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Rei & Eira / Ospedale / Post-quest

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  1. ‹Alucard†
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    «Sì. Sono tua madre.» Sentire la conferma di quella verità direttamente dalle labbra di Rei, piuttosto che mettere a tacere il ronzio nella mente di Eira lo spinse ad aumentare sino a trasformarsi in un forte rumore bianco, un filo sonoro che presentò agli occhi di Eira ogni momento passato in orfanotrofio, ogni momento piacevole ed insopportabile con i suoi papà e con Hakon e che l'aveva portata sino a quell'istante, sino al cappio che le aveva stretto la gola e adesso alle mani di Rei a poca distanza dalle sue. Quel sogno tornava, in macchie inquietanti, ancora e ancora ad insinuarsi in Eira sin da quando era rimasta intrappolata nel letto d'ospedale. Per quanto giovane, sapeva che quel momento sarebbe stato determinante non solo per lei, ma anche per sua madre, e sperò di dimostrarsi all'altezza del loro incontro per entrambe. Le labbra tracciate di nero si schiusero in un piccolo sorriso dopo qualche momento mentre la notizia sedimentava in lei, ed Eira potè dire di sentire il cerchio chiudersi attorno alle loro vite, almeno per quel capitolo della storia. «Non credevo che avrei avuto mai l'occasione di conoscerti. Sei sparita dalle mie braccia tanti anni fa, mai dalla mia testa. Eri distante ma, a quanto pare, non troppo lontana... ti ho cercata. Non abbastanza, è vero...» La sensazione di chiusura tuttavia non aveva portato con sé immediata serenità: l'impulso più immediato e viscerale fu quello di indagare. Eira comprendeva ed accettava le risposte di Rei, chissà quante ragioni più o meno traumatiche dovevano aver portato al loro distacco - un profondo vuoto non accennava a lasciar andare la ragazza. Perché mi hai lasciata? Cosa è successo? Le domande si facevano più ingombranti, ma per tutto il tempo Eira restò in silenzio. Non volevi creare questa occasione? Eira scosse il capo. Non era quel tipo di pensieri che voleva formare nella sua mente, né tantomeno incolpare sua madre per una scelta che le spettava di diritto. Eppure era una situazione talmente nuova e complessa da impigliare Eira nei suoi stessi pensieri e nel disordine delle sue emozioni. Per quanto intense però, non avrebbero dettato le sue reazioni: si sarebbe potuto leggere nello sguardo il suo desiderio di riunirsi ad una persona tanto importante per lei, la scintilla di un legame che per scelta di entrambe sembrava volersi riaccendere.
    «Quello che è successo ha portato indietro gli eventi e mi ha dato una seconda opportunità... è stato tremendo. Ma se...» Come un pettirosso infreddolito Eira si racchiuse di più su se stessa, completando il resto della frase, e con le parole le ritornarono in mente anche le immagini dell'eclissi, come se soltanto in quel momento si fosse resa conto della portata delle proprie scelte. Cosa sarebbe successo se non fosse saltata nel cappio? Cosa sarebbe accaduto se fosse stata uccisa assieme a tutti gli altri in pedana fianco a fianco con Rei? Se avesse deciso infine di non andare in spiaggia? «Se non fosse stato per quell'evento... non avrei mai sentito la tua voce. Quel giorno tu mi hai parlato. Mi hai chiesto di non lasciarti andare una seconda volta... avrei potuto ignorarti, ma come?» Le domande aumentavano e le risposte sfuggivano sempre più, tanto che Eira iniziò a svanire. Piano piano, quietamente, perse colore fino a morire ed a lasciar emergere un nuovo segno - fuori dalla finestra il corvo prese a gracchiare un paio di volte, ed attorno al collo della giovane si formarono gli stessi solchi che la corda aveva lasciato sulla sua pelle quando l'aveva stretta. Il cucchiaio cadde con un piccolo tonfo liquido nella ciotola piena per metà di zuppa, ed Eira si raggomitolò nella sua seduta, cercando di non allarmare Rei mentre parlava. «Per questo il biglietto, il concerto, la zuppa... Eira, il fatto che io sia tua madre non significa che tu sia costretta anche solo a valutare di volermi nella tua vita. Sarei contenta di saperti viva, in salute, con delle passioni... è sufficiente per me.» Nonostante lo sguardo puntasse ora al pavimento, fu come se Rei potesse trapassarla con dritta negli occhi. Non era intenzione di Eira perdere la sua connessione con lei, tuttavia il fatto che le avesse anche solo offerto quello spazio e quella possibilità fu una grande rassicurazione. Era come se in quei pochi minuti tutte le sensazioni che Eira aveva abilmente represso nei mesi precedenti fossero riemerse con forza, tutte d'un tratto e tutte insieme. Anche quello un sintomo di fiducia. «Perciò posso andarmene se vuoi ma devo sapere che non sei in pericolo. Quello che dicevi prima, su quello che sta arrivando, qualcosa di brutto... c'è qualcosa che ti preoccupa?» Solo allora, più preoccupata, Eira tornò ad osservare dagli occhi acquorei il volto di Rei, viva, in carne ed ossa davanti a lei.
    ~Quando ho scelto di morire ho visto te.. Tra gli altri.~ Iniziò sicura ma con un filo di voce, mani nelle mani. ~Non avevi ancora un volto ma sapevo chi fossi e cosa sarebbe successo, e dovevo raggiungerti, a modo mio.~ Continuò determinata, ancora ondeggiante tra la vita e la morte, nascosta in un posto sicuro ma accessibile a Rei. ~Non volevo... Non voglio perderti di nuovo. E' vero, non ci conosciamo e non so nulla di te, ma non voglio realmente finire senza aver vissuto anche noi.~ Il bagliore timido e trasparente arrivò a sfiorare la mano di Rei, almeno per i brevi momenti in cui Eira la strinse tra le dita fredde. ~Ma ho tante domande e vorrei che mi dicessi chi sei, che cosa ti piace, se il tuo lavoro fa schifo o se è una delle cose più belle della tua vita, e.. vorrei sapere com'è stato quando mi hai avuta, perchè non hai potuto tenermi.. Se ne vuoi parlare. Voglio conoscerti e voglio avere un rapporto con te, Rei. In qualsiasi forma decideremo.~ Lottando con la propria riservatezza, Eira si spinse a mostrare tutto ciò che sentiva e tutte le sue domande a Rei, decisa a condividere con lei i suoi pensieri in quel momento tanto prezioso per tutte e due. ~Specialmente perchè qualcosa sta arrivando. Sarà qualcosa di brutto legato all'eclissi ed anche se so, se ho visto, non riesco a dirlo. E' come un ronzio nella mia testa, sempre lì, ma è come se non trovassi le parole, non-~ La frustrazione portò la ciotola a spostarsi da sola sul tavolo, mossa nel momento in cui Eira chiuse i pugni e si lasciò andare ad un apparente respiro profondo. ~Scusa..~ Pigolò subito dopo, posando lo sguardo sulle gocce di zuppa che si erano versate sul tavolo. ~E' come sapere che sta arrivando una guerra e non poter fare niente per fermarla. Sono venuti anche quelli della polizia a parlare con me quando mi sono risvegliata, ma non sono riuscita a dire nulla..~ La voce le si tinse di tristezza, ma quell'eco sottile finì nel silenzio ed poi in una leggera risata, una nota piacevole e dissonante tra le altre di quel discorso. ~Non ti ho neanche detto che sono un fantasma!~

    Edited by ‹Alucard† - 8/10/2023, 20:28
     
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5 replies since 7/2/2023, 01:11   170 views
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