È così che si fa

agnes x frida | bianconiglio

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +5   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    1,188
    Reputation
    +1,555
    Location
    Al di là dei sogni

    Status
    Anonymes!
    Agnes ‘Nyx’ Mohn | '90 | ammaliatrice | sheet
    I want to drink moonlight and bathe in flower petals. To wear the earth, sleep in streams, and taste the stars.

    Seduta sul grande letto king size, rivestito con coperte in pura seta, Agnes osservava l’ambiente intorno a sé che discostava di gran lunga da quello che caratterizzava l’abitazione di Iago. La villa era infatti prevaletemene arredata con oggetti d’antiquariato mentre le stanze che la ragazza aveva fatto arredare su misura per sé, erano decisamente più fresche e minimali, meno cupe come le definiva lei. Iago spesso si ritrovava a farle capire l’importanza degli oggetti antichi e seppur Agnes li apprezzasse moltissimo e adorava ascoltare tutte le storie e gli insegnamenti che l’uomo aveva da darle su questi, lei per la sua “vita comune” preferiva uno stile meno antiquato. Al compimento della sua maggiore età infatti, Iago le aveva permesso di ristrutturare le sue stanze, lasciando libero il suo ego ed il suo stile, così da accontentare un po' quell’orfana che era divenuta una costante molto importante della sua vita. Si era molto divertita lei, a dare il meglio di sé nelle scelta degli arredi e di tutti i tessuti che andavano a decorare le sue stanze e Iago, non aveva badato a spese per la sua prediletta. D’altronde da quando Agnes era entrata a far parte della sua vita, anche gli affari erano accresciuti e la giovane ragazza, poteva vantare un ruolo ed una particolarità molto utile ad entrami. Quando aveva immaginato le sue stanze, Agnes aveva pensato ad un luogo che sarebbe perdurato nel tempo ed aveva evitato scelte adolescenziali o legate a capricci del momento, che aveva deciso di riservare per le coperte od i cuscini che, avrebbe potuto cambiare con facilità in futuro. Per questo motivo, quel luogo era tutt’ora in linea con la sua personalità (click). Varcare la soglia delle stanza di Agnes, era come entrare in una casa, dentro un’altra casa, dove stili diversi si fondevano sapientemente tra loro.
    Lasciandosi coccolare dalle morbide coperte, Agnes non riusciva ad alzarsi dal suo letto. Era stanca, e sentiva le sue gambe gonfie. Quella mattina aveva dovuto recitare la miglior parte di sé, facendo notare la sua presenza alla boutique dove, aveva passato la maggior parte del suo tempo in piedi, tra l’accoglienza ai clienti e la scelta di nuovi abiti per sé stessa. Aveva anche selezionato qualche nuovo tessuto per far cucire abiti sartoriali per il loro marchio interno, così da renderli personali e discostare un po' dallo stile di Iago. Aveva scelto anche un abito per quella sera e, l’unica cosa che la spronava a voler uscire e non rimanere a crogiolarsi nel letto, era il fato di dover incontrare la sua migliore amici nel locale di questa. Con Frida spesso, si trovava proprio al Bianconiglio, locale dove giocavano decisamente in attacco e potevano rilassare le difese. Sappi che sei l’unico motivo valido per alzare il mio sedere dal letto digitò sul cellulare Apple ultimo modello, per inviarlo poi alla sua amica arrivo da te per le 20.00, chiedi ai tuoi stupendi ragazzi di preparare anche qualcosa da farci sgranocchiare, che sto morendo di fame e sono troppo pigra per farlo preparare ad Ingrid seguì ancora, con una faccina sorridente di sé stessa seguita da un cuoricino. Ingrid, quando arriva la massaggiatrice? si lamentò poi, alzando la cornetta del telefono fisso che collega la sua camera con quella di Iago e le stanze della servitù. Ingrid e Paul erano con loro da moltissimo tempo e seppur non sapessero esattamente l’attività svolta dai loro padroni, avevano capito che vi era qualche giro strano anche per via di tutto il via vai di persone, scatole e scatoloni che seguivano. Erano persone fidate che, come lei, Iago aveva salvato da situazioni pessime e che dovevano a lui, la propria vita. Adesso che era adulta, Agnes aveva sempre più chiaro il quadro di Ren eppure, il suo opportunismo ed il suo egoismo non la tacciavano affatto. Grazie a lui aveva preso a vivere e questo, era l’unica cosa che le interessava. Da quando Agnes non era più la bambina dell’orfanotrofio, ma la ragazza al fianco di Iago, per lei le cose erano nettamente cambiate. La sua vita iniziava ad avere un senso, i suoi poteri iniziavano ad avere un senso e l’attesa, così come l’adrenalina che quella vita le portava, erano qualcosa che Agnes non si sarebbe mai aspettata di provare in tutta la sua intera esistenza. I benefici quindi, li avevano avuti entrambi ed lei, era felice e questo, era quanto più le interessava.
    Toc-Toc Signorina, è arrivata la massaggiatrice, posso farla accomodare? la voce di Paul raggiunse la camera altrimenti silenziosa di Agnes, chiedendo il permesso di far salire al piano superiore le ragazze che venivano direttamente a casa loro, dal centro estetico preferito della giovane. Finalmente! Certo Paul, falla salire ordinò lei, con un tono gradevole che troppo spesso non riusciva ad avere se era agitata, troppo di fretta o nervosa. Agnes era molto umorale e lunatica questo, non l’aiutava ad essere cordiale. Fortunatamente Ingrid e Paul la conoscevano fin da ragazzina ed avevano imparato a conoscerla e a sapere, come comportarsi con lei. Una volta che ebbe finito quelle coccole che aveva deciso di dedicarsi, Agnes si trasferì all’interno della sua immensa cabina armadio dove prese il vestito che aveva raccattato quella stessa mattina dalla boutique: un abito argento e corto (click) troppo corto, avrebbe detto Iago se l’avesse vista, senza poi aggiungere altro e lei, sorrise a quel pensiero. Le piaceva farsi notare, le piaceva essere al centro dell’attenzione forse anche per quella particolarità che la rendeva tanto affascinante quanto fatale. Una volta pronta, Agnes percorse quella strada che ormai sapeva a memoria e che avrebbe potuto percorrere anche ad occhi chiusi: quella per il Bianconiglio. Una volta al suo interno, si diresse verso il bancone dove già si trovò servita con un bicchiere di champagne, in attesa che l’annunciassero alla sua amica che poco dopo, si rivelò davanti a loro. Frida, vuoi dire ai tuoi ragazzi che non devono fare i tirchi con me? la salutò, indicando il suo bicchiere riempito troppo poco, per poi stringerla in un abbraccio di saluto. Stava scherzando ovviamente non troppo, ma Frida la conosceva fin troppo bene per prendersene a male.

    Edited by charmolypi - 8/3/2020, 11:27
     
    .
  2.     +4   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Cittadini
    Posts
    16,567
    Reputation
    +2,797
    Location
    ..un luogo al di là del tempo e dello spazio..

