Chess Games

Athena x Naavke

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. ‹Alucard†
        +2   +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Vice
    Posts
    5,941
    Reputation
    +4,099

    Status
    Offline
    «Si accomodi.» Sembrava come se il mondo non potesse proseguire nel suo eterno ruotare, rinascere, morire e cambiare se non attraverso la parola di Athena. ll modo in cui si orientava in esso faceva di lei una donna potente, mai relegata ai margini, una protagonista indiscussa. Nell'accomodarsi accanto a lei tuttavia Naavke sapeva di conoscere la verità: come tutti gli esseri umani, per quanto regale ed arguta, la giudice Drakos non era infallibile - poteva essere aggirata, manipolata, colta in errore come chiunque. Come Naavke, del resto. Il curatore era del tutto cosciente del fatto che anche per lui un solo sbaglio o peccato di superbia avrebbe potuto costargli caro, tuttavia la sua razionale consapevolezza di questa fragilità oscillava nel tempo. A volte si ritrovava a considerare la vera ragione del suo operato, e la caducità di ogni suo progetto così come della sua vita lo incoraggiava a spingersi oltre se stesso; altre invece, le ignorava del tutto, convinto di poter disporre di altri esseri umani come un Dio sulla Terra. Nella vita si trovava, tuttavia, al fianco di una forza molto più potente e brutale di lui: Cassandra. Athena la conosceva, e senza dubbio ne aveva registrato la maestria, tanto poderosa quanto la sua e certamente superiore alla non trascurabile mente machiavellica di Naavke. L'incontro con la giudice Drakos, tuttavia, si presentava per lui come un'occasione ghiotta: raramente aveva la possibilita' di parlare con persone davvero interessanti, e nonostante la danza con la magistrata si sarebbe innegabilmente rivelata pericolosa, non volle privarsi di una giravolta in più. «Non credo d'avere un dipinto prediletto. Li ammiro in misura eguale sino a che non trovo quello che concilia più i miei pensieri al momento, come può notare» Un cenno d'assenso. Naavke comprendeva le pieghe dell'animo di Athena in quel momento, e sapeva di essere vicino ad una persona affine a lui. Era certo che, a suo modo, anche la giudice Drakos fosse una mirabile opera d'arte, anche se non ne conosceva ancora tutte le pennellate che l'avevano resa cio' che era - che fossero state tracciate sulla tela per mano sua o d'altri.
    Athena Drakos si presentava come una donna cauta, per quanto superba, e Naavke si rispecchiava in entrambi quegli aspetti della giudice - cosi' come lei, stringeva care le proprie carte al petto, ma sapeva di non poterle celare tutte ancora a lungo. L'arte di svelarsi nei sentimenti e nelle intenzioni era un gioco raffinato, ma esigeva anche dei rischi. Con una avversaria come la magistrata, era disposto a restare in bilico, sul filo della lama. «Suppongo sia una questione di momentanea utilità.» Stava calcolando le sue reazioni, e Naavke riusciva a vederlo esattamente perche' si stava comportando nello stesso identico modo. "La manipolazione dei pazienti, in psichiatria, fallisce poiche' i metodi sono troppo evidenti. Se viene usata la forza, il soggetto si arrendera' solo temporaneamente. Il soggetto non deve rendersi conto di subire influenze." Reminiscenze di studi universitari riecheggiavano nella mente di Naavke mentre sfiorava con lo sguardo affilato il profilo perfetto di Athena, di cui ponderava le parole. E' vero, dottoressa. Creare significati non e' altro che riflettere su di noi lo sguardo della contingenza. Proprio come in quel momento, la giudice Drakos ed il curatore Evjen si facevano parti di un'unica medaglia, costruendo l'una il significato dell'altro in forme esclusive alle loro menti ed alle condizioni in cui si erano intrecciati e le circostanze che avevano visto entrambi condividere gli stessi spazi. A cosa avrebbe portato quell'attenta lettura reciproca? «In generale preferisco le sculture come mezzo espressivo.» Fu allora che l'espressione di Naavke si distese in un sorriso gentile, curioso. Avrebbe voluto conoscere piu' dettagli su quella risposta, dunque la custodi' nella memoria per qualche istante in piu', invitando la sua illustre ospite ad un incontro piu' informale davanti ad un calice di vino.
