| Le piaceva l’atmosfera del giornale, il modo in cui, da un momento all’altro, si potesse passare dall’assoluto silenzio a persone che correvano da una parte all’altra e stampanti che iniziavano a riempire gli uffici di carta, come dotate di vita propria. Era un mondo che ancora non conosceva bene, ma che sperava di rendere suo il prima possibile. A lungo, all’interno delle aule dell’Università, si era chiesta come sarebbe stato il suo futuro, che strada sarebbe riuscita a intraprendere dopo tutti quegli anni trascorsi a viaggiare tra Bergen e Besaid. Si era sentita smarrita, confusa da tutte le possibilità che aveva davanti, preoccupata di prendere la strada sbagliata. Invece ora, seduta a quella scrivania, con un caffè fumante tra le mani, sentiva che quello poteva essere davvero il suo posto, senza paure e senza ripensamenti. Superare le paure iniziali era stato più semplice del previsto. Aveva temuto di entrare in un luogo dove avrebbe respirato solo tensione, contrasti, rivalità. Invece il Daily si era rivelato tutto l’opposto. Era lì solo da pochi mesi eppure si sentiva come se quello fosse divenuto un po’ una seconda casa, un ambiente piacevole dove il gruppo e la buona riuscita degli articoli era molto più importante dei singoli, sebbene ognuno fosse libero di esprimere la sua opinione. Era stato strano essere chiamata in causa sin dal primo momento, avere un capo che aveva davvero intenzione di ascoltare le sue idee e prenderle in considerazione. Certo, veniva preteso un certo impegno e le scadenze divenivano sempre più stressanti, ma Sam era brava nel lavoro sotto pressione. Non era un problema stare sveglia sino a tardi o svegliarsi all’alba per rivedere alcuni dettagli o definire una strategia, l’importante era sapere che il proprio impegno aveva uno scopo e che il duro lavoro sarebbe stato riconosciuto. Sorrise nel sentire Cat parlare di siti per lo shopping online e Lys ammettere di avere la stessa passione. Sam invece non era mai stata una patita dello shopping. Le piaceva uscire con le amiche e perdersi nei negozi o nei centri commerciali, non riusciva invece a trovare la stessa magia nello shopping online in solitario. Si fidava dei consigli di chi la conosceva bene e le piaceva ricambiare con le stesse attenzioni nei confronti delle sue amiche, non avrebbe potuto immaginare un altro modo per rivoluzionare il suo guardaroba. Aveva trascorso qualche pomeriggio in compagnia di Mal o Fae a osservare pagine e pagine di capi colorati o con buffe scritte, ma non aveva mai trovato qualcosa che la facesse gridare al miracolo. Lasciò quindi che le altre due dessero un’occhiata agli articoli in saldo, osservandole con curiosità. Per quanto si sforzasse di mettersi al passo con i nuovi tempi, continuava a considerarsi uno spirito arcaico intrappolato nel corpo di una ragazzina. Preferiva scrivere appunti su carta piuttosto che farlo al computer, leggere le pagine di un libro e sentire l’odore della carta, piuttosto che osservare uno schermo. Insomma, su certe cose, purtroppo o per fortuna, non sarebbe mai cambiata. Era interessante, però, scoprire cose nuove e cercare di capire se fossero o meno adatte a lei. Si guardò attorno con aria circospetta, mandando giù un altro sorso di caffè, quando sentì che ormai mancava davvero poco al momento più matto e importante della giornata. Per qualche altro minuto però potevano godere di un po’ di tranquillità e anche qualche chiacchiera tra colleghe, che non faceva mai male. Era sempre interessante conoscere persone nuove e imparare a scoprirle, giorno dopo giorno, attraverso piccoli momenti, come un caffè condiviso. Fu quindi la prima a cercare di rispondere alla domanda di Lys, prendendo il coraggio a due mani prima di cercare di raccontare qualcosa sul suo conto, che non suonasse come una serie di parole sconnesse. Parlava tanto, a volte persino troppo, eppure quando le si chiedeva di mettersi al centro di una discussione, di guardare dentro se stessa, improvvisamente tutte le parole sembravano sparire. Si lasciò quindi guidare dall’istinto nel provare a dare un quadro sul suo conto, rendendosi conto solo dopo di aver forse messo in luce