    Status
    Anonymes!
    Il rumore assordante della musica le martellava le orecchie, rendendole abbastanza complicato riuscire a capire quello che dicevano le persone intorno a lei. Tuttavia, quando un uomo si avvicinò al bancone per chiedere un drink lei sorrise nella sua direzione, avvicinandosi giusto di qualche passo. -Signor Halvorsen è da un po’ di tempo che non la vedevo. - disse quindi, sollevando appena il tono affinchè lui la sentisse, mentre si portava dritta di fronte a lui e continuava a sorridere. -Frida, sei sempre raggiante. - le disse l’uomo decisamente più grande di lei, sorridendo nella sua direzione. -Sono stato fuori quasi due settimane per un viaggi di lavoro. - le spiegò, senza entrare troppo nel dettaglio e lei annuì. A dire il vero non era affatto interessata agli affari dei clienti di quel piano del locale, si rivolgeva a loro soltanto perché aveva imparato da tempo ormai che la gentilezza, seppure finta, sapeva attirare le persone più di qualunque altra cosa. -Spero che abbia trovato anche il tempo di divertirsi e non solo di lavorare. - disse a quel punto, facendo fuoriuscire una leggera risatina dalle sue labbra. -Le porto il solito? - domandò poi, attendendo un leggero cenno del capo, prima di preparare il cocktail che richiedeva di solito e poggiarlo, con un sottobicchiere, davanti a lui. Non amava particolarmente quella parte del suo lavoro: stare a contatto con così tante persone, fingersi sempre gentile ed educata, stare a sentire tutti i loro racconti e le loro lamentele. Lei preferiva occuparsi dei veri affari di famiglia, quelli per i quali Oskar si riuniva ai piani più inferiori con i suoi collaboratori. Sapeva, tuttavia, che per poter mantenere al meglio la copertura e non rendere troppo palese che qualcosa accadeva in quei piani, dovevano fare in modo di pubblicizzarli il meno possibile e fingere che tutto finisse lì, in quei locali al di sopra della superficie dell’asfalto, dove tutto appariva dorato e al limite della legalità. Sorrise quindi, prima di spostarsi nei pressi di un altro cliente che ordinò il suo drink prima di iniziare a parlarle dei suoi problemi familiari. Posò i gomiti sul bancone, fingendo di osservarlo e di ascoltarlo, mentre la sua mente vagava altrove. Il suo turno sarebbe finito in circa due ore e non aveva intenzione di buttare la serata che aveva davanti chiudendosi in casa e poltrendo sul divano. -Sono sicura che le cose si risolveranno. - disse soltanto, posando delicatamente una mano sul braccio su di lui, quando le parve di cogliere finalmente il silenzio. Non aveva idea di che cosa avesse detto, ma parve contento della sua risposta perché annuì, onestamente sollevato.
    Rivolse un’occhiata in direzione del collega, inclinando appena il capo poi e indicando un’altra persona, come a suggerirgli di occuparsene lui, mentre lei apriva la porticina sul retro del bancone e andava a prendersi finalmente un po’ di pace e silenzio. Sfilò il cellulare dalla testa e scorse le chat fino ad arrivare a quella con la sua migliore amica a cui scrisse velocemente. Ci vediamo stasera? Mi annoio da morire qui al locale. Le scrisse, mentre appoggiava la schiena alla parete, per riposare un po’ le gambe. Era stufa di stare in piedi ed era stufa di vedere tutte quelle persone. Sorrise, quando arrivò la sua risposta. Lo so, anche io ti voglio bene tesoro. Rispose a sua volta. Era raro che Frida riuscisse a farsi degli amici, dei veri amici e se si parlava di donne questo era ancora più complicato, ma con Agnes aveva sempre sentito come un feeling molto particolare e, dopo Jan, era sicuramente la persona con cui più amasse trascorrere il tempo. Mi metto all’opera. Scrisse, come ultimo messaggio, prima di rimettere il telefono in tasca e spostarsi verso la cucina, per dare qualche indicazione in merito ai vari stuzzichini che avrebbe gradito ricevere più tardi, in uno dei privè. Tornò dietro il bancone quindi, con un sorriso radioso stampato sulle labbra e la giusta carica per finire il turno ora che sapeva che Agnes sarebbe arrivata dopo qualche ora. la Tana del Bianconiglio era il ritrovo delle persone più disparate perché offriva una cerca privacy ai clienti. Oskar si era impegnato parecchio affinchè tutto potesse funzionare nel migliore dei modi e mentre Frida si guardava attorno, in quella sala dove dominava il colore rosso in tutte le decorazioni. Non aveva mai compreso per quale motivo suo padre aveva scelto di utilizzare un colore diverso per ogni piano del locale, ma dopo tutto quel tempo aveva imparato a trovare la cosa sin troppo naturale.
    Terminate le sue ultime due ore al bancone recuperò uno dei suoi vestiti dall’armadio che teneva nel primo piano interrato e si preparò per la sua serata con la migliore amica. Indossò un abitino nero, impreziosito da alcuni brillantini che l’avrebbero messa in mostra anche a metri distanza, diede una ravvivata ai capelli e si sistemò il trucco, per poi recarsi verso il piano terra, dove aveva dato disposizioni di accogliere Agnes con un bicchiere di champagne. Il suo telefono squillò giusto mentre le porte dell’ascensore si aprivano, permettendole di dare una veloce occhiata in direzione del bancone. Lo raggiunse con ampie falcate, perfettamente a suo agio sui tacchi a spillo che aveva indossato, sorridendo in direzione dell’altra e stampandole un bacio sulla guancia. Frida di norma non era una affettuosa ma con pochissime persone sapeva diventarlo anche lei. Scoccò un’occhiataccia al ragazzo dietro il bancone, quando Agnes le fece notare che il suo bicchiere non era pieno come sperato e quello, senza bisogno di aggiungere neanche una parola, aggiunse dell’altro liquido nel bicchiere. Si lasciò stringere in un abbraccio prima di guardarla in maniera un po’ più attenta. -Sei meravigliosa, come sempre. - le disse, prendendo il bicchiere che avevano riempito anche per lei e mandandone giù un veloce sorso. -Vieni, al momento sono stufa di vedere persone, ho bisogno di una tregua. - le disse, prima di guidarla verso uno degli ascensori privati che le condusse qualche livello più giù, dove nessuno le avrebbe disturbate. -Ho dato disposizioni alle cucine, spero per loro che sia già tutto pronto. - aggiunse, quando le porte si chiusero e l’ascensore iniziò a muoversi, isolandole dal chiacchiericcio del piano che si stavano lasciando alle spalle. Qualche altro passo e poi aprì una porta che dava su un ambiente composto ma confortevole, con dei comodi divanetti e della musica in sottofondo. Sul tavolino al centro erano già state disposte alcune bottiglie dei vini migliori che avevano nelle cantine e una svariata quantità di stuzzichini dai più ai meno elaborati. Con un sorriso soddisfatto quindi andò a sedersi su uno dei divanetti, facendo cenno all’amica di sedersi accanto a lei. -Aggiornami, è decisamente da troppo tempo che non ti vedo. - le disse quindi, mentre terminava il contenuto del suo primo bicchiere, andando ad appoggiarlo sul tavolino e puntando lo sguardo sull’altra. In realtà forse non era trascorsa neanche una settimana dal loro ultimo incontro, ma per lei era comunque troppo tempo.
     
    .
  3.     +4   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    1,188
    Reputation
    +1,555
    Location
    Al di là dei sogni

    Status
    Anonymes!
    Agnes ‘Nyx’ Mohn | '90 | ammaliatrice | sheet
    I want to drink moonlight and bathe in flower petals. To wear the earth, sleep in streams, and taste the stars.

