✨✨✨Wominy e Donne di Besaid - Christmas Edition✨✨✨

il disagyo delle feste 2k19

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    ✨✨✨Wominy e Donne di Besaid - Christmas Edition✨✨✨
    ❄ Masterpost ❄


    Siamo in diretta tv, parte la sigla:


    Il nostro presentatore, il famoso Caesar Flickermann, detto anche il Carlo Conti de noialtri, con i capelli viola e senza occhiali, fa il suo ingresso in studio, accolto dallo scrosciante applauso delle donnone sedute sulle scale che manco la gente che campera davanti all’Ospedale degli Innocenti.


    Sbrilluccicante in una delle sue giacche paillettate, Caesar fa una giravolta, e prende la parola. Di fronte a lui delle sedie schierate a semicerchio attendono di essere riempite. Una pomposa sedia rossa è girata al contrario, non illuminata. Sarà lì che siederà il misterioso tronista che tutti i concorrenti cercheranno di conquistare.
    ”Buonasera Besaid! Benvenuti a questa fantastica puntata di “Uomini e Donne Besaid edition”! Vi ricordiamo che i proventi della serata saranno interamente devoluti in beneficenza, il mio compenso compreso” Ridacchia e ammicca. Per imitare la sua controparte stasera Caesar ha la erre moscia e la voce roca. C’è chi pensa che sia perché abbia iniziato a fumare o perché ha magnato salato stasera(?)#wat ”Molti di voi conosceranno già questo famoso format, che consiste nel tentare di conquistare colui o colei che siederà sul trono e sperare di essere scelti. Ma prima di scoprire chi siederà sul trono di spade – e vi prometto che stavolta non ci sarà nessuno storpio, peste mi colga se amavo Cersei- vi spiego un po’ come funzionerà. Il tronista metterà alla prova i suoi corteggiatori, spedendoli a coppie in un’esterna in cui potranno conoscersi e allo stesso tempo dovranno completare un task che gli permetterà di valutare le loro skills. Tutti potranno vedere le esterne degli altri, commentarle e dire la loro. E il tronista si riserva la possibilità di palpeggiare i corteggiatori per tastarne la sostanza(?). Dunque, non indugiamo, che entrino i corteggiatori!” Chiamati per nome, uno ad uno, i partecipanti entrano tra gli applausi, scendono le scale e si dispongono sulle sedie. ”Ma prima di rivelare chi sarà il tronista o la tronista di questa edition, lasciate che vi presenti la nostra opinionista, una stella nel firmamento norvegese. Ladies and gentlemen, un bell’applauso per Teena!”


    Una donnona bionda e già incazzata come un’ape entra in studio vestita in modo decisamente poco sobrio, e va a sedersi accanto alla sedia rossa del tronista. Poi però, presa da chissà quale estro, inizia a spostare Leo con tutta la sedia, mettendoselo vicino, e poi facendo alzare anche Maggie e Mandy per farle sedere vicino a lui. ”Eh, scusa Maria, ehm, volevo dire Caesar, scusami, ma qui dobbiamo fare la kastah biondi. Prende pure un gessetto e disegna un perimetro intorno a loro quattro. ”Qui gli altri povery non possono entrare, solo biondi. Dobbiamo parlare di robe da biondi. Loro sono con me, guai a chi li tocca. Non ci provate nemmeno ad avvicinarvi. Maria do fuoco allo studio!”
    Teena inizia a sclerare da sola e le silenziano il microfono, mentre nella KaStaH biondi si inizia a parlare di shampoo antigiallo,messa in piega e razza ariana. Nel frattempo, Caesar attira di nuovo l’attenzione su di sé.”E’ giunto il momento… il tronista dell’edizione 2019 è….” Suspance, gente che sviene, attacchi di panico, Iva Zanicchi che caga dietro ai divani, gente che si strappa le unghie per l’hype.

    IoSonoPazzoDiLui

    «Notte perfetta
    la notte è imperfetta se lasci lei per me
    notte incerta
    la maledetta notte che ho amato te.»

    Ed ecco che arriva lei, l'unica e sola regina di Besaid, la designata per diritto di-vino al trono, la legittima imperatrice del reame Norvegese e del mondo tutto: CHRISTIAN MALGISSEN! Regale come sempre, la queen si presenta seduta sul suo trono a gambe accavallate, con indosso una focosa giacca di pelle rossa in cordinato con la sua poltrona del potere, pronta a farvi vivere un Natale PERFETTOOOO.
    Buonasera Besaiiiiid! Come sono condendo di essere qua queshta sera proprio! Ciao magnifico pubblico da casa da Honk Konk, ciao Cisar dalla Turchia, ciao Tina da.. Boh, l'Uncheria? Il Pakistan? La Cina? Bruxelles? Pantelleria? Ba beh, rishcaltatevi perchè questa sera dovrete conguistarmi! Vetremo chi si meriterà la mano e il manco della recina! Ah.. è Natale, quinti ho un primo recalo per tutti voi! Vi adoro, adoro, adoro!
    Fatto il suo glorioso esordio Malgy è soddisfatta - mateaux!! Il pubblico è in delirio! - e rivela chi è la creatura che è accomodata platealmente sulle sue gambe, sdraiata perpendicolarmente rispetto alla regina e vestita completamente di ro(sso) che porta bene. La persona dal volto completamente coperto è quindi pronta a far ondeggiare drammaticamente i suoi arti inferiori ed alzarsi con un atletico balzo che ferma il respiro della regina. SFORZO MASSIMO! Ed ecco che in sala arriva l'ultimo concorrente misterioso, con tanto di salti acrobatici come quelli dei pattinatori doppo axel triplo tolup: Wade Wilson!, che con tanto di tutina da Deadpool è risucito a convincere Malgy a farlo entrare nel programma, con qualche sfarfallata di ciglia in più, toccatina al golden booty e naturalmente dei gossip freschi dal Perception.


    Ora che sono stati rivelati tutti i concorrenti, su uno schermo ed accompagnati dalla voce di Caesar, iniziano a comparire i nomi delle coppie che sono state sorteggiate per uscire in esterna e cercare di conguistare i favori della queen.

    🎁 Leo Wagner & Hobi Jung
    🎁 Wade Wilson & Poison
    🎁 Melodie & Serena Blythe
    🎁 Zombieboy & Kaja Ellestad
    🎁 Eva Nguyen & Maggie Olsen
    🎁 Joon Løvenskiold-Kim & Xavier Söderberg
    🎁 Mandy Parker & Liv Berg

    Gifts under the tree:
    Ogni coppia dovrà portare a termine un task durante la loro romantica esterna natalizia per impressionare la regina Malgy, leggete qui sotto per scartare il vostro regalo mlmlml:

    🎁 Leo Wagner & Hobi Jung
    Dopo aver simulato una romantica battaglia a colpi di palle di neve, create una scultura di neve (decidete insieme la forma) fingendo di essere i protagonisti del film Ghost oh my loooove my darlinngggg. Riportate la scultura in studio se ci riuscite.
    🎁 Wade Wilson & Poison
    Fate un giro in città dei quartieri residenziali, e come una vera coppia di banditelli suonate i campanelli delle abitazioni a random. Urlate "Buona Pasqua!" anche se è Natale, lasciate un regalo e scappate, però stando attenti ad avere le scarpe legate insieme dai lacci.
    🎁 Melodie & Serena Blythe
    A Natale si è tutti più buoni! Andate all'ospizio di Besaid, dove ci sono dei nonnini e delle nonnine che aspettano compagnia. Vi aspetterà un ingaggio senza pari: vi verrà fatto trovare un enorme stecco di zucchero natalizio contro cui dovrete fare la pole dance - dovrete vestirvi da Babbo Natale! - con tanto di strip tease (solo della barba e del cappello) in uno stile maschile come foste Magic Mike.
    🎁 Zombieboy & Kaja Ellestad
    Da ottima romcom natalizia, impressionate la queen ballando un lento romantico sul ghiaccio (coi pattini si!), e baciandovi sotto il vischio!
    🎁 Eva Nguyen & Maggie Olsen
    Vestite una da Babbo Natale e l'altra da elfo (decidete voi chi sarò chi), dovrete percorrere le strade innevate di Besaid su uno slittino (fatto solo di un cartone), regalando al volo dei giocattoli ad almeno 10 bambini. Woot woot il tempo vola!
    🎁 Joon Løvenskiold-Kim & Xavier Söderberg
    Scrivete insieme da brava coppia d'artisti una canzone natalizia inedita, per poi cantarla in studio con Albano una volta tornati (includete un aaaAAAAA almeno). Tuttavia, dovrete PER FORZA, prima di mettervi a scrivere, trovare l'ispirazione in uno dei peggiori pub di caracas South Besaid, restandovi (vivi) per un'ora.
    🎁 Mandy Parker & Liv Berg
    Tutti i film romcom natalizi che si rispettano hanno almeno un matrimonio! Sposatevi a Las <de>Vegas Besas per finta, facendovi dare il sacramento farlocco da uno dei mamaciti di Malgy. Tuttavia, dovete tornare in studio su una carrozza trainata da renne, del resto, non si può dimenticare lo spirito del Natale!


    Ora che siete tornati tutti in studio, Caesar riprende di nuovo la parola.

    ”Le sorprese non sono finite qui signore e signore. E’ venuto a trovarci un ospite internazionale, con cui spero i nostri Xavier e Joon avranno il piacere di duettare. Per noi, in anteprima assoluta, AAAAAAAAALBANOOOOO!” Di nuovo scene di panico, gente che si strappa le mutande e le tira, ultrasuoni, ambulanze che portano via le vecchie ecc. Il grande cantante sembra iniziare a cantare il suo pezzone:


    Ma sull’ultimo “sharazan” si incanta con l’acuto e continua a urlare AAAAAAA per venti minuti.



    Pensavate che le sorprese fossero finite? E INVECE NO! Il nostro programma è pieno di dossi e scossoni! Come ogni puntata di Uomini e Donne che si rispetti, è importante che tutti facciano il gioco dell'uva per guadagnare il favore della regina tronista!
    Miei cari gongorrendi, ora dovete ciocare per me! Dal soffitto inizieranno a scendere grappoli d'uva - italianissimi - e il gompito vostro sarà, in coppia, manciare quanti più acini potete! Poi se ci scappa il bascio- eh beh tesoro, hai scelto tu di venire a questo procramma! Che scenTA L'UVA!
    Dal soffitto dello studio televisivo iniziano a scendere, tanti quante sono le coppie, dei grappoli d'uva, ed ai concorrenti viene chiesto di posizionarsi con il partner che è stato assegnato vicino al frutto. Che abbiano inizio le danze dell'amore per malgy!



    Christmas candy:
    Ecco qui le info fondamentali che vi renderanno più chiaro cosa fare nel vostro post.

    ⛄ Iniziamo con un recap per capire ogni fase del vostro post: ~ Ogni pg arriva da solo al programma e si siede in studio una volta che Caesar presenta i concorrenti tutti insieme. Voi avrete modo di capire chi sono gli altri concorrenti, e di vedere l'aria che tira. [non siete del tutto consapevoli di cosa vi sta per accadere a meno che non siate fan del programma]
    ~ Malgy si rivela come misterioso tronista da conquistare, Wade si rivela come misterioso concorrente [se non lo conoscete è lui.
    ~ Le coppie vengono create: non sapete chi vi sarà capitato per l'esterna fino a quel momento, quindi dovrete reagire di conseguenza.
    ~ Dovete ruolare l'esterna.
    ~ Rientrate in studio [in qualsiasi modo in cui siate ridotti piango].
    ~ C'è intermezzo musicale [Xavier&Joon, e Albano].
    ~ Fate il gioco dell'uva.
    ~ Attendete il verdetto della regina.
    ⛄ Piccolo appunto sulle tempistiche: i concorrenti entrano insieme, ma escono per l'esterna coppia per coppia in momenti separati, ciò significa che le altre persone e concorrenti possono vedere cosa fate nel video della vostra esterna dallo studio. Se volete commentare l'esterna di un determinato pg, rivolgetevi al player per avere un'idea su cosa voglia fare e divertitevi :luv:
    ⛄ Se non avete molto chiare le dinamiche di un programma come Uomini e Donne [piangissimo] vi consiglio di vedere i video che sono stati incorporati e di cliccare sui link nel masterpost, dove sono dimostrate le prove. L'esterna è un appuntamento che ogni coppia deve svolgere fuori dallo studio televisivo per poter attirare l'attenzione di Malgy - in pratica, in questa role è un'uscita con un task.


    References:
    Leggete qui per comprendere le logistiche del gioco. Da leggere attentamente :luv:

    🎄 L'unica cosa da fare in questo turno è seguire la scaletta e finire il task (che dovrete eseguire durante l'esterna).
    🎄 I turni da seguire sono quelli che trovate qui sotto. Per praticità, abbiamo diviso le coppie in due gruppi, in modo da essere più veloci e dare a tutti abbastanza tempo per rispondere.
    Nel GRUPPO 1 ci saranno:
    - Leo
    - Wade
    - Melodie
    - Milo
    - Eva
    - Joon
    - Mandy

    Nel GRUPPO 2 ci saranno:
    - Hobi
    - Poison
    - Serena
    - Kaja
    - Maggie
    - Xavier
    - Liv
    🎄 Tutti i giocatori del GRUPPO 1 dovranno aver postato entro e non oltre il 31 dicembre, quelli del GRUPPO 2 entro l'8 gennaio. Se non riuscirete a rispondere, come in tutte le altre role di gruppo, salterete il turno. Si parte da oggi, 22 dicembre.
    🎄 Per ulteriore chiarezza all'inizio di ogni post, prima della risposta, scrivete simply a quale coppia appartenete, dato che non risponderete in sincrono col vostro partner. Ad esempio: "Leo & Hobi" prima dell'inizio della risposta.
    🎄 L'ordine dei turni è sparso. Potete postare quando volete, però entro la data che è stata assegnata ad ogni gruppo.
    🎄 Ognuno di voi deve creare un solo post.
    🎄 Questa sarà una role comedy con sprinkles di romance, quindi siete liberissimi di dare sfogo alla fantasia!



    Edited by ‹Alucard† - 30/12/2019, 16:57
     
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    Leo Wagner|27 y.o.|So Leo Wagner, vengo da Francoforte e non è che so tanto contento de fa shta shfilata eh.

    Couple: Leo&Hobi

    #warning: Ci potrebbero essere considerazioni apparentemente offensive su personaggi vari. MA questa è l'indole di un pg che non conosce il XXI secolo. Perdonateme.


    Suo padre raccontava sempre quella storia, nei rari momenti in cui non sembrava essere in un mondo diverso da quello. Sempre quella, ad ogni Natale. Quella in cui il giorno di Natale, sul fronte francese, i soldati dalle trincee avevano sventolato bandiera bianca, erano usciti allo scoperto e si erano stretti la mano, mettendo fine a quella guerra per un giorno soltanto. Si erano scambiati dei doni, quel poco che avevano -sigarette, un tozzo di pane, una barretta di cioccolato- avevano parlato delle loro vite, avevano giocato a calcio. Era una storia a lieto fine, che parlava di uomini che nonostante indossassero una divisa diversa e combattessero da sponde opposte, si sentivano fratelli. Buffo, lì suo padre nemmeno c’era mai stato. Eppure quella storia aveva attraversato i confini di ogni nazione, aveva scavalcato bandiere e ideologie, si era ancorata alla poca umanità rimasta a quelle persone che avevano vissuto l’orrore della Grande Guerra. Si erano perse le date, i dettagli, le memorie, eppure quella storia era rimasta, come monito, da raccontare a coloro che sarebbero venuti dopo, per spingerli a non commettere lo stesso errore. Nessuno aveva colto il messaggio di coloro che erano sopravvissuti.

    Guardava la neve scendere quieta e silenziosa, e andare a posarsi sui rami verdi e sui lustrini di un albero addobbato, stretto in un felpone nero. Non era abituato a tanto silenzio, Leo, che continuava a sentire quei rumori anche quando questi non c’erano. Clelyo, il proprietario dell’Egon si avvicinò a lui, tremando per il freddo. ”Va tutto bene, Leo?” Chiese. Lui era sempre molto gentile e comprensivo, nonostante le sue stramberie. Se solo avesse saputo chi aveva davanti, e quanto sporca fosse la sua anima, probabilmente sarebbe scappato. Non era abituato, lui, a trovare con tanta facilità la bontà nelle persone. Forse perché veniva da un mondo in cui i buoni venivano sacrificati sull’altare del patriottismo, e coloro che sopravvivevano erano quelli che si lasciavano macchiare, che accettavano il compromesso. ”Si, tutto bene.” Mentì in tono convinto, abbozzando un sorriso malinconico. La verità era che gli mancava casa sua, come ad ogni Natale. E non c’era Ernst stavolta a ricordargliela, c’era il silenzio al posto della sua voce che narrava del mulino, del fiume, delle primule, delle montagne innevate.
    Non c’era Ernst, che era diventato la sua casa.
    Ogni volta che realizzava quel pensiero si sentiva sprofondare. Gli mancava qualcosa di importante, un grosso pezzo del proprio cuore, senza il quale non riusciva ad andare avanti. E più passavano i giorni, più la sua assenza si faceva percepibile. Perché ogni giorno allungava la distanza che li separava irreparabilmente.
    ”LEOOOOOOOOO” La voce di Hobi a tremila decibel sopra il limite consentito –roba che ci doveva pagare la SIAE- lo riportò sulla terra. ”Ora non più tanto.” Completò la frase di prima. Almeno quanto Leo, pure Clelyo si chiedeva cosa cazzo avesse Hobi da urlare ogni volta, ma ormai ci aveva fatto l’abitudine. Quanto a lui, beh, probabilmente non si sarebbe mai abituato a quella trombetta umana, che ogni giorno a ogni ora suonava la carica. Clelyo rise e gli diede una pacca sulla spalla. ”Buona fortuna, e divertitevi!” Il padrone li aveva liberati per dargli la possibilità di andare a quell’evento di beneficenza, proprio per conto del Pub, o almeno così era stato detto a Leo. Non che avesse di meglio da fare d’altronde, se non passare il Natale a lasciarsi cullare dai fantasmi e dai sensi di colpa. Sorrise all’uomo, e rientrò nel locale, dove il collega lo aspettava abbigliato in modo decisamente appariscente, neanche dovesse andare al carnevale di Rio –che Leo nemmeno aveva mai visto, dettagli. Non sapendo minimamente cosa fossero, o dove si trovassero gli studi televisivi, si lasciò guidare da Hobi a piedi, fino a raggiungere una parte di Besaid che a tratti sembrava essere rimasta come al 1944. Edifici anonimi, grigi, erano riempiti da luminose finestre. Entrarono in una specie di capannone, dove c’era già molta gente. Li misero in fila, dietro un tendone, e non vi dirò cosa gli ricordò quella scena. Leo non aveva capito un accidenti di quello che avrebbe dovuto fare, ma si fidava di Clelyo, e lui aveva detto che sarebbe andato tutto bene. Si si, tu fidete. Quando chiamarono il suo nome uscì dalla tenda e scese delle scale bianche, con espressione spaesata. Delle cineprese su rotaia li seguivano in maniera inquietante. C’erano luci ovunque, signore abbigliate in maniera promiscua sedute sulle scale. E poi c’era lui, il tizio coi capelli viola e l’abito luccicante, che sembrava appena uscito da una delle sue peggiori allucinazioni. ”Lo vedi anche tu?” Chiese a una che era seduta vicino a lui, per assicurarsi che non fosse tutto un trip. Stava aspettando che tutti scendessero e si sedessero, quando una signora iniziò a spostare la sua sedia. Si alzò in piedi, pensando che le servisse, ma lei gli intimò di andare a sedersi vicino a lei. Strana proposta, ma non fece domande. Almeno per dieci minuti era lontano da Hobi, anche se lui continuava a urlare come se fosse al mercato del pesce. ”Qui gli altri povery non possono entrare, solo biondi. Dobbiamo parlare di robe da biondi. Loro sono con me, guai a chi li tocca. Non ci provate nemmeno ad avvicinarvi. Maria do fuoco allo studio!” Doveva capirlo subito che il motivo per cui quella donna lo voleva vicino era che era completamente matta. Non che lui stesse messo meglio, ovvio, e al momento era troppo terrorizzato da tutte quelle luci e quei rumori per reagire. La matta aveva raggruppato tutti i biondi da una parte. Si chiese se non avesse sbagliato anno, dato che da quanto gli avevano detto, le teorie razziali dovevano essere state debellate. Eppure c’erano quelli dai tratti ariani da una parte, la nera e i coreani dall’altra, e poi tutti gli altri europei(?). Quella sembrava esattamente una selezione razziale, e ciò non prometteva nulla di buono. La donna allungò la mano e gli toccò i capelli. Leo iniziò a sprofondare sulla sedia per sfuggire a quel contatto. ”Che bel biondo tesoro, che shampoo usi?” Leo non capiva. No, non stava proprio capendo un cazzo. ”In che anno siamo? 2016?” Chiese, per avere conferma. Hobi gli aveva detto che era il 2016, e lui ci aveva creduto subito. Le chiacchiere della pazza e delle altre ragazze che erano accanto a lui furono interrotte dalla rivelazione di colui che sedeva sul trono. Colui o colei, Leo non l’aveva capito. Sembrava un uomo, ma portava una gonna e il rossetto. Che diavoleria era mai quella? Non che non fosse abituato alle stramberie di Hobi certo, ma quello era decisamente troppo. In braccio aveva un tizio che portava una tutina attillata, ma quello era quasi normale a confronto. Dovette portarsi le mani alle orecchie quando spararono la musica a tremila. Che poi, se era musica quella, lui era il re di Norvegia. Quello era ru-mo-re, il delirio di musicisti impazziti che avevano iniziato a sbattere ovunque. Quali strumenti suonassero poi, era impossibile capirlo. Leo scopre il reggaeton. Leo non aveva minimamente capito di cosa si stesse parlando, ma si girò verso il monitor gigante quando tutti lo fecero, e lesse il suo nome accanto a quello di Hobi, mentre la gente applaudiva a non sapeva chi. ”Che vuol dire esterna?” Chiese alla signora bionda, che lo guardò shockata. ”No Maria io esco. Cioè amore mio, va bene che sei biondo, ma sul serio non hai mai visto uomini e donne?” Leo sfoggiò la sua miglior faccia da file 404 not found. Ovvio che non l’aveva mai visto, guardare la televisione gli dava fastidio agli occhi(?). ”Cioè vuol dire che devo andare fuori?” Niente, non ce la faceva. ”Ma stella mia, ma non ce l’hai la televisione a casa?” Chiese di nuovo lei, esasperata, mentre gli avevano alzato i microfoni e quindi tutto il pubblico assisteva a quella scenetta disagio. ”No. Perché, tu ce l’hai?” La gente in quell’epoca aveva il cinematografo in casa? Cavolo, dovevano essere proprio ricchi lì in Norvegia. Solo allora Leo capì che stavano registrando una specie di film, e quindi si rimise seduto composto perché non sapeva le battute(?) tutto ciò non ha senso. L’abominio dai capelli viola parlò di task, ma anche lì Leo si perse sulla parte del ghost. La battaglia a palle di neve però poteva farla. ”Posso cambiare coppia?” Chiese a Caesar, che lo guardò torvo e fece una grassa risata. Malgy intervenne urlando. ”Splendore lo decido io con ghi fai coppia. Al massimo poi fare coppia con me, ma poi se lo docco io si scioglie il pupazzo di neve, baby.” Tutti risero, tranne Leo che non aveva capito la battuta. Si rimise la felpa che aveva tolto rimanendo con la t-shirt dell’Egon, e uscì fuori, cercando Hobi nel frattempo.