    «Non bevo ma ne sarei lieta» Naavke si alzo' solo una volta che l'ebbe fatto anche Athena, incombendo con la sua figura piu' voluminosa alle spalle e poi al fianco di quella slanciata ed affusolata della magistrata. Attraversarono la lunga fila di meravigliose opere d'arte che componevano la mostra temporanea e sfociarono con il loro quieto scrosciare di passi sino al foyer, bianco e luminosissimo. «Se possibile le chiederei la cortesia di uscire con discrezione. La recente scarcerazione del Signor Petersen, come sono sicura deve aver letto già nei giornali, ha prodotto una quantità fastidiosa di reporters sin troppo ingordi di notizie e dichiarazioni.» Doveva concederlo alla giudice Drakos, quelle parole avevano fermato il passo disinvolto e tranquillo del curatore, destandone i pensieri piu' vivaci. Aveva letto della scarcerazione di Vilhelm, e nonostante il solo volto della giudice Drakos gli ricordasse ogni singolo momento di quel periodo tanto concitato, Naavke non aveva previsto che la magistrata lo risollevasse di propria spontanea volonta'. Una lieta coincidenza. Ma certo. Non deve preoccuparsi, non usciremo dal museo, non per il momento. Prego, le faccio strada. Senza posare il palmo della mano ricoperto dai guanti sempre presenti sulla schiena della giudice, con un gesto signorile e discreto invito' la sua interlocutrice a svoltare l'angolo piuttosto che dirigersi dritta verso la porta, restando al suo fianco mentre la conduceva tra le ampie sale del museo. Comprendo la sua richiesta di riservatezza. Il caso Pettersen continua a far parlare di se' ed a riemergere nella memoria anche dopo mesi. Suggeri' lui, serpeggiando nel discorso iniziato dalla stessa Athena con convincente cura mentre serbava un tipo particolare di soddisfazione nel cuore - aver ricordato, con quella sentenza, alla giudice Drakos la sua umanita' ed imperfezione, ed a Vilhelm quanto doloroso potesse rivelarsi un cuore spezzato. Vorrei ringraziarla personalmente, e penso anche a nome di molte persone qui a Besaid, per l'eccezionale lavoro che ha svolto. La sua e' una professione tra le piu' ardue in assoluto - soppesare la vita di una persona e di quelle di molte altre tra le proprie mani. Su questo Naavke si poteva dire brutalmente ironico oppure tremendamente sincero, non era dato saperlo. Una cosa pero' era certa, doveva ad Athena Drakos la propria gratitudine: aveva non solo reso immensamente piu' creativo e stimolante un periodo della sua vita, ma lo aveva anche inconsapevolmente supportato in un momento di grande dolore, tenendo al sicuro Vilhelm per lui - la stessa preziosissima persona che era riuscita a vederlo per chi era davvero e che era diventata irrimediabilmente anche parte di Athena, giacche' Naavke, piu' di tutto, si reputava inevitabile con ogni suo progetto ed azione.
    Si trovavano ora vicini ai limiti dell'area pubblica del Kunstmuseum, e li' il curatore si fece avanti per tentare un secondo affondo nei confronti della magistrata in sua compagnia. Si avvicinava sempre piu' al cuore di Libra ma non abbastanza da far scorgere ad Athena la via piu' diretta per entrarvici e frantumarlo. Superarono il cordone rosso che separava i due spazi e scesero una breve rampa di scale. Erano soli - Athena e Naavke, ed una miriade di curve ed occhi meravigliosi e spenti, in silenzio e nell'oscurita'. Manichini esanimi di esseri umani al tempo stesso facili da scorgere come marmo soffice come carne viva. Mi ha detto che preferisce le sculture, qui posso mostrarle un'anteprima della prossima esposizione. Solo per i suoi occhi naturalmente. In questo caso, mi permetterei di chiederle di ricambiare il favore di riservatezza che mi ha chiesto. Consapevole della necessita' di accendere la luce, Naavke non si mostro' impaziente, attraversando di qualche passo la stanza nell'ombra al fianco di Athena almeno finche' non raggiunse, con estrema calma, l'interruttore nella parete di mezzo della stanza, tracciando forme meno sinistre per le opere d'arte che si trovavano li'. A quel punto, con respiri misurati, regolari e mansueti, avrebbe potuto riconoscere la magistrata solo dall'essenza sottile e ricercata del costosissimo profumo che indossava. Spero non ne sia rimasta delusa ora che ho acceso la luce, dottoressa. Molte opere d'arte sono piu' interessanti se ammirate in penombra.

    Edited by ‹Alucard† - 25/6/2023, 11:42
     
    .
4 replies since 28/1/2023, 17:21   116 views
  Share  
.
Top