    La Tana del Bianconiglio era gremita di gente, come sempre d’altronde ed Agnes, si beava di tutti quegli ormoni intorno a lei. Sembrava che il suo potere, fosse inversamente proporzionato alla produzione del testosterone che essa riusciva ad assimilare. Più seduceva, più si circondava di amanti e di sesso, più la sua forza interiore sembrava accrescere. Percepiva Agnes, la necessità degli altri, di appartenere a qualcuno, la loro smania di essere posseduti e quelle emozioni, le provocavano sensazioni di piacere come se potesse sguazzare nell’essenza stessa di cui era fatta la sua capacità. Osservava intorno, beandosi di quella necessità primordiale che colpiva tutti i corpi umani: maschili e femminili che fossero. Si accomodava sullo sgabello del bancone, e si lasciava travolgere dalle storie della gente, quelle storie che raccontavano con un solo sguardo, in direzione di una persona desiderata oppure, tramite gesti, come l’avvicinarsi di soppiatto o l’offrire una semplice bevuta. Era divertente osservare quanto le persone fossero diversa nella loro intraprendenza. C’era chi rimaneva in un angolo, timidamente ad aspettare che qualcun’altra si facesse avanti, lanciando solo semplici messaggi fatti di sguardi e di risatine soffocate. Poi c’era chi invece, non badava ad inconvenevoli e si buttava senza pensarci troppo, chi rischiava senza lasciare al tempo la volontà di scegliere. Agnes preferiva queste persone, coloro che preferivano rischiare un no, ma scendere e combattere, piuttosto che chi favoriva attendere, forse troppo spaventato da un diniego. Lei era sempre stata così, intraprendente e maliziosa, alle volte un po’ incosciente ma sicuramente decisa nel suo volere. Non era una che aspettava che le persone si avvicinassero a lei, se voleva ottenere qualcosa ma raramente, doveva essere lei stessa a compiere la prima mossa. Il suo corpo, e forse la sua particolarità, facevano sì che esse trasudasse desiderio, quel qualcosa che riusciva ad attrarre gli altri a sè stessa come fosse stata una vera calamita. Forse, era anche quel suo naturale essere sensuale e sicura di sè, che riusciva ad affascinare gli altri e non c’erano differenze di sesso, non c’erano limiti e scelte in quel suo essere desiderata.
    Posso offrirle qualcosa? una giovane donna, si era avvicinata a lei, scrutandola da vicino. Era vestita con pantaloni a sigaretta ed un elegante camicia in seta verde smeraldo, proprio come i suoi occhi. Sto aspettando il mio bicchiere di champagne. Tu, cosa vuoi bere? chiese, non preoccupandosi di darle del lei e pronta ad aspettare una risposta da parte della donna lo stesso domandò, osservando il barista che si era ormai avvicinato con il bicchiere di Agnes. Era una riserva speciale che Frida le faceva sempre servire, consapevole che la sua migliore amica era una vera ragazza viziata. Il barista, titubò un attimo alla richiesta della nuova cliente, non sapendo se realmente fosse in grado di pagare la cifra che lo stesso champagne di Agnes valeva, così porse la carta alla Cliente, guardando torvo la mora dagli occhi color indaco, che alzò un sopracciglio divertita. Il terzo, la ringrazio esclamò la donna, finendo per ordinare uno champagne mediamente buono ma che, sicuramente non aveva la stessa valenza di quello che stava sorseggiando l’ammaliatrice. Ottima scelta ammise Agnes, mentendo parzialmente, prima di prendere un altro sorso del suo bicchiere. Si stava annoiando lì da sola e, mentre aspettava Frida, si sarebbe fatta intrattenere un po’ dalla bella donna, un pò banale ma tanto bastava per passare un po’ di tempo in compagnia. Scambiarono qualche parola - e molti complimenti - prima che finalmente la giovane proprietaria del posto le raggiungesse. Mi spiace salutarti così, ma è arrivato il mio appuntamento per la serata. Non la trovi meravigliosa? la provocò Agnes, indicando con un gesto del volto Frida che ancheggiava su vertiginosi tacchi a spillo verso di loro. Buona serata la liquidò, con un occhiolino sensuale, prima di lasciare il suo passatempo per fare qualche passo in direzione dell’amica che, risultava meravigliosa in quell’abito luccicante. Si vedeva che erano molto amiche, anche nella scelta degli abiti certe volte si assomigliavano. Frida era solo leggermente più casta di Agnes.
    Sei meravigliosa, come sempre. sorrise, lasciando scivolare la sua mano lungo il braccio coperto di lei anche tu sei uno schianto. Non fossi certa di un tuo no, ti farei mia questa sera! la provocò, facendole un occhiolino malizioso. Amava provocare Agnes, era fatta così ed allontanava ogni classico cliché, sposando anche il sesso tra amici incapace di provare un vero sentimento profondo per gli altri. L’amore, che cos’era per lei l’amore? Non lo sapeva, non l’aveva mai provato, saltando sempre da un letto ad un altro senza pretendere mai troppo dal nuovo avventore. Quanto di più simile all’amore, lo aveva provato con Iago ma lui, andava oltre alla semplice attrazione sessuale e mentale, lui era la sua famiglia e qualcuno che non avrebbe mai potuto categorizzare come semplice amore. Era vero, la loro relazione era strana, incapace da comprendere dagli altri, erano quanto di più simile a due fratelli, a due amanti, a due amici e collaboratori, era qualcosa che li faceva incontrare a letto quando si sentivano soli eppure, il rispetto e la libertà che entrambi si lasciavano, andava ben oltre a tutto questo. Poi c’era Frida, l’altra unica persona che le aveva fatto provare un sentimento simile all’amore. Agnes ne era rimasta affascinata, per la sua bellezza e risolutezza, era un animale di una specie rara, una ragazza che non aveva bisogno dell’approvazione degli altri e che sapeva cosa voleva davvero. Intraprendente e divertente, qualcosa di simile ad un animale esotico è raro difficile da trovare sulla piazza ed Agnes, non se l’era lasciata sfuggire fino a diventare, l’una dipendente dalla presenza dell’altra nella propria vita. Era strano il loro rapporto, perché entrambe non erano in grado di amare e di affezionarsi alla persone eppure, si erano trovate per non lasciarsi e per costruire quel sentimento raro per entrambe. D’altronde si assomigliavano molto più di quanto potevano immaginare, radicate così tanto in quella malavita di cui entrambe erano protagoniste. Vieni, al momento sono stufa di vedere persone, ho bisogno di una tregua. Ho dato disposizioni alle cucine, spero per loro che sia già tutto pronto. Seguì la sua amica, in quelle stanze segrete che però lei, conosceva già bene, felice di lasciare il baccano del piano conosciuto ai più. Finalmente un po’ di silenzio, è così difficile parlare nel brusio delle parole e della musica di sopra eppure era proprio quello che cercavano, le persone che uscivano per frequentare quei locali. Luci soffuse o ad intermittenza, musica stordente e fiumi di parole, trasformate in brusio, delle persone che insieme a te frequentavano il locale. Era d’altronde il modo migliore per avvicinarsi all’orecchio ed al collo della preda quello, con la scusa di farsi sentire in tutto quel caos e spesso, se la preda era brilla come spesso accadeva, quella vicinanza allontanava poco le labbra da quelle desiderate. Che meraviglia! esclamò Agnes, non appena vide gli stuzzichini che avevano preparato dalla cucina e le bottiglie di vino già posizionate sul tavolo, pronte solo per essere stappate. Allora, ci diamo alle bollicine, oppure ci ubriachiamo con un bel bianco fermo, facile da buttare giù? domandò lei, prendendo posto su uno dei divanetti, lasciando le cosce in bella vista senza farsi troppe remore con l’amica. Che dirti, sempre le stesse cose, affari, affari, affari! Questi giorni me li sono presi un po’ di tregua, settimana scorsa ho lavorato così tanto che avevo male tra le cosce, così ho gridato tregua e sono andata a bacchettare un po’ giù alla Casa di Moda scherzò lei, non facendosi mai troppi problemi a raccontare delle sue prodezze sessuali. D’altronde ormai Frida la conosceva bene e sapeva sia il suo ruolo, che la sua necessità fatta di solo piacere. Che poi, ancora non ne avevamo parlato, ma la tua nuova guardia del corpo non è per niente male! Che fai, non lo dici alla tua amica che prendi un collaboratore così? chiese Agnes, facendosi riconoscere come sempre. D’altronde, si era girata si e no metà dei dipendenti di quel posto è si era divertita a fare anche un feedback personale su chi valeva la pena tenere o licenziare. Delle volte, Frida le aveva effettivamente chiesto il favore di indagare su alcuni dei loro dipendenti dei quali non si fidava e Agnes, si era certamente divertita a torturarli a modo suo. Era estremamente divertente avere quella ascendenza sulle persone. Tu invece? Cosa mi racconti guerriera? chiese il tuo adorato fratellino dove l’hai lasciato? Qualche giorno fá è venuto a consegnare un pacco da noi.. ho cercato di cambiare un po’ il suo guardaroba, ma è troppo cocciuto per abbracciare l’animo fashion lo canzonò amorevolmente.
     
    .
  4.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Cittadini
    Posts
    16,567
    Reputation
    +2,797
    Location
    ..un luogo al di là del tempo e dello spazio..

