Trauma Therapy

Athena x Ingrid | Pomeriggio.

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  1. Annie`
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    The Fourteenth of the Hill.

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    Athena Astra Drakos
    ❝39 y.o. , paladin of Justice, chained bird.
    I am no mother. I am no bride. I am king.
    Per Aspera Ad Astrasheet


    A
    thena si accomodò dopo l'amica, accavallando le lunghe gambe coperte dal cappotto di lusso ed un paio di pantaloni palazzo blu cobalto.
    Impeccabile, Ingrid condivideva con la Giudice Drakos il rigore ed il fedele senso del dovere verso la loro difficoltosa professione.
    Athena ci era passata prima della sua prestigiosa amica: come avvocato militare dapprincipio, civile poi, ancora ricordava il fascino di comporre le proprie arringhe, di ingegnarsi a trovare le giuste strategie per vincere una giuria.
    Ricordava d'essere stata dall'altro capo della barricata prima di battere quel martelletto passando alla Verità più assoluta e, per quanto non le mancasse, Athena lo ricordava con nostalgica malinconia.
    Era stato un buon periodo della sua vita, costellato dal suo trasferimento a Besaid e l'acquisizione dei suoi strabilianti poteri.
    Così la giudice si spallò con calma felina, seguendo con gli occhi glauchi i movimenti della sua compagna.
    Ne sondò attenta ogni sfumatura, come a volersi immergere in una lettura diversa dalla preoccupazione e vuoto costante che l'aveva divorata ultimamente.
    «Per certi versi ringrazio il Destino che tu fossi fuori città» ammise la greca con severa tranquillità, calma tipica del ghiaccio invernale od una statua impassibile.
    «Lo sto affrontando sopravvivendo, Ingrid» si concesse di rivelarle Athena, solitamente molto più reattiva di così alle avversità della vita.
    Sembrava come se, lentamente, si stesse davvero tramutando in quella creatura "senza cuore" come la definivano sotto i baffi fuori dalle proprie stanze in tribunale.
    Eppure ella era stata una soldatessa stimata e temuta, era stata una figlia esemplare ed una sorella fidata.
    Era stata una buona confidente ed una cauta ascoltatrice per chiunque fosse stato degno del suo tempo; era stata un'abile e devota giudice, tuttavia niente di tutto quello aveva prontamente fallito a prepararla allo tsunami di traumi che l'avevano investita quella notte sulla spiaggia.
    «Non c'è niente di cui tu debba scusarti» assertiva, Athena scoccò un'intenso sguardo nei confronti dell'amica, scrutando oltre la sua carne, in quell'animo velato d'un senso di colpa che non sarebbe dovuto appartenerle.
    Astra ascoltò un fruscio delicato, percependo i fotografi muoversi forse dopo aver intuito che non vi sarebbe stata un'occasione poi così succosa quel pomeriggio: che la rinomata Ingrid Solberg fosse intenta a chiacchierare con "La Giudice Drakos" a poco o nulla sarebbe servito, ancor meno ad alimentare gossip sulla sua vita privata.
    Così si allontanarono ed Athena, grata, volse appena il busto verso la sua collega e confidente.
    «Ho perso i miei poteri, Ingrid» spiegò la giudice, senza far riferimento al fatto che era stato Ares a darle il colpo di grazia, pensando sul momento che quello sarebbe dovuto essere un segreto solo proprio.
    «Thyelas è morta e, con essa, un'altra parte di me» spiegò, sentendo il petto ancora più arido che in precedenza, un nuovo frammento di cuore divenirle di pietra.
    «Sto cercando di focalizzarmi sul lavoro, tanto quanto tu invece avresti bisogno di una pausa» soggiunse Athena palesando un barlume di rigorosa preoccupazione.
    Intrecciò le dita in grembo mentre i magnetici, infossati occhi celestissimi si posavano sui lineamenti morbidi dell'amica, il cui viso era luminoso e vellutato ma un po' scavato dalla stanchezza, da una instancabile determinazione.
    «So quanto tutto questo conti per te, tuttavia se qualche giorno di riposo ti potrebbe essere utile, ti prego di prenderlo prima che diventi un inferno e, credimi, succederà» asserì certa Athena. Sapeva che avrebbe avuto bisogno di Ingrid in tutta la sua forma brillante prima della fine e se questo avesse dovuto significare privarsene per qualche attimo o giorno, avrebbe acccettato volentieri quel destino.
    Meglio sacrificare quel pezzo dalla scacchiera in quel momento che più in là, quando i rischi sarebbero potuti essere ben più elevati e la posizione fortemente arroccata di Athena – mai come allora – sarebbe stata più vulnerabile.
    «L'Unico è a piede libero e, con lui, ogni speranza di capire come uscire da questa melma in cui siamo immersi. Non abbiamo...» non ho, avrebbe voluto dire. «... ancora molto tempo» spiegò, umettandosi appena le soffici labbra purpurree.
    «Se volessi maggiori informazioni, posso dartele. Ho tempo e risponderò a qualsiasi domanda» concluse infine, sollevando appena il capo con fierezza nonostante lo stato particolarmente ombroso in cui versava, atipico per una creatura fondamentalmente introversa come lei e ben restia a dimostrare alcunché a chiunque.
    I capelli bruni intrecciati scintillarono al sole terso di quel pomeriggio, abbracciando il viso della giudice d'una luce che lei non stava emanando, regina meditabonda ed affranta da giorni.
     
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4 replies since 1/9/2023, 22:40   98 views
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