Astrid Myher
melancholic
29y
14-05-23
La ragazza sedeva da almeno 30 minuti da sola sul prato, ai margini della boscaglia che si apriva per far spazio al piccolo ma antico cimitero di Besaid, con le sue belle statue e tombe monumentali, attraversate dalla brezza di quella primaverile domenica pomeriggio. L'ora dell'appuntamento sarebbe giunta a momenti, eppure lei era già lì, noncurante di un vero e proprio orario. Anche consapevole che tanto l'altra persona sarebbe comunque arrivata in ritardo, o meglio, esattamente quando lei avrebbe voluto arrivare. Sospirò, cercando dentro di sè quella calma piatta che la aiutava ad andare avanti.
La giornata era stata abbastanza clemente, rispetto alla settimana passata sotto piogge improvvise. Ancora la terra era umida, vi immerse le mani smuovendo una zolla di terriccio soffice ai suoi piedi. L'acqua nella terra si radunò in una pozzanghera in superficie, dove Astrid vide riflesso il suo volto.
Sto crescendo? Mi vedo sempre uguale eppure tra meno di due mesi compirò 29 anni... Li dimostra questo viso?
Domande inespresse alla quale nessun altro oltre a lei poteva rispondere.
Erano passati quasi 8 anni dall'incidente. Da quel giorno le gemelle hanno odiato festeggiare il loro compleanno e preferivano passare a parlare qualche minuto a delle tombe silenziose e immobili.
Ancora Astrid indugiava sull'erba, indecisa se aspettare un altro po' di tempo o entrare nei cancelli gotici aperti. Fu un rumore di rami spezzati a metterla sull'attenti. Ma prima che la ragazza avesse trovato il tempo di chiedersi se fosse sua sorella, la piccola figura che emerse dal bosco rivelò l'aspetto di uno scoiattolo. Egli non pareva troppo infastidito da lei che si mise ad osservarlo calma e immobile. Allontanò le mani ancora sporche di terra, lasciando che l'acqua rimanesse in superficie e permettesse ai piccoli abitanti della foresta di abbeverarsi. Avendo sfruttato acqua già presente nella terra, Astrid sentì solo un piccolo giramento per le energie sottratte.
Il piccolo animaletto saltellava alla ricerca di qualche ghianda. Astrid estrasse dalla borsa lo sketch book e una matita morbida 2B, e iniziò così a tracciare qualche linea indicativa della sagoma e posa. Con movimenti precisi e allo stesso tempo eleganti, la ragazza sembrava in grado di duplicare con solo carta e grafite l'adorabile creatura.
Continuò a disegnare alternando lo sguardo tra il soggetto e il foglio; fece diversi schizzi di studio su alcune pose e particolari del volto e della morbida coda.
"La vita da e la vita toglie. Poi il ciclo continua e la morte diventa nuova vita."
Scrisse in alto a destra sulla pagina disegnata. Un profondo sospiro. Lo scoiattolo era ancora davanti a lei, soddisfatto di aver trovato la cena stringeva a sé un piccolo guscio di noce. Gli occhietti neri scrutavano lei mentre annusava preoccupato l'aria. Astrid per un attimo pensò di allungare la mano, toccarlo e accarezzare la sua morbidezza.
Crack
Un rumore improvviso, proveniente dal sentiero in direzione del centro abitato, ruppe il silenzio. Lei si voltò per istinto, ma quando si rigirò alla scena lo scoiattolo era sparito, rapito nuovamente indietro tra i rami conosciuti di casa sua.
Per lei la foresta era viva, non era solo un mucchio di alberi, no affatto. Anche lei qua si sentiva a casa, e per nulla sola.
I rumori che giungevano dal sentiero ora erano distinguibili come passi, ma questo non le mise fretta di alzarsi. Se lei aveva aspettato, ora Mathilde avrebbe aspettato che finisse gli schizzi e si alzasse con molta calma.
Sospirò ancora, rileggendo la frase abbozzata nell'angolo.
A volte purtroppo non era sufficiente come conforto, e avrebbe solo voluto che sua madre fosse ancora lì ad abbracciarla.
La realtà la aspettava invece oltre quelle cancellate appuntite, tra eleganti tombe e fiori essiccati.
Riparo ciò che viene distrutto...
Ma chi ripara allora me?