    Status
    Anonymes!
    Frida non aveva mai avuto molti amici. Si circondava di persone, appariva sorridente, spigliata, piuttosto ben disposta agli occhi di un osservatore esterno, appena disattento, ma in realtà preferiva di gran lunga passare il suo tempo con le pochissime persone di cui si fidava e di cui desiderava davvero la compagnia. Questi, purtroppo, si potevano contare sulle dita di una sola mano ma lei non aveva mai tentato di aumentare quella cerchia ristretta con il dovuto impegno. Stava bene così, con la compagnia di quelle pochissime persone e per quanto la riguardava avrebbe potuto continuare a vivere in quel modo fino a che avesse avuto fiato, poca importanza aveva che suo fratello maggiore, Nils, non facesse che ripeterle che si dovevano avere molti amici per poter andare avanti. Lui, di certo, non capiva la sottile differenza tra un vero amico e uno di facciata, o per lo meno Frida non lo aveva mai ritenuto abbastanza intelligente da poterlo comprendere. Lei sapeva come circondarsi di persone, come avvicinarsi e mostrarsi amichevole, affabile. Collaborare con molte persone e stare loro vicina però non voleva certo dire che lei li ritenesse degli amici, che sarebbe stata felice di trascorrere con tutti loro più del tempo strettamente indispensabile a ottenere ciò che le serviva, ciò che desiderava in quel momento. Oskar le aveva insegnato sin da bambina che la vita era fatta di sottili e fragili menzogne, di illusioni, di giochi ben orchestrati. Bisognava essere solo abbastanza bravi da tenere in mano le redini del gioco e non lasciarsele mai sfuggire, oppure tutto sarebbe andato alla deriva. Questo lei lo sapeva più che bene, quindi metteva molta cura nelle sue apparizioni in pubblica, stava attenta a ogni dettaglio, gesto, inflessione della voce e forse era per questo che si stufava in fretta di essere circondata da estranei e andava a ricercare qualche attimo di pace nella compagnia dei suoi pochi affetti. Agnes era forse l’unica donna che lei riusciva a ritenere un’amica. Si erano conosciute quasi per caso, per via del loro lavoro e piano piano avevano fatto breccia una nelle attenzione dell’altra, instaurando un rapporto stretto di cui Frida era abbastanza gelosa. Non aveva mai imparato davvero a condividere le sue cose, sebbene sin dalla nascita fosse stata costretta a condividere ogni cosa con suo fratello gemello. Inizialmente aveva detestato quella connessione, il dover sentire costantemente le emozioni di lui, il ricevere delle ferite indesiderate soltanto perché lui si era fatto male, poi, negli anni, aveva imparato ad apprezzarlo e ora non pensava di poter più vivere senza sapere in ogni istante che lui stava bene. Anche in quel momento, prima di scendere di un piano per raggiungere la sua amica, si concentrò per un istante sulle sensazioni che non provenivano dal suo stesso corpo per accertarsi che Jan fosse tranquillo e che non gli fosse capitato nulla di spiacevole. Quello strano canale che li univa poteva essere un’arma a doppio taglio e lei aveva imparato abbastanza in fretta ad utilizzarlo per dargli fastidio e per evitare che si mantenesse troppo in compagnia di qualcuno che non fosse lei.
    Sorrise nel vedere Agnes elegantemente seduta al bancone, in compagnia di una ragazza che sembrava cercare di attirare le sue attenzioni. Sarebbe stato divertente restare ad osservare come l’amica sarebbe riuscita a tenerla in bilico, come un potevo giocoliere che cercava di rimanere in equilibrio su una lama affilata, sempre sul punto di cadere e di farsi male. Agnes sembrava aver imparato in maniera eccezionale a gestire e utilizzare la sua particolarità, tanto da essere diventata una parte di sé che permeava anche quando non voleva farne utilizzo e un po’ la invidiava per questo suo aspetto. Nessuno riusciva mai a superare la luce che lei era in grado di emanare quando si trovava in una stanza e nessuno poteva mai essere interessante e accattivante quanto lei. Immaginava che quella ragazza, per quanto carina, non avesse alcuna speranza e infatti la vide salutarla piuttosto velocemente quando notò la figura di Frida muoversi nella sua direzione, avanzando poi a sua volta verso di lei. Ridacchiò appena alla sua battuta, scuotendo il capo con aria divertita. -Adoro quando fai la spiritosa. - le disse soltanto, senza accennare un si o un no alla sua velata offerta accompagnata da un occhiolino malizioso piuttosto esplicito. Non era la prima volta che Agnes si esprimeva in termini simili e in ogni occasione Frida sembrava evadere la sua domanda. Probabilmente se non fosse stata tanto legata a suo fratello la bellissima donna che aveva accanto in quel momento sarebbe riuscita a fare breccia nel suo cuore. -Oh beh, mi pare che tu sia comunque riuscita a darti da fare. - la stuzzicò, rivolgendole un sorrisetto malizioso e divertito, quando l’amica disse che con la musica del piano di sopra era complicato riuscire a parlare. Ovviamente si riferiva alla ragazza con cui l’aveva vista giusto poco prima ed era curiosa di capire come fossero andate le cose tra di loro, anche se dubitava che in quel caso fosse stata Agnes a fare il primo passo. Di solito sapeva bene quello che voleva e non si accontentava di nulla che non fosse alla sua altezza. Quella donna invece non le era parso nulla di speciale, nulla che potesse davvero attirare l’attenzione di una come Agnes, ma forse era soltanto Frida a non riuscire a vedere l’amica in compagnia di qualcuno che non fosse lei stessa. -Dovrei iniziare a diventare gelosa? - domandò poi, scherzosamente, prima di raggiungere l’ascensore che le avrebbe condotte al piano di sotto.
    Una volta giunte alla loro stanza privata osservò con attenzione ciò che era stato portato all’interno della stessa, per poi guardare Agnes e verificare che tutto fosse di suo gusto, o avrebbe provveduto con il mandare a chiamare lo sprovveduto che aveva rovinato la sua serata per fargliela pagare. Quando la vide esternare una certa soddisfazione, tuttavia, si fece un po’ più tranquilla, accomodandosi a sua volta su uno dei divanetti. Agnes si concentrò presto sulla selezione di bottiglie che avevano lasciato per loro e lei sorrise. -Scegli tu. Sai che mi fido sempre del tuo parere. - le rispose, mentre lasciava andare le spalle verso lo schienale, rilassandosi per qualche istante dopo le ore di lavoro appena concluse. Chiuse gli occhi per qualche istante mentre l’amica le raccontava della sua settimana, come al solito sempre molto impegnata e fatta di tanti incontri. Trovava insolito invece che lei ritenesse le sue scorribande alla Casa di Moda come un piacevole passatempo, qualcosa che la aiutava a prendersi una pausa. Per Frida non sarebbe stata che un’altra responsabilità, un altro fardello di cui occuparsi, ma andava sempre a trovarla con piacere quando sapeva che l’amica si trovava lì. Riusciva sempre a immaginarla muoversi all’interno di quel luogo, a rimettere in riga chiunque non stesse svolgendo il proprio lavoro in maniera impeccabile. Al contrario non poteva dire di aver mai visto davvero Iago all’interno di quel posto, ma non si era mai chiesta perché possedesse qualcosa di cui non amava troppo occuparsi. Erano affari loro e su certe cose non aveva mai voluto scavare davvero. Così come sul rapporto che c’era tra i due. C’erano delle volte in cui si chiedeva perché non si fossero ancora messi insieme, vista l’alchimia che emanavano quando erano nella stessa stanza, altre invece si chiedeva come Agnes facesse a sopportarlo e a vivere insieme a lui. Riaprì gli occhi, corrucciando appena la fronte quando la sentì citare la sua nuova guardia del corpo. -Chi? - chiese, mentre cercava di fare mente locale e capire di che cosa stesse parlando, prima di alzare gli occhi al cielo. -Ah, si, quello. - mormorò poi, lasciandosi andare ad un’espressione leggermente schifata mentre nella sua mente appariva l’immagine di Eden. -Pensi che sia carino? Non so, io lo trovo insopportabile. Solo Pedro riesce ad andarci d’accordo! Non so davvero come faccia. Se fosse per me lo rispedirei dritto dritto a Oslo. - continuò, lasciandosi andare ad un versetto di disapprovazione. Lei non riusciva proprio a farselo andare giù e non faceva che scavare alla ricerca di qualcosa di sbagliato che le permettesse di farlo sparire dalla circolazione. -E poi.. è così terribilmente noioso.. mi spieghi come hai fatto a notarlo? - domandò a quel punto, voltandosi con il busto e il capo nella sua direzione, per poterla osservare con maggiore attenzione e quindi ascoltare attentamente le sue parole. Un moto di gelosia iniziò a infiammarle l’animo a quel punto.
    -Nulla di speciale, questi giorni papà mi ha tenuta semplicemente al locale, per farmi “riposare”. - disse, mimando delle virgolette mentre diceva quell’ultima parola, scocciata di essere stata lasciate nelle retrovie. Aveva sempre detestato le attese, preferiva di gran lunga buttarsi nella mischia, agire, anche se sapeva che in alcuni casi era necessario aspettare che alcuni fili si muovessero per poter ottenere quello che si voleva. -Non lo so, oggi non era di turno. Penso sia a casa, a dormire. - rispose, assumendo un’aria un po’ più pensierosa, mentre cercava di ricordare se le avesse parlato di qualche particolare impegno o di qualche posto dove doveva andare. -Prima o poi finirò per bruciare tutto il contenuto del suo armadio.. magari così imparerà. - aggiunse poi, con un sorrisetto maligno sul volto a quel pensiero. Ovviamente scherzava sul dare fuoco alle sue cose, o forse no, non ci aveva mai pensato sul serio. Allungò la mano per afferrare qualche stucchino, visto che anche il suo stomaco inizia a farsi sentire, mentre mandava giù qualche sorso dal suo calice. -Comunque, noi dovremmo uscire a fare shopping, alla faccia di quel dannato musone. - borbottò, mentre sollevava il bicchiere nella sua direzione, a mo’ di promessa non espressa, per poi terminarne il contenuto. In occasioni come quelle era complicato per lei non essere un po’ più simile a suo fratello, non poter condividere ogni cosa con lui, come ad esempio scegliere il colore di una parete. Ovviamente sapeva quale sarebbe stata la sua monotona risposta.
     
    .
  5.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    1,188
    Reputation
    +1,555
    Location
    Al di là dei sogni

    Status
    Anonymes!
    Agnes ‘Nyx’ Mohn | '90 | ammaliatrice | sheet
    I want to drink moonlight and bathe in flower petals. To wear the earth, sleep in streams, and taste the stars.

