prima o poi l’argomento andava affrontato – e forse non era troppo sperare in un minimo di clemenza. Forse.
     
    .
3 replies since 31/10/2022, 17:31   113 views
  Share  
.
Top
Top