tutti i suoi difetti e di aver tralasciato i possibili pregi. Un sorriso più sereno, tuttavia, fece capolino sul suo volto, quando sentì che né Cat, né Lys erano state impressionate a livello negativo da ciò che aveva detto. Anzi, Lys sembrò persino ritrovarsi in alcune di quelle cose, mentre Cat, al contrario, non amava particolarmente la natura. In effetti anche lei in alcune occasioni si era ritrovata a combattere con alcuni insetti per tenere al sicuro del cibo, ma erano comunque dei piccoli problemi risolvibili. -Beh, allora la prossima volta che voglio immergermi nel bosco ti faccio uno squillo. - disse quindi, in direzione di Lys, rivolgendole anche un leggero occhiolino. Non era sicura che lo avrebbe fatto davvero, troppo preoccupata di disturbare una persona appena conosciuta per buttarsi in cose come quelle, ma era comunque un’opzione da tenere in considerazione, se mai fosse servito. Per Cat invece avrebbe pensato a qualcosa di diverso, ben distante da piccoli animali, magari proprio il mare, che l’altra aveva appena ammesso di apprezzare. Ridacchiò nell’immaginare una Cat millenaria, che stava seduta su una pila altissima di borse e scarpe, senza più sapere che cosa abbinare. Lei faceva già fatica con quelle che possedeva. -Una passione impegnativa. Come faresti poi a decidere cosa utilizzare? - chiese quindi, esprimendo sincera curiosità. Lei a volte faceva davvero fatica a decidere cosa indossare, tanto che doveva coinvolgere le sue amiche in videochiamate dell’ultimo minuto per farsi dare degli ottimi consigli. Altre volte, invece, prendeva dall’armadio le prime cose che le capitavano sotto mano. Come quel giorno, in cui neppure sapeva che tipo di sciarpa aveva preso con sé. La passione per la lettura sembrò un altro dettaglio da aggiungere ai piccoli tasselli che potevano condividere, un argomento di conversazione da tenere da parte per la successiva pausa caffè. Era una sfortuna che quei momenti non durassero all’infinito e che proprio quando si iniziava una bella conversazione si era poi costretti a lasciarla a metà, per ributtarsi al cento per cento nel lavoro. -Oh, Giurisprudenza! Sembra piuttosto impegnativo! - mormorò, annuendo tra sé e sé. Aveva conosciuti alcuni amici e amiche a Bergen che frequentavano quei corsi e un sorriso un po’ malinconico le velò il volto a quel pensiero. Aveva perso un po’ di vista quelle persone, concentrandosi maggiormente sulle persone che era stata costretta a mettere da parte con tutti quegli spostamenti, ma si era ripromessa di tenersi in contatto anche con loro. Dopo tutti quegli anni trascorsi a fare avanti e indietro per diverse città aveva sentito il bisogno di prendere un po’ di fiato e rimanere ferma in un punto. A volte le mancava però preparare le valigie e ritagliarsi quello spazio solo per sé, lontana da Besaid. Immaginava che potesse diventare una spinta per un viaggio, per allontanarsi dalla città in maniera più netta e per un motivo completamente diverso, come invece non aveva mai fatto. Sentire Cat nominare un locale di cibo etnico la riportò tuttavia alla realtà, facendole arricciare appena il naso. -No, credo di non esserci mai stata. Quindi incontrarci fuori dal lavoro potrebbe essere un’ottima occasione per scoprirlo! E provare dei cibi nuovi. Perché, sì, quelli non devono mai mancare. - mormorò, ridacchiando appena. Lys, sembrava già conoscerlo invece ed essere quindi più che disposta a tornarci. Annuì energicamente alla questione del cibo spazzatura. -Oh sì! Dovremmo organizzare una dispensa con tanto comfort food per i momenti di maggiore stress! - propose, mentre nella sua mente già iniziava a formarsi un elenco delle cose che lei avrebbe subito acquistato per inserirle nel magico armadio del cibo. -Oppure potremmo organizzare una petizione per avere un bar qui al giornale, sempre aperto, con tante prelibatezze appena sfornate. - aggiunse poi, sfoderando un’idea forse un po’ più complessa da realizzare. Dubitava che Lars sarebbe stato d’accordo, un bar avrebbe offerto troppe occasioni di pausa. Sarebbe stato bello però. Mandò giù un altro sorso di cappuccino mentre ascoltava Lys parlare un po’ di sé. Lavorava al