    Osservava le quattro pareti intorno a sè, riconoscendo quanto la libertà fosse importante. Non amava gli spazi chiusi Agnes, non tanto perché fosse claustrofobica, quanto più perché le ricordavano le quattro mura dove era cresciuta. Le Sorelle della Mansueta Provvidenza le tenevano prigioniere dentro le loro mura, senza speranza di uscire o di poter abbracciare l’aria naturale di quel parco che sembrava essere meraviglioso. Perché quando arrivavano davanti alla struttura delle Sorelle, le bambine ne rimanevano affascinate: un parco immenso fatto di alberi e fiori colorati, un edificio che ricordava una villa settecentesca dalle immense finestre e dalla torretta centrale che sembrava essere luogo di qualche storia fantastica. Il salone principale poteva ricordare la sala grande di Hogwarts, con tavoli immensi dove ritrovarsi per pranzo o per studiare, le grande arcate che riuscivano a donare luce. Apparenze, la perfezione di mostrarsi per quello che poi non erano affatto: le stanze al suo interno erano fredde e vuote, ogni oggetto di troppo poteva essere scudo o arma di chi, abitava quelle stanze. Nessuno poteva valicare il quadro della perfezione che avevano creato, se non loro. Chiunque lasciasse lì i bambini, poteva osservare soltanto la qualità del benessere cui avrebbero vissuto. Menzogne, falsità con le quali Agnes aveva dovuto fare i conti e con le quali era cresciuta. Le Sorelle erano soltanto una grande macchina da guerra utile al governo o a tutti coloro che avevano bisogno di studiare gli abitati di Besaid. Non sapeva cosa ci fosse realmente dietro Agnes, ma da quando lavorava per Torres e aveva imparato a camminare mano a mano con la malavita, aveva potuto capire chiaramente che quel luogo era quanto di più simile ad un luogo per la compravendita di bambini. Loro analizzavano le capacità, gli altri potevano comprare i ragazzi a cui appartenevano. Li studiavano, li spremevano fino al midollo nella speranza di trovare coloro che avessero capacità potenti e che potevano portare loro profitto. Più utili erano i loro poteri, più questi venivano pagati dagli avventori. Ecco perché li tenevano reclusi all’interno, spaventate di poterne perdere qualcuno. La corte interna, era il solo spiraglio di luce cui potevano beneficiare. Per questi motivi, Agnes non amava trovarsi rinchiusa tra quattro mura, senza uno spiraglio, anche se non l’avrebbe mai ammesso. Nella sua accurata immagine d’apparenza, aveva imparato a non far trasparire le emozioni, capacità indispensabile a chi svolgeva lavori come i loro. Ogni piccolo neo, ogni singola paura, ogni vacillazione nei loro comportamenti, poteva essere un'arma usata contro loro stessi. Le persone che amavi potevano diventare un bersaglio, le paure che avevi potevano diventare un arma da scagliarti contro: meno mostravi, più riuscivo a rimanere al sicuro e per questo, Agnes continuava a tenere la testa alta e mostrarsi algida come era solita fare. Anche in presenza di Frida, non poteva far trapelare le sue debolezze.
    Una volta accomodatasi, prese in analisi le bottiglie davanti a lei: un pinot blanc, un spumante della Franciacorta ed uno champagne. Bollicine o profumo, di cosa aveva voglia? andiamo per un buon franciacorta italiano! È un po’ che non me bevo uno.. aveva annunciato, prendendo la bottiglia in mano e leggendo meglio le informazioni che avevano deciso di mettere sull’etichetta. Osservò l’unica ragazza del personale che aveva avuto accesso a quella zona del locale, facendole segno di prendere la bottiglia per strapparla Questa grazie.. direi che potrebbe aprirla, e poi congedarsi? domandai, più rivolta verso Frida che verso la ragazza, essendo lei proprietaria di quel luogo. Non amava avere troppa gente intorno Agnes, quando voleva rilassarsi e anche la presenza della donna la turbava, motivo per cui avrebbe preferito non averla intorno e chiamarla con la campanellina quando avevano necessità di lei. Lasciò che Frida decidesse il da farsi, mentre si accomodava in modo più rilassato sul divanetto, dopo aver preso un po’ di uva e formaggio su di un piattino.
    Non passò molto tempo, prima che Agnes chiese alla sua amica del nuovo ragazzo nel suo team. Lo aveva osservato durante un incontro tra Torres ed i Sandström. Avevano dovuto fornire loro alcuni oggetti armamentari antichi che, servivano come merce di scambio per un loro lavoro privato. Non era raro che fornissero loro dell’armamentario datato, era proprio grazie a questo che aveva conosciuto Frida. La donna, algida e decisa, aveva la necessità di trovare delle armi personali e li aveva raggiunti nella loro villa. Iago non c’era ed Agnes, aveva svolto il lavoro al suo posto: sparendo nel caveau degli oggetti antichi, ne era venuta fuori con una katana, dei coltelli e dei frisbee affilati che ricordavano Xena, la principessa guerriera. Erano moltissimi gli oggetti che Agnes aveva disposto sul grande tavolo riunioni dell’ufficio di Iago, ma fin da subito, l’amore della ragazza era stato riversato su una coppia di coltelli gemelli. Leggeri, eleganti, affilati aveva commentato Agnes, protendendo per loro rispetto agli altri oggetti che vi erano esposti. Aveva visto, la luce negli occhi di Frida quando li aveva visti: brillanti come quando si vedeva un primo amore. Inutile dire, che aveva optato per quelli senza pensarci due volte. Era nato così, il loro rapporto, quasi per caso e si era fortificato nel tempo. Dio Frida, mi chiedo certe volte se il signore ti abbia dato gli occhi o, se non riesci a vedere più in là del tuo naso…. o del tuo fratello gemello! la prese in giro amorevolmente. Poteva sembrare un attacco quello, ma la voce di Agnes era talmente dolce nel pronunciare quelle parole, che era impossibile fraintendere le intenzioni puramente ricreative. Certe volte, aveva paura di essere fraintesa da Frida. Forse, era l’unica persona, insieme a Iago, di cui le interessava il parere e le intenzioni. Solo con loro, Agnes temeva di poter sbagliare o dire e fare, qualcosa che li avrebbe turbati e questo, le sarebbe dispiaciuto molto perché l’affetto che provava per loro, era infinito. Aveva spesso percepito, la tensione che aleggiava tra i due gemelli quando erano in una stessa stanza, vuoi per il suo potere, vuoi perché aveva imparato a leggere il desiderio delle persone come fosse un libro per bambini. Mai però, aveva voluto calcare la mano sull’argomento e premere affinché Frida si confidasse con lei su quale fosse, il vero filo che teneva insieme il suo rapporto con quello di Anders. D’altronde Agnes amava farsi i fatti suoi e tanto più, chi non ficcava il naso nelle sue cose pertanto, ripagava gli altri con lo stesso desiderio. Amore, io ho gli occhi dappertutto ed ormai, dovresti saperlo bene! affermò, quando la sua amica le chiese come avesse fatto a notarlo, condendo la sua frase con un occhiolino malizioso. Mi sembra di capire che non ti sta affatto simpatico.. dimmi, cos’è che non ti convince del nuovo arrivato? quando faceva così Frida, c’era sempre un motivo. Certo, non si poteva dire che era una persona particolarmente gioviale e tanto meno, che le piacesse condividere le cose e persone di sua proprietà, ma quando calcava la mano in quel modo, era perché qualcosa le puzzava proprio sotto al naso ed Agnes, era curiosa di conoscere la sua impressione. Raramente si sbagliava Frida, era algida e fredda ma aveva capacità nel leggere gli altri, almeno nel suo campo lavorativo, motivo per cui l’amica amava ascoltare le sue motivazioni così da andarci con i piedi di piombo ella stessa. Finalmente, lá cameriera tornò con i loro calici riempiti ed entrambe di poterono finalmente dissetare con un bel sorso di quello spumante brioso. È molto buono, profumato ammise Agnes, sentendone la consistenza ed il sapore sul palato. Tuo fratello oltre ad essere un pessimo esempio della moda, può essere anche definito un anti-viveur! Dio, che noia.. chissà qual’e la cosa più divertente che abbia mai fatto in vita sua! lo prese ancora in giro, pensando a tutte le volte che lei si era imbucata a delle feste, che aveva organizzato festini privati in casa, che si era intrattenuta con una, due, tre o più persone.. no, loro non l’avrebbero mai fatto! Che peccato! pensò tra sè e sè, prima di tornare con l’attenzione sulla sua amica, che proponeva di dare fuoco all’armadio del fratello e di scappare con lei per una giornata di shopping. Lo sai, quando si tratta di shopping non riesco mai a dire di no ed inspiegabilmente, il mio portafogli diventa ad organino! ammise, consapevole che era incapace di trattenersi. La gioia per i negozianti, che quando la vedevano entrare potevano stendere un tappeto rosso per terra.
     
    .
  6.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Cittadini
    Posts
    16,567
    Reputation
    +2,797
    Location
    ..un luogo al di là del tempo e dello spazio..