    ”Ok, traducimi quello che hanno detto, perché io non ci ho capito niente. E’ tipo un gioco?” Il povero Leo ormai aveva assunto la sua forma da axolotl finale(?). ”Ma poi le immagini si vedono a colori?” Chiese a Hobi, notando che si stava strusciando a una cinepresa e aveva iniziato a fare dei balli strani. Bah, le mode del ventunesimo secolo. Ai suoi tempi al massimo si salutava verso l'obiettivo. Così, adempiendo all’ordine che gli era stato impartito, scagliò a tutta potenza una palla di neve in faccia ad Hobi, mentre lui ancora era lì a pavoneggiarsi. ”Si può sapere che diavolo stai facendo?” Magari era la sua tecnica quella, ballare per schivare le palle di neve. Peccato che più che le palle di neve, Leo era abituato a lanciare le granate, e quindi tirava delle mine allucinanti al collega, incurante dei suoi lamenti.
    Fu un istante. Avanti ai suoi occhi si materializzò un’immagine, e tutto il resto scomparve.
    C’erano dei bambini che giocavano con la neve. Gridavano, si rincorrevano, cadevano, si rialzavano. Restò con la bocca semiaperta, quando riconobbe i riccioli biondi di sua sorella Tina. E con lei c’era anche Diane. E a rincorrerle c’erano Axel, e Mic, e Al. C’erano tutti, i suoi fratelli, giocavano felici. Sorrise, Leo, che aveva completamente dimenticato giorni come quello. Giorni in cui la minaccia non esisteva, in cui i rumori erano lontani. Giorni in cui non immaginavano che nessuno di loro avrebbe rivisto l’altro.
    Rimase a guardarli per un po’, mentre il mondo reale scorreva normalmente. Le allucinazioni c’erano sempre state, e stavolta Leo si rese persino conto che ciò che stava vedendo non era reale. Eppure non voleva staccarsi da loro, per tornare in un mondo in cui tutto ciò non esisteva più. I fiocchi di neve si erano fermati a mezz’aria, arrestati dalla particolarità di Leo, che agli occhi di chiunque altro era impalato a fissare il vuoto. Solo una palla di neve in piena faccia gli strappò via quella visione. Sussultò, quando tutto scomparve. La neve riprese a scendere. Hobi rideva. Ci mise qualche attimo a capire dove si trovasse, cosa fosse reale cosa no, prima di riprendere il controllo sulla sua percezione della realtà. Era con Hobi, fuori dagli studi televisivi, insieme a quelli del cinematografo che facevano delle riprese. Ancora un’altra palla di neve. Hobi sembrava aver deciso di vincere la guerra. Come faceva coi suoi fratelli, da piccolo, giocando alla guerra, o come aveva fatto quando la guerra era divenuta reale, per scampare ai colpi di mitragliatrice del nemico, trovò rifugio dietro un pannello. Ma non c’era nessuna guerra in atto quella sera. Nessuna stramaledetta guerra. Rise, raccogliendo un po’ di neve tra le mani e facendone un paio di palle, per poi iniziare a tirale a Hobi, protetto dalla sua trincea. Perché la guerra non si vinceva solo con la forza, ma anche con la strategia(?). Dopo che la battaglia si fu esaurita –battaglia che avrebbe dovuto includere un qualcosa di “romantico” che Leo aveva completamente skippato- ripresero fiato. In effetti in due il tutto non era chissà quanto divertente. ”Bene, credo sia giunto il momento della scultura!” Il soldato tedesco si inginocchiò a terra, ed iniziò a compattare la neve, quando il coreano lo abbracciò da dietro. ”Ma che diamine fai? Lasciami! Guarda che ho ucciso per molto meno!” Non era una vera minaccia, quella, anche se includeva una triste verità. Iniziò quindi a sottarsi alla sua presa, come un gatto che non vuole le coccole. Ma Hobi gli spiegò che quello era Ghost, e che dovevano impastare così la neve, con lui che gli urlava nelle orecchie AND TIIIIIME GOOOOOES BY, SO SLOOOOWLY. Lì Leo si chiese di nuovo perché non era morto in guerra. ”E dai, che hai da urlare?? Non puoi solo pensarla la canzone?” Gli urlò infastidito, non riuscendo tuttavia a sovrastare le urla di Hobi che ormai gli era salito sulla schiena come uno zaino. Nel frattempo il pupazzo fatto a quattro mani aveva preso la forma di…niente. Era una specie di cosa vomitata con dei rametti che dovevano essere le braccia e dei pezzetti di legno messi come occhi e naso. Il suo nome perfetto sarebbe stato Cernobyl, peccato che Leo non fosse arrivato a quel pezzo di storia. ”Ok, adesso staccati che è finito. Più o meno. Dai è carino.” Commentò. Tutto pur di spiccicarsi Hobi prima di farsi venire una crisi epilettica. No, non era carino quel piccolo aborto, né fatto con amore. Così sfilò dal collo di Hobi quel boa di piume rosa orribile e lo mise addosso al pupazzo. ”Ecco, adesso somiglia a Malgy.” Stranamente si ricordò il nome. Essendo stato paragonato a quello schifo, Malgy in studio ebbe un mancamento. Ora mancava solo il trasporto, ma a quello non avevano pensato, e così come due coglioni, avevano calcato la neve a terra. E così Leo si trovò con la testa del pupazzo in mano e lasciò Hobi a prendere il corpo, che si ruppe in tre pezzi. Praticamente portarono in studio della neve e lo ricostruirono daccapo, ancora più brutto di prima. Il pupazzo durò tre secondi prima di sciogliersi sotto il calore dei riflettori. Era stato breve ma intenso insomma. I due si sedettero di nuovo e attesero che tutti gli altri rientrassero, per poter rivedere tutte le esterne. Alla fine gli chiesero se avesse qualcosa da dire. In realtà Leo avrebbe solo voluto chiedere se il tizio coi tatuaggi fosse ebreo, ma tacque, tanto che già c’erano persone che avevano iniziato a litigare tra loro e con Teena. Quasi gli piacque la canzone del cantante che urlava, anche se quando partì con l’AAAAA fisso ebbe un paio di allucinazioni, e senza nemmeno rendersene contò silenziò la sua voce dopo tre minuti di AAAA ininterrotto, grazie alla sua particolarità. Allora tutti accusarono Albano di cantare in playback, e il vignaiolo di Cellino fu lapidato come un’adultera mentre Eeva Zanicchi tirava la merda come i macachi. #cos #ictus
    E arrivò infine il famoso gioco dell’uva. Gioco che Leo non conosceva. O meglio, ai suoi tempi si diceva: “Facciamo il gioco dell’uva, ognuno va a casa sua”. Peccato che non ci fossero più le mezze stagioni e che non fosse quello lo scopo del gioco. Sperò di poter scegliere la compagna, almeno per quella volta, ma niente, gli toccò ancora Hobi. E quando lo vide addentare il grappolo d’uva alzò gli occhi al cielo, chiedendosi che cacchio di senso avesse la sua vita. ”No, questo no.” Si rifiutò, scatenando l’ira di Malgy che iniziò a urlare ”QUESTO E’ UN ORDINE. LA REGINA LO VUOLE!!”. Per indietreggiare calpestò un piede alla ragazza dai capelli rossi che ballava col tizio pieno di tatuaggi. ”Mi scusi” Si rivolse a lei, prima di riprendere l’equilibrio. Dal canto suo, Hobi continuava a girarsi e guardare l’altro coreano, al chè Leo ebbe la grande idea per liberarsi di lui e compiere la sua opera pia natalizia. Era spaesato, vero, ma non era stupido. Persino il più cieco e insensibile tra gli uomini avrebbe capito che tra quei due c’era qualcosa, o che almeno si conoscevano; Hobi non faceva che pavoneggiarsi quando lui era nei paraggi. Così, anche se contro le regole, staccò il grappolo d’uva e lo ficcò in bocca ad Hobi, poi lo prese per mano e lo trascinò verso i due ragazzi che avevano cantato con Albano. ”Facciamo cambio?” Chiese, lasciando Hobi addosso all’altro coreano con decisamente poca grazia, e tirando Xavier per un braccio. ”Questo è un salvataggio, soldato, mi ringrazierai dopo. Vuoi?” Disse offrendo dell’uva al ragazzo dai ricci corvini e il discutibile abbigliamento,con le mani. Lo scrutò per un momento. C’era qualcosa in lui che non gli era nuovo, qualcosa di familiare nei suoi occhi e nel suo viso pulito. ”Ci conosciamo?” Chiese, leggermente interdetto. Leo non aveva idea di chi si trovasse davanti, né delle risposte che quella domanda avrebbe potuto implicare. Ma questa è un’altra storia.
     
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    WARNING: il post è stato sponsorizzato dall’Averna... sapore vero???
    Coppia: Xavier&Joon

    TL;DR (perché c'ho da magnà el panetò mica posso stà apresso a te): Joon è stato iscritto dalla nonna, che gli ha dato la missione di sequestrare le mutande di Albano, suo sogno erotico di quand'era bambina (TMI, nonna). Quindi Joon si è recato agli Studios di Besaid a cavallo, si è presentato a Xavier, sono andati al bar malfamatobruttopuzzolente e gli hanno fregato tutto quanto, lasciandolo in mutande e reggicalze. In un secondo momento sono tornati dentro gli Studios (e Joon è riuscito ad ottenere le mutande di AAAAALBANO), hanno cantato con il famoso artista (AAAAAALBANO) e hanno fatto il gioco dell'uva con scambio di coppie Leo&Hobi. Che modo particolare di incontrarsi fra nonno-nipote! Alè. Poi fine, ciao.

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    Capitolo Primo: L'Ingaggio
    Due squilli, sedici squilli, trentadue squilli. Chi lo stava chiamando da più di cinque minuti proprio nel bel mezzo della notte? Dopo essere rotolato giù dal letto ed aver elegantemente imprecato (con gli asterischi, perché i nobili non si scompongono mai) contro chi stava disturbando il suo sonno di bellezza, con tanto di mascherina sugli occhi, Joon afferrò il cellulare con violenza solo per poter essere salutato dalla voce al di là della cornetta... della nonna. Ma di solito gli anziani non dormivano alle due di notte? Cosa teneva sveglia l'anziana signora nel suo castello regale fatto di marzapane a Tromsø? Che avesse di nuovo sbagliato a dare le pillole al nonno, facendogli sciogliere nel bicchiere qualcos'altro al posto di quella per la pressione? I colori erano simili - se ricordava bene - e dal celeste al blu... Joon non ne voleva sapere un bel niente e, mentre un brivido gli attraversava la schiena, rispose semplicemente al cellulare. «Nonna ma che vuol dire che mi hai iscritto a Wominy e Donne? E che dovrei fare con le mutande di Albano? Aspetta... ma chi è Albano? Senti non- non... ho capito. Sì, okay, ho capito. Devo prendere le mutande di Albano. Ma come dovrei fare, nonna? Ah... no, non ci pensare nemmeno. Non m'importa che è il tuo sogno erotico da quando eri bambina e perché stai parlando di una cosa del genere con tuo nipote? Sì, ti voglio bene. Sì, prenderò le mutande di Albano, chiunque sia questo Albano di cui parli» E così come ogni cavaliere che si rispetti aveva ottenuto la task dalla fata madrina, una task speciale e non compresa in quella del masterpost così affinato nella scrittura e negli ammiccamenti comici - che, ogni volta che lo rileggeva, sembrava che venisse aggiunto qualcos'altro: ma com'era possibile? Joon avrebbe dovuto affrontare quella situazione assurda perché nonna Løvenskiold se ne fregava altamente di ogni limite della decenza e avrebbe ottenuto le mutande di Albano, anche se avesse dovuto vendere suo nipote alla televisione nazionale. Una volta abbandonato il cavallo bianco in seconda fila e aver lasciato una grossa mancia al parcheggiatore abusivo Luigggggi (in società con il fratello Mario), che sembrava contento di poter provare l'esperienza di cavalcare una Ferrari di cui mancava il motore e tutto il resto ma restava solo il cavallino, si diresse verso l'ingresso dei BESAIDSTUDIOS Incazzati. Eppure, nell'allontanarsi, riuscì a captare un breve dialogo fra i due fratelli (che dall'accento erano di sicuro di Oslo, ma Oslo centrale-centrissimo) e, fattosi improvvisamente Sagredo, gli parve di avere alle spalle una scena fra Salviati e Simplicio, tutti presi a discutere sull'atto creativo di un particolare oggetto. Dopo una breve pausa dietro le quinte insieme a tutti gli altri concorrenti, dove furono soggetti alle attente cure di make-up artists del rango di Jamës Karls e dei famosi costumisti Henzen e Karla, non gli restò che scendere le scale per essere accolto da luci talmente abbaglianti che avrebbero potuto far prendere fuoco a qualsiasi elemento in plastica presente nello studio - eppure la faccia di molti presenti era ancora intatta! Il naso, il naso nuovo. Impegnato a coprirsi la parte sensibile (?) nemmeno sembrò accorgersi della divisione in classi di colori che era stata messa in atto e, preso posto sul suo trono, accolto dal suo smoking che valeva più di millemila soldi del Monopoli e Parco della Vittoria messi insieme, non poté far altro che aspettare la rivelazione dell'anno (a cui comunque mancavano pochi giorni per finire quindi tanti auguri per il nuovo anno a chiunque leggerà il post). Stordito come non mai dalle luci, dal seno prosperoso di Teena, dalla bellezza di Malgy e dal delirio della folla, Joon si limitò a lasciarsi andare sulla comoda sedia, tentando di guardarsi a destra e sinistra per riconoscere qualche viso familiare e sperando di non incontrarne nessuno. Ma non fu così. E visto che veniva da Tromsø che è un po' come il nostro Trentino, la sua imprecazione di sorpresa potrebbe essere tradotta con: ostrega ma è proprio Hobi quello? Nel vederlo fra i concorrenti Hobi di sicuro avrebbe pensato che era un povero sfigato (e, in effetti, non si sbagliava) ma, forse, era meglio che immaginasse che Joon fosse uno scapolo disperato piuttosto che sapere la vera ragione per cui il giovane si trovava lì: una missione difficile e rischia-tutto, per cui avrebbe di certo affrontato degli ostacoli titanici. Le mutande del vecchio sarebbero state sue. In cuor suo sperò che la fortuna li avesse accoppiati, eppure sembrò che la dea bendata avesse altro in serbo per lui: un altro baldo giovane, un certo Xavier Söderberg che, se doveva essere sincero fino in fondo, non sembrava essere così male. Dato che solo una coppia aveva iniziato la propria esterna, Joon non aveva un granché da commentare, se non che i particolari balletti di Hobi e l’invidia gli stavano facendo alzare la temperatura corporea per due motivi ben diversi (#wat). Quindi lo scapolo provvisto di un ingente patrimonio (in cerca di moglie di marito) pensò di fare le prime mosse che avrebbero dato avvio alle danze, avvicinandosi a Xavier per porgergli elegantemente la mano in segno di saluto. «Molto lieto. Sono Joon, tu devi essere Xavier, vero?» Un'espressione raggiante accompagnò quelle poche parole gentili. Poteva immaginarsi sua madre sorridere da un orecchio all'altro per via di quella dimostrazione di galanteria ma era sicuro che ben presto si sarebbe ricreduta. «Credo che ci abbiano affidato di scrivere una canzone natalizia inedita?» Si fermò qualche secondo per controllare di nuovo il contenuto della busta rossa che gli era stato consegnato da un personaggio della crew. Annuì un paio di volte e, tornando ad interrogare l'altro tipo si grattò il capo con fare incerto. «Credi che ci sia qualche MoonBucks nelle vicinanze?» Insomma, quando mai s'era vista una coppia di scrittori lavorare tranquillamente per i fatti loro, senza sbattere a tutti in faccia il loro MacBook Air di ultima generazione mentre sorseggiavano il quinto americano in un'ora di permanenza nel più indie (tanto da essere una multinazionale) e chill bar di tutta la città? Besaid ce l'aveva un MoonBucks?

    Capitolo Secondo: La Scoperta Della Falsità
    Quando si allontanò dall'oblò nebbioso e impolverato Joon capì che non erano stati condotti esattamente alla destinazione che si aspettavano: Los Chicos Malos non sembrava essere il posto esatto per completare la loro task - a meno che la produzione non avesse in mente di riprendere la tragica fine di uno dei due per mano di un coltello a serramanico arrugginito. Erano pregiudizi da ricconi? Sì, probabilmente. Faceva del bene ad immaginare ogni possibile scenario apocalittico? Conoscendo la città e le energie malefiche che si nascondevano dietro le righe del masterpost probabilmente il suo giudizio non sarebbe stato così forzato o inverosimile. «Qui dice che dovremmo passarci un'ora». Tirò un lungo sospiro e, dopo aver mantenuto la porta in modo che l'altro potesse fare ingresso nel locale alle sue spalle, immaginò che d'ora in avanti si sarebbe dovuto abituare a respirare solo residui di nicotina nell'aria. Il soffitto sembrava più basso per via di una coltre di nebbia che si espandeva da una parete all'altra del locale e, ai pochi tavoli o lungo il bancone, insieme ad un piccolo cane con un cappello da cow-boy e big iron on his hip, si potevano individuare i simpatici frequentatori del posto: tutta gente per bene, sia chiaro, che non sembrava vedere l'ora di accogliere i due giovani con il tipico calore latino. Ed eccola là, la proprietaria del locale, che al di là del bancone sembrava essere stata velocissima ad adocchiare Xavier. Dai capelli raccolti, folti e nerissimi, e dalla bocca protesa in un sorriso ammiccante, la signora sulla mezza età sembrava aver puntato proprio il ragazzo a poca distanza da lui. Che si conoscessero? Che le avesse recato qualche torto? Molto più probabilmente la locandiera desiderava qualcosa di dritto e non di storto da Xavier, ma queste non potevano essere idee che una mente innocente come quella di Joon avrebbe potuto concepire. Quindi che semplicemente avesse scelto il più affascinante fra i due? «Tu, vieni qua». Avrebbe accettato? Avrebbe rifiutato? Di sicuro i cari lettori avrebbero dovuto aspettare l'anno che era prossimo all'arrivo per saperlo (HAHA battutona). «Vorrà dire che lavoreremo separatamente. Uniremo i pezzi più tardi». Per qualche strana ragione, Joon non poté che rallegrarsi di essere passato in secondo piano, anche perché aveva potuto osservare la locandiera leccarsi con una certa anticipazione le labbra. «Buona fortuna, vecchio mio. È stato un piacere conoscerti». Dopo aver piazzato una pacca amichevole sulla spalla dell'altro, allora Joon si allontanò, optando per la gradevole compagnia di un anziano signore su sedia a rotelle. Aveva un'adorabile copertina dalla fantasia tartan appoggiata sulle gambe (e sperò indossasse i pantaloni al di sotto), un occhio di vetro e una campanella appoggiata su un bracciolo della sedia su cui era accomodato. L'avevano perfino addobbato per le feste: un cappello e la naturale barba da babbo natale, la giubba rossa, l'immancabile odore di rum. Stranamente sentiva una connessione crescere con il compagno di tavolo e, sedutosi al suo fianco, immaginò che la campanella si sarebbe rivelata utile per la composizione del pezzo natalizio. Chiese al simpatico Babbo Natale se aveva con sé un foglietto su cui appuntare i primi versi della canzone ma, non ottenendo risposta se non un inquietante silenzio, Joon tossì leggermente come se volesse cancellare la sua richiesta e si accontentò di poter scribacchiare su un fazzoletto sporco lì vicino. Incapace di comprendere che poteva essere facilmente paragonato ad un bel pezzo di carne sanguinante calata nel mezzo dell'oceano per essere divorata da famelici squali, Joon iniziò a scrivere le prime parole che, sulla falsa riga di Jingle Bell (ovviamente, in questa versione... PERCHÉ È IL NOSTRO NATALE, Да), sembrarono apparirgli appropriate per conseguire al meglio la task. Ignaro di ciò che stava succedendo ai suoi gemelli di diamanti, l'anello Cartier al dito, il Rolex di generazioni fa, le catenine come se fosse un faraone pronto ad essere intombato (?), Joon continuò a scrivere fino a quando non si ritrovò in mutande e autoreggenti reggicalze. Alzato lo sguardo dal foglietto e resosi conto della sua nudità, il ragazzo si coprì i capezzoli con le mani, prima di lanciare una gelida occhiata al cameraman che non era intervenuto durante quella silenziosa e abile rapina a mano-a mano. Avevano appena trasmesso un veloce e inconsapevole spogliarello, limitandosi a censurare, prima che Joon lo facesse con le sue stesse mani, i capezzoli del giovane con due festive facce di Babbo Natale. «Ma a te t'hanno preso da Discovery Channel? Guardare e non intervenire?» Il cameraman si limitò ad annuire con la telecamera e Joon, spostando gli occhi sul signore in carrozzina, poté notare l'aggiunta alle spalle dell’anziano di una ragazzina dall'aria furbetta che, facendosi girare senza alcun ritegno l'orologio (privato al polso di Joon) fra le dita, stava rispondendo allo sguardo con aria di sfida. All'improvviso il Babbo Natale dall'alto tasso alcolemico spezzò il silenzio in cui si era chiuso per tutto quel tempo, rivolgendosi a Joon con un tono vagamente malizioso: «¿quieres ver mi bastón de caramelo?» Una risatina nervosa abbandonò le labbra di Joon e, recuperato in tutta fretta il fogliettino abbandonato sul tavolo, senza muovere il braccio dal petto, optò per l'opzione migliore: alzare i tacchi. «Penso sia arrivato il tempo di andarsene». Non gli restava fare altro che aspettare l'arrivo di Xavier - dato che l'auto che li aveva condotti fino a quel posto dimenticato da Dio li stava aspettando là fuori - e, per via dell'irritazione provata di fronte all'impossibilità di reagire a quel ladrocinio, Joon modificò la seconda strofa del pezzo scritto solo per poterlo comporre nuovamente, mosso questa volta da una vena di acidità.

    Capitolo Terzo: La Luce Oltre Il Tunnel?
    «Il lato positivo è che siamo ancora vivi... giusto?» Avevano passato tutto il tragitto del ritorno a provare le intonazioni giuste, le mosse con le mani, un po' di coreografia improvvisata: volevano fare bella figura su Malgy e, soprattutto, erano pronti a vincere quest'edizione del Festivalbar (#wat). Prima ancora che potessero prendere fiato dopo aver inalato quantità insane di nicotina nell'adorabile locale in cui erano stati scaricati dalla produzione, delle mani accuratamente unghiate li trascinarono per una seconda volta nei camerini (un parolone, per l’ambiente in cui registrarono quel programma assurdo) e, immobilizzandoli su due comode poltroncine ovali e bianche, si occuparono di mettere a termine il look perfetto per alzare al massimo gli ascolti. Ovviamente la vera star sarebbe stata AAAAALBANO che, proprio come poteva spiare dallo specchio, stava passeggiando avanti e indietro alle loro spalle in un sobrio smoking rosso fiammeggiante - sì, c'era da chiedersi se avrebbe davvero preso fuoco una volta toccate le vette più alte con la voce. Così, mentre Joon si domandava come mettere le mani sulle mutande della probabile-torcia-umana(AAAAA), nemmeno si accorse che i make-up artists avevano portato a termine il loro lavoro. Si guardò, poi guardò Xavier. «Beh, almeno sono vestito... hai delle belle gambe, Xavier. Stai bene con la gonna». Grazie all'opera delle menti malvagie degli stilisti e della produzione, i due giovani erano stati insaccati in dei mini-dress in latex rosso con tanto di piume bianche ai margini e un adorabile cappello da Babbo Natale in testa. Dov'erano finiti i pacchi? Eccoli là, che venivano consegnati nelle mani di entrambi da AAAAAALBANO in persona. «Mi raccomando, ragazzi. Ho letto i vostri testi, mi sono piaciuti e ho voluto farvi questo regalo. Se doveste emozionarvi per via della mia voce... non preoccupatevi, non sareste i primi!» Umile come ogni buon cristiano sotto Natale, AAAAAAAAAAAA[...]AAALBANO si congedò da Xavier e Joon. Ma che meraviglia! Delle mutande usate e perfino firmate! Proprio ciò che faceva al caso suo. L'emozione, però, venne interrotta dallo scoppio di una cingomma al sapore di fragola da parte di una ragazza che sembrava avere addosso più microfoni e attrezzature che peso corporeo. «Ragazzi, fra cinque minuti tocca a voi. Preparatevi, su su, andiamo». Una volta impacchettati di tutta la necessaria attrezzatura per potersi esibire, Joon e Xavier finalmente sembrarono avere due minuti di pausa per scambiarsi qualche parola d'incoraggiamento.
    «Lo so che abbiamo avuto poco tempo per conoscerci... e non so se sono i quintali di fumo o di lacca a parlare, ma volevo solo dirti, vecchio mio, che è stato un piacere averti come compagno d'avventura per questa role di gruppo. Forse è durata poco, forse è durata troppo, ma ciò che so è che è durata abbastanza per far sì che non mi iscriva più a nessun'altra iniziazione. Questo è poco ma sicuro». Appoggiò le mani sulle spalle scoperte dell'altro ragazzo e, prima di uscire dal camerino sotto ordine della microfonista di prima, aggiustò ad entrambi le delicate piume che circondavano i larghi pettorali. «Facciamo bella figura, non dobbiamo deludere Albano».
    Per la parte che segue andatevi a rileggere il masterpost: le scene di panico e compagnia bella. «Le sorprese non sono finite qui signore e signore. E’ venuto a trovarci un ospite internazionale, con cui spero i nostri Xavier e Joon avranno il piacere di duettare. Per noi, in anteprima assoluta, AAAAAAAAALBANOOOOO!» Le luci si abbassarono e i tre personaggi entrarono accolti da una nube di vapore che doveva riprodurre l'ambiente natalizio, ma non fece altro che aumentare l'umidità nello studio e, di conseguenza, arricciare i capelli a diverse signore e signori nella prima fila del pubblico, perfino di quelli con parrucche e parrucchini. Fra le imprecazioni più scurrili dei gentili signori e signore, Xavier e Joon si posizionarono alle spalle della stella più luminosa del firmamento (AAAALBANO) mentre, con uno stupore generale, faceva l'ingresso in studio un gran coda. Due figure vi erano collegate: alla tastiera un giovane riccioluto, elegante, sobrio, perfetto, il cui cognome somigliava ad una marca di macchine statunitensi (ma che qui, a Besaid, rispondeva al nome di Holden) e, disteso sul coperchio posteriore, con una scollatura inguinale ridicola (per via del vestito da sera pieno di paiettes) e una bottiglia di vino ormai terminata in mano, Yoongi. In molti (?) si chiesero se si sarebbe vista la sua farfallina, mentre Joon preferì tirare avanti e non dimandare. Non c'era tempo per cincischiare e, infatti, le dita dell'abile pianista iniziarono a muoversi sui tasti e i tre diedero inizio allo SCIOU. L'emozione era palpabile - e pure Holden, che dovette evitare le mani del giovane coreano ebbro (quello con il tatuaggio inguinale a forma di farfallina che gli aveva fatto poco prima Kaja, nota spacciatrice di tatuaggi temporanei per bambini).