giornale già da tre anni e a Sam sembrò un tempo incredibilmente lungo in quel momento. Chissà se anche lei, a tre anni da quel giorno, sarebbe stata ancora lì, insieme a Lys, a conversare del più e del meno durante le pause caffè. E Cat? Ci sarebbe stata anche lei? Oppure sarebbe divenuta un avvocato di successo nel frattempo? Si fece più attenta quando l’altra continuò a parlare di sé, affermando di provenire da un posto un po’ chiuso. Il modo in cui lo aveva detto e i gesti che avevano accompagnato le parole le fecero capire che non doveva essere un argomento semplice per Lys, quindi non fece domande a riguardo, limitandosi a sorriderle, in maniera radiosa, quando sentì di come si fosse però fatta strada da sola, per uscire da quel contesto, per trovare il suo posto, in qualche modo. Poteva capire perché Lys desiderasse tanto il baccano, il movimento, un’esperienza piena di vita e di tutto ciò che, forse, da bambina non aveva potuto avere fino in fondo. -Una ginnasta? Wow! Io invece sono tremendamente imbranata in questo genere di cose, saprei inciampare ovunque, credo che se provassi a saltare in alto finire con il farmi parecchio male. - borbottò quindi, ridacchiando, forse anche per cercare di spezzare il clima un po’ più serio che si era venuto a creare. Ricordava ancora il primo incontro tra lei e Adam, quella caduta rovinosa a terra che aveva fatto solo per sfuggire a una piccola volpe. A volte, tuttavia, erano proprio i difetti a permettere di scoprire tante cose nuove. Anche Cat virò su altri argomenti, chiedendo alle altre due della loro situazione amorosa. -Io esco da una relazione di qualche mese, che però piano piano si è spenta. - ammise, senza troppe preoccupazione. Non era come con Fred, con Adam era stato tutto molto più tranquillo, persino la separazione. -Abbiamo capito di non essere più sullo stesso binario, e abbiamo deciso di comune accordo di restare amici. Quindi, per il momento, ho deciso di concentrarmi su me stessa. - continuò, in tutta tranquillità. Non era alla ricerca di qualcuno con cui condividere la sua vita, non in quel momento per lo meno. Lys invece le stupì velocemente, parlando della sua relazione con Paul, il proprietario del Bolgen, offrendosi persino di trovare a entrambe qualcuno con cui uscire, dopo aver bevuto qualcosa. -No grazie, io passo. - disse, ridacchiando appena e terminando il suo cappuccino prima di continuare. -Però al Bogen ci vengo volentieri. E’ un bel posto, ci sono stata spesso. Una mia amica ci lavora ogni tanto. Fae. L’hai mai incontrata? - chiese, piuttosto incuriosita, visto che era piuttosto difficile dimenticarla se anche soltanto la si incontrava una volta. Era stata spesso in quel locale anche in compagnia di Malice e aveva avuto modo di conoscere tante persone. -Oh no! Così pochi? - chiese, guardandosi attorno, come se si aspettasse di iniziare a vedere qualcuno muoversi in maniera più agitata per la stanza, visto che i minuti scorrevano inesorabili. -Mhm. Temo di si, penso che ne abbia bisogno anche lui. Probabilmente lavora più di tutti, anche se non lo ammetterebbe mai. - mormorò, allungando il collo per gettare una veloce occhiata in direzione di Lars, che per tutto quel tempo aveva continuato a lavorare, incurante di quello che accadeva nella stanza accanto alla sua. -Aspettate, controllo la mia fittissima agenda. - disse, mentre fingeva di scorrere un quaderno invisibile, per poi risollevare lo sguardo su Lys. -Io proporrei questo venerdì, se non avete già altri impegni. - propose, posando la tazza sulla sua scrivania e accompagnando con lo sguardo Lys, che stava rimettendo a posto una sedia per andare a recuperare il caffè per il povero Lars. Attese di sentire le proposte delle altre due, pronta ad appuntarsi mentalmente qualunque data avessero deciso. -Ottimo, affare fatto allora! - terminò, con un sorriso tranquillo, mentre riavvicinava la sedia alla scrivania. Forse era il caso di rileggere l’articolo ancora un’ultima volta, prima che fosse troppo tardi. -Beh, alla prossima pausa allora. - disse, in direzione di Cat, rivolgendole un leggero occhiolino. |
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