    Status
    Anonymes!
    Non si poteva dire che la Tana del Bianconiglio fosse in assoluto il suo posto preferito a Besaid, ma di certo era uno di quelli in cui si sentiva maggiormente al sicuro. Conosceva ogni angolo di quel luogo come le sue tasche, ne conosceva ogni più piccola uscita, la lunghezza dei corridoio, il numero delle stanze private che si trovavano in ogni piano. Aveva percorso quei metri così tante volte da pensare di poterli percorrere ormai persino ad occhi chiusi, anche se non ci aveva mai provato. Così come conosceva a memoria nomi e volti dei dipendenti che lavoravano al suo interno. Si preoccupava sempre di sapere tutto sulle persone che varcavano quella soglia, i loro trascorsi, le loro storie, i problemi che avrebbero potuto creare. Analizzava spesso anche la lista dei clienti, soprattutto quando qualche nuovo nome si aggiungeva a quelli delle persone che potevano salire ad un livello successivo. Qualcuno avrebbe detto che lo faceva perché era una maniaca del controllo, lei invece avrebbe risposto che voleva soltanto sentirsi al sicuro e non avere quindi spiacevoli sorprese. Sapeva che i problemi erano sempre dietro l’angolo, così come gli imprevisti, per chi si trovava immerso fino al collo nella malavita era impossibile non aspettarsi una pugnalata alle spalle da un momento all’altro, ma per quanto possibile cercava comunque di prevenirle. Non amava molto le sorprese e tendeva a reagire piuttosto male quando qualcuno gliene faceva una, a meno che non si trattasse di qualcuno all’interno della strettissima cerchia delle sue amicizie. Era difficile convincerla a fidarsi di qualcuno, ma quando la faceva non riusciva più a mollare la presa. Si aggrappava a quei pochissimi affetti che si concedeva, a quelle persone con cui riusciva a mostrare anche il lato più morbido del suo carattere, fatto anche di gesti gentili e di manifestazioni d’affetto. Si permetteva di abbassare un po’ le difese, di mostrare qualcosa che stava un po’ al di sotto della superficie visibile a tutti, senza tuttavia mai abbassare del tutto la guardia. Voleva fidarsi davvero, ma non riusciva mai davvero a spegnere il cervello.
    Lasciò che fosse l’amica a scegliere il vino che avrebbero sorseggiato quella sera, unito ai vari stuzzichini che dalle cucine avevano preparato per loro. Sebbene di norma non le piacesse lasciare le scelte in mano alle altre persone e doversi quindi adeguare Agnes aveva sempre mostrato un buon gusto inconfondibile, che non si smentiva mai. Fece un cenno del capo alla ragazza, quando questa ebbe aperto la bottiglia, per farle intendere che poteva andare via, come l’altra aveva richiesto. Era talmente abituata ad avere intorno tantissime persone che quasi non ci faceva neppure più caso, ma anche a lei sarebbe piaciuto poter godere di qualche momento da sole, senza alcun tipo di orecchie indiscrete. Si lasciavano andare a qualche pettegolezzo ogni tanto, a critiche o apprezzamenti riguardo alcune persone e non le andava che quelle voci venissero trascinate in giro dalla corrente. Il sorriso tuttavia sparì presto dal suo volto quando l’altra nominò Eden, l’uomo che stava in cima alla sua lista nera negli ultimi tempi. Le scoccò un’occhiataccia quando Agnes la prese in giro, chiedendole se sapesse guardare oltre il suo naso, tirando in ballo persino suo fratello. Si fece decisamente più seria e rigida non sapendo per un istante come prendere quel commento, poi, facendosi scivolare addosso quelle parole come se non le avesse mai sentite, sollevò gli occhi al cielo con un’espressione scocciata. -Certo che ho gli occhi e so guardare oltre il mio naso. - ripetè, tralasciando accuratamente l’ultima parte della sua frase. Il solo pensiero di tirare in ballo Jan e di doverne parlare con qualcuno, le faceva ribollire il sangue nelle vene. Le sarebbe piaciuto poter confidare quel segreto a qualcuno, poterne parlare, ma non si era mai sentita davvero al sicuro sotto quel frangente. Si era chiesta molte volte se, grazie alla sua particolarità, Agnes avesse mai avuto modo di comprendere che cosa c’era tra di loro, ma aveva sempre preferito restare nel dubbio, non chiedere per non doversi preoccupare prima del tempo. Quello era senza dubbio, tra tutti, il suo punto più debole, l’unica cosa che l’avrebbe sempre fatta scattare, come un verso scoperto impossibile da non centrare.
    -Lo so, esteticamente può sembrare affascinante, sicuramente passabile. - continuò, riportando la questione su Eden, un terreno decisamente più semplice per lei da praticare del campo minato che era invece il suo rapporto con Jan. -Ma è così pieno di sé e incredibilmente sciatto che non riesco a sopportare di averlo attorno per più di cinque minuti. - continuò, lasciandosi andare ad uno dei suoi sproloqui. Non le capitava spesso di avere davvero da ridire su qualcuno che lavorava per loro, ma Agnes l’aveva già vista lamentarsi piuttosto animatamente di qualcuno in passato. Eden tuttavia rappresentava per Frida il peggiore dei mali del mondo e le sarebbe piaciuto riuscire a trovare qualcosa contro di lui per poterlo allontanare da Pedro e anche da suo padre. -E poi è sempre e perennemente in ritardo. - aggiunse, anche se quello non era esattamente vero. Si era presentato in ritardo davvero pochissime volte e mai per più di un minuto, ma lei ci teneva comunque a sottolinearlo e a farglielo presente ogni volta, giusto per dargli fastidio e trovare qualcosa a cui aggrapparsi. Sorrise poi, scuotendo appena il capo, quando l’altra le fece notare che, chiederle come avesse fatto a notarlo, fosse una domanda piuttosto sciocca, visto che nulla sembrava sfuggirle. -Non lo so Agn, c’è qualcosa in lui che non mi convince. E’ sempre troppo silenzioso, troppo guardingo. Credo che ci sia qualcosa che non ci ha detto. - spiegò, facendosi un po’ più seria quando l’altra le chiese, effettivamente, che cosa non la convincesse di quel ragazzo. Probabilmente era più una sensazione che un vero problema, ma lo aveva puntato sin dal primo istante e non era intenzionata a mollare la presa fino a che non avesse trovato qualcosa su cui scavare, oppure lui non l’avesse convinta a fidarsi almeno un minimo. Certo, non tanto da diventare amici, ma almeno il tanto sufficiente a non tenergli più il fiato sul collo. -Tu lo hai incontrato però. A te che impressione ha dato? Che cosa ne pensi? - domandò, piuttosto curiosa di sentire un altro parere sul suo conto, uno senza dubbio più imparziale di quanto potessero essere il suo o quello di altri suoi dipendenti. Agnes non si sarebbe fatta problemi nel dirle le cose come stavano, nel bene o nel male. E poi sarebbe stata l’unica da cui avrebbe accettato un parere differente dal suo.
    Si zittì immediatamente quando sentì qualcuno bussare un istante, annunciandosi, prima di aprire lentamente la porta e limitarsi a depositare su calici davanti a loro, per poi sparire di nuovo, silenziosa. Frida osservò con attenzione ogni minimo movimento della ragazza, accertandosi che non commettesse neppure uno sbaglio e che non versasse malauguratamente una goccia o facesse cadere a terra qualcosa. Non avrebbe mai perdonato un affronto come quello, non davanti alla sua migliore amica. -Meno male, non mi hanno fatto sfigurare. - mormorò, con un sorriso sereno, quando l’altra mostrò il suo apprezzamento per il vino, per poi riportare di nuovo il discorso su Jan. -In realtà con i suoi amici ne combina qualcuno ogni tanto. - rivelò, con un sorrisetto divertito sulle labbra. Non le piaceva sapere che lui usciva con delle persone che lei non conosceva a sufficienza, ma cercava di non fare troppo storie. Si preoccupava per lui, ma sapeva che sapeva cavarsela da solo. -Anche se è da dire che alcuni sono persino più noiosi di lui. - aggiunse, mentre una risata cristallina abbandonava le sue labbra, mentre nella sua mente si succedevano le immagini degli amici di suo fratello. Lui, d’altra parte, non si poteva certo definire la persona più allegra e simpatica del mondo, ma era anche per questo che a lei piaceva. -Bene, allora dire che è deciso. Dimmi quando hai qualche ora libera e trovo il modo di liberarmi anche io. - aggiunse, annuendo appena, come a suggellare un patto tra di loro, anche se si trattava soltanto di shopping. Ci voleva però ogni tanto una giornata in leggerezza, senza i problemi o i pensieri che la loro vita impegnativa le costringeva ad avere. -Ma dimmi, c’è per caso qualche nuova conoscenza intrigante all’orizzonte? - chiese, alla ricerca di un po’ di gossip. Era sicura che l’amica si fosse rifatta gli occhi più di una volta in quei giorni in cui erano state distanti e le piacevano sempre i suoi racconti su quello o quell’altro individuo che catturava la sua attenzione, senza mai riuscire a prenderla davvero. Si chiedeva se prima o poi sarebbe arrivato qualcuno in grado di rubare il cuore di Agnes o se sarebbe rimasta la stessa per sempre.
     
    .
  7.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    1,188
    Reputation
    +1,555
    Location
    Al di là dei sogni

    Status
    Anonymes!
    Agnes ‘Nyx’ Mohn | '90 | ammaliatrice
    I want to drink moonlight and bathe in flower petals. To wear the earth, sleep in streams, and taste the stars.