    WARNING: fanno vomitare, procedete con cautela.
    La neve scende giù
    e qui a scaldarmi ci sei tu!
    In questa notte magica (AAAAAAA)
    Malgy, brilli sempre più.

    Il Natale è una falsità (AAAAAAA)
    consumismo e capitalismo in quantità (AAAAAAA)
    Che bello spendere soldi e mangiare
    dimenticandosi della depressione stagionale.

    OOOOH~ Albano è Bell
    Albano è Bell
    Ma Malgy è figo assa(AAAAAAA)i


    Fra steccate, AAAA+ (un po’ come le batterie) interminabili, spaccate (non le loro, dei ballerini che li raggiunsero), palpatine di sedere da parte di AAAALBANO ai poveri ragazzi, il pubblico sembrava abbastanza soddisfatto, tanto da risparmiare il solito lancio di pomodori, le maccheroni con le angille, le canestrell, i frutti di mare che non si potevano mangiare perché teng u fedk malaaaa, orecchielle, tagliatette. Perché dire il contrario? Anzi, non esagerava nel dire che era stato un vero e proprio successo: sarebbero stati ricordati per secoli e secoli. La loro storia sarebbe stata tramandata nei libri di geografia ed economia domestica, avrebbero raggiunto le vette più alte della scala a chiocciola e sarebbero di sicuro stati nominati per i Grammy - di cui Joon poteva già figurarsi il discorso di ringraziamento. Joon afferrò la mano di Xavier prima che questo potesse scappare via e, inchinandosi per l'ultima volta insieme al compagno si sventure, fu veloce a trascinarlo via dal centro dell'attenzione. Mai si sarebbe aspettato che sedersi una seconda volta su quel trono avrebbe sprigionato in lui una tale tranquillità: finalmente salvo, anche se ancora di rosso vestito. Ma altre sorprese dovevano sopraggiungere! «-eeeeEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!» Un urlo agghiacciante, seguito da tre lampi, squarciò l'insolito silenzio che rimpiazzò lo scroscio gradualmente più fievole degli applausi del pubblico e dei tronisti. Ma chi era? Chi poteva mai essere? Era proprio lo sponsor dell'evento: Bit Bitcone. Da tempo, come tutti sapevano, era in combutta con Albano perché uno preferiva la vocale "A" e Bit preferiva la vocale "E". La sfortuna voleva che Bit Bitcone avesse ottenuto da Besaid una particolarità terribile e potentissima: l'urlo forte e i laser dagli occhi-bocca. Erano inoffensivi, ma facevano un gran trambusto, tant'è che Iva Zanicchi tornò a cagarsi sotto. Immediatamente, come se qualcuno gli avesse ordinato di eseguire la mossa RUGGITO, AAA[...]AAaaAALBANO rispose alla sfida di Bit Bitcone con una nota altissima, levissima, purissima. Chi avrebbe vinto lo scontro fra i due: Godzilla o Optimus Prime? Probabilmente avrebbero trovato i due uomini a pomiciare nei camerini una volta finito l'intero teatrino e, per far sì che non scoppiasse la solita polemica di Teena, la crew fu rapida nell'allontanare i due uomini dal palco così da poter passare alla fase successiva: il gioco dell'uva.

    Capitolo Quarto: Ma Quando Finirà? Ah, Siamo Al Finale? Siamo Alla... Frutta? Ok, La Smetto.
    Abbandonando il corpo alla seduta cercò di rilassarsi, incapace di frenare però una serie di pensieri che lo stavano tormentando: che avrebbe pensato sua madre di quella ridicola messa in scena? Era stato sgarbato con qualcuno? Ne era valsa la pena di partecipare a quel programma solo per accontentare la richiesta di sua nonna insonne? Ma, soprattutto... avrebbe avuto ancora una possibilità di vittoria con la sua crush che, sfortunatamente, aveva dovuto veder allontanarsi dallo studio in compagnia di un altro baldo giovane? Sospirò pesantemente e, incapace di distogliere lo sguardo dall'accoppiata seduta a poche poltrone da lui, non poté far altro che bollire nella sua stessa gelosia; un po’ di latinità gli era entrata nel sangue e madre de Dios avrebbe ottenuto la sua vendetta, olè. Quando pensava di essere stato infine liberato, di poter andarsene da quello studio infernale, ecco che la Regina Indiscussa di Besaid prese la parola: «Miei cari gongorrendi, ora dovete ciocare per me! Dal soffitto inizieranno a scendere grappoli d'uva - italianissimi - e il gompito vostro sarà, in coppia, manciare quanti più acini potete! Poi se ci scappa il bascio- eh beh tesoro, hai scelto tu di venire a questo procramma! Che scenTA L'UVA!» Lui non era un tipo da bacio alla prima esterna e, una volta che realizzò bene ciò che lui e Xavier avrebbero dovuto fare insieme si sentì ancor peggio. Insomma, Xavier era un bel ragazzo, ma era quasi sicuro che non fosse esattamente interessato a condividere quegli attimi di bollente passione con uno come Joon. «Sai cosa, Xavier? Credo di aver dato abbastanza per oggi. Vuoi condividere l'uva con qualcun'altra o qualcun altro? A me non importa, mi vado a deprimere». Allungò una mano per stringere quella dell'altro in segno di commiato e, afferrato un acino fra le dita se lo fece scivolare fra le labbra, inviando un ultimo occhiolino al giovane di fronte a sé. «Davvero, hai delle belle gambe! Scoprile più spesso». Afferrando altri acini d'uva con le dita (barando spudoratamente) fece per tornare a sedersi fino a quando... (Shara)ZAN ZAN! Chi se lo sarebbe mai aspettato? In qualche strano modo, proprio per mano di quel Leo che aveva maleditoSSS fino a quel momento, eccolo là, colui che faceva sospirar il suo cuore distruggendolo con il desiderio, ora fra le sue braccia: Hobi. Per quanto non avesse potuto fare a meno di mordersi metaforicamente le mani in seguito a ciò che aveva visto proiettato sui grandi schermi dell’esterna fra Leo e Hobi, leggendoci più romanticismo quando in verità non c’era proprio nulla, non sarebbe mai stato in grado di allontanare il giovane che ora tratteneva in un abbraccio. Stava per mettersi a piangere di gioia, anche se probabilmente era troppo presto per cantar vittoria. Ancora non conosceva abbastanza Hoseok per potersi preoccupare di ciò che il ragazzo aveva in mente e, così, scoppiettante come un petardo all'ultimo dell'anno, non poté far altro che mostrargli il suo miglior e luminoso sorriso.
     
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    Chante Eva Nguyen

    Coppia: Eva & Maggie

    Per quale assurdo motivo Nikolaj aveva iscritto lei in rappresentanza del Mørdesson non ne aveva la più pallida idea. Eva era “l’ideale” per un programma come quello, una persona seria, composta che stava poco allo scherzo con gli sconosciuti… insomma lo stereotipo perfetto per un format di accoppiamento per adulti e vecchi attempati. Non poteva fare a meno di guardarsi attorno sperando fortemente che non si accorgessero della sua presenza e di poter scappare di lì inosservata. Se non fosse stato che Nikolaj si era premurato di mandarla a prendere a casa quella mattina non sarebbe stata lì, ma a quanto pareva il suo capo aveva intenzione di vendicarsi delle sue ricerche all’interno dell’istituto in grande stile. Tutto d’un tratto Eva venne presa sotto braccio da una coppia di ragazze che la portarono in una postazione di trucco e parrucco per sistemarle il look. Non fu impresa facile domarla perché aveva da ridire su ogni cosa, alla fine scelse lei il proprio make up e non permise a nessuno di farle cambiare gli abiti. Nonostante fosse un evento che non le piaceva era vestita in maniera impeccabile come sempre: jeans dark wash a vita alta, camicia di seta bordeaux, giacca elegante color crema molto avvitata e stivaletti neri con tacco largo.
    ”Avanti, è ora di entrare in scena!” un ragazzo che non aveva mai visto prima di quel momento la sospinse verso una porta dove c’erano altre persone in fila davanti a lei, probabilmente erano gli altri concorrenti. Quel giovane dava i tempi d’entrata ai presenti, la fece attendere qualche istante ancora e poi le disse di avviarsi lungo una scalinata bianca che conduceva nella sala principale dove c’era il pubblico, una serie di sedute per i partecipanti e al centro un trono rosso e dorato. Ma poi chi era quella donna sovrappeso dagli abiti kitch pieni di lustrini che aveva creato un gruppo biondi? Le era capitato di essere stata esclusa per il colore della sua pelle, ma per i capelli mai!
    Eva si accomodò su una delle sedute con aria scocciata, doveva davvero corteggiare un perfetto sconosciuto? Nikolaj non la pagava a sufficienza per fare una cosa del genere. Ad un certo punto venne annunciato il tronista di quell’episodio natalizio e si rivelò essere la Regina del Gossip di Besaid, Malgissen. ”Posso andare a casa?” chiese a voce alta verso i cameramen che la ripresero proprio in quel momento, ma non fecero assolutamente nulla per lei e il suo palesissimo desiderio di lasciare lo studio. Come se non bastasse sdraiato addosso a Malgy c’era un tipo strano che si chiamava Wade, indossava una tutina aderente da supereroe che non aveva alcun nesso con Uomini e Donne. Di male in peggio. La tronista annunciò una prova per conquistarla, sarebbero stati mandati in coppie in esterna e se superavano il compito a loro affidato avevano buone possibilità di vittoria. Eva nella sua mente stava solo pensando a come sabotare quel concorso di idiozie, quando si accorse che sullo schermo era apparso il suo nome accanto a quello di una ragazza di nome Margareth Olsen. Ma non era un programma di corteggiamenti? Perché era finita con una donna, anche quello faceva parte della prova? ’Ma perché il pubblico è così entusiasta? Io prenderei tutti a sberle.’ l’espressione sul suo viso rifletteva perfettamente il suo pensiero, infatti il ragazzo dello staff che si avvicinò a lei per condurla in esterna era timoroso nei suoi riguardi e non le disse nulla se non che l’avrebbe accompagnata con la macchina nel luogo dove sarebbe avvenuta l’uscita.
    Eva seguì il tipo dello staff fuori dagli studi, avvolgendosi ben stretta nella giacca di tweed grigia che legò con una cinta in vita, poi indossò un delizioso berretto di lana bordeaux e dei guanti in tinta. Solo quando si fermarono davanti al piccolo van nero che le avrebbe condotte in città si accorse che una ragazza bionda più o meno della sua età l’aveva affiancata e stava attendendo istruzioni come lei. ”Suppongo che tu sia Margareth, non è vero? Io sono Eva, piacere di conoscerti.” allungò una mano guantata in sua direzione e le rivolse un sorriso rassegnato. ”Scusami se mi permetto, ma tu ci sei venuta di tua spontanea volontà qui o ti hanno trascinata come è successo a me?” non poteva utilizzare le parole che le frullavano davvero in testa tipo “covo di matti” o “programma spazzatura” o anche cose peggiori, erano costantemente seguite dalle telecamere e questa cosa iniziava davvero a darle fastidio. Entrambe entrarono nel van, al volante si accomodò lo stesso ragazzo che con timore reverenziale aveva guidato Eva fino lì. A velocità sostenuta attraversarono la città e vennero fatte scendere nella piazza centrale, lì Thomas – il ragazzo dello staff – spiegò alle due concorrenti quale era il loro compito prima di cercare di rientrare in studio per attendere il verdetto della Queen Malgy. L’espressione di Eva era eloquente: “se quella è una Regina io sono Sharon Stone”. Quando Thomas terminò di illustrargli il piano per la loro esterna diede loro una scatola di cartone aperta dicendogli che sarebbe stato il loro slittino e che al suo interno c’erano gli abiti che dovevano indossare per portare gioia ai bambini di Besaid. Dieci sarebbero stati i fortunati a ricevere i loro doni che il ragazzo tirò fuori dal portabagagli, tutti ben incastrati dentro una sacca di iuta folkloristica. Eva alzò un sopracciglio con aria scettica, secondo loro una donna della sua età avrebbe davvero accettato di mascherarsi? E invece pareva proprio che non ci fossero altre opzioni: o il costume da Babbo Natale o quello da Elfo. ”Hai preferenze?” si rivolse a Margareth con aria lugubre. Quando la ragazza le disse che avrebbe preso il vestito da Babbo Natale quello che rimaneva era ovvio, tra i due mali meglio l’elfo… o forse no? Andarono a cambiarsi in un camerino improvvisato dallo staff del programma e quando uscirono entrambe più o meno nello stesso momento scoppiarono a ridere, per la prima volta dall’inizio di quella trasmissione Eva mostrò i denti per un motivo che non era ringhiare a chiunque le si avvicinasse. Aveva un bel sorriso luminoso quelle rare volte che permetteva alle persone di vederlo e finalmente per un attimo si era rilassata, lasciando spazio a quel lato di se’ più socievole e sereno.
    Le due ragazze si organizzarono su come utilizzare quel cartone/slittino e decisero che Margareth sarebbe stata seduta a lanciare doni, mentre Eva l’avrebbe spinta sulla neve fresca che continuava ad accumularsi lentamente mentre minuscoli fiocchi bianchi piovevano dal cielo monocromatico. ”Ah, noi non potremo riportarvi in studio, per quello dovrete riuscirci con le vostre forz…” lo sguardo inceneritore di Eva bloccò le parole del ragazzo a mezz’aria, il quale le rivolse un sorriso esageratamente euforico. ”Io… io credo che sia il caso che me ne vada!” rivolse ad entrambe un veloce cenno di saluto, s’infilò nel van e sgasò partendo a tutta birra. Era uno scherzo? Le aveva davvero lasciate lì da sole con un pezzo di cartone e due cameraman? ”Vorrà dire che prenderemo un taxi.” pratica e concreta come sempre, nemmeno un accenno di dubbio nella sua voce, esercitando la professione di medico il problem solving era pane quotidiano per lei. Margareth si accomodò su quella slitta da film comico di basso livello ed Eva iniziò a tirarla da un lembo che avevano lasciato fuori per il traino. ”Guarda da quella parte ci sono diversi bambini, così riusciamo a levarci molti regali in una sola volta.” con un po’ di fatica perché il cartone non scivolava bene sulla neve, si avvicinarono a un gruppo di ragazzini che stavano giocando a “Un, due, tre, Stella”. ”Per favore fai tu la parte del contatto con le persone, io sono negata. Sarei capace di dire a quei bambini che il regalo migliore che potrebbero fargli i genitori per Natale, sarebbe una visita dal dentista post abbuffata di dolci. Dico, davvero!” non scherzava, il suo lato più delicato e premuroso usciva solo con le persone che conosceva e con cui aveva confidenza. I più piccoli non facevano eccezione col suo carattere scontroso di primo impatto, non era capace di essere affettuosa subito senza farsi domande o senza scrutare a fondo la gente. Era consapevole di essere una persona ruvida e poco gradevole ai primi incontri, ma serviva anche a tenere alla larga i malintenzionati. Per un istante Eva si perse a guardare Margareth che ci sapeva davvero fare con quei bambini, li faceva ridere e li trattava con dolcezza, si vedeva che c’era dell’affetto reciproco nell’aria. Quando la ragazza si riposizionò sul cartone dopo aver dato i primi cinque regali, si rimisero in cammino. ”Sei davvero brava con quei piccoletti, sai come prenderli. Io sono un bravo medico e… basta, credo.” si girò verso Margareth sorridendole, aveva appena cercato di fare conversazione, ma sapeva di risultare come un mimo di strada in un ristorante di lusso. Proseguirono la loro marcia, ma non sarebbe durata troppo se non si fossero sbrigate perché a forza di tirare, il “manico” della loro slitta si stava rompendo. Pochi passi dopo vennero circondate da un nugolo di ragazzini che avevano sentito che loro andavano in giro a dare regali, ma non ne avevano a sufficienza per tutti. Eva e Margareth donarono gli ultimi cinque pacchetti ai primi in fila, finita la scorta si ritrovarono a dover placare gli altri che si lamentavano, alcuni di loro piangevano addirittura. ”Per favore, fate i bravi, i pacchetti sono finiti… e adesso che facciamo?” sussurrò le ultime parole all’orecchio della sua compagna di sventura, mentre con le mani faceva cenno ai ragazzini di calmarsi. Parevano inconsolabili, così Eva ebbe un’idea non proprio ortodossa: decise di utilizzare la sua particolarità. Chiuse gli occhi e si concentrò sugli spostamenti dell’aria, quando captò quello giusto bisbigliò al vento, ”Regalano caramelle al Mørdesson Institute.” riaprì gli occhi e si voltò verso Margareth con aria compiaciuta, mentre già s’immaginava la faccia di Nikolaj quando tutti quei marmocchi avrebbero bussato al suo istituto chiedendogli delle caramelle. ”Andiamocene ora prima che scoprano il bluff!” lasciarono la slitta di cartone dov’era e si avviarono velocemente verso la fermata dei taxi, lasciandosi alle spalle un gruppo di bambini che correva verso il punto che era stato indicato dalla sua corrente d’aria. Trovarono un taxi libero, ci salirono sopra e si fecero riportare in studio. ”Voi pagate la vostra parte, sappiatelo. Non vi portiamo indietro a scrocco.” Eva si rivolse ai due cameramen che senza nemmeno chiedere si accomodarono con loro.
    Finalmente giunsero ai Besaid Studios, entrarono giusto in tempo per l’esibizione di Albano e di una coppia di partecipanti. Eva e Margareth si accomodarono vicine e… mah, hey! Chi diamine era quel ragazzo coreano con lo spacco inguinale sul pianoforte? Dovette sbattere gli occhi più volte per accertarsi che non stesse sognando, distolse lo sguardo immediatamente incapace di guardare ulteriormente da quella parte. Non era pronta per un simile disagio, ma a quanto pareva non era ancora finita lì perché dopo l’esibizione degli orrori arrivò il momento della prova dell’uva. ”Ma davvero? Soprattutto perché siamo le uniche in costume?” si alzò controvoglia assieme a Margareth e si diressero verso il centro dello studio. Quando apprese che avrebbero dovuto mangiare l’uva senza mani e che ci sarebbe stata la possibilità di un bacio, un brivido le corse lungo la schiena. Non perché Margareth non fosse una bellissima ragazza, anzi la trovava persino piacevole di carattere, ma era pur sempre una donna! ”Non so se tu hai voglia di fare questo gioco, ma credo che mangerò la mia parte con le mani.” prese un paio di acini d’uva e ne mangiò uno alla volta, non era neanche male come sapore. Ad un certo punto sentì Malgy gridare ”QUESTO E’ UN ORDINE. LA REGINA LO VUOLE!!” quando un altro povero malcapitato come lei si rifiutò di fare il gioco dell’uva. ’Quel ragazzo mi è già simpatico.’ pensò sentendosi in sintonia con la sua repulsione per quella sfida priva di senso. Poi si voltò di nuovo verso Margareth e si scusò con lei, magari si aspettava di divertirsi in quella trasmissione e invece lei era stata il modello perfetto della guastafeste. ”Mi dispiace che non ti sia capitata una compagna di sfida più propositiva. A pelle mi sembri una bella persona, davvero, scusami se ti ho rovinato l’esperienza qui.” con un cenno del capo indicò l’enorme studio in preda al delirio, forse loro due Babbo Natale e il suo Elfo erano le uniche ancora calme e normali… forse…

    Edited by Aruna Divya - 28/12/2019, 20:51
     
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    Couple: Kaja ♡ Meelou

    Se c’era qualcosa che Milo amava tanto quanto Poison e le droghe leggere, quello era il trash. Dalla musica tunz tunz, ai suoi occhialoni da sole tarocchi, agli sbrillocchi poco probabili, Milo era un estimatore di spazzatura di vario tipo, tant'è che se avesse potuto classificarsi come animale avrebbe senz'altro scelto il procione, un adorabile e pericolosissimo mammifero pronto ad ingerire qualsiasi trash riuscisse a trovare - o a custodirlo gelosamente. Ed ecco che, senza pensarci due volte ed anzi, da grade fan del programma, il ragazzo si era iscritto (ironicamente e non) ad una delle puntate di Wominy e Donne di Besaid. Chi era per negarsi un'esperienza nuova? Tra l'altro si trattava della Christmas Edition! Una cosa limitatissima, da angolo sconti della Lidl, e allora Milo veloce veloce aveva picchettato con le sue zampette sullo schermo del telefono, in modo da riempire il modulo e presentarsi agli studi la sera designata.

