There must be lights burning brighter somewhere

Alexander x libero

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  1. Yunethemoon97
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    La matita grattò sul foglio, mentre Let Me Put My Love Into You risuonava nelle sue orecchie, coprendo il rumore del mare.
    Nonostante l’autunno si stesse ormai avvicinando a grandi passi, lasciando che le temperature si raffreddassero, Alexander trovava estremamente rilassante solo sedersi davanti all’Oceano e disegnare.
    Era stato un anno estremamente duro, per lui. Sapere di potersi permettere ancora qualche momento di relax, immerso nella propria arte, era così gratificante: Alexander non avrebbe mai smesso di ringraziare la sola idea di poter essere vivo.
    Anche se c’erano delle volte..
    Li sognava, i suoi genitori. Alle volte, erano sogni dolci come zucchero, che camminavano insieme a Morfeo, lasciandogli una sensazione di dolcissima malinconia al risveglio: spesso, però, erano incubi che si mischiavano al respiro sudato e al cuore che batteva veloce, quando Alexander si svegliava, di soprassalto.
    La sua vita mancava di equilibrio; e sarebbe sembrato davvero poco saggio, sottolinearlo, forse scontato, ma se la morte di qualcuno ti porta via un pezzo di te, due persone così importanti che venivano a mancare, in modo così tragico e misterioso, ti lasciava una ferita sanguinante che – forse- solo conoscendo la verità, Alexander avrebbe potuto ambire a curare.
    E poi, c’era Eddie.
    Non ricordava nemmeno come si fosse reso conto di essersi preso una cotta per quel ragazzo, anche se probabilmente alla terza volta in cui finiva per cadere in modo stupido dopo averlo salutato, qualcosa era scattato a prescindere nella sua testa, ma si era trovato a disegnarlo spesso, nel proprio inseparabile album da disegno. Gli aveva dato equilibrio, per un po'.
    Eddie era dolce come le caramelle al miele che sua madre aveva sempre tenuto per casa. Innamorarsi di lui era quasi.. naturale. Come respirare, come desiderare di vedere un tramonto, come..
    Fermò la matita.
    Il profilo di Eddie era stato tracciato sul foglio, il sorriso timido, rughe d’espressione intorno agli occhi e quell’aria quasi sfuggente, come se avesse preferito sparire sotto terra che rimanere lì a farsi guardare.
    Arricciò le labbra in una smorfia triste.
    Eddie non rispondeva alle sue chiamate e ai suoi messaggi: non che lo stalkerasse, santo dio, non erano nemmeno amici nel senso stretto del termine, ma ogni tanto un meme era obbligatorio, considerando che per cellulare evitava di fare figure pessime, la maggior parte delle volte.
    «Dove sei?» sussurrò, poggiando la fronte contro quel disegno, nemmeno come se fosse il ragazzo in carne ed ossa.
    No, con Eddie davanti non sarebbe stato affatto spavaldo. Anzi. Avrebbe sicuramente finito col balbettare qualcosa di imbarazzante e cadere. Tanto per cambiare
    Il mare fu l’unico ad accogliere quella domanda. Sbuffò, alzandosi dalla sabbia, spolverandosi i pantaloni.
    Si allontanò dalla spiaggia, sovrappensiero. Era strano, anche da parte di una persona riservata come Eddie, sparire di punto in bianco: Alexander stava iniziando ad accarezzare la possibilità di presentarsi a casa del ragazzo, bussare, fare domande ai vicini.
    Di certo, Besaid era una cittadina in cui tutti mormoravano. La sua cotta non era di certo sfuggita a nessuno. Forse quel comportamento sarebbe stato preso per quello di un innamorato senza speranze che insegue un sogno d’amore impossibile.
    Ma era davvero preoccupato e per natura, Alexander era una persona estremamente incapace di starsene fermo: si muoveva, come un Bianconiglio che osserva l’ora, nervoso ed agitato.
    Ma forse quei pensieri lo avevano avviluppato un po' troppo, nelle proprie spire, perché si rese conto di aver urtato la spalla di qualcuno troppo tardi: sussultò, i fogli che si spargevano sul legno.
    Li raccolse, le guance rosse di imbarazzo mentre realizzava che ci fosse lo stesso volto ovunque, in quella carta, prima di rivolgere un sorriso colmo di imbarazzo verso la persona contro cui era andato.
    «Scusami, non.. Stavo pensando ad altro. Non ti ho fatto male, vero?»
    Nonostante tutto, Alexander Hamilton era ancora un ragazzo dolce e tranquillo, che si preoccupava per il prossimo: la vita non era stata affatto generosa con lui, su tutto non ultimamente, ma quello non avrebbe cambiato affatto il suo modo di essere e rapportarsi al prossimo. Non si riteneva un essere superiore agli altri, ma sicuramente era consapevole del fatto che un po' di gentilezza, nel mondo, potesse non guastare.
    «Scusami davvero. Se non hai da fare, posso offrirti qualcosa? Giusto per scusarmi, visto che sono stato un vero e proprio idiota..» aggiunse, portandosi una mano dietro la nuca, con un sorriso timido ed imbarazzato insieme.
     
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2 replies since 7/10/2023, 15:35   116 views
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