    Respirava il silenzio di quella stanza come fosse aria pura. Prediligeva il silenzio, al chiasso della zona valicabile da tutti, soprattutto quando era in buona compagnia o sapeva come passare la sua serata. Vi erano giornate in cui, il rumore inconfondibile di musica, chiacchiericci e bicchieri collimati tra di loro facevano da colonna sonora al suo animo spento, alla ricerca di emozioni. Quando Villa Torres era silenziosa per giorni, a seguito di qualche partenza di Iago - per questo mondo, o chissà quale altro - la giovane dagli occhi color indaco, ricercava la vita ed il calore umano. Era come, se la sua alimentazione finisse, quando rimaneva sola per troppo tempo, una batteria scarica che era in grado di funzionare solo a metà se non aveva contatti con qualcuno. Un effetto collaterale della sua particolarità di cui si era talmente tanto drogata, da finire in astinenza quando non ne assumeva l’adrenalina ed il piacere da un po’. Non era solo questione di sesso, ma piuttosto di emozioni e sensazioni che inebriavano la sua persona, circondandola di un orgia mentale di pure tentazioni che si impadronivano di ogni centimetro della sua pelle. Miriadi di brividi e piccole scariche elettriche che attraversavano il suo corpo donandole una piacevole e appagante estasi. Non era semplice far capire come funzionasse realmente la sua particolarità, nel tempo, aiutandola a farla accrescere e migliorare, solo Iago ne aveva appreso realmente l’essenza. Non era una semplice dote nel riuscire ad ammaliare gli altri, vi era tutto un contorno impalpabile che riusciva a rafforzare o indebolire la sua padrona in modo eloquente. Come una risata, tanto capace di essere contagiosa sugli altri ed incrementare l’ilarità in chi la esprime. Più Agnes veniva circondata dal desiderio, dalla lussuria, dal sesso, più lei si sentiva energica e potente, viceversa quando l’assenza di queste calcavano la sua vita. Motivo per il quale aveva deciso di fondare una casa del piacere o piuttosto si divertiva a frequentare locali come il Rød Fløyel, dove clienti lasciavano aleggiare libero nell’aria, il piacere di osservare lontane ballerine di cabaret. Luci soffuse, musica precisa nel raccontare una storia di uno spettacolo ed il silenzio delle persone volte ad ammirare lo spettacolo messo in scena. Vi erano volte in cui, aveva altromondo bisogno del silenzio e della pace di attimi intimi vissuti con qualcuno cui voleva un po’ di bene, come Frida, piuttosto che Iago cui doveva la sua stessa vita. Era strano per Agnes provare del vero affetto, cresciuta imparando a sopravvivere e contare soltanto su sè stessa, sviluppando quindi una buona dose di opportunismo ed egoismo che faticavano tutt’ora ad abbandonarla.
    Di Fronte a lei, l’amica sembrava essere radiosa, fin tanto che Agnes non andava a toccare argomenti critici come quelli che portavano il nome di Eden e di Jan. Sicuramente passabile? chiese lei, guardando Frida negli occhi, ed alzando le sopracciglia. Altezza, muscoli, tenebrosità e tu dici passabile?. Amore, ma le vedi le persone che popolano questa terra? Mezz’ora fà, seduta al bancone del tuo amato Bianconiglio avrei dato oro per aver visto uno passabile ammise lei, con voce teatrale. Era convinta Agnes, che fossero molto più belle le donne degli uomini su questa terra. Continuò ad ascoltarla, mentre si lamentava della presenza di quella nuova recluta, stampandosi un sorrisino divertito in faccia. Oh, ritardatario proprio non va bene.. e dimmi, di quanti secondi fà ritardo? la prese in giro, consapevole che ogni scusa era buona per aggrapparsi a dei difetti del nemico. Frida era molto precisa e calcolatrice, un capo temibile che lasciava poco all’immaginazione. Aveva avuto modo di incontrare l’uomo durante qualche scambio tra Iago ed i Sandström e non poteva dire che fosse ritardatario o scorretto sul lavoro. Il silenzio e l’essere guardingo potrebbero essere dei pregi.. sentenziò lei, consapevole che fossero molto peggio i chiacchieroni, spesso inconcludenti, persi nei loro grandi sproloqui. Ma fai bene a seguire il tuo istinto e a stare sul chi va là. Non si sbaglia mai ad avere un po’ di sano spirito di sopravvivenza commentò lei per quello che ho visto io durante i nostri incontri, quindi ben poco, non mi è sembrato male.. per lo meno stava al suo posto ed era pronto ad intervenire ce ne fosse stato il bisogno continuò lei ma potrà capitare che mi imbatterò in lui per sbaglio e magari cercherò di capire se ci sono delle finestre di allarme confessò sai che la mi capacità non è precisa e che non posso andare troppo a fondo.. però potrei fare una capatina tra i suoi pensieri più superficiali le spiegò.
    Finalmente, arrivarono a servirgli il vino e fù felice di assaporarne un lungo sorso avevo proprio sete ammise, soddisfatta della sua scelta, mentre ascoltava Frida tornare a parlare di quel gemello così scontroso. Oh, quindi vuoi dirmi che ogni tanto sorride anche lui? lo prese in giro, scoppiando poi a ridere quando la stessa sorella ammise che alcuni amici, erano ancora più noiosi di lui grandi party allora! Dovremmo imbucarci una volta, per rendere le loro vite un po’ meno tediose! rise lei Tra l’altro è molto tempo che non partecipo ad una festa in grande stile, di quelle organizzate come si deve.. penso che dovrò rimediare a questa mancanza decise lei, immaginandosi già dei biglietti anonimi da inserire nelle caselle postali, ed una clausola sull’eleganza del dress code. Amava i giochi di potere e le piaceva utilizzare le cravatte come arma da sfoderare nei suoi incontri di piacere. Maschere! Un ballo in maschera celati dietro all’inconsapevolezza di chi si ha difronte! esclamò lei, soddisfatta di quell’idea che le lasciava non solo il piacere degli incontri, ma anche il brivido del buio. Dovevano stare attenti, non abbassare mai la guardia e il mascherare le identità era un arma a doppio taglio ma ad Agnes piaceva giocare duro e non sarebbero mancate le guardie ed un impianto tecnologico di sicurezza. Un rilevatore all’ingresso di ferraglia ed esplosivi, ed il permesso di entrare solo a chi giurava solennemente di non avere buone intenzioni, ovviamente dedicate a metodi alternativi di passatempo. Ci dovranno essere molto alcol, droghe e anticoncezionali! concluse lei, finendo il primo giro di vino ed allungandosi verso l’amica per versare anche a lei il secondo calice. Finirono a sproloquiare della fantomatica festa, di improbabili vestiti e maschere, di acconciature e decorazioni per la grande sala d’accoglienza. Ogni tanto, anche loro scadevano in quelli che erano comportamenti di semplici adolescenti cresciute, nonostante la realtà della loro vita fosse ben lontana da quella più comune delle loro coetanee. Andata per lo shopping, ci messaggiamo per conferma settimana prossima! rispose lei alla proposta dell’amica. Tutto quel parlare di abiti e normalità le aveva fatte scivolare nelle necessità semplici, di chiacchiere tra amiche e vestiti da provare, caffè da bere e pranzo da ordinare. Novità? Lo sai che con me ci sono sempre novità intriganti all’orizzonte rise frivola. Da quando aveva ricordi, la relazione più stabile che aveva avuto e senza pretese, era quella che ancora intratteneva con Iago e tra loro, l’interesse principale non era certamente quello sessuale. C’è un nuovo cliente al Lust confessò, divertita dalla sua curiosità per le sue avventure, come se un pò vivesse con quei racconti, troppo imprigionata nella sua rigida serietà ed in quel legame strano che aveva con suo fratello. Non voleva palesare la sua consapevolezza Agnes, ma sentiva l’elettricità che scorreva tra loro quando erano vicini l’una all’altra. Percepiva qualcosa di più del semplice affetto, quando anche solo per sbaglio le loro pelli si sfioravano. Magari un giorno, Frida sarebbe stata pronta a raccontargli la verità di quel rapporto che Agnes, poteva soltanto immaginare e non del tutto fino in fondo. Un uomo alto, moro e molto bello. Ha due oscuri occhi color della pece, sembra penetrarti quando ti guarda e dice di essere un professore di neurologia.. aveva continuato a spiegare lei un tipo interessante, un po’ anonimo nel vestire, ma decisamente eccentrico nelle sue passioni aveva continuato a raccontare, svelando che l’uomo aveva la passione per l’alchimia e si divertiva quindi a mescolare miscele scoppiettanti e collezionare i sette metalli corrispondenti ai sette pianeti dell'astrologia classica. È oltremodo strano, come preferisca far godere l’altro piuttosto che sè stesso.. cosa strana per chi decide di pagare fior di quattrini solo per ricevere piacere dai miei dipendenti. Devo essere sincera, non mi era mai capitato prima un cliente così ed è decisamente appagante fare affari con lui concluse, facendo un occhiolino malizioso alla sua amica che ascoltava divertita. Si chiedeva Agnes, quanto dei suoi racconti la prendesse realmente, quanto desiderasse lei stessa provare un po’ di quel piacere leggiadro che la giovane ammaliatrice usava provare. Si chiedeva, come sarebbe stato intrattenersi con lei, se fosse capace di lasciare andare via tutta quella sua compostezza per farsi inebriare dal piacere primordiale è più assoluto. Chissà se sarebbe stata un'amante violenta, oppure dolce, se sarebbe stata un amante attenta, oppure egoista. Non riusciva mai, ad entrare nel profondo dei suoi desideri con lei anche per rispetto a quella che era la loro amicizia. Avesse voluto, Agnes l’avrebbe potuta ammaliare rispondendo a tutte quelle sue curiosità eppure, c’era un affetto che le impediva di soggiogare la sua amica per trarne semplici risposte che, poteva anche aspettare per avere. Tu invece? Cosa mi racconti bella Frida? Ed è vietato parlare di lavoro, cani o armi.. voglio un po’ di materiale succulento la provocò lei, imboccando di nuovo il suo calice di vino, intenta a farla parlare prima di abbandonarla, per tornare a casa ormai a notte inoltrata.
     
    .
  8.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Cittadini
    Posts
    16,567
    Reputation
    +2,797
    Location
    ..un luogo al di là del tempo e dello spazio..

    Status
    Anonymes!
    Nel rispetto di tutti i lettori si avvisa che da questo punto in poi sono presenti tematiche di: [Descrizione o discussione estesa di situazioni incestuose].
    Ricordiamo che si tratta di un'opera immaginaria, frutto della fantasia di chi scrive e che non mira a danneggiare nessuno nello specifico.
    Le azioni descritte non sono ad ogni modo condonate e sono diretta responsabilità creativa di chi ha realizzato tali contenuti.