    Segni particolari? Nessuno.
    Tatuaggi o piercing? Nessuno.
    Età? 67 anni.
    Luogo di nascita? Bocotà.
    Nome? Iago Gabriel Blanco Torres. Perchè quel nome? Bah Poison l'aveva nominato una volta, e il suave latino sembrò una buona opzione grazie liz

    Tanto c'era voluto, eppure Milo ricevette la fantomatica email che dichiarava il luogo e la data dell'evento, ed in vista della trashata del secolo, Zombieboy decise di non rivelare nulla a Phobos, ma di fargli invece una gloriosa sorpresa, suggerendogli solo di andare a scroccare da qualche parte dove ci fosse la tv in modo che potesse dare un'occhiata a quella stramba comparsata. Chi si sarebbe immaginato che il figlioletto della paura invece fosse proprio lì, al fianco di Teena, tra i concorrenti del programma pagato come comparsa? Cosa non si fa per i verdoni! Dunque, volta arrivato ai Befas Studios ed ancora ignaro della presenza di Poison, Milo si fermò alla postazione della sicurezza all'ingresso. Iago Gabriel Blanco Torres? Milo annuì con un tranquillissimo cenno del capo, sollevando il pollice in segno d'okay. Sisi, Iago Gabriel Don Diego De la Vega, ma tu puoi chiamarmi Zorro. La guardia, che tanto non ci stava già capendo un casso dati tutti gli strambi che gli erano passati davanti in quei pochi minuti - compreso un uomo in tutina rossa - non fece che alzare le spalle e lasciar entrare il ragazzetto punk e mingherlino, che non si tolse neanche la sigaretta dalle labbra, continuando a fumare tranquillamente anche sulla sedia del trucco, su cui però restò poco, dato che il makeup artisti l'osservò e fece: Beh tu le hai vinte tutte vai vai. Ed ecco che, attendendo pazientemente dietro le quinte tra un mozzicone e l'altro, Milo si ritrovò a poter osservare solo alcuni dei suoi compagni di (dis)avventura; solo quando venne presentato dallo splendente Caesar, il ragazzo zombie si accorse della presenza di Poison, che per poco non gli fece cadere la sigaretta dalle labbra. Che ci fai qui?! Ma cos- No!! Sono qui per il trash, mica per cercare un'anima gemella!! Ma sei proprio un cretino!!! Sussurrando aggressivamente tutte queste parole, che probabilmente non arrivarono nemmeno all'udito dell'altro ragazzo, impegnato invece a gesticolare come se stesse facendo i segnali di fumo, Milo cercò di far capire le sue vere intenzioni a Poison, senza però riuscirci adeguatamente prima del verdetto della Regina, che piazzò l'uno con lo strambo tizio con la tutina, e l'altro con una ragazza dai lineamenti gentili ed i capelli rossi.
    Per quanto fosse festaiolo e di mondo - andava per fiere dell'est, a comprare topolini per conto del papà - Milo non aveva mai visto quella giovane donna, e nell'avvicinarsi a lei si assicurò di spegnere sul bracciolo della sedia di Teena la sigaretta, prima di lanciare un occhiolino a Poison e presentarsi. Ciao, sono Zombieboy, ma se vuoi puoi chiamarmi Zorro. Tu sei Kaja, vero? Introducendosi con un tono di voce gentile, Milo fece in modo di mostrare già chiaramente la sua attitudine amichevole nei confronti della ragazza con cui avrebbe dovuto condurre l'esterna in modo da conquistare i favori della Queen Malgy. Il loro compito sarebbe stato quello di emulare un Hallmark Movie, le romcom natalizie Americane, e portare a termine un appuntamento romantico in due fasi: la prima, quella di scivolare graziosamente sul ghiaccio della pista allestita nel centro città per le feste in modo da ballare un elegante lento, e la seconda, scambiarsi un dolce bacio sotto il vischio. Uh.. qualcosa mi dice che fallirò- Ma ti aiuterò a vincere la corona della Regina, poco ma sicuro. Propose Milo, leggermente dubbioso specialmente nei riguardi del bacio, dato che Malgy avrebbe potuto benissimo escogitare qualche piano malefico per dirottare l'esterna a suo piacimento - cosa già accaduta nell'ottava puntata della diciassettesima stagione, che Milo ricordava a memoria. Bando alle ciance però! Era tempo di uscire, allora il ragazzo e Kaja si sistemarono in macchina, pronti ad essere scarrozzati sul luogo della prova. Una volta arrivati ed indossati i pattini, Zombieboy non potè che rivolgere a Kaja un'occhiata incuriosita. Sai come si fa? Se mi trascini posso farcela, poi se cado.. Bah puoi pure lasciarmi a terra, o tirarmi dalla caviglia, diremo che è break dance- Sollevando le spalle mentre appoggiava le mani tatuate sul bordo pista per barcollare sino al ghiaccio, Milo si affidò completamente alle istruzioni di Kaja, che sembrava davvero essere esperta in quello sport invernale; gli suggerì come muoversi, quale sarebbe potuta essere la migliore postura, eppure Milo continuava ad assomigliare ad un budino, barcollando ad ogni passo anche se teneva le mani della ragazza per cercare un minimo di stabilità. All'improvviso però, dalle casse poste ad ogni angolo della pista iniziò ad essere blastato il lento da ballare, una soave melodia d'amore natalizia, l'unica in grado di portare un po' di romantico ritmo nelle vene infreddolite dai capitomboli ghiacciati: si trattava della divina hit All I want for Christmas is you della leggendaria Mariah, resa un unico trash nel remix di DJ Mamacito che l'aveva mashata con Crank Dat di Soulja Boy, quindi di tanto in tanto volavano potenti "NO WATCH ME YOOOOU" e "YES I CRANK IT EVERYDAY". Lo stacchetto musicale era stato lanciato, dunque Milo cercò - faticosamente - di avvicinarsi di più a Kaja. Ah. Questo è il lento. Le suggerì, sollevando una delle sue mani come se volesse ballare il Watlzer viennese lui è un povero conosce solo la viennetta, e le avvolse i fianchi con un braccio, in modo da creare almeno la parvenza di un ballo di coppia, solo che naturalmente al primo passo indietro (ed anche al primo tentativo di ricreare il passo di Crank Dat come nella gif) Milo si ribaltò come una fettina panata, sbattendo direttamente contro il ghiaccio - per fortuna senza farsi troppo male e non fare danni neanche su Kaja che gli cade direttamente addosso. Fatta male? Haha scusa- Sussurrò esitante lui, un po' in imbarazzo per essersi fatto sfuggire proprio il passo leggendario di Crank Dat davanti agli occhi di una pattinatrice esperta come Kaja. Milo allora lasciò scivolare velocemente lo sguardo su di lei per assicurarsi di non averle inferto alcuna ferita, ma il ghiaccio si spezzò in un cerchio perfetto poco lontano dai due poveri malcapitati ancora sdraiati a pelle di leone sulla superficie gelata, e proprio come un Pinguino di Madagascar, uscì proprio dallo strato di ghiaccio una riproduzione olografica (?) 007 levate della Regina Malgy, che iniziò a parlare attraverso gli altoparlanti. Che lendo sfortunato! TOMMASO NON LI AIUTARE! Ve lo metto qua il vischio che altrimendi non vi baciate più e non va bene tesoro, fateci vedere il fuoco della passione! E' una notte perfettaaaa~ E proprio mentre pronunciava quelle parole nefaste, la Regina scomparve, lanciando da sotto al ghiaccio un rametto di vischio pure un po' ammuffito, che atterrò sulla fronte di Kaja - dritto nei sensi insomma.
    Lo dicevo io che avrebbe fatto come l'ottava puntata della diciassettesima stagione- Comunicò Zombieboy un po' come se stesse parlando al suo personale Watson nel formulare la deduzione chiave del delitto, ancora non certo del fatto che la sua ossessione per Wominy e Donne fosse solo per prendere tutti per i fondelli o perchè gli piacesse veramente. Buon Natale, Kaja (?) Allora, sapendo di non avere scampo dalle grinfie della Regina, Milo mentalmente chiese scusa a Poison, e si spinse appena in avanti per lasciare un bacetto sulle labbra di Kaja, soddisfacendo così i desideri della Malgy, che è proprio una thirsty bicc. Ed ecco che finalmente la prova poteva dirsi completata, con un paio di bernoccoli e lividi in più ma pur sempre riuscita - tant'è che proprio come il suo alter ego Don Diego De la Vega, Milo lasciò una Z (di zombieboy e zorro) incisa nel ghiaccio con le chiavi di casa come un vero tossico. Bravissima! Ce l'abbiamo fatta! Dopo essere stato letteralmente trascinato fino alla macchina, allora Milo e la sua simpaticissima compagna di squadra tornarono in studio, per commentare le esterne degli altri e poter assistere ad uno strano spettacolo, con quello che sembrava il fratello di Delilah al piano, tre hot boys con vestiti scollatissimi o in latex, e aaaaaaAAAAAALBANO che come al solito stava a tremila e ce l'aveva con uno che continuava invece a urlare la vocale sbagliata (eeeEEE). A dirla tutta, Meelou sembrò più che contento della performance, che incitava con qualche fischio e battito delle mani ornate d'inchiostro, provando anche a pogare con Teena senza successo. Di tanto in tanto però, lo sguardo sempre vagamente malinconico di Zombieboy scivolava su Poison, che insieme all'omino dubbio con la tuta rossa aveva fatto quasi esplodere un intero quartiere di Besaid.
    Inutile perdersi in pensieri d'amore, però! Miei cari gongorrendi, ora dovete ciocare per me! Dal soffitto inizieranno a scendere grappoli d'uva - italianissimi - e il gompito vostro sarà, in coppia, manciare quanti più acini potete! Poi se ci scappa il bascio- eh beh tesoro, hai scelto tu di venire a questo procramma! Che scenTA L'UVA! Questo era il momento del fatidico gioco dell'hoova, e Milo avrebbe dovuto rendere onore alla sua compagna di squadra ed alla Regina, e completare anche quest'ultima prova, solo che a quanto pareva, KAJA VOLEVA LOTTARE e agguantando acino dopo acino, iniziò a lanciarli addosso al ragazzo zombie, che molto divertito partecipò volentieri a quella battaglia, rubando qualche acino d'uva per metterselo in tasca solo perchè boh è poraccio e voleva del cibo in più. A colpi di battaglia d'hoova, Milo e Kaja finirono tutto il grappolo che era stato fatto scentere sulle loro teste, a dispetto degli altri che avevano tentato di baciarsi o schivarsi - dipendeva dalla circostanza. Missione compiuta, Kaja! Sei una tipa divertente, spero di vederti in giro. Commentò Milo, allargando le braccia per avvolgere la ragazza in un abbraccio lento ed amichevole, prima di essere forzatamente strattonato all'indietro, sino a capitombolare dietro le quinte (Caesar già pronto con le telecamere nascoste come fosse big broder). Ma che ca- Voltandosi, Milo potè notare la figura di Poison di fronte a sè, la sua mano avvolta attorno al proprio avambraccio. Ah. Ho una cosa per te, cretino. Affermò serio Zombieboy, prima di ridacchiare appena e tirare fuori dalla tasca posteriore un rametto spezzato di vischio, agguantato prima di lasciare l'esterna, che fece penzolare davanti al volto dell'altro.

    Edited by ‹Alucard† - 1/1/2020, 20:17
     
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    Couple: Poison ♡ Wade

    «Ma come ci sei arrivato qui?» Domandò White Box, perplesso, il corpo di Wade abbracciato dalle ombre, molle sulle gambe del suo amato. «Ci siamo e basta, e goditela un po'!» Rispose Yellow Box, guadagnandosi in risposta un sorrisetto d'assenso da sotto la maschera per Wade, che se un momento prima si trovava al Perception, il momento dopo era diventato una delle favorite della Regina, sulle sue gambe come un gatto in spandex rosso, ricoperto dalle sue vesti di corteggiamento e lavoro. Eccoci qua, che lo show abbia inizio! Puff! Lanciando glitter dorati proprio in faccia all'operatore di studio, Wade sgambettò sul grembo della Malgy, al che l'assistente sottopagato si rivolse proprio a lei. Ma chi è questo, Regina? Domandò lui, ricevendo nell'immediato uno scappellotto sulla nuca proprio da Wade, prima che Malgy potesse rispondere. Io sono insieme al mio amico, però lui non vuole farsi vedere, e ha tutte le ragioni del mondo! E molto riservato, bellissimo, bellissimo si, stupento. Declamò la Divina, prima di attendere che le luci fossero del tutto spente per fare il suo ingresso glorioso. Così fece anche Wade, entrando addosso alla Regina proprio come fosse il suo bicchierino e lui Dita Von Teese, pronto ad ammaliare il pubblico con la sua raggiante presenza. Una volta annunciato come gongorrende secreto , Wade balzò via dalle gambe della Regina pronto ad affrontare l'esterna come fosse una qualsiasi delle sue missioni, tuttavia si fermò nei suoi passi quando nei concorrenti notò Margareth, la sua migliore amica. MEEEEEGS!! Strillò Wade, placcando la ragazza sino quasi a farla cadere a terra, racchiusa però nel suo saldo ed affettuoso abbraccio. Che bello che sei qui! What's poppin? Anche tu in studio a divertirti eh? Poi mi devi raccontare tutto, mi raccomando! Sforzo massimo e buona fortunaaaaa~~~ Trillò il mercenario prima di schioccare un bacetto sulla guancia dell'amica direttamente da sotto la maschera, prima di raggiungere la fila di concorrenti ed essere accoppiato con un altro partecipante. La regina aveva decretato che si trattasse di un ragazzetto esile ma dalla presenza badass, uno che ad occhio colpì subito in positivo Wade.
    Ciao Riverdale come andiamo? Pronto a pomiciare? Domandò il mercenario tutto divertito, prontissimo a recarsi su luogo dell'esterna col suo improbabile ma già gradito compagno di squadra. Il posto sembrava essere uno dei quartieri residenziali più #rykki di Besaid, ed una volta arrivati, Wade iniziò già a chiedersi cosa avrebbe dovuto fare per scassinare quelle porte blindate ed accaparrarsi qualche altro dindino, il tutto mentre tirava fuori dalla tasca posteriore della tutina super-aderente un foglio bianco, scarabocchiato con i suoi tipici disegni a cera. Bene bene, Cody di “Zack e Cody al Grand Hotel”.. Qua ho il piano. Dice che dobbiamo andare in giro, fare gli auguri di buon Natale e correre via. Yup, fattibile! Ahhhh, ora siediti qui al mio fianco, fingi di bere da una tazzina come Baby Yoda. Sedendosi sul marciapiede e stendendo le gambe davanti a sé in una postura anche un po' infantile, Wade tamburellò un paio di volte la manina ricoperta dai suoi guanti neri sull'asfalto, incoraggiando Poison ad accomodarsi vicino a lui, e poi si girò, improvvisamente fronteggiando quella che doveva essere la telecamera. Accipigna! Follettini e follettine eccoci qua, è il momento di fare i nostri lavoretti, si insieme, piccoli di cittàlaggiú! Armatevi di forbici dalla punta arrotondata e nastro biadesivo, e siamo pronti! Tirando Poison vicino a sè senza troppi intoppi, Wade tirò fuori (?) una scatola blu simile allo scatolone fabbricone dell'Albero Azzurro che conteneva tutti gli ingredienti necessari per svolgere il lavoretto. Naturalmente, il nastro biadesivo era un fascio di dubbi elastici che tanto assomigliavano a lacci emostatici giustissimi per farsi, e le forbici dalla punta arrotondata i coltellacci da mercenario di Wade, tra l'altro ancora armato fino ai denti. Allora miei cari amici bambini e bambine, prendete una bottiglia, si, una di vetro bravi! Poi, riempitela di liquido infiammabile, ecco così! Assorto nella sua telecronaca degna della Melevisione, Wade iniziò, con l'aiuto di Poison, a fabbricare un numero abbastanza notevole di molotov, non si sa mai, avrebbero potuto essere utili! Ci siamo quasi, ora non dovete fare altro che avvolgere uno straccio attorno al collo della bottiglia... mi raccomando! Non dimenticatevi di bagnare lo straccio nello stesso liquido infiammabile che dovete versare all'interno!! Eee... ta-dah, abbiamo i regalini di Natale, fatelo anche voi! Cin cin col blumele, e ora mandiamo un cartone da! In tutto questo devasto, Wade si premurò di mostrare all'occhio della telecamera le scintillanti molotov pronte all'uso, e come indicato dal Carlo Conti del Fantabosco, partì immediatamente un intermezzo animato: il pianeta di Pipsqueak, un cartone fighissimo su come salvare il pianeta niente più la plastica pls moriremo tutti in piccoli gesti quotidiani di gentilezza ed accortezza verso il prossimo e l’ambiente, insomma, proprio ciò che stavano facendo i nostri due piccioncini in esterna.
    Abbiamo tutto, pronto Zack? Sono così condendo per fa sta shfilada! Wade da Niu Iorc! Commentò Wade, rivolgendo un occhiolino proprio a Giulia e Liz, prima di buttarsi a capofitto sulla prova e far uscire dalle scarpette di solito corazzate dei lunghi lacci, attorcigliandoli in un tenero fiocchetto attorno alla propria caviglia destra ed alla sinistra di Poison, in modo da soddisfare tutti i criteri richiesti per avere successo nell'esterna per la mano della Regina. Buona fortuna! Fammi vincere eh Riverdale, che voglio la cena con Malgy! Trillò Wade con determinazione, prima di localizzare la prima delle porte contro cui bussò energicamente, spingendo il campanello per almeno dieci secondi consecutivi. BUONA PASQUA! HAPPY EASTER! FELIZ PASQUAS! GUTEN PASQUEN! Basta le ho finite andiamocene- Ed ecco che con l'accendino che possedeva dietro la zip del cavallo dei pantaloni, Wade diede fuoco alla prima bomba artigianale, lasciandola esplodere vicino al cassonetto della raccolta differenziata proprio come Pipsqueak diceva della prima casa, iniziando a zigzagare per la strada con Poison fino a mettersi in salvo. A lui lasciò la seconda abitazione, e via così fino a finire tutto l'isolato, che per la fine della prova era diventato Baghdad, pieno di rifiuti infiammati, case dai muri sporchi di fumo, puzzo di alcool ovunque, proprio un Natale da campioni! Come get my ass, Babbo Natale, grrrr~ Mimando un gesto assolutamente hot, Wade si posò l'indice sulla chiappa sinistra, come a dire "ahhh quanto scotta!!" prima di riprendere a camminare, sempre legato a Poison e sempre a zigzag, verso la macchina che li attendeva per riportarli entrambi in studio. Una volta riportato il suo fidato compagno di squadra e di guerra alla sua postazione vicino a Teena, Wade si ingegnò su come fare per realizzare proprio il cosplay della commentatrice, rubando il parrucchino a Caesar e le tuniche da Romina, per poi commentare le esterne mentre ad ogni stacchetto della pubblicità insegnava al pubblico una versione ballo di gruppo di Notte Perfetta, che sicuramente aveva delle somiglianze non indifferenti con Mueve la Colita o qualche altro ballo becero da spiaggia.
    Tuttavia, questi non erano che preamboli, preliminari dell'assoluto atto d'amore, l'entrata in scena di aaaaaaaAAAAALBANO con la sua indimenticabile performance. Già al suo ingresso, Wade cadde in visibilio, completamente colto dall'hype da concerto, finché non entrarono in scena anche Yoongi e Joon, seguito dallo sguardo di Hobi in piena sindrome di Stendhal. Fu lì che Wade si perse del tutto, agguantando una Alby Bomb* da dentro al pianoforte per poi iniziare con un AAAAAAAALBY AAAAAAAAALBY AAAAAAAAALBY! e proseguire a squarciagola con KIM NAMJOON! KIM SEOKJIN! MIN YOONGI! JUNG HOSEOK! PARK JIMIN! KIM TAEHYUNG! JEON JUNGKOOK! BTS! il fanchant** da vero fanboy che continuò per tutta la canzone di Joon e Xavier, che Wade si ripromise di placcare nel doposhow, nel dubbio di aver regalato degli acufeni a tutto il pubblico in quei quattro minuti per via delle urla forsennate. Tuttavia non c'era tempo per perdersi negli ammalianti occhi e il sinuoso latex dei cantanti o di Yoongi il ragazzo immagine, bisognava proseguire col torneo per il cuore della Regina, e quindi Wade si preparò al gioco dell'hoova ritornando al fianco di Poison. Ahhh South Side Serpents ti vedo pallidino, qualcosa non va? Sembri incazzato, vuoi che ti inizi a viziare l'udito con dei canti tibetani rilassanti uuUUUuuUUUUoOOOooOOOOeeeeEEEAaaaaaAaAaaaaaaaIiIIIIIiiiiiIiII~ Ed ecco che Wade era partito; del resto, tra Albano che faceva A, Bit che faceva E, la Zanicchi che urlava e tutto, tanto valeva mettere tutte le vocali. Miei cari gongorrendi, ora dovete ciocare per me! Dal soffitto inizieranno a scendere grappoli d'uva - italianissimi - e il gompito vostro sarà, in coppia, manciare quanti più acini potete! Poi se ci scappa il bascio- eh beh tesoro, hai scelto tu di venire a questo procramma! Che scenTA L'UVA! Finalmente, l'uva scese proprio sulla testa di Wade, e lui tutto contento si sfilò la maschera fin sopra al naso, in modo da non rivelare la sua identità in mondovisione ma essere comunque in grado di mangiare. Timberlake, pronto? Lasciando atterrare un amichevole buffetto sul sedere di Poison, Wade lo invitò ad iniziare ad inghiottire i primi acini, per poi unirsi alle danze e scofanarsene 57 in un morso solo, con cui prese anche parte del picciolo del grappolo. Manco a dirlo, la squadra #Waison votate tutti via al contatore guillermo mariotto OTTOU fu la prima a terminare l'uva con successo, senza baciarsi e mangiando ogni singolo chicco - effettivamente, bisognerebbe dar loro una laurea ad Honorem in cazzeggiologia, dai Albertone, faglielo sto regalo di Natale!

