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Rei & Eira / Ospedale / Post-quest

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  1. Kagura`
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    «Dev'essere molto brava». Investita da una strana forma di orgoglio, Rei non esitò a rispondere al barista che aveva condiviso con lei un parere che, dall'analisi di Rei, non sembrava solo sincero, ma anche riempito d'affetto. Forse si trattava di un amico di Eira e, timidamente, Rei cercò di mostrarsi più gentile, ringraziandolo un paio di volte in più del necessario per il drink che aveva chiesto. Che cosa stava facendo? Non credeva di riuscire a riconoscersi, sotto il palco, completamente stregata dalla voce di Eira che come una ninna nanna la stava cullando: i ruoli sembravano essersi invertiti, e Rei fu profondamente riconoscente per aver avuto l'occasione di poter sentir una voce tanto melodiosa toccarne le corde fino a spingerla a piangere. Lentamente e con maestria, la stessa voce di Eira le diede coraggio e la sospinse a lasciarsi andare, portandola perfino ad ondeggiare un po' sul posto. Fra tutte le possibilità, fra quelle più dolci e quelle più amare, ogni sogno e ogni incubo tremendo, era proprio quella ad essere diventata realtà: si erano incontrate di nuovo, avevano avuto la brevissima e gioiosa occasione di intrecciare i loro percorsi. Sempre più pensieri riemersero nella testa di Rei fino a quando non iniziarono a sgorgarle proprio dalle rime degli occhi, incapace di cacciare via le lacrime fino a quando l'ultima nota della canzone non si estinse. Come avvolta da un abbraccio spettrale, Rei si sentì confortata, finalmente a casa. Ripensò a sua madre e, quando guardò per la prima volta davvero Eira, le sembrò di rivederla esattamente davanti a lei: evanescente e brillante come uno smeraldo. "Sinceramente sono un po' nervosa.. Ma sto bene. Non ho mangiato, ma.. Mi piacciono molto le zuppe quindi.. Sì mi farebbe piacere. Andiamo." Rei concordò con lei. Nonostante non fosse affamata, non poteva dire di essere rilassata. Fortunatamente l'aria fredda della serata accorse in suo aiuto, permettendole di riempire i polmoni di ossigeno fresco, in grado di ravvivarle il cervello dall'assalto delle emozioni.
    Ora di fronte a due fumanti zuppe di miso, Rei offrì l'intero spazio a Eira, abbattendo il muro che la proteggeva come non aveva mai fatto per nessun altro. Eira sarebbe stata la prima persona a poter posare davvero lo sguardo su Rei, uscita fuori dal suo involucro come una debole farfalla. "Io.. So la risposta a questa domanda, ma devo fartela lo stesso, voglio saperlo da te. Sei mia madre, dottoressa Kobayashi?" Eira avrebbe avuto il pieno controllo su quella scena e Rei l'avrebbe osservata mentre sceglieva quale arma scagliarle contro, o se rincorrerla fino a gettarsi fra le sue braccia. Rei prese un respiro profondo. «Sì. Sono tua madre.» Per qualche momento, seduta di fronte a Eira, Rei si sentì trasportata indietro, ancor prima della nascita di sua figlia. Si sentiva piccola, inesperta, immatura, costretta ad attraversare un disagio necessario alla sua crescita. In un certo senso, Eira le ricordava Sadaaki, suo fratello minore, l'unico che aveva potuto conoscere il lato materno e morbido di Rei. Era stata la sorella maggiore ad occuparsi di lui quando i genitori non potevano e, una volta scomparsa la madre, era stata Rei a prendersi cura di ogni sua necessità e ogni bisogno del fratello. Sapeva di aver fallito, per via della vita che conduceva il fratello minore, e in quel momento si chiedeva se mai sarebbe stata in grado di dare il suo meglio, di portare a termine i compiti che le aveva messo sulla sua strada il destino. "Non so se.. Mi avresti cercata, se non ci fosse stata l'eclissi, ma questo non importa." Se le prime parole di Eira non erano stati degli attacchi diretti, quelle che seguirono fecero piegare un po' l'espressione di Rei sotto il dolore: il tono di Eira non era vendicativo, non era accusatorio, ma aveva una gravità intrinseca al discorso che le legava. Rei riprese ben presto il controllo di sé, sentendosi pronta a portare sulle spalle il peso per entrambe. Molte sembravano le preoccupazioni che affollavano la testa di Eira e, per quanto desiderasse potersi allungare verso di lei, trattenere le mani affusolate e giovani della ragazza fra le proprie, Rei rimase ferma, mentre apriva metaforicamente le braccia in modo da raccogliere dal torrente in cui la calò Eira solo le pietre più preziose, le più acuminate.
    «Non credevo che avrei avuto mai l'occasione di conoscerti. Sei sparita dalle mie braccia tanti anni fa, mai dalla mia testa. Eri distante ma, a quanto pare, non troppo lontana... ti ho cercata. Non abbastanza, è vero...» Rei riprese brevemente fiato. Più volte si era chiesta che sarebbe successo semmai avesse avuto l'opportunità di incontrare sua figlia eppure tutti gli scenari che aveva immaginato ad occhi aperti fino a quel momento si erano sgretolati davanti a lei, ricomponendosi nell'espressione indecifrabile di Eira. Sarebbe stata davvero in grado di essere una madre per la ragazza che sedeva di fronte a lei? «Quello che è successo ha portato indietro gli eventi e mi ha dato una seconda opportunità... è stato tremendo. Ma se...» La voce di Rei si arrestò prima ancora che finisse la frase. Abbassò lo sguardo, immaginando che Eira non avrebbe riscontrato difficoltà a terminare la frase per lei. Il pensiero di abbandonare la terra dopo aver sfiorato la possibilità di conoscere sua figlia le recava tanto dolore ma, come cercò di riportare alla memoria, non era quella la realtà che stava vivendo in quel momento. Allo stesso tempo non aveva ignorato le preoccupazioni di Eira: non voleva spingerla a parlarne ma avrebbe voluto farle capire di voler essere un punto di riferimento per lei, per quanto il desiderio peccasse di sfacciataggine.
    «Se non fosse stato per quell'evento... non avrei mai sentito la tua voce. Quel giorno tu mi hai parlato. Mi hai chiesto di non lasciarti andare una seconda volta... avrei potuto ignorarti, ma come?» Con morbidezza, Rei cercò di spiegare le proprie motivazioni, utilizzando un tono di voce e una postura che mai avrebbe adottato con nessun altro. «Per questo il biglietto, il concerto, la zuppa... Eira, il fatto che io sia tua madre non significa che tu sia costretta anche solo a valutare di volermi nella tua vita. Sarei contenta di saperti viva, in salute, con delle passioni... è sufficiente per me.» Parlò e, per quanto quella possibilità sarebbe stata in grado di riempire di nuovo la ciotola vuota delle sue lacrime, Rei voleva parlare con chiarezza con Eira. Se il legame che le univa era viscerale, non erano che due sconosciute agli occhi dell'altra. «Perciò posso andarmene se vuoi ma devo sapere che non sei in pericolo. Quello che dicevi prima, su quello che sta arrivando, qualcosa di brutto... c'è qualcosa che ti preoccupa?»

    Edited by Kagura` - 11/10/2023, 14:51
     
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5 replies since 7/2/2023, 01:11   170 views
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