    Frida aveva sempre avuto l’impressione di essere sola in quel mondo. L’unico di cui sapeva di potersi fidare davvero, che facesse davvero parte del suo personale universo era suo fratello, con cui era costretta a condividere l’esistenza sin dal primo momento. Era bastato un respiro per comprendere di essere legati, di non aver alcuna possibilità di sopravvivere senza che lo facesse anche l’altro. Aveva provato a costruirsi uno spazio nel mondo aperto a tutti gli altri, a trovare una sua collocazione in mezzo a tutte quelle persone, ma non c’era mai riuscita davvero. Non aveva paura delle persone, non si sentiva a disagio in mezzo alla folla, ma non ci era mai neppure davvero sentita a suo agio. Sapeva come muoversi in mezzo a quel marasma, apparendo tranquilla e perfettamente consapevole di ciò che la circondava, ma sapeva che quella non era la realtà che avrebbe voluto per se stessa. Osservava tutte quelle persone attorno a lei e non poteva fare a meno di sentirsi un po’ gelosa di tutti quanti loro che potevano mostrarsi per ciò che erano, in ogni momento, senza timore. Lei poteva dire di sentirsi davvero viva soltanto all’interno dell’abitazione che condivideva con suo fratello, lì dove non doveva nascondersi né fingere di essere diversa da se stessa. Poteva fare ciò che voleva, stringere la sua mano, vivere come se potesse farlo davvero, al di sotto di quella superficie che le sarebbe sempre stata preclusa. Erano creature dell’ombra lei e Jan, destinate a vivere lontane dalla luce. Come falene la anelavano, ma ne avevano anche paura. Tra le tenebre avevano imparato a muoversi, sapevano come nascondersi, in quel mondo luminoso invece si sentivano come smarriti. Lei più di tutti se ne sentiva estranea. Jan cercava di ritagliarsi un posto in quel mondo “normale”, di sfuggire dalla presa che Oskar aveva su di loro, mentre lei non lo aveva mai creduto possibile. Ormai aveva imparato a vivere in quel modo, non pensava di essere capace di riadattarsi, di mutare la pelle come facevano i suoi amati serpenti. Ma aveva tutte le intenzioni di prendersi almeno quel mondo, l’unico che avesse conosciuto e per questo osservava con attenzione ognuna delle persone che lavorava per loro o con cui avevano degli accordi. Si teneva distante, sempre e comunque, persino con Agnes che Frida avrebbe potuto ritenere tra tutte la persona che più le andava a genio dopo suo fratello. Sapeva che anche l’amica era scaltra e che, in una situazione di bisogno, probabilmente non ci avrebbe pensato due volte a venderla pur di salvare se stessa. Erano sempre state quelle le regole nel loro mondo, per quanto poco piacevoli potessero essere.
    La fece quasi sorridere il loro battibecco su Eden e sulle sue qualità. -Non mi pare poi così alto, muscoloso si, te lo concedo, ma tenebroso? Io lo trovo solo noioso. Secondo me ti accontenti troppo facilmente in alcuni casi. - disse, prendendola un po’ in giro. Avevano parlato della sua particolarità in qualche occasione e Frida avrebbe sempre voluto poter provare le stesse sensazioni che l’altra le descriveva sulla sua pelle, ma non aveva mai cercato di copiare la sua particolarità senza chiederglielo e neppure glielo aveva mai chiesto, pensando fosse più giusto rispettare i suoi spazi. -Lo sai, quelli migliori non sono al piano terra, credevo che ormai lo avessi imparato. - continuò poi, con un sorrisetto divertito. Le battute sul locale non l’avevano mai scomposta troppo anche perché era la prima a non tenerci in maniera eccessiva. Per lei non era altro che una copertura e detestava il suo lavoro lì. Per fortuna poteva stare al bancone piuttosto che su uno dei palchi delle spogliarelliste, ma doveva comunque dialogare con troppe persone per i suoi gusti. No, preferiva decisamente il suo altro lavoro, quello di cui non si poteva parlare in giro. Colse la sua battuta sui secondi di ritardo che faceva Eden si solito e la guardò per un momento, senza voler ammettere che, in effetti, non si trattasse poi di chissà quanto tempo. Ma ci teneva comunque a sottolinearlo, proprio come faceva sempre anche con lui. Di solito cercava sempre di essere leggermente in anticipo, ma quando non ci riusciva non mancava di farglielo notare. Era ovvio comunque che la battaglia che le due amiche stavano portando avanti non avrebbe portato a nessun vincitore, entrambe troppo ferme nelle loro idee per cambiare opinione. Agnes le descrisse comunque l’impressione che le aveva fatto, nelle occasioni in cui si erano incontrati. Sembrava uno che sapeva stare al suo posto, ma pronto ad intervenire in qualunque momento. Sorrise poi nel sentire che l’amica avrebbe cercato di capire di più sul suo conto in un possibile altro incontro. -Ti ringrazio, lo apprezzerei molto. - le disse quindi, in risposta, mantenendo quel leggero sorriso sulle labbra. C’erano delle occasioni in cui Agnes sembrava capire senza chiedere di che cosa gli altri avessero bisogno.
    Sorseggiando del vino e mangiando degli stucchini il loro discorso si spostò su Jan e sul suo mantenere quasi sempre il broncio. -Sì, ma raramente. Li conserva per i momento speciali.- mormorò, ridacchiando, sparlando un po’ dei suoi amici e di quanto fossero noiosi. La verità era che era gelosa che a volte preferisse trascorrere il suo tempo con loro piuttosto che con lei. -Oh si, ti prego, già immagino le loro facce. - continuò, lasciandosi andare ad una leggera risata, mentre terminava un bicchiere di vino per poi versarsene un altro. Ascoltò con estrema curiosità l’altra inizia a parlare di una festa, magari un ballo in maschera con un sacco di divertimento. -Ovviamente in quel caso mi ritengo invitata. - disse, riferendosi alla festa che Agnes aveva intenzione di organizzare, per poi iniziare a discorrere dell’argomento iniziando a tirare fuori questo o quel dettaglio. Se c’era una festa da organizzare ovviamente Agnes sapeva sempre come distinguersi e trasformare l’evento in qualcosa di incredibile. Nessuno era più bravo di lei in quel genere di cose, perché non si risparmiava mai. Sembravano quasi due ragazzine che parlavano del ballo della scuola in quelle occasioni, o delle loro sensazionale festa per la maggiore età. Le piacevano quei momenti di serenità insieme a lei, la facevano sentire viva. Si accordarono per uscire a fare un po’ di shopping insieme la settimana successiva, incastrandosi un po’ tra gli impegni di entrambe e poi Agnes iniziò a raccontarle di un nuovo cliente del Lust che sembrava aver catturato la sua attenzione. Le fece una descrizione fisica piuttosto accurata, per poi passare alla sua professione e ai suoi interessi, le sue passioni singolari. Agnes osservava sempre tutto con molta attenzione, ma era difficile stimolare a fondo il suo interesse, tanto da spingerla a comprendere davvero qualcosa su chi aveva davanti. Le persone le piacevano, ma non tutte allo stesso modo, sapeva essere molto selettiva quando voleva. Sorrise davanti a quel suo occhiolino malizioso che le fece comprendere che doveva essere successo qualcosa al di fuori delle semplici faccende lavorative. -E da quanto è arrivato questo nuovo cliente? - domandò, curiosa di sapere per quanto a lungo l’amica avesse tenuto quella questione soltanto per sé, studiando e testando quell’uomo prima di decidere di raccontare qualcosa a riguardo.
    -Mi dispiace deluderti ma non niente di succulento da raccontarti. - rispose, invece, stringendosi appena nelle spalle quando Agnes girò a lei quella domanda, cercando di avere notizie sulle sue nuove conquiste, visto che da diversi mesi ormai che non ne parlava. -Lo sai, con la faccenda di mio fratello non è molto semplice pensare davvero a qualcuno. - continuò, cercando di spiegarle un po’ meglio come si sentiva, che cosa la tratteneva a volte dal buttarsi nella mischia. -Condividiamo ogni cosa, questo lo sai, te l’ho detto tempo fa, quindi è come se lui fosse sempre e costantemente con me e questo a volte mi trattiene dall’appartarmi con un tipo nei punti più disparati. - le confidò, con un sorriso un po’ malinconico ad oscurarle appena il volto. Non era semplice convivere con quello che loro avevano, non lo era mai stato. -E’ snervante averlo sempre nei dintorni, anche quando non s’è. Mi fa sentire come se mi tenesse sempre d’occhio. - terminò, con un leggero sbuffo poi, mentre mandava giù tutto d’un fiato un altro bicchiere, giusto per aiutarla a parlare di quegli argomenti che aveva sempre preferito trattare con i guanti, perché erano la parte più intima di lei. -Ma suppongo di dover solo trovare il giusto equilibrio, o magari di dover trovare me stessa in mezzo a questo strano legame, chi lo sa. - aggiunse, mentre il suo sguardo si puntava dritto sul soffitto per qualche istante. Alcune volte si chiedeva se fosse giusto quello che facevano, se non sarebbe stato meglio cercare di recidere il loro rapporto e andare per le loro strade. Ogni volta però non riusciva a fare a meno di pensarsi al suo fianco, di desiderare il suo contatto, di averlo con lei, per tutto il resto della loro vita. In fondo aveva fatto tante cose sbagliate nel corso della sua vita, una in meno non l’avrebbe certo mandata in Paradiso.
     
    .
  9.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    1,188
    Reputation
    +1,555
    Location
    Al di là dei sogni

    Status
    Anonymes!
    Agnes ‘Nyx’ Mohn | '90 | ammaliatrice
    I want to drink moonlight and bathe in flower petals. To wear the earth, sleep in streams, and taste the stars.

    Era nata per provocare gli altri. Lo aveva sempre fatto, per ogni emozione ed argomento della vita. Era un po’ il suo modo di scappare dalla pesantezza della realtà, da discorsi difficile è troppo profondi - ma soprattutto personali - che non amava trattare, neanche con le persone a lei più care. Era sempre stata brava Agnes, a nascondere i suoi veri sentimenti e non amava mostrare le sue insicurezze, le sue debolezze, motivo per cui appariva sempre algida e sicura agli occhi degli altri. Ma come ogni bambino cresciuto nelle sue condizioni difficili, anche Agnes aveva le sue debolezze e per sopravvivere, aveva deciso di non mostrarle mai a nessuno perché in qualsiasi momento, potevano essere utilizzate come arma a tuo contro. Frida, conosceva molte cose di lei, anche intime ma non avrebbe mai potuto conoscere le sue più grandi debolezze anche perché, fino ad oggi, Agnes aveva fatto di tutto per non farsi mai coinvolgere realmente da qualcuno. Iago era l’unica persona che rispettasse realmente, a cui volesse bene, eppure anche con lui aveva sempre mantenuto una sorta di distacco che l’avrebbe protetta quando entrambi, si sarebbero trovati in difficoltà. Era successo dopo la sua scomparsa, dopo che Iago era sparito per mesi, poi anni, lasciandola in uno stato di paura e follia che Agnes aveva deciso, che non sarebbe mai dipesa da qualcuno. Faceva troppo male e lei, non amava stare male.
    Se quelli migliori stanno quaggiù, dimmi chi sono ti prego. Perché l’unico novellino che ho appena commentato, è stato bocciato a spron battuto dalla principessa qua davanti la prese in giro lei, con voce toccata dalla situazione. Lascio perdere il triste commento di Frida sul fatto che si accontentasse, chiaro segnale per lei, di difesa sul fatto che l’amica non accettasse invece mai nessuno. Doveva sottolineare per Agnes, il fatto che lei non si accontentava e che Nyx, avrebbe dovuto fare altrettanto. Sapeva però, che c’era ben altro dietro a tutte quelle scuse, ma non era una che amava pregare gli altri per farsi confidare i loro segreti anzi, quando era piuttosto annoiata, le bastava concentrarsi sui loro occhi per avere risposte. Con frida, era diverso: accettava i suoi silenzi ed aspettava che fosse pronta ad aprirsi con lei, dimostrando in quel modo il suo affetto per la ragazza. D