    *alby bomb è un gioco di parole con "army bomb" un oggetto luminoso (light stick) che si usa durante i concert k-pop, ogni gruppo ne ha uno diverso, quello dei BTS si chiama army bomb lmao

    **i fanchant sono delle frasi che durante i concerti k-pop i fan ripetono in coro durante le canzoni o subito prima per incitare i gruppi UOUOHOUOH
     
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    Notte perfettaaa~ La notte è imperfetta se lasci lei per me~ Notte incertaaaaaa, la maledetta notte che ho amato te~~~~~~ Dudududu un poquito mas, dudududu un poquito HAAY, dududu un poquito, DAME DEL TU AMOR POQUITO POQUITOooooOoOooOOO~ Già a tremila, Hobi era entrato nel mood del devasto mentre asciugava bicchieri all'Egon tutto contento; del resto, quella sera aveva un eventone, vale a dire una puntata in diretta di Wominy e Donne, trash a cui aveva deciso di partecipare per pura curiosità, trascinandosi dietro il povero Leo, diventato vittima dell'energia solare di Hoseok che lo molestava in tanti modi diversi, anche per vendicarsi delle chiamate inopportune del suo amico smartphone, che ad ogni ora del giorno e soprattutto della notte non falliva mai nel far capitombolare Hobi del suo letto (o da quello di qualcun altro) col suo potentissimo SOS Rihanna levate. La vera domanda però era: perchè Wominy e Donne? Hobi non sapeva bene perchè avesse scelto quel particolare tipo di trash per la sua seratona, ma voleva a tutti i costi comparire in TV e avere una sola ed epica occasione di farsi vedere e in qualche modo passare il suo numero - anche a costo di scriverlo in diretta sulla fronte di Teena - al ragazzo carino che lo aveva investito tempo prima col suo enorme alano. Da quando lo aveva conosciuto al parco, lui, la sua tenera parlantina ed i suoi non trascurabili pettorali non erano riusciti ad uscire dalla testa di Hoseok, che era stato così stolto da non essersi spinto abbastanza in là da chiedere i suoi contatti già da quel primo scambio. Dunque, al proclama della Regina Malgy Hobi non potè che rispondere, iscrivendo sia se stesso che Leo, a cui pensò che non avrebbe fatto male fare un giro nel ventunesimo secolo e nelle sue meraviglie. LEOOOOOOOOO!!! Era arrivato il momento di andare a recuperare il malcapitato, e dopo essersi cambiato in un coloratissimo maglioncino Gucci tarocco ed un paio di jeansini, Hobi annunciò la sua presenza con un super ultrasuono e un passo trotterellante, che arrivò sino alle spalle di Leo. "Ora non più tanto.” Dando una lievissima pacca sulla schiena dell'altro ragazzo, Hoseok salutò con la mano anche Clelyo, a cui rivolse un radioso sorriso. Non ti preoccupare se ora non cucchi più tanto Leo, oggi ci andremo a divertire! Ciao Clelyo, buona serata! Attento a non strozzarti coi cuoppi, ti vedo sai, che te li mangi di nascosto!
    Ed ecco che dopo aver blastato Clelyo, i nostri eroi finalmente arrivarono in strada, pronti a vincere la quest del disagyo. Naturalmente, per non indispettire Leo che sembrava veramente vecchio dentro, Hobi ritenne più saggio dirgli che non si trattava di un dating show, ma di un evento di beneficenza a cui avrebbero partecipato per conto dell'Egon. Presto il povero Leo avrebbe sgamato il tranello di Hobi Wan Kenobi, che sicuramente per lui non era l'unica speranza, ma l'ultima, visto che gli avrebbe fatto tirare le cuoia presto per qualche colpo al cuore a furia di molestarlo. Dopo un tratto a piedi, in cui Hobi non smise di canticchiare la sigla dei The Cesarons grazie a Chiara che è stata epica, sua fissa del momento, i due arrivarono al tendone dei Besaid Studios, dove attraversarono un veloce ritocchino da trucco e parrucco da Henzen e Karla BOLLICYNEEEE, prima di essere scaraventati sotto i riflettori. Abbastanza abituato al palco per via della danza, Hobi non si preoccupò più di tanto di dover scivolare giù per le scale bianche mentre veniva annunciato da Caesar, mentre Leo invece pareva un po' un cervo in mezzo ai suoni, un po' com'era Ivar nel post di Halloween mentre annuiva a rallentatore con Adam. "Lo vedi anche tu?” Domandò lui rivolgendosi ad Hoseok, che annuì con decisione. Certo lui è Caesar! Caesar capito? Come l'insalata. Lo rassicurò, sollevando un pollice in un gesto rassicurante, prima che l'amico venisse acchiappato dalle spire di Teena, che subito si prese il pastorone tedescone vicino a sè, per farlo entrare nella #Ka$ta dei biondoni, a cui un vero ariano come Leo non poteva che non appartenere per diritto di nascita, altro che vassalli valvassori e valvassini! WAAH FAI GIA' AMICIZIA BRAVO LEOOOO~ Si sbracciò Hobi, ora lontano da lui in modo da accomodarsi sulla sedia a lui assegnata. Fu proprio mentre accavallava le gambe alla Basic Instict, che però Hoseok intercettò il suo target. Un'espressione sorpresa si dipinse sui suoi lineamenti, nel notare che proprio Joon era lì nello stesso studio. Non c'era tempo da perdere!! Bisognava lavorare sodo, prima che qualche altro scapolazzo glielo portasse via! Hobi allora si preparò al suo agguato, pronto a saltare addosso a Joon alla prima occasione disponibile, eppure proprio quando si era sul punto di catapultarsi su di lui, sbattè di faccia contro Leo, tornato da Hoseok nel momento dell'assegnazione delle coppie. Ti prego Whoopi, visto che mi hai graziato al parco, GRAZIAMI DI NUOVO TI PREGO come fioretto non molesterò più Leo per due settimane se mi fai finire in coppia con Joon ti prego ti prego ti pregooooOOOOOO- Ecco Hobi, mentre pregava Whoopi Goldberg nel suo outfit da Dolores Van Cartier e stropicciava la maglia di Leo tra le manine sottili. Eppure niente da fare, la dea di Sister Act non gli permise neanche un miracolo, e sfortunatamente per entrambi - soprattuto per Leo, che avrebbe potuto avrere due settimane di tregua -, proprio i due colleghi furono abbinati per andare in esterna. "Posso cambiare coppia?” Spiaccicandosi una mano in fronte, Hoseok si rivolse la stessa domanda, prima che la voce squillante della Divina interrompesse ogni pensiero. "Splendore lo decido io con ghi fai coppia. Al massimo poi fare coppia con me, ma poi se lo docco io si scioglie il pupazzo di neve, baby.”
    Con questa perla di saggezza scoccò il tempo di uscire per svolgere la prova, e proprio allora il cricetino nella testa di Hobi iniziò a correre a velocità supersonica nella sua ruotina: andare in esterna significava essere visti dagli altri concorrenti, quindi anche da Joon - che Hobi non sapeva nemmeno se fosse remotamente interessato, tra l'altro - ergo, sarebbe stata un'occasione ghiottissima per tentare di sedurlo in qualche modo! Sarebbe bastato apparire a favore di camera, essere senZuali, e almeno la sua parte l'avrebbe fatta! Che genio del male Hobi, pure la sua mano po' esse fero o po' esse piuma, che vi credete. "Ok, traducimi quello che hanno detto, perché io non ci ho capito niente. E’ tipo un gioco?” Calpestando tranquillamente la neve ora che erano sul luogo preposto per la prova, Hobi annuì e prese Leo sotto braccio, spostandolo in modo da farsi vedere di più dalla telecamera. Mhmh! Ora dobbiamo fare una lotta con la neve, e poi fare una scultura come in Ghost, il film, non dirmi che non l'hai mai visto su! E poi dobbiamo riportare l'opera d'arte in studio! Bene graziepregociao- Approfittando della luce migliore, Hobi avviò una danza di corteggiamento tipo quella di Ron in Becky lemme smash (look at my tail *flick* *flick*), interrotta però da Leo che come un assolotto confuso aveva iniziato a mangiare bricioline (?), ed aveva fatto una bomba con la neve, finita dritta in faccia ad Hoseok, ancora intento a convincere Joon a let him smash- ”Si può sapere che diavolo stai facendo?” Domandò il compagno di squadra, al che Hobi non ebbe nemmeno il tempo di rispondere che gli arrivò un'altra granata di neve in faccia, e poi una sul fianco. Gli squittii di dolore del ragazzo vennero man mano soffocati dalla montagnetta di neve sotto cui venne praticamente seppellito, dato che voglio dire a Hobi due palle di neve grosse vanno lanciate ed è già morto- Tuttavia non si volle perdere d'animo, e rotolando giù per il colle con un occhio gonfio si scavò una fossa simile a una trincea con le sue zampette da roditore, pronto a contrattaccare, proprio mentre Leo era colto a uno dei suoi flashback di guerra. Restate fermi, restate fermi…Figli di Gondor, di Rohan, fratelli miei! Vedo nei vostri occhi la stessa paura che potrebbe afferrare il mio cuore. Ci sarà un giorno in cui il coraggio degli uomini cederà, in cui abbandoneremo gli amici e spezzeremo ogni legame di fratellanza, ma non è questo il giorno! Ci sarà l’ora dei lupi e degli scudi frantumati quando l’era degli uomini arriverà al crollo, ma non è questo il giorno! Quest’oggi combattiamo… Per tutto ciò che ritenete caro su questa bella Terra vi invito a resistere! Uomini dell’ovest!” Citando il caro vecchio Aragorn figlio di Arathorn, Hobi si diede coraggio bisbigliando l'intero discorso proprio come se fosse davanti al Nero Cancello, con tutto il pathos e dei nanetti che aveva fabbricato con la neve, prima di tornare all'attacco e smollare una bella palla di neve mirando ai gioielli di famiglia di Leo, vendicandosi così dei colpi subiti fino a quel momento ed emettendo quindi una risatina di vittoria. Era il momento della rimonta, e Hoseok non si lasciò sfuggire l'occasione per tentare di vincere la battaglia, conclusa poi in pareggio perchè lo sfranto era troppo.
    ”Bene, credo sia giunto il momento della scultura!” Ritornati vicini, Hobi fu veloce a piazzarsi alle spalle di Leo 🌚🌚🌚 per abbracciarlo proprio come nella scena del tornio di Ghost. ”Ma che diamine fai? Lasciami! Guarda che ho ucciso per molto meno!” Ma certo! Leo stava scherzando! Ci mancherebbe altro, figuriamoci se il ragazzo un po' burbero ma gentile che era adesso placcato tra le braccia di Hobi avesse davvero ucciso qualcuno! Pffffftsskkkkhahhaharidissimo. Hoseok fu veloce a dargli un colpetto ammonitore col bacino piuttosto che con le mani, occupate sulla neve, per placare le ansie di Leo. Ma dai!! Sto facendo come Ghost, il film?? C'è una scena romantica col tornio, tu scolpisci, io canto, vai Leo! Cin sei SET OT- Ecco che era tornato Rottenmeier-Hobi, pronto a rimettere alla sbarra il povero Leo in modo da finire la missione, iniziando così a cantare il bop che dominava la scena nel tornio nel film cult. OOOOOOH Ma--AAHHAAh LOVE, MY DARLINnnnNnnN~ I'VE HUNGERED FOR... YOU TOUCH!!! A LOONG, LONELY TIIIIME~~ AND TIIME GOES BYYY, SO SLOWLYYYYYY~~~ Al momento di "are you still mine" Hobi proprio si perse con un MAAAAAAHHAAAAHAHAAAAIIIINNN e un acuto spaccatimpani che povero Leo levate- ”E dai, che hai da urlare?? Non puoi solo pensarla la canzone?” Allora Hobi gli piazzò una mano sulla bocca immediatamente, tutto preso dalla canzone. shhh!! AAaaAARE YuouuUuuu, STILL MAAAAAAAAAAAAAAAAHAAAAAAHAAAAA A A AA NIIIIIhhIIhIIIIDDDDD YOURR LOOOOVE aaaaaaaa~ Finendo quel mirabolante canto proprio in sincrono con la realizzazione di quell'opera d'arte di neve che Michelangelo non la vedeva proprio, quel rifiuto nucleare andava portato in salvo nuovamente in studio, ora che era stato completato. ”Ok, adesso staccati che è finito. Più o meno. Dai è carino.” Ultimo tocco di colore, il boa di piume che Hobi aveva usato durante la sua danza dell'amore, prima di iniziare a dirigersi verso il set televisivo. Si assomiglia alla Regina, ben fatto Leo! Dandogli un sonoro buffetto d'incoraggiamento sul sedere, Hobi si complimento con il suo compagno di squadra, prima di fare marcia indietro, con i pezzi del corpo del pupazzo di neve tutti quasi frantumati tra le braccia. Per essere stata un sfascio, quell'esterna poteva considerarsi completata con successo, dato che la statua era stata riportata al suo posto e fatta sciogliere in due nanosecondi sotto il tocco magico della Queen, allora Hobi si potè concedere qualche momento di riposo, in cui ebbe il tempo di osservare l'esterna di Joon. Specialmente interessante per lui fu la parte al Los Chicos Malos, in cui l'oggetto del suo desiderio venne lasciato in reggicalze. Inutile dire che la bavetta di Hobi iniziò a raggiungere terra, ed anche la maglia dell'Egon di Leo, con cui Hoseok si asciugò la suddetta bavetta, inzuppando tutto il tessuto della t-shirt. Prego Malgy, ora il manzo tedesco se la dovrà togliere. Ma il cuore debole di Hobi venne colpito ancora una volta durante la performance di aaaaAAAAAlbano, impreziosita da un discinto Yossica Rabbit Grazie Mornie sei un genio, la figura slanciata di Xavier e soprattutto dai pettorali di Joon avvolti nel latex rosso, che per poco non fecero morire Hobi di sindrome di Stendhal. LEO! LEO PRESTO, PRESTOOOO!!! Completamente in tilt, Hobi tuffò una mano nella tasca dei pantaloni di Leo, rubandogli il portafogli, da cui prese tutte le banconote e sommandole alle proprie, in modo da avvicinarsi al palco ed iniziare tra un sospiro amorevole e l'altro a lasciarle nella scollatura del decolleté di Xavier, la giarrettiera di Yoongi(?) - che salutò come a dire "hei anche tu qui amigo?!”-, e finalmente mostrare il suo apprezzamento per Joon, lasciando quasi tutti i soldi nel suo vestitino, ancora sul punto di svenire (sempre per la sindrome di Stendhal), prima di lanciargli un occhiolino complice.
    Prima di perdere le ultime forze però, Hobi aveva un'ultima missione da compiere: il gioco dell'hoova. Miei cari gongorrendi, ora dovete ciocare per me! Dal soffitto inizieranno a scendere grappoli d'uva - italianissimi - e il gompito vostro sarà, in coppia, manciare quanti più acini potete! Poi se ci scappa il bascio- eh beh tesoro, hai scelto tu di venire a questo procramma! Che scenTA L'UVA! Ormai stordito dalla presenza da homme fatal di Joon, Hobi riuscì solo a tremolare in piedi un po' come un chihuahua, prima di addentare il grappolo a lui assegnato (nuovamente in coppia con Leo), nonostante il contatto visivo con l'altro ragazzo fosse praticamente impossibile da spezzare. ”No, questo no.” Leo dichiarò, provocando col suo rifiuto l'ira della Regina, che con un urlo rimise in riga il povero soldato insubordinato, costretto a finire tutta l'hoova in tempo. Allora, con ancora l'acino tra i denti, Hobi si vide il grappolo strattonato dalle dita di Leo, che lo staccò dal suo supporto aereo(?) per poi prenderlo per mano e trascinarlo via. He haiiiii?! [trad. che faiiii] Bofonchiò il ragazzo, incapace di articolare meglio i suoni e sul punto di strangolarsi con gli acini nel momento in cui Leo lo trascinò proprio di fronte a Joon e Xavier. ”Facciamo cambio?” Domandò allora il manzone tedesco, e prima che Xavier potesse rispondere, Caesar venne spodestato da un uomo abbronzatissimo e con la voce squillante. Domandona per il triello! Ma era... era l'acerrimo nemico del presentatore di Wominy e Donne!! Karl Kontensen, l'idolo delle folle di Bergen, pronto a dominare il mercato dell'interland della Norvegia del Sud! A giudicare dal significato letterale della parola, chi è "orripilato" si presenta con cosa? Ancora con il grappolo in bocca, Hoseok si fermò a guardare il presentatore, che si rivolgeva a Xavier e Leo, ormai in lotta per andare al Triello. Con gli occhi sgranocchi? Con la grappa d'oca? Con 40 capelli? O con i coglioni di Fedez? Attenzione che questa è difficile. Hahha doha!!!! Biascicò Hobi, tirando la maglia di Leo, ma lui non riuscì a capire ciò che stava dicendo, e allora perse la lotta per il triello, la ghigliottina e il vero o falso, prima che Karl venisse placcato da Caesar in una lotta all'ultima scossa. Oramai il gioco dell'hoova era nel vivo, e allora il giovane teutonico lasciò cadere poco graziosamente Hobi addosso a Joonie, portandosi via il nypoteeno dal braccio. Atterrato con la guancia proprio sul delizioso pettorale sinistro del giovane, Hoseok fece quasi cadere l'hoova dalla bocca nel moto gravitazionale della sua mascella, ricaduta verso il basso per la meraviglia, e sollevò lo sguardo in modo da rimettersi velocemente in piedi e non fare altri danni, venendo accolto da un caldo sorriso dell'altro. Ah! Lo- lo vuoi il mio bastón de caramelo? Domandò leggermente frastornato Hobi, sbattendo un attimo le palpebre prima di accorgersi di essere tenuto in piedi anche dalle braccia di Joon, che lo sorreggevano nel suo tremolio (50% tremolo, 50% sindrome di Stendhal). Era il momento di agguantare l'occasione, di non farsi prendere dalla timidezza e dalla figuraccia, di ricomporsi e corteggiare come si deve! Allora, staccando un acino di hoova e portandolo tra le labbra di Joon, Hobi gli appoggiò una manina sul collo, iniziando a tracciare dei disegnini informi con l'indice in delle delicate carezze. Scusa per prima!! Ma sei stato bravissimo.. Volevo solo dirti che al parco sei stato così carino, e allora mi chiedevo.. Domandò lui un po' più languido, pronto a protendersi leggermente e socchiudere gli occhi per lasciare un bacio d'addio sulle labbra di Joon e provare a convincerlo definitivamente a chiamarlo in futuro. Se ti piacciono los chicos malos… ti ho lasciato il mio numero su una banconota. Mi chiami se vuoi~? Mi farebbe molto piaaaaaAAAAAAAALEO!!!!!! Una sirena d'allarme scattò improvvisamente sul cellulare di Hobi, facendolo sobbalzare nel terrore più totale ed interrompendo così il suo tentato corteggiamento proprio nel vivo, in quanto Leo, poco lontano, pensando di fare un selfie con suo neepote, aveva schiacciato il tasto SOS del suo amico smartphone, provocando invece il 48 sul cellulare del collega.

    Edited by ‹Alucard† - 6/1/2020, 00:36
     
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    #warning: Poison urla per tutto il post

    ”SI ILLUMINAVAAAAA ED ERA IL SUONO DI UNA MELODIA LONTANA, E BALLAVAMO A PIEDI NUDI PER LA STRADA, PER INCONTRARSI BASTA UN POCO DI FORTUNA, ABBRACCIAMI E VEDRAI CHE QUESTA NOTTE VOLA VOLA!” Poison era VERAMENTE EUFORICO! (cit.) Da solo nella sua roulotte, cantava a squarciagola sulle note di Fred de Palma –tizio mai sentito, ma che con l’autotune aveva un buon flow bellaregà- muovendo qualche passo di bachata a torso nudo, con una canna in mano e una bottiglia di scotch mezza vuota sul tavolo. Era un sacco esaltato per la serata che lo attendeva. Insomma, fare soldi facili facendo la cosa che gli riusciva meglio, cioè fare casino, non capitava tutti i giorni. Così aveva festeggiato quel fortuito ingaggio, e aveva sentito la necessità di stordirsi abbastanza da superare l’ansia da telecamera. Perché Poison c’aveva mille paranoie. Non aveva detto nulla a Milo. Gli avrebbe solo detto di guardare la puntata poi e…surprise! Be proud of your micione, puttanella! Era stata proprio la queen delle queen, Malgy, ad ingaggiarlo. Losco come non mai gli aveva allungato una bustarella e gliel’aveva infilata nella tasca dei pantaloni. <u>”Con guesdi gompraci il gelado, annonna”. ”Tesoro, questi sono per quella cosa che sappiamo e per Natale. Ho bisogno della tua diva interiore per rendere la notte perfettaAaAa”. A parte l’equivocità della frase, Poison aveva così accettato di partecipare al programma, dopo aver venduto il solito etto di bamba glitterata alla regina, perché si sa, tutti i divi del cinema tirano(?). E lei voleva vedè l’arcobaleni ad ogni schicchera. #cos Per l’occasione si era vestito pure bene. Cioè meglio del solito. Jeans strappati, anfibi neri, una maglia chiara di cotone e la sua giacca di pelle preferita, quella col serpente. Praticamente era vestito come sempre, sta zecca. Aveva persino provato a mettere la matita, che a Meelou piaceva tanto, ma si era quasi cavato un occhio e aveva lacrimato, quindi l’ombra se ne percepiva appena. Continuando a fumare e bevicchiare si era avviato verso gli studios, che ben conosceva dato che riforniva di droga tutti quelli che ci lavoravano. Nun t’aregge de fa il bunga bunga co Teena e Malgy #wat Nel frattempo, con le cuffiette continuava ad ascoltare il reggaeton (la saga), chiedendosi perché non avesse mai scoperto quella musica celestiale, ed avesse sprecato la sua vita ad ascoltare il tunz tunz assordante che gli propinava quella troia di Milo. La prossima volta sarebbero dovuti andare a ballare in qualche locale per fighetti, loro ascoltavano quella roba lì. C’era la fila avanti agli studios, ma Poison se ne sbattè di tutti e passò avanti, fregiandosi del sigillo della regina che gli garantiva la precedenza ovunque (Malgy gli aveva stampato un bacio con le sue labbrucce divine sul dorso della mano, col rossetto arancione glitterato, ingonfondibile). Gli chiesero il nominativo, così Poison, che era in incognito(?) proferì il primo nome strambo che gli venne in mente, quello di un tipo che er maggico amicone suo gli aveva chiesto di tenere d’occhio, ma che magicamente sgusciava via dalla presa di Poison ogni volta, come le anQuille. ”Bellaregà. Iago Gabriel Blanco Torres!” L’omino(?) lo guardò torvo. ”Mi prendi per il culo? C’è già uno con quel nome.” ”Oh porca vaccuccia!” In realtà Poison ha bestemmiato, ma abbiamo censurato la frase in ottemperanza al comandamento che dice di non nominare Dio invano. Poison entrò in error. Come aveva osato il legittimo proprietario di quel nome presentarsi col suo vero nome? #wat #iagoception ”Ok, allora metti Navarro Negrito Hernandez de la Vega Gutierrez.” Tirò fuori quel nome dal cilindro, infrangendo il copyright e rischiando la galera again. ”Beh, che c’è, è un nome come gli altri, vamos, camònn, baila ritmo vuelta!” Spintonò il buttafuori e andò avanti, mentre lui ancora scriveva quel nome infinito. I truccatori insistettero tanto per mettergli dei brillantini in faccia, che tanto gli ricordavano la bamba che aveva venduto a Malgy, ma Poison era talmente stordito che nemmeno si oppose, nemmeno quando Kaaaarla inizià a insultarlo per come si vestiva. Ma ke ne sanno i boomer della moda. Quando Caesar annunciò il suo nome, accompagnato da uno spezzone di Roma-Bangkok, per la sua gioia, scese le scale con passo sicuro, quasi ancheggiando come una vera Stop model, e salutando con due baci appena accennati il presentatore e gli opinionisti. ”Amore, sei divina stasera!” Disse a Teena, iniziando la sua recita da gay ingenuo. La verità era che sembrava una busta de scorze de fave, ma questo non poteva dirlo nel rispetto dell’art. 12 comma 11 del contratto. Quando Caesar- anche lui un cesso ambulante che fingeva di venerare- annunciò l’entrata di tale Iago Torres, Poison si voltò, anche mezzo infastidito. Ma al posto del caliente milionario suavecito comparve lui, Zombieboy, e Poison andò di nuovo in error. Che ci faceva lì? Sicuro era andato a cercarsi un ragazzo dopo che Poison aveva litigato coi sentimenti, quella puttanella. Adirato, gli salì il De Sica, così mise la mano a paletta, e col braccio teso urlò: ”A FIO DE NAA MIGNOTTAAA.” Contenta la madre di Milo, insomma. Il ragazzo Zombie provò ad avvicinarsi arrabattando scuse, ma Poison era ormai nella sua forma finale di carlino, fatto per il 50% di odio e il 50% di tremori. ”Che ci fai qui?! Ma cos- No!! Sono qui per il trash, mica per cercare un'anima gemella!! Ma sei proprio un cretino!!!” ”Si si, tutte scuse! BRAVO! BRAVO! UN MALDITO TU ERES, MI-GNO-TTA” Scandì urlando Si ragà lo so che non si sillaba così, non stiamo a fa i precisoni su. Un po’ calato nel personaggio, e un po’ incazzato davvero perché Milo era lì, Poison diede via allo spettacolo ancor prima che il programma iniziasse. Teena gli fece cenno di sedersi, e Poison seguì la direttiva, pensando solo al cash che gli spettava. Finse stupore, quando la tronista fu rivelata, anche in realtà sapeva benissimo che era Malgy. ”OMAIGOOOOD! SHE’S MY QUEEN!” Finse di inchinarsi ai suoi piedi. Dai lo sapevamo tutti che era Malgy, qualcuno ha seriamente avuto dubbi? Quando vide il proprio nome scritto sul monitor, come Navarro Negrito Hernandez de la Vega Gutierrez sbottò a ridere. Pensare che quel nome lo aveva creato Naavke vestito da messicano lo faceva spaccare ogni volta. Che uomo d’ingegno che era, che re della risata. E così il novello Navarro fu abbinato a tale Wade Wilson. Ah si, il tizio in tutina, strambo improbabile pure lui, perfetto. Tuttavia prima di uscire ebbe modo di assistere all’esterna di Milo, tra le altre, e si accese una sigaretta in studio, perché se Teena aveva fatto la kasta biondi, lui aveva allestito una piccola kasta trasgry in cui ci si sbatteva i coglioni delle regole. Passando una bottiglia al suo novo amico Wade, con la quale poi avrebbero fabbricato delle molotov stupende, trattenne il fiato, quando vide Milo avvicinarsi a Kaja, dopo che Malgy era apparso loro come la madonna di Fatima. ”Naaah, tanto non lo fa.” Commentò, con fare sicuro. E quando invece Milo baciò Kaja, Poison implose.
    Milo aveva baciato la rossa.
    La rossa aveva baciato Milo.
    Milo non era stato costretto, aveva baciato la rossa di sua spontanea iniziativa.
    Milo si era avvicinato a lei dolcemente, e l’aveva baciata.
    A Milo lei piaceva, si vedeva.
    Milo e Kaja si sarebbero sposati e avrebbero figliato.
    Milo e Kaja erano una bella coppia.
    Qualcuno doveva morire quella sera.

    Risvegliandolo dai suoi sillogismi alla cazzo, Teena gli chiese allora di esprimere un’opinione, scrollandolo, ma siccome un po’ era strafatto e un po’ aveva il cuore spezzato, sparò la prima cosa che gli venne in mente, con un tono di voce un po’ più stralunato del solito: ”EEEEEEEEEEE E’ MOLTO LONTANA L’ISLANDA, E’ VICINO PADOVA L’ISLANDA” Caesar cercò di fare un riassunto dell’esterna, così che Poison potesse riprendere il controllo e iniziare a sbraitare come il contratto gli richiedeva. ”NO MARIA IO NON LO ACCETTO. QUELLO ERA UN BACIO FINTO. QUESTA STORIA DEL VISCHIO DEVE FINIRE. Siamo veramente all’apoteosi del trash in tv. NON SE PUO’ VEDE’ CAESAR, IO ESCO!” Ma non uscì, perché avrebbe dovuto?
    ”Ciao Riverdale come andiamo? Pronto a pomiciare?” Si voltò verso il suo nuovo amico, con il tipico sguardo da malefatta. ”Li dobbiamo asfaltare, sti pivelli.” Sibilò, prendendolo per mano e uscendo dallo studio, lanciando uno sguardo che nulla prometteva di buono a Meelou e alla sua nuova fiamma.
    La macchina li portò in una zona residenziale a lui poco nota, ma che poteva tornargli utile in caso avesse voluto mettersi a fare qualche furtarello. Seduto per terra, il tizio in tutina si mise a colorare coi pastelli a cera. ”Aspetta ti aiuto”. Disse Poison, mettendosi a colorare anche lui quel foglio, che non aveva capito essere una mappa e mandando in fumo il piano. Perché si sa, i cattivi devono per forza avere qualche falla nel piano, è nel contratto Disney. Di morti nere ad esempio ne hanno costruite tre e tre ne hanno distrutte. Era davvero difficile essere i villains del XXI secolo. Ma i nostri due villain avevano un asso nella manica, così per far nascere idee grandiose, ormai in fissa, Poison droppò el Toca Toca, livello pro del Tico Tico, e tutto il resto fu magia. ” Bene bene, Cody di “Zack e Cody al Grand Hotel”.. Qua ho il piano. Dice che dobbiamo andare in giro, fare gli auguri di buon Natale e correre via. Yup, fattibile! Ahhhh, ora siediti qui al mio fianco, fingi di bere da una tazzina come Baby Yoda.” Poison restò un attimo perplesso. ”Ah cazzo quello era il piano? Porca merda, credevo stessimo facendo un disegno a piacere!” In effetti, aveva appena colorato a tinta unita il “piano” di Wade, che lui leggeva comunque, non si sa come. Eseguendo gli ordini, tirò fuori il termos(?) con lo scotch e prese a sorseggiarne un po’ dal tappo, tenendolo come la tazzina di Baby Yoda. Gonfiò le pupille e iniziò a fare versi strani, digievolvendosi in baby Yoda davvero. Insomma, in studio sembrava reale, ormai coi filtri di instagram si poteva fare tutto. Presto gli studios avrebbero dovuto commercializzare i pupazzetti di Poison perché era un fottuto vanvulino.
    Gli stava simpatico quel tizio, e baby Poison glielo dimostrava sfilandogli la roba che gli serviva non appena si girava, perché ormai lui faceva tutto quello che gli veniva ordinato. La tazza gli cadde dalle mani, e una lacrima silente gli scese, quando Wade prese lo scatolone fabbricone e lo aprì, mostrando il suo arsenale. Con le lacrime agli occhi e la voce tremante, Poison alzò lo sguardo verso la maschera. ”Questo…questo è il cazzo di scatolone fabbricone più bello che io abbia mai visto. Oh Wade, sei un’artista così talentuoso…” Continuò, sventolando i fogli colorati a cera su cui quel cazzone aveva disegnato falli e vagine. ”Tu sei potente nella forza… Insegnami. SCEGLI ME, PRENDI ME, AMA ME.” Si volse poi verso la telecamera e ammiccò, affinchè tutti potessero cogliere la citazione. E niente, Wade aveva completamente conquistato Poison, che ormai era stato folgorato dall’uomo in tutina come San Paolo sulla via di Damasco da Jesoo. ”Allora miei cari amici bambini e bambine, prendete una bottiglia, si, una di vetro bravi! Poi, riempitela di liquido infiammabile, ecco così! Ci siamo quasi, ora non dovete fare altro che avvolgere uno straccio attorno al collo della bottiglia... mi raccomando! Non dimenticatevi di bagnare lo straccio nello stesso liquido infiammabile che dovete versare all'interno!! Eee... ta-dah, abbiamo i regalini di Natale, fatelo anche voi! Cin cin col blumele, e ora mandiamo un cartone da!” Fingendo di non saper fabbricare una molotov, giusto per mandare avanti lo show, Poison seguì le indicazioni passo passo, non potendo fare a meno di fissare la maschera di Wade e chiedersi che aspetto avesse l’uomo della sua vita. Continuava a preparare bombe, mentre lui fece l’ennesimo gesto che gli fece capire di aver perso la testa. Il cartone. Quello era una perla rara, di quelle che fanno leva sui feels. Un cartone che parlava del clima, e chi cazzo se l’era inculato mai? E infatti, ecco l’emergenza climatica. L’aveva detto Peaksqueak de fa la differenziata e de non sprecà l’acqua, ma noi niente, giù debiti. Stringendo al petto la sua prima bomba, Poison guardò di nuovo Wade con aria sognante. ”Pisquik sarà fiero di noi!” Promise, alzandosi e seguendolo in battaglia. ” Abbiamo tutto, pronto Zack? Sono così condendo per fa sta shfilada! Wade da Niu Iorc!” ”PRONDISSIMI SOR CAPIDA’!” Gridò, in marchigiano, non se sa perché, caricando le molotov in braccio. ” Buona fortuna! Fammi vincere eh Riverdale, che voglio la cena con Malgy!””Non ti deluderò, mio capitano!” Fece un saluto militare. Quel tizio gli piaceva, e anche se avessero perso, avrebbe trovato il modo di ricattare Malgy per andare a cena con lui. E li avrebbe spiati, obvs, perché quella sarebbe stata una cosa imperdibile. Carichi come molle, bussarono alla prima casa. “BUONA PASQUA! HAPPY EASTER! FELIZ PASQUAS! GUTEN PASQUEN! Basta le ho finite andiamocene” Iniziò lui, e subito Poison iniziò a ridere come un imbecille. ”No aspetta, BUONA PASQUA STRONZI!” Completò la sequenza, lanciando una molotov dritta sul vetro di una finestra, che si ruppe. La casa di paglia dei tre porcellini ci mise tre fottuti secondi per prendere fuoco come Malgy quando aveva provato a farsi i peli con la fiamma ossidrica. Correndo a perdifiato, e con le lacrime, continuarono a bussare. ”Dolcetto o scherzetto? Ah no cazzo, ho sbagliato, fanculo!” E giù un’altra molotov. Quando ebbero finito le munizioni, si voltò un attimo a guardare il quartiere raso al suolo. ”Cazzo. Questo sì che è un natale perfetto”. Commentò, dando una pacca sulla spalla del suo nuovo amico, felice. Quello era il Natale più bello di sempre. A malincuore rientrarono in studio, dove la gente shockata si chiedeva se non fosse il caso di chiamare le forze dell’ordine. Ma se c’era qualcuno che meritava la galera, quello era il coreano illegale che metteva in mostra le grazie disteso su un pianoforte. Che numero ragazzi, degno del festival di Sanremo. Ed Albano e i suoi amici? Che dire? Poison si mise in piedi sulla sedia a ballare, urlando ”BELLAREGA’!” per incitarli, mentre un coreano iniziava a lanciare soldi agli artisti. Si sembrava di stare nel privè con Diprè. Sceso dalla sedia, prese Carlone separandolo da Caesar, e come da contratto, lo trascinò in un ballo hot(?), facendogli fare un casquet che fece uscire un’ernia a lui e spezzò il collo a sua carlosità- che tra l’altro quasi gli bucò la giugulare col naso, e gli stampò un bacio in bocca. A Carlone nostro, che tutto contento arrossì, o meglio annerì ancora di più. Inutile dire che Poison era stato pagato profumatamente per quella cazzata. Coi conati di vomito, si diresse verso la sua sedia, placcato da Carlone, ormai invaghito, che urlava ”HO SENTITO UNA SCOSSAAAA!” E sbatteva gli occhi sgranocchi come un daino in punto di morte. Lo seguiva, ovunque. ”SCOSSA? SCOSSA?” Continuava a ripetere, ormai rapito da quella tossica musa. Poison si dovette arrampicare sulle spalle di Wade per fuggire da quel maniaco. ”Ridammi la SSSSCOSSA.” Ammiccava. Fu allora che Poison gli si lanciò addosso e lo tramortì, per la gioia di Ceasar l’usurpato imperatore d’Occidente(?), che girò l’inquadratura per permettere al ragazzino di agire indisturbato e trascinare la salma(?) dietro le quinte. Riuscì a rientrare proprio per il gioco dell’hoova. Dopo aver baciato quel lampadato di merda ed averlo quasi ucciso, che poteva mai essere una cosa del genere?
    ”Miei cari gongorrendi, ora dovete ciocare per me! Dal soffitto inizieranno a scendere grappoli d'uva - italianissimi - e il gompito vostro sarà, in coppia, manciare quanti più acini potete! Poi se ci scappa il bascio- eh beh tesoro, hai scelto tu di venire a questo procramma! Che scenTA L'UVA!”
    Ma la domanda era…perché Malgy non lo faceva quel gioco, visto che l’aveva ideato lei? Morse qualche acino dal grappolo, ed ancora una volta il mitico Wade dimostrò di avere delle skills fuori dal comune. Restò a bocca aperta, Poison, nel vederlo divorare un grappolo con un solo morso. ”That’s my boooy!” Esultò, indicando Wade con entrambe le braccia. La sua missione però non era ancora finita, e mentre gli altri continuavano la prova, si mise a scrutare quella troietta di Zombieboy da dietro la spalla di Wilson. ”C’è una cosa che devo fare…Ma hey, bello, sentiamoci, sei uno a posto! Dai, magari la prossima volta ti insegno io a fare il metadone!” Sorrise, e si avviò a passo svelto.
    Nemmeno chiese scusa a Kaja o a Milo, semplicemente avviluppò le dita sul polso tatuato dell’altro e se lo tirò dietro le quinte. Si arrestò di scatto per aspettare il cameraman e sfilargli beceramente la telecamera, minacciandolo con un coltellino svizzero. ”Non qui.” Gli intimò. Non erano più in esterna, e in studio stava partendo il delirio, proprio loro doveva riprendere, quel coglione? Guardò Milo con espressione piuttosto incazzata, senza dire nulla e lasciando il suo polso. E come cazzo si faceva ad essere incazzati con lui, quando ti guardava con quegli occhi da baby cerbiattino del cazzo? ” Ah. Ho una cosa per te, cretino”. Ed era pure carino. Sempre gentile, sempre con un pensiero buono. Era troppo fottutamente perfetto per Poison. E questo gli dava sui nervi. Tirò dalle sue mani quel rametto stropicciato, e lo osservò per un attimo. ”Che cazzo dovrei farci con sta merda?” Lo gettò a terra e si premurò di calpestarlo per bene, spalmando tutti gli acini sul pavimento. Poi alzò lo sguardo, aspettandosi quello deluso di Milo. Irruento come sempre, e ancora incazzato per prima lo prese per il collo della maglia e lo spinse contro il muro, prima di avvicinarsi a lui e abbandonarsi a un bacio che nulla aveva di dolce o romantico. Con la lingua rincorreva la sua, chiedendo di più, qualcosa che nemmeno lui sapeva di volere. Qualcosa che lo spaventava talmente tanto da impedirgli di respirare, ma che come una droga lo spingeva a cercarlo ogni volta. Era la contraddizione, Poison, che aveva paura del rischio ma smaniava a provarne il brivido. Si staccò leggermente da lui, con ancora il suo respiro addosso, allentando la presa anche sui suoi abiti. ”Questo non mi piace per niente”. Cazzata, pure quella. Sussurrò. Ci aveva pensato, per giorni e giorni, ed era giunto alla conclusione che ciò che Milo voleva non era lo stesso che voleva lui, che quella dell’amore era una stronzata, che più fossero stati lontani e più entrambi sarebbero stati al sicuro. Eppure si contraddiceva, ogni volta che vedeva Milo, complicando le cose. Provava qualcosa che non riusciva a concepire, e tutto ciò lo faceva impazzire. Cos’era dunque, tutta l’adrenalina che l’attraversava quando baciava le sue labbra, in una quantità tale da essere in grado di fermargli il cuore? Non lo sapeva. Ma era qualcosa di troppo piacevole per essere un male. Di nuovo poggiò le labbra sulle sue, stavolta con più dolcezza, più lentezza. Probabilmente se fosse stato lucido Poison ci avrebbe pensato due volte. Non passò che un istante, quando qualcosa gli fece accartocciare lo stomaco. E no, non erano le farfalle, era una voce.
    ”Scossa??”
    #panic Dall’ombra, la voce robotica di Carlone emerse, ma non era la sua solita voce. Sembrava…strana. Con la torcia del telefono e un mezzo infarto in corso, illuminò l’angolo buio da cui proveniva. Per terra c’era lui, esattamente dove l’aveva lasciato svenuto(?). Poison l’aveva picchiato talmente forte che gli aveva tirato via la pelle della faccia io non ce la faccio, che power player. Ma sotto a questa non c’erano normali muscoli e sangue, bensì…metallo. Con un bulbo oculare scoperto e qualche scintilla che usciva dalle orecchie, il droide sembrava essersi inceppato a ripetere ”Scossa? Scossa? Scossa? Scossa?”. Phobos guardò il robot, poi Milo, poi il robot, poi Milo, e si rassegnò. Si avvicinò a Carlone, leggendo il numero di serie e il modello. Era un droide CC8 (CarloConti8) non ancora presente nella loro epoca, probabilmente contrabbandato da Iago per mamma Rai. Questo spiegava perché Carlo Conti fosse presente in tutti i fottuti programmi rai: l’eredità, Tale e quale, Sanremo, Canzonissima, Miss Italia, Don Matteo(?). Era bravo, forte? NO. Carlo Conti in realtà era un fottuto droide CC8, prodotto in serie a sua immagine e somiglianza. ”Puttana la miseria, fa più schifo con la faccia di Carlo Conti che senza” Commentò. Iniziò a smanettare coi fili. Di certo Poison non possedeva le skills di Nora, ma era un ragazzo del nuovo millennio, e ormai si sa che i ragazzini imparano prima a usare il cellulare e poi a parlare(?).#okLeo Incrociò un paio di fili a caso, un po’ di questo, un po’ di quello, e ad ogni contatto Carlone svarionava dicendo a caso ”occhi sgranOouchee” o muovendo le braccia a caso. Alla fine, quando tutto fece ben contatto, il droide si alzò dritto in piedi, e droppò la canzone che Poison voleva, un po’ modificata, ma vabbè. Conscio che avrebbe dovuto chiudere la serata per ricevere un pagamento, iniziò a trascinare il droide CC8 posseduto dall’anima del Vate Gigi DAg verso lo studio. ”Buon Natale, puttanella”. Sorrise, senza nemmeno saperne il motivo, prima di uscire dal tendone e iniziare a far ballare tutte le vecchie che erano sedute sulle scale facendole svarionare con le pasticche di LSD e il vino ronco, al ritmo del fottuto reggaeton, delle danze di Wade sul palo e di Carlone che da allora suona ancora ininterrottamente.
     
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    Sakura Blossom

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    Kaja Linn Ellestad

    10 ore prima, casa di Kaja.

    Dopo aver mandato giù uno shottino di soju – ormai era diventato uno dei suoi drink preferiti da quando lo aveva assaggiato – Kaja prese a giocherellare col proprio braccialetto di perle beige e rosa. Non era certa di quello che stavano per fare, se fosse entrata Inga in quel preciso istante chissà che COSA avrebbe pensato di loro. Arrossì. ”Yoongi, ma sei sicuro che devo farti il tatuaggio proprio ?” il suo amico le aveva fatto una richiesta davvero insolita, una falena temporanea in zone che lei non avrebbe dovuto vedere. Oddio se solo lo avesse scoperto Jimin! Si allontanò da Yoongi che era seduto sul suo letto con le gambe accavallate, era già entrato nel ruolo che gli avevano assegnato per la puntata di Wominy e Donne a cui avrebbero partecipato entrambi. Kaja si era iscritta come concorrente, ma il suo amico aveva ben altro da fare lì e stava facendo il misterioso, le aveva solo parlato di un’esibizione bollente. In che senso? Gli avrebbero versato addosso qualche cosa di caldo? Con quel pensiero in testa si avviò verso l’armadio doveva aveva una scatola bianca a fiori rosa piena di tatuaggi temporanei. La prese e la poggiò sul letto, aprendola per permettere a Yoongi di vederne il contenuto e di scegliere quello che voleva. ”Sono divisi per categorie, animali, fiori, tribali... questa è tutta colpa di Inga che ogni giorno vuole cambiare tatuaggio per farsi notare dalla gente!” incrociò le braccia al petto e attese il responso, quando il suo amico le indicò la sua scelta sospirò rumorosamente. ”Adesso per favore firma uno scarico di responsabilità perché boh, sti trasferelli non so da dove vengono, forse da Israele! E se muori per colpa mia? No, no, non ci torno da Ali e Kannavacciuolski in centrale! Ma soprattutto firma perché non voglio morire giovane se la tua fiamma del cuore scopre che ti ho toccato da quelle parti!” porse all’amico un foglio rosa con su scritto a penna che lei era esente da ogni responsabilità per quello che stava facendo e per ogni eventuale conseguenza. ”E adesso spogliati, su Yoongi!” allungò le mani verso l’amico con un sorrisino diabolico... e il resto non possiamo raccontarlo perchè siamo in fascia protetta! per maggiori dettagli chiamateci sulla hotline di Yoongi e Kaja che vi racconteranno la versione estesa!

    ***

    Era arrivata in studio troppo presto, attese un po’ fuori giocando a Banana Crash per ingannare il tempo. Si addentrò nell’immenso edificio solo quando le parve che l’orario fosse idoneo per farsi vedere dallo staff. All’ingresso le chiesero il nome e non mentì a differenza di un ragazzo che aveva detto di chiamarsi Iago, ma non era vero perché si dovette correggere visto che un certo Iago era già negli studios. Chissà chi era quel tipo di cui tutti volevano accaparrarsi il nome! Con quella curiosità nella mente si diresse verso la zona di trucco e parrucco dove l’attendevano Henzen e Karla che la guardavano scuotendo la testa. ”Ma come ti vesti? Tesoro, ora ci pensiamo noi! Quei jeans fanno troppo anni ‘80 e quel maglioncino natalizio! Ma mica siamo a cena dalla nonna!” Kaja non fece in tempo a replicare che quei due pazzi furiosi la afferrarono, la denudarono e le fecero indossare un vestito che pareva uscito da un videoclip di Lady Gaga. ”Voi siete fuori di testa! Questo ve lo mettete voi! Cos’è volete risparmiare sullo strobo in sala?” la rossa si spogliò e riprese i suoi indumenti, ma Karla e Henzen le permisero di indossare solo i suoi jeans giungendo a un compromesso: avrebbe indossato un maglioncino natalizio di Dolce e Banana (copyright?) che aveva delle lucine che si accendevano davvero. ”Mi raccomando, ogni tanto ripeti a voce alta chi è il designer di questo splendido capo che ti abbiamo donato! Chiaro? La pubblicità umana funziona sempre!”
    Kaja scappò da quel duo che pareva il gatto e la volpe di pinocchio, era talmente traumatizzata che non si fece toccare dai make up artist, scese la scalinata completamente struccata. Ormai aveva capito che in quella città il disagio era il vero sovrano indiscusso Malgy: “Come ti permetti? Io regno pure sul disagio, piccola gallinella di BoCotà!”, ma non ci si sarebbe mai abituata completamente nemmeno tra mille anni. Col timore di essere assalita ancora dallo staff si accomodò su una delle poltrone più defilate e lontane da tutti, sperando di non essere notata, certo con quel maglione luminoso poteva fare da luce di atterraggio per un aeromobile, ma erano solo dettagli! Alzò gli occhi per guardarsi intorno e vide persone ancora più strane di lei, un ragazzo tatuato dalla testa ai piedi, uno che indossava una gonnella, dai forse qualche persona normale c’era, tipo quella ragazza biondina seduta composta dall’altra parte dello studio che poi scoprì chiamarsi Margareth. Proprio mentre credeva che le cose non sarebbero potute peggiorare sentì una lieve scossa sulla pancia, ma non ci fece troppo caso, forse era l’agitazione per le telecamere. Accadde di nuovo e si alzò in piedi nel preciso istante in cui presentarono Malgissen come tronista, così sembrava che lei fosse entusiasta di lui, invece quel maledetto maglioncino aveva deciso di andare in cortocircuito proprio lì davanti alle telecamere e fu costretta a scappare dietro le quinte. non è diarrea come Iva lo gggggiuro! Si tolse l’indumento e lo gettò a terra strillando che serviva un estintore, qualcuno accorse e si occupò del danno mentre Henzen la guardava demoralizzato. ”La moda è contro di te, rossa. E va bene, metti il tuo orribile... coso!” finalmente le vennero restituiti i suoi abiti e si cambiò al volo, giusto in tempo per rientrare in studio e scoprire che uno vestito da Deadpool era l’ospite speciale di Malgy che lo teneva in grembo come fosse il suo gatto impasta pizza Pilù. Pilù perché è un incrocio tra i peli delle gambe e Piero Pelù? Dopo quella che parve un’eternità annunciarono che ci sarebbero state delle esterne a coppie per conquistare i favori della regina e lei capitò in coppia con Milo, il ragazzo pieno di tatuaggi. Aveva un’aria inquietante con tutti quegli organi d’inchiostro dipinti sulla pelle, oddio poteva vedergli il cervello! Fece un passo indietro, ma quando fece dell’ironia presentandosi come Zombieboy alias Zorro le uscì una risatina, la sua voce era pacata e il suo atteggiamento gentile. Non si fidava ancora completamente, erano pur sempre a Besaid, ma ormai c’era dentro e non poteva tirarsi indietro. ”Sì, io sono Kaja. Piacere di conoscerti… Zombieboy?” intuiva dai suoi tatuaggi perché si chiamasse così, ma quello era davvero il nome che gli avevano dato i suoi genitori?
    Kaja e il ragazzo zombie seguirono lo staff che li fecero salire su una macchina e li accompagnarono in centro città ad una bellissima pista di pattinaggio, dove il loro obiettivo era ballare un lento e scambiarsi un bacio sotto il vischio. ”Perché fallirai? Non sai baciare o non sai pattinare?” la ragazza scese per prima dalla macchina e una volta arrivati a bordo pista prese i pattini che indossò con qualche difficoltà, quei maledetti lacci erano davvero difficili da sistemare! ”Strano, ma vero so pattinare! Devi sapere che sono una frana negli sport, ma in questo non faccio troppo schifo!” le venne da ridere quando Milo disse che potevano far passare i loro errori per break dance. Piano piano si stava allentando la sua tensione allo stomaco per le apparenze diverse e inquietanti di quel ragazzo, era davvero simpatico e alla mano, non se lo sarebbe mai aspettato. Quando misero piede in pista, partì a manetta la hit All I Want for Christmas is You, ma aspettate un attimo cos’erano quegli inframezzi rappati “YOUUUUUUU”? Anche Zombieboy era perplesso da quel lento assurdo che POMPO NELLE CASSE!! a quel punto era una sobria ballad da valzer da camera! Provarono a muoversi assieme nel tentativo di un goffo lento, ma dopo un paio di passi caddero a terra uno sopra l’altro. Ritrovarsi sopra alla gente era la storia della sua vita a quanto pareva. Verdone esce dalle frasche lì vicino: “AO NCHE SENSO?”
    ”No, sto bene. Sono atterrata sul morbido, anche se sembri più scheletrico a occhio nudo!” Kaja ridacchiava, era abituata ad essere la più goffa del gruppo, quindi per lei erano normali scivoloni e figuracce pubbliche. Tutto d’un tratto smise di ridere perché il ghiaccio si ruppe attorno a loro creando un cerchio perfetto e improvvisamente apparve l’immagine olografica della somma Regina Malgy. ”Oddio siamo sul set di quella saga famosissima d’azione! 0064 zerozerosessantaquattro OOOOOAAAA SPOSTATEVI CHE MORITE!” Kaja sobbalzò per la sorpresa e visto quel ritrovato super tecnologico si emozionò così tanto che provò ad alzarsi, ma il ghiaccio si mosse e si ritrovò ben spiaccicata contro Milo, il quale sproloquiava riguardo a qualche episodio specifico di Wominy e Donne. ”Wow! Sei un super fan, io mi sono iscritta per scherzo!” mentre diceva quelle parole le arrivò un ramoscello di vischio in piena fronte, la Regina aveva detto che dovevano mostrare il fuoco della passione senza nemmeno un aiutino dal suo fedele scudiero Sancho Panz… ehm… Tommaso! Fu così che sapendo di non avere altra scelta Milo e Kaja si scambiarono un tenero bacetto natalizio. ”Ehm… auguri anche a te…” era arrossita, abbassò lo sguardo sui tendini tatuati del ragazzo zombie e poi tornò a guardarlo negli occhi. Kaja bacia tutti prossimamente nei cinema di Besaid! Osservò Milo mentre disegnava una Z sul ghiaccio con delle chiavi, poi la loro attenzione venne richiamata dallo staff che gli diede una mano ad uscire da quella situazione ghiacciata e li condussero in macchina in direzione dello studio televisivo. Quando finalmente arrivarono in sala si ritrovarono davanti ad uno spettacolo assurdo: Albano che faceva a gara di vocali con un tizio di cui non aveva mai sentito parlare, due concorrenti che cantavano con dei vestiti davvero attillati ed infine Yoongi. ”YOONGI!” gridò per farsi sentire dall’amico. ”Oddio sembri Jessica Rabbit, ti mancano solo le tette!” afferrò le proprie facendo delle facce provocanti all’amico per prenderlo in giro. Ecco perché esibizione bollente, era vestito come uno dei personaggi più sexy dei cartoni animati! Dopo aver sbollito le risate per quell’abbigliamento sobrio, gli lanciò un bacio e seguì Milo verso il centro dello studio dove Malgissen fece scendere dei grappoli d’uva che dovevano mangiare senza mani. ’Porca miseria che altro bacio?’ si ritrovò a pensare, ma mica poteva pomiciare tutta Besaid! Soprattutto chissà perché pomiciava solo con quelli che non la ricambiavano, mhmh… doveva farsi qualche domanda esistenziale forse. Scosse il capo quando un acino le colpì il naso e decise che invece di seguire gli ordini della Regina avrebbe fatto a modo suo per scamparsela dall’ennesimo bacio non ricambiato! Afferrò un paio di acini e li lanciò contro Milo ridendo, le sembrava di fare a palle di neve come quei due ragazzi nella prima esterna, Hobi e Leo si chiamavano se non aveva capito male. Assaggiò anche una delle sue armi, erano buone quelle piccole bombe concentrate! Doveva ammettere che quell’esperienza le era piaciuta, si era divertita col ragazzo zombie e pareva che anche lui pensasse lo stesso. Si abbracciarono amichevolmente, avevano passato una giornata davvero fuori dagli schemi. ”Anche io mi sono trovata bene con te! Sei stato un ottimo compagno di…” non finì la frase perché vide un ragazzo smilzo avvicinarsi d’improvviso e trascinare via Milo con irruenza. ”Ah…” non sapeva cosa pensare, perché quel tipo ce l’aveva tanto col ragazzo zombie? Era una persona così gentile che era impossibile arrabbiarsi con lui… e poi un dubbio lancinante l’assalì: ’Oddio non ditemi che l’ho fatto di nuovo!’ era colpa del loro bacio? Britney Bitch vestita con un abito fatto con lo scatolone fabbricone canta “Ops! I did it again!”. FINE.
     
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    Melodie // Renoir

    Mel&Serena

    No, Melodie non aveva alcuna idea di chi potesse averla iscritta a quel programma. Al fatto che potesse essere stata Delilah non ci sarebbe mai arrivata. Delilah non esisteva neanche per davvero. (?) Non che lo trovasse ridicolo, ma effettivamente non era la tipa da fare un passo del genere, sebbene il suo ego smisurato le suggerisse di andare e rubare il centro della scena al resto dei partecipanti. non sapeva ancora con chi avrebbe avuto a che fare ahimè!1!1!1
    In ogni caso, un’espressione di disapprovazione si distese sul suo viso liscio non appena si accorse del fatto che mancasse addirittura il tappeto rosso all’ingresso. Insomma, ogni programma che si rispetti concede ai propri ospiti di godere di un breve attimo di felicità hollywoodiana. Ma no, dovette ricordarsi di non essere a Los Angeles, per appuntarsi poi mentalmente di dover lasciare quella cazzo di città sperduta nel nulla all’interno del quale era finita per essere circondata da innumerevoli pazzi.
    La mancanza del tappeto rosso fu però ben presto colmata dal trucco e parrucco: Melodie ADORAAAVA star seduta davanti uno specchio lasciandosi impiastricciare la faccia da mani esperte con i pennelli. Per cui, soddisfatta del risultato finale, si era alzata dalla seggiola per andare ad indossare uno dei suoi vestiti da capogiro. Ci faceva sempre un pozzo di soldi, con uno di quelli. Un tubino color sabbia e un paio di tacchi a spillo da capogiro. Si sentiva perfetta, ed era quella la cosa più importante per lei, #sticazzi tutti gli altri, ciaone.
    Comunque, presentati i candidati, Melodie fece il suo ingresso nello studio principale, accolta da un applauso delirante #wat?!, lasciandosi andare ad una mini sfilata con tanto di mano alzata a salutare gli spettatori, manco fosse lei la regggina, e non sapendo di star inconsapevolmente sfidando sua maestà Malgioglius, evidentemente già eletto dal popolo con tanto di trono sotto al culo. SI sedette infine -dopo aver fatto il giro della sala, con tanto di sbacio a qualche gnocco del pubblico ed aver sfilato loro qualche banconota dal taschino delle giacche come per magia- su una sedia intessuta di un rosso scarlatto. Si concentrò per una volta su quelli che le stavano intorno invece che su se stessa e il riflesso delle proprie gambe sul pavimento lucido, ascoltando con attenzione la presentazione di quello che sembrava essere Carlo Conti degli americani. Che schifo gli americani. Manco gli spaghetti sapevano fare…
    Il pensiero degli USA fu strappato via da una strana e nuova sensazione di smisurata offesa. ”Eh, scusa Maria, ehm, volevo dire Caesar, scusami, ma qui dobbiamo fare la kastah biondi.” - una certa Teena stava facendo gruppo chiuso. E non solo. Inneggiava i visi toppo angelici di un paio di sfigati nati biondi. L’unica cosa buona che avessero era, secondo la modestissima opinione di Melodie, il fatto che almeno non dovevano radersi o fare ceretta costantemente, al contrario di quelle come lei, nate al centro del buio che regnava nell’impero di Satana. ”Qui gli altri povery non possono entrare, solo biondi. Dobbiamo parlare di robe da biondi. Loro sono con me, guai a chi li tocca. Non ci provate nemmeno ad avvicinarvi. Maria do fuoco allo studio!” quelle parole, poi, furono una bomba a mano piantata sotto il sedere di Melodie, che quando si trattava di difendere i propri principi e la propria RAZZA, non ci metteva niente a saltare in aria. Con estrema raffinatezza ed eleganza, così come suo solito, si portò una ciocca di capelli neri come la pece dietro la schiena, sollevando le spalle e drizzandosi appena sulla sedia. Schiuse le labbra e sospirò quasi silenziosamente, prima di trasformare i pensieri in parole. Più che biondi a me questi mi sembrano platini, mi ricordano la lana delle pecore… e le pecore sono da tenere nel recinto, altrimenti si perdono per quanto sono ottuse… disse allora in un tono di voce tanto pacato quanto decisamente udibile. Un altro sospiro e si alzò quindi interrompendo il dedito lavoro di un cameraman per farsi spostare la sedia accanto a quella di Poison, sedendosi quindi fra di lui e quello che ricordava chiamarsi Xavier. Mlmlml. Le piaceva Xavier. Lo guardò un momento aspettando che, come suo solito, divenisse rosso peperone, prima di avvicinarsi e scoccargli un simpatico bacio sulla guancia. Ecco. Mo’ ce l’aveva pure lei la stracazzo di kastah. Ciao tesoro, passami la sigaretta. si rivolse quindi a Poison, che da bravo bad boy dei povery aveva preso a fumare in studio come se nulla fosse. Purtroppo era consapevole del fatto che guardassero i bambini, altrimenti gli avrebbe proposto di farsi una striscia di coca.
    Dopo l’ingresso pirotecnico (?) della Queen di Besaid, i concorrenti vennero divisi in coppie. Fu sorpresa nel ritrovarsi assieme ad una tipetta mingherlina della casta dei rossi, forse era la sorella minore di quell’altra carina che era arrivata per ultima. (?) Aveva già dimenticato i nomi, ma in ogni caso fece un sorrisetto di circostanza sebbene si sentisse un po’ annoiata dall’idea di un’esterna con una donna. Non che non ci fosse motivo per divertirsi, ma i maschi erano decisamente più facili da abbindolare, Melodie questo lo sapeva. Ci avrebbe scommesso verdoni sul fatto che, tutti gli uomini la dentro, valevano la metà delle ragazze che partecipavano al programma. giuro Ella non la pensa così, perdonatemi!

    Un’esterna dopo l’altra, giunse il turno suo e di Serena. Il loro compito sarebbe stato quello di recarsi all’ospizio di Besaid e ridere di quelli con l’alzheimer rendere il natale dei vecchi nonnini e nonnine un po’ più caloroso del normale. Dopo tutto niente male, i registi ci avevano visto giusto su di lei, ma… Serena?
    Melodie richiese una bella limousine per far scortare lei e la sua partner all’ospizio, o non avrebbe messo neanche la punta del piede dentro quel coso puzzolente di vecchio. Sai, sei davvero una bella ragazza, con quel corpo potresti fare faville, se solo lo volessi… si complimentò Melodie mentre, seduta sulla poltroncina in pelle nera della limousine, versava due shot di Tequila per riscaldare un po’ gli animi. Lo passò a Serena che, alquanto incerta sul da farsi, lo mandò giù con foga, tossicchiando appena e facendo smorfie di disgusto per i successivi venti secondi. E così via, il secondo, il terzo, quarto e quinto, fino a che non giunsero a destinazione. Le guance della partner erano diventate del colore dei suoi capelli, sembrava una piccola Carolina arrostita e Melodie non poté far altro che trovarla tremendamente dolce. La prese per mano e l’aiutò a scendere dall’auto, laddove erano aspettate da uno strano tipo degli studios accompagnato da un cameraman. Questi sono per voi, dovrete indossarli e seguire le istruzioni. - Melodie inarcò le sopracciglia, non tanto per la sorpresa o per il disgusto che provò nel vedere gli abiti da babbo natale, ma più che altro per gli ordini che il tipo si pensò di poter impartire loro. Così, lo spirito femminile e guida di Melodie prese nuovamente il sopravvento: l’ennesima ciocca di capelli veniva spostata dietro la schiena mentre le spalle si rizzavano e lei prendeva a camminare con decisione ed esperienza sui tacchi. Afferrò gli abiti e sollevò il mento in direzione del ragazzo. Certo, ce la vediamo noi. eccome se lo avrebbero fatto.
    Quando uscirono dallo sgabuzzino in cui le avevano chiuse per permetter loro di cambiarsi, i vestiti avevano tutt’altro aspetto. Erano corti, aderenti, puffettosi e decisamente sexy. Melodie tirò fuori il rossetto rosso di ysl e lo spalmò sulle labbra carnose di Serena, soddisfatta di come era riuscita a conciare la sua partner. Tu sei una meraviglia, ma io sono un’artista. commentò contenta richiudendo il rossetto e lasciandolo cadere con aria soddisfatta nella borsa. Quando uscirono, si ritrovarono al centro di una grande sala: delle sedie di plastica erano posizionate attorno ad un grande palo che sembrava esser fatto di zucchero. Prese Serena per mano e la trascinò contro di esso, iniziando a muoversi #SOAVEMENTEEEEE BESAMEEEE e terminando lo spettacolino prese a sbottonarsi la giacchetta di babbo natale, così le telecamere si oscurarono.

    Tornate in studio, dopo gli ennesimi cinque shots di tequila nella limousine, le follette di Babbo Natale tornarono ai loro posti per poter assistere all’ennesima catastrofe della serata. A Serena sembrò piacere, tanto che il rossore delle guance si distese su tutto il resto del corpo (?).
    Il ragazzo al pianoforte sembrava tale e quale a Holden, suo fratello. O meglio, no, non era sua fratello. Impossibile che avesse un fratello. Eppure somigliava tremendamente a qualcuno che conosceva. Vabbe. Si smezzò un’altra sigaretta con Poison, che si era digievoluto in Pikachu e mandava secchiate di scosse elettriche in direzione di Zombieboy, forse nel disperato tentativo di ridargli la vita. Fu in quel momento che scese l’uva, piantandosi davanti alle telecamere ed oscurando, finalmente, la coscia scoperta di un altro tipo apparso poco prima, con tanto di tatuaggio in un luogo che avrebbe forse anche evitato di guardare.
    Fu allora che, senza neanche alzarsi, indicò al solito cameraman di lasciar perdere il lavoro per staccarle dei chicchi d’uva ed imboccarla. E lui lo fece. E lei First Lady foreva.
     
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    Coppia: Eva & Maggie

    -Che cosa hai detto? - chiese Margareth, strabuzzando appena gli occhi, quando sua sorella le diede la bellissima notizia. -Hai sentito bene non fare la finta tonta. - ribattè l’altra, senza preoccuparsi di ripetere di nuovo quanto aveva pronunciato giusto pochi attimi prima. -O vuoi forse dirmi che stai diventando anziana? à aggiunse poi, guardandola con un sorriso piuttosto furbetto sul volto. Le sue due Olsen si erano sempre volute molto bene, ma non per questo evitavano di punzecchiarsi ogni volta che ne avevano la possibilità. La maggiore infatti scoccò immediatamente un’occhiataccia nei confronti della minore, muovendo lentamente il capo nella sua direzione. -Che cosa sarebbe esattamente questo Uomini e Donne? - chiese quindi, deponendo le armi e cercando di capire qualcosa in più in merito a quel famigerato concorso a cui al sorella l’aveva iscritta. -HAI DETTO UOMINI E DONNE????? - strillò zia Lorelai, dal corridoio, raggiungendo le altre donne Olsen a una velocità decisamente sorprendente per i suoi standard. Lorelai era sempre stata una donna posata e pacata ma alcune volte sapeva tirare fuori parti sconosciute alle sue nipoti. Margareth la guardò con aria un po’ scettica, possibile che lei fosse davvero l’unica in quella casa a non sapere di che cosa stavano parlando? -Credo di si.. - rispose quindi, spostando lo sguardo sulla zia e tenendolo incollato su di lei, per paura che potesse esibirsi di nuovo in una delle sue urla ultrasoniche un po’ come quando Ivar vedeva i vanvulini di Adam. -Ma è MERAVIGLIOSO! HO SEMPRE SOGNATO CHE UNA DI VOI VI PRENDESSE PARTE! - aveva continuato Rory, sempre più isterica, costringendo Margareth a tapparsi le orecchie per evitare di diventare sorda. Non ricordava che neanche sua figlia Lilian avesse mai urlato così tanto e forte per qualcosa. -Ma come mamma, non la conosci davvero? - chiese la piccoletta quindi, spuntando da sotto il tavolo e rivolgendo uno sguardo accusatorio verso la madre. -Lo zio Wade me lo fa vedere sempre quando mi fa da supersitter! - rivelò la voce della verità a quel punto facendo drizzare i capelli di Maggie. Ora voleva assolutamente capire di che cosa si trattasse e Wade le avrebbe sicuramente dovuto dare qualche spiegazione in merito. -E qualcuno sarebbe così gentile da spiegarmi finalmente di cosa si tratta esattamente? - domandò di nuovo, ormai quasi sul punto dell’isteria. Iniziava a pensare che avrebbe proprio dovuto chiamare l’amico per farsi dare qualche spiegazione in merito, ma sperava di non dover ricorrere a tanto. -E’ un programma per trovare l’anima gemella. - mormorò sognante Lorelai, alla fine, anche se le altre due Olsen la guardarono non troppo convinte. -Uhm.. si, qualcosa del genere. - terminò Fae, ridacchiando sotto i baffi.
    La zia a quel punto pensò bene di cercare una delle videocassette in cui aveva registrato tutte le puntate di Uomini e Donne che si erano tenute da quanto Caesar era il presentatore, per mostrare alla nostra povera sfortunata di che cosa si trattasse. -Oh e devi assolutamente procurarmi un autografo di Caesar, è così…OHHHHH - non terminò la frase, ma fu un bene probabilmente. Non aveva mai visto Lorelai interessata ad un uomo ma la cosa la metteva stranamente in soggezione. Chissà perché l’aveva sempre vista come una creatura incapace di provare dei sentimenti per qualcuno che non fossero loro tre.
    Bastarono pochi minuti della trasmissione comunque perché Maggie si alzasse dal divano, iniziando a inveire contro Fae per quella pessima, pessima idea. -Tu sei pazza, io non ci vado. Aveva avuto delle pessime esperienze con appuntamenti al buio e altre cose di quel genere e non aveva alcuna intenzione di mostrarsi in televisione, soprattutto. Oh sì che ci andrai, eccome! Non si può certo deludere la regina! A costo di accompagnartici io. - decretò la ragazza arcobaleno, scuotendo al vento i suoi capelli multicolor con un’espressione piuttosto soddisfatta sul volto. -La regina? Chi sarebbe la regina? - chiese ancora la giovane madre, ma nessuno volle darle ulteriori informazioni purtroppo. Qualcosa le diceva che non sarebbe stata affatto la tranquilla serata che lei avrebbe sperato.

    Il fatidico giorno era arrivato e Fae l’aveva convinta a indossare un abito che aveva comprato proprio quell’occasione. Era una sua impressione o sua sorella stava cercando di trovare un modo per vendicarsi di qualcosa che le aveva combinato da piccola? Difficile a dirsi. Per essere certa che arrivasse in studio all’orario giusto e soprattutto che si presentasse, sua sorella l’aveva davvero accompagnata con la sua auto, guidando come soltanto lei sapeva fare ricordi di nottate emozionanti quando correvano verso l’ospedale, e scortata fino alla porta degli studi televisivi. Ma se ci tenevi così tanto perché non ti sei iscritta tu? - le chiese, proprio a pochi passi dall’ingresso, ma la domanda non ricevette alcuna risposta perché qualcuno l’aveva già condotta con la forza verso un camerino e Fae era scomparsa con una gioiosa risata. Nessuno le aveva ancora detto che i Faevar erano reali. Un giovane ragazzo in un abito color turchese la accompagnò verso i camerini, premurandosi di farle sapere che qualcuno si sarebbe occupato del trucco e dell’acconciatura. Maggie gli rivolse un’occhiata piuttosto scocciata a quel punto. Si era dedicata con così tanta attenzione al suo look che non avrebbe permesso a nessuno di modificarlo! E infatti il ragazzo piuttosto appariscente che fece capolino poco dopo la spaventò con un trillo improvviso. -Tesoro ma sei FA-VO-LO-SA! E quelle piume! Spettacolare! - si complimentò, dandole giusta un’altra controllata. Per quanto le riguardava pensare di assomigliare molto più a un’anatra che a un essere umano, ma dopotutto come diceva Adrian de gustibus non est disputandum. Studiare diritto romano all’università le era servito soltanto per questo, per poter vantare qualche frase in latino qua e là come se fossero stati coriandoli lanciati a Carnevale. -Manca soltanto una cosa! - aggiunse, piuttosto gaudioso, sfoderando una scatola trasparente. Margareth non ebbe il tempo di ribattere ovviamente prima che l’uomo le soffiasse addosso qualche glitter che, a suo dire, l’avrebbero resa quasi regale. Tossì appena, muovendo in aria una mano per scacciare qualche altro brillantino che minacciava di farla soffocare e si lasciò condurre a malincuore dietro le quinte, da cui tutti i vari gongorrenti, così li aveva definiti, avrebbero fatto il loro ingresso in studio.
    Una volta giunto il suo turno varcò la soglia, rimanendo quasi accecata da tutte quelle luci in studio, che la fecero quasi capitombolare giù dalle scale. Per fortuna era abituata a portare tacchi vertiginosi durante il giorno o la serata sarebbe finita ancora prima di iniziare. Non potè fare a meno di individuare la figura del famoso Caesar, a cui avrebbe dovuto richiedere un autografo per la zia Rory. Quella si che sarebbe stata un’impresa non semplice. Forse sarebbe stato più semplice fargli recapitare una querela, almeno così non si sarebbe potuto rifiutare di apporre la sua firma su un documento. Poteva essere un ottimo piano B se non fosse riuscita in quello principale. In ogni caso con tutti i brillantini che le avevano soffiato addosso faceva quasi pendant con la giacca glitterata del presentatore. Se ne stava comodamente seduta sulla sedia quando una donna bionda decisamente vistosa entrò in studio piuttosto agitata, mandando all’aria lo studio mentre spostava le sedie a destra e a sinistra. La fece alzare per andare a sedersi accanto ad un altro uomo insieme ad un’altra ragazza. Soltanto quando lei parlò, rivelando le sue intenzioni di creare la kastah biondi, si rese conto che era stato quello il motivo della sua scelta, disegnando poi un perimento in terra per completare il suo lavoro. -Sta succedendo davvero? - chiese quindi Margareth, a quel punto, cercando la figura di sua sorella in mezzo al pubblico, alla ricerca di un po’ di sostegno che ovviamente non trovò. Tuttavia era onestamente curiosa di capire cosa fossero quelle fantomatiche cose da biondi di cui dovevano parlare.
    Caesar attirò di nuovo l’attenzione su di sé per presentare il tronista d’eccezione per la serata, Christian Malgissen. Il pubblico andò in visibilio ma Margareth fu piuttosto catturata dalla figura vestita di rosso che se ne stava accomodata sulle sue gambe. I sui occhi glitterati le stavano facendo uno scherzo o era davvero lui? Malgy stava dicendo qualcosa riguardo a delle prove ma Maggie aveva gli occhi incollati su Wade che subito zampettò nella sua direzione, gridando il suo nome prima di stringerla in uno dei suoi caldi abbracci. -Wadie! - lo strinse lei di rimando, scoccandogli un bacio sulla maschera. -Io in realtà non volevo venire, dici che sarà divertente? - domandò, ancora piuttosto confusa da tutto quello che le stava capitando attorno e ancora non aveva visto niente. Lo lasciò andare con aria abbastanza abbattuta quando scoprì di non essere stata accoppiata con lui per superare le dodici fatiche di Ercole la prova in esterna che li avrebbe condotti dritti al cuore della regina. Si guardò attorno cercando di scoprire chi fosse la sua partner in crime, intuendo che dovesse trattarsi di una bellissima donna piuttosto scocciata che un ragazzo stava accompagnando verso l’esterno. Anche lei venne condotta verso l’auto che le avrebbe portate chissà dove. Lei ancora non aveva capito nulla riguardo quella trasmissione quindi era convinta che sarebbe risultato un fiasco totale. Attese la sua compagna di viaggio di fronte al van nero per potersi presentare. -Si esatto, piacere mio. - rispose, in maniera molto garbata, stringendo la mano dell’altra concorrete, che sembrava felice persino meno di lei. -A dire il vero non sapevo neanche che questo programma esistesse. - rivelò, con una leggera risata, mentre saliva sul van dai vetri oscurati. -E’ stata mia sorella ad iscrivermi e ad accompagnarmi, io sarei rimasta a casa. - continuò, prima di voltarsi verso il tizio che ancora teneva loro incollate delle telecamere. -Questo non lo mandate in onda vero? - chiese, ma quello, ovviamente, non rispose. Le sembrava quasi di trovarsi insieme alle guardie svizzere, anche se lei non le aveva mai viste dal vivo.
    Soltanto una volta giunte alla piazza centrale il ragazzo dello staff si decise a rivelare loro qualche sarebbe stato il loro destino: vestite da elfo o Babbo Natale avrebbero dovuto percorrere le strade innevate di Besaid su uno slittino improvvisato, regalando giocattoli ad almeno 10 bambini. Un gioco da ragazzi no? Se non fosse stato per il piccolo inconveniente dello slittino di cartone che, lo temeva, avrebbe fatto sicuramente una pessima fine. Insieme al loro magico trono gli venne consegnato anche un sacco di iuta contenente i regali che avrebbero dovuto distribuire. Per fortuna non avrebbero dovuto comprarli e confezionarli loro! Scelse il costume da Babbo Natale, immaginando che fosse quello più ingombrante e più vistoso dei due, così a risparmiare alla sua collega la sofferenza di essere esageratamente al centro dell’attenzione. Risero di gusto, nel vedersi conciate come se fossero effettivamente appena uscite dalla casetta di Babbo Natale che si trovava al polo nord, come sua figlia Lilian aveva creduto per anni prima. -Tutto sommato direi che facciamo comunque un figurone! - disse Maggie quindi, risistemandosi una forcina che era sfuggita dall’acconciatura. Abbandonate al loro destino dal loro autista non si persero d’animo e, d’accordo su chiamare un taxi per il rientro, cercarono di organizzarsi al meglio per la questione slitta e doni ai bambini. La bionda si accomodò quindi sulla sua slitta di cartone come una Cerentola dopo la mezzanotte e Eva iniziò a trainarla attraverso uno dei lembi.
    Si avvicinarono verso un folto gruppo di bambini, che avrebbe permesso loro di svolgere la prova il prima possibile e Eva le chiese di occuparsi lei del contatto con i piccoletti, perchè lei in quanto a rapporti con le persone diceva di essere assolutamente negata. -Se riesci a convincere mia figlia a smettere di mangiare dolci potrei farti una statua! - le disse soltanto, lasciandosi andare ad una sonora risata, prima di scendere dal suo non bianco destriero per andare a consegnare i favolosi doni. Non aveva ovviamente la più pallida idea di che cosa ci fosse all’interno, ma sperava che quei piccoletti non ne sarebbero rimasti troppo delusi. Dopotutto se quelli della trasmissione si stavano impegnando tanto per quello spettacolo immaginava che avessero anche scelto con cura i regali per i bambini. O forse Malgy odiava i bambini? Lei invece da quando aveva avuto sua figlia aveva scoperto di avere un lato particolarmente adatto a comunicare con loro e di sapere quasi sempre cosa dire per non risultare troppo fuori luogo o farli scoppiare a piangere. Distribuì quindi i primi cinque regali, facendo attenzione a ricordare i bambini che avrebbero potuti aprirli soltanto la mattina del 25 e poi tornò sulla sua slitta. Quasi quasi si chiedeva perché non avessero consegnato anche un costume da Rudolph la renna, così che sarebbe sembrata una vera slitta di Babbo Natale! -Ho avuto qualche anno per fare pratica. - rivelò in tutta tranquillità, rivolgendo un occhiolino in direzione della sua compagna di avventura. Dopo gli otto anni trascorsi insieme a sua figlia poteva dire di esserci ormai abituata. -Beh, c’è un gran bisogno di medici bravi, quindi direi che anche la tua abilità vale parecchio. - aggiunse poi, con un sorriso ancora più largo a colorarle il volto.
    Assalite da un gruppo di ragazzini che sperava di ricevere un regalo consegnarono gli ultimi rimasti. Il problema era che i ragazzi non sembravano affatto intenzionati a lasciarle andare via senza aver ottenuto tutti quanti qualcosa e la situazione iniziò quindi a farsi drammatica. -Oh cavolo, dobbiamo inventarci qualcosa. - sussurrò all’orecchio dell’altra, prima che a lei venisse la brillante idea di cercare di spedirli tutti al Mørdesson Institute per ricevere delle caramelle. -Sei stata geniale! Come ti è venuta questa idea? - chiese, immaginando che dovesse trattarsi di uno scherzo, dubitava che in un istituto serio come quello regalassero delle caramelle ai bambini per Natale, ma non si poteva mai sapere. Poteva essere un’ottima strategia di marketing per essere sempre sulla cresta dell’onda. Trattenne una risata quando l’altra rivelò che in effetti si trattava di un bluff e, abbandonando la loro preziosissima slitta, andarono alla ricerca di un taxi che le riportasse in studio, finalmente sane e salve. Lì fuori, dopotutto, si gelava.
    Ad accoglierle in studio ci fu l’esibizione di artisti canori di un certo spessore, insieme ai partecipanti che avevano dovuto scrivere una canzone durante la loro esterna. Molte cose sembravano essere cambiate da quando erano uscite dallo studio e tanti nuovi ospiti dall’aspetto un po’ singolare erano entrati in studio. -Mi sa che ci siamo perse qualcosa. - mormorò infatti sottovoce all’orecchio di Eva, mentre cercava, senza successo, di capire qualcosa di più. Stava quasi per tirare un sospiro di sollievo comunque, convinta che ormai tutti i loro problemi fossero finiti, quando la Regina informò i partecipanti che per il gran finale avrebbero dovuto fare il gioco dell’uva, cercando di mangiare più acini possibili insieme ai loro compagni di squadra. Accompagnando una Eva piuttosto scocciata anche Maggie raggiunse il centro dello studio mentre i grappoli d’uva iniziava a calare dal soffitto fermandosi proprio all’altezza delle loro teste. Lei non aveva mai avuto problemi nello stare in intimità con altre donne quindi l’idea di rischiare di baciare Eva non la agitò affatto mentre la sua collega preferì mangiare la sua quantità di uva con le mani piuttosto che partecipare all’ultimo gioco della serata. Lei invece iniziò a mangiare dal grappolo senza farsi troppi problemi. Dopo la scena della slitta di cartone quello probabilmente era il male minore. Le grida di Malgy che sgridava uno dei concorrenti la fecero sussultare con un certo spavento, notando poi che si trattava del ragazzo biondo con cui aveva condiviso il cerchio dei biondi qualche tempo prima, che sembrava il più confuso riguardo alla trasmissione. Persino più di lei!
    Scosse il capo, con un gran sorriso, quando Eva si scusò per non essere stata troppo proposito. -Ma scherzi? Credo che non avrei potuto desiderare una compagna di squadra migliore! Anzi, che ne dici se lasciamo tutto questo casino e andiamo a prenderci un bel caffè? Magari vestite un po’ meglio?
     
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    BLUEBELL SERENA BLYTHE ❖

    Coppia: Serena/Melodie.

    Non aveva idea di come fosse finita lì. Non ricordava di essercisi iscritta, né di aver dato il suo consenso su nessuno modulo o dir si voglia. Forse era stato un pessimo scherzo di Liv – ne dubitava – oppure sua madre aveva nuovamente superato i confini dell’impensabile, cimentandosi in quella nuova impresa tutta a suo danno. La seconda opzione era decisamente la più probabile e, nonostante tutto, Serena si ritrovò a non esserne esattamente sorpresa. Martha Harlan era un genio della scienza ma, purtroppo per Bluebell Blythe, era altrettanto imprevedibile.
    Nell’attesa che l’intera faccenda cominciasse – quale faccenda? aiuto - una quantità di gente sconosciuta, dotata di auricolare e carpette su cui doveva essere segnato il programma della serata, le si agitava attorno, in preda ad un’incomprensibile frenesia. Da quando era arrivata, attirata sin lì con il pretesto di un’ultima commissione da sbrugare, le avevano fatto le peggiori torture: era stata truccava, strizzata in un abito sin troppo aderente e imprigionata in pericolosissimi tacchi, ignorando qualunque sua flebile protesta. Una donna con talmente tanto fondotinta da rasentare l’arancione fosforescente le prese in mano una ciocca di capelli, studiandola con aria critica. «OhmonDieu, lacca. LACCAAAAH!» Urlò, schioccando le dita e richiamando un assistente di passaggio che la spruzzò di lacca da capo a piedi, con la stessa ferocia di un’agenzia di disinfestazione contro un povero ed innocente scarafaggio. «Vai cara, vaaaai!» E, prima di darle il tempo di smettere di tossire, la spinse nello studio, frastornata ed abbagliata dal turbinio di flash che rischiarono di accecarla addio vista per sempre, sorda e pure cieca. Seguendo gli altri poveri sventurati, avanzò traballante sino ad una sedia imbottita e vi si sedette come se fosse la sua unica salvezza, continuando insistentemente ad allungare l’orlo inesistente del vestito sulle gambe nude. Non si era mai sentita così svestita. E truccata. E osservata – di quel passo avrebbe avuto un attacco di panico. Si guardò attorno, confusa, cercando di capire cosa diavolo stesse succedendo; non poter udire i suoni non era affatto d’aiuto, in quel contesto, e l’espressione dipinta sul viso di Serena era la stessa del povero Bambi quando, a pochi minuti dall’inizio del cartone, assisteva all’impietosa morte della madre per mano del cacciatore #traumi. Mentre un uomo dal curioso ciuffo blu parlava, gesticolando in maniera esagerata, Serena riconobbe qualche viso familiare: Xavier, il povero sceneggiatore a cui aveva rovesciato addosso del caffè bollente, Liv - quindi era stata una sua idea? - e… quell’altro non era il ragazzo che lavorava in biblioteca? Prima ancora che potesse fare un cenno di saluto – o sperare, in qualche modo, di farsi salvare da Liv – un nuovo fascio di luci stroboscopiche annunciò l’entrata in scena di una donna bionda e prosperosa (?) che, a passo marziale, prese a cambiare le disposizioni dei posti. «Eh, scusa Maria, ehm, volevo dire Caesar, scusami, ma qui dobbiamo fare la kastah biondi.» Kastah biondi? Di che diamine stava parlando? Serena si guardò attorno, allarmata. Se li avessero divisi per colore di capelli, i rossi erano sicuramente in minoranza. “Ma non è tipo… discriminatorio?” Si ritrovò a pensare prima che, con l’ennesimo colpo di scena (?), tale Caesar annunciasse l’indiscussa protagonista della serata: la sola, unica, inimitabile, scoppiettante, sbrilluccicante e spumeggiante Malgy. …che Serena, ovviamente, non aveva la minima idea di chi fosse, né di quale contributo avesse dato al mondo per diventare famosa. Un uomo – almeno tale sembrava – vestito di rosso fiammante fece il suo pomposissimo ingresso nella sala e si accomodò sul trono, le gambe accavallate e il piedino che dondolava insistentemente nell’aria, accompagnato da un altro sconosciuto la cui identità era completamente celata da una tutina rossa. Per la povera Serena, quella situazione stava diventando sempre più imbarazzante ogni secondo che passava; probabilmente se la sarebbe anche data a gambe se solo non fosse stata tanto intimorita da Teena, dal suo esercito di angeli biondiH e dalle telecamere che le venivano puntate contro, atterrendola come i fari delle auto per i poveri koniglietti investiti nelle strade di campagna #rip e siamo alla morte tragica numero 2. Nonostante il grande schermo su cui era proiettata la sua immagine, ebbe qualche difficoltà a leggere le labbra della regina e l’unica cosa di cui era certa, nel momento in cui comparvero i nomi delle coppie, era che avrebbe dovuto collaborare con una certa Melodie – inutile dirlo, l’ennesima sconosciuta che, se non altro, sperava avesse capito cosa stava succedendo più di lei - altrimenti erano davvero spacciate e la regina sembrava avere delle aspettative piuttosto alte per tutti loro.

    Le esterne ebbero inizio e, sempre più agitata man a mano che si avvicinava il loro turno, Serena le seguì a bocca aperta, seduta sul bordo della sedia ed ormai completamente dimentica delle sue grazie in bella vista. Assistette a gente che doveva creare un pupazzo di neve (qualunque cosa fosse ciò che aveva portato in studio), e gente che suonava i campanelli, augurava buone feste a caso, e scappava rischiando di sfracellarsi la faccia a causa dei lacci delle scarpe legati. Tutto ciò non aveva alcun senso ma la reggggina sembrava gradire molto. In compenso, la prova toccata a lei e Melodie non era poi così male. O meglio… lo spogliarello era sicuramente imbarazzante ma, per lo meno, non era nulla di osè e non avrebbero rischiato di essere accusati di vandalismo o disturbo della quiete pubblica. E poi, era quasi come fare volontariato: quei poveri vecchietti sarebbero sicuramente stati felici di un po’ di compagnia, durante il giorno di Natale, per rallegrare l’aria malinconica dell’ospizio. Così si ritrovò seduta all’interno di una lussuosissima limousine, faccia a faccia con la sua partner. La osservò per qualche istante, sperando di non risultare indiscreta, affascinata dalla personalità decisa e sensuale che trapelava dai lineamenti e dal fisico perfetto. «Sai, sei davvero una bella ragazza, con quel corpo potresti fare faville, se solo lo volessi…» Quel commento la prese in contropiede, facendola arrossire come un peperone e ricordandole, d’un tratto, quanto striminzito fosse il suo abito. «G-grazie. Sei davvero gentile e.., beh, sei stupenda.» Borbottò, tutto d’un fiato, mentre la mora le metteva in mano un bicchiere ricolmo di liquido trasparente e alcolico. Serena esitò per un istante e poi, dopo aver preso un profondo respiro, lo bevve in un solo sorso. Dopo tutto ciò a cui aveva assistito – e ciò che, come minimo, le aspettava – aveva bisogno di calmare i nervi e sciogliersi un po’. «Uhhh.» Il sapore del liquore era davvero tremendo, così tanto che non riuscì a sopprimere una smorfia, una seconda, una terza ed una quarta ad ogni shottino ingurgitato. Iniziava a sentire insolitamente caldo, una vampata che nasceva dallo stomaco e si espandeva lungo il petto, il collo e il viso. Ridacchiò, senza un motivo apparente. La limousine si fermò e Melodie scese per prima, aiutandola a scendere. Fu solo grazie a lei se Serena non incespicò nello scalino, traballante e sorniona com’era dopo tutti quegli shot a stomaco vuoto. Si sentiva leggera e… divertente. «Questi sono per voi, dovrete indossarli e seguire le istruzioni.» Un uomo sventolò sotto il loro naso dei costumi da babba natale, minuscoli, spugnosi e pieni di fiocchetti e balze. A quella vista, Serena sgranò gli occhi ma, prima che potesse dire o fare qualunque cosa, Melodie la trascinò nel camerino che avevano riservato loro con aria decisa. Sembrava determinata a portare a termine quella “missione”, tanto che impiegò pochi minuti a cambiarsi. Al contrario, la rossa indugiò nello stirare il piccolo costume, forse nella speranza di deformarlo abbastanza da coprirsi le cosce. Non sapeva cosa fosse peggio, l’abito che aveva indosso o quello da Babbo Natale. E pensare che ci avrebbe anche dovuto fare uno spogliarello. «Hai ancora…? Forse avrei dovuto bere di più.» Mormorò, tra sé e sé, arrendendosi al gioco. Si cambiò d’abito e uscì assieme a Melodie, lasciando che la ragazza le mettesse il rossetto. Era piuttosto confusa e non aveva la minima idea di come si facesse uno spogliarello. Diamine, lei nemmeno la sentiva la musica! Ne avvertì giusto le vibrazioni e, trascinata da una Melodie sin troppo entusiasta, si ritrovò ad appoggiarsi al palo di zucchero per cimentarsi in mosse quantomeno audaci e, probabilmente, ridicole e fuori tempo.

    Finalmente il “perfetto!” del cameraman annunciò la fine di quel pietoso spettacolo che, con l’audace finale improvvisato da Melodie, aveva fatto schizzare alle stelle la pressione di almeno tre o quattro poveri anziani. Le ragazze vennero riaccompagnate alla macchina e, presa dalla vergogna e non del tutto conscia di ciò che era realmente successo, Serena accettò più che volentieri i bicchieri che la compagna continuava a metterle in mano, vuotandoli uno dopo l’altro. Quando tornarono in studio era già decisamente alticcia, a tal punto che non faceva altro che ridere e rivolgere sorrisi innocenti a chiunque incrociasse il suo sguardo. Si lasciò sfuggire persino qualche esclamazione di ammirazione e stupore nell’assistere alle esterne degli altri concorrenti. Però, stava iniziando a prenderci gusto con quel gioco.
    Terminata l’esibizione canora – piuttosto ridicola, per una persona non udente come lei, ma a cui non si risparmiò di applaudire entusiasticamente per incoraggiare Xavier – Malgy annunciò un gran finale a sorpresa con il “gioco dell’uva”. Diversi grappoli calarono dal soffitto ed i concorrenti vennero invitati a cimentarsi in un banchetto senza ausilio di mani o posate e con un incredibile rischio di un inaspettato tete-a-tete. «NO!» Sbottò, alzandosi di scatto. «Questo non posso farlo, non posso proprio!» Si impuntò, svicolando sotto il braccio di un assistente di produzione intervenuto per convincerla e andando a nascondersi dietro la sedia di Melodie come se la giovane fosse la sua unica salvezza. Era rossa in viso e vagamente alterata, il tono di voce acuto. «Senta, non ho intenzione di baciare qualcuno, ok? Non ho mai baciato nessuno e non voglio farlo.» Protestò, senza nemmeno rendersi conto di averlo ammesso ad alta voce, in televisione. Forse era una fortuna che fosse così ubriaca: magari il giorno dopo non avrebbe ricordato nulla.
     
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    ✨✨✨Wominy e Donne di Besaid - Christmas Edition✨✨✨
    ❄ EPILOGUE ❄


    Ora che l'alea iacta est (?), il programma ha visto sul suo palco tutti i gongorrendi più agguerriti, e il gioco dell'hoova è finito, è il momento di rivelare la squadra che ha rubato il cuore alla Regina! Le luci si abbassano, e mentre Teena continua ad attaccare sticker della Ka$ta biondi sul pavimento, CC8 è in corto circuito e Caesar è andato a cercare delle armi di distruzione di massa per disfarsi del suo acerrimo rivale, la Divina prende posto sul suo trono (era andata a brindare con un bicchiere di bollicine con Enzo e Karla), pronta a dichiarare la fine del torneo in suo onore.
    Gari gongorrendi! Il tembo per scoprire chi ha vinto il torneo è arrivato! Lo so che con ce la facevate più ad aspettare, non ci vedevate più dall'anzia! Abbiamo avuto sul nostro palco delle squatre infitiabili. Antiamo con ortine. Per primi, Leo e Hobi, si sono combortati da veri mamacitos, con quella interpretazione di Cost che proprio mi ha fatto traballare il cuore e i pandaloni! Poi Ueid e il mio amico Poison (crazie per guesda bamba clitterata è proprio tivina!) che hanno reso questo Natale brobrio esblosivo come il mio corazon! Poi Meloti e Serena, stupente racazze con le curve mozzafiato che ci hanno recalato un'esipizione a prova di strip clap con quei costumi secchesi! Zompi e Caia pravissimi sul chiaccio, hanno avuto pisogno di un incoracciamento ma mi hanno recalato un sacco di cioie con quel vischio, prima in cobbia e poi con Poison dietro le guinde! (TOMMASO, MANDA IL VIDEO!) Crazie anche a Mecchi e a Eva, che con la loro esterna hanno reso felici tutti i bambini di Besaid, con guello slittino che le vedevo volare su fino allo spazio combleto. E infine, Chun e Savier pelissimi, purissimi, stupenti e scindillandi nella loro performans con Alpano, avete deliziato le orecchie della Recina col vostro gando, anghe se avrei voluto vedere di più delle vostre gambe ma vabbè, sarà per il prossimo procrmma, dove tutti i gongorrendi dovranno arrivare proprio senza veli gome mamma vi ha fatti! Bene, con guesdo proposito per il nuovo anno ci siamo, ecco che vi svelerò ghi mi ha rubato il guore!
    Una polvere di clitter che tanto assomiglia alla cocaina neve inizia a cadere dal soffitto, ed in una posa teatrale la Regina si alza dal suo trono.
    La coppia che mi ha rubato il guore è... TUTTE! A Natale la recina è felice e per darfi il benvenuto nel nuovo anno vi porta dei pellissimi regali tutti da Besaid!
    La regina è un po' povera di cuore e allora ha riciclato per ognuno di voi uno dei regalini che Rachida ha dedicato nel suo oroscopo - beh, che dire, la regina non ha nemmeno il tempo di uscire a comprare dei doni!!
    Leo Wagner
    Action figure di Don Matteo, con tunica per il catechismo d’assalto Mi raccomando il 24 sera tuti a messa da lui, altrimenti si incazza e la statuina vi esplode in casa a mezzanotte e uno urlando “Merry Christmas un cazzo!”
    Hobi Jung
    Barbie Malgy ghiandaia imitatrice, simbolo della rivoluzione, con la tutina aderente e il canotto incluso. Se si incastra nel canotto inizia a urlare e incazzarsi, ma il pezzo è fallato de fabbrica, quindi urlerà per sempre “TOMMASO AIUTAMI”.
    Wade Wilson
    Barbie Malgy Regina Nera della Cupola, che si atteggia a bicc who rules dis taun e lancia la tiara in giro. Chi tocca la tiara se taja. #wat
    Poison
    Barbie Renatone sotto allucinogeni. Se gli sviti la testa ce stanno le pasticche a forma de sorcini che te fanno fa trip degni della peste nera nello aevo.
    Melodie
    Action figure di Don Matteo versione 100% Brumotti, con bmx e pista delle hot weels a tema Gubbio. Ci sono anche nascondigli segreti per la droga vera e la mitica riproduzione della centrale dei carabinieri con il il Maresciallo Cecchini che parla davvero di stronzate come nella serie tv! Imperdibile!
    Serena Blythe
    Barbie Cuoppo. Perché con tutto questo cibo non può mancare. Friggitrice inclusa, con tanto di action figure di Cannavacciuolski in divisa che dà le pacche. Non ha pile, va in automatico quando meno te lo aspetti.
    Zombieboy
    Barbie Rachida Mbriachella. Se pigi il bottone all’inizio canta il Cantico delle Creature come Branduardi, poi attacca a beve e alla fine la trovi smostrata che prova a reppà Eminem in vibrato. La bottiglia è ricaricabile.
    Kaja Ellestad
    Barbie Maurittio senza collo. Tipo calippo(?). Se lo esponi alle radiazioni il collo va sempre più giù fino a rientrare.
    Eva Nguyen
    Malgy BRACE ACCESAH col grembiulino rosa, che fa tanto ambient e couce daver tutto quello che se può couce. Anche le olive, il provolone. Brace inclusa a un prezzo de la mateaaaauxx.
    Maggie Olsen
    Malgy magia delle feste, con l’abito pomposo e glitterato, che vi urla “ALZATEVI E SPLENDETE MIE TORTORELLEEE!” se le pigi il pancino.
    Joon Løvenskiold-Kim
    Malgy sirenetta con Ariello. Belli e spumeggianti pure per queste feste, con code intercambiabili e capelli posticci fatti coi peli del culo di Wade, sapientemente raccolti da Deilah nel corso dell’anno e gentilmente devoluti all’associazione(?).
    Xavier Söderberg
    Malgy veterinaria, con action figure di Pilù che fa pure la pizza che meraviglia. Se li avvicini Pilù attacca pure con cattiveria perché è offesa.

    Grazie a tutti voi per aver partecipato a questo devasto collettivo~ ci vediamo presto, nuovi eventi in arrivo, statv'accuort pasticcini miei!

     
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12 replies since 22/12/2019, 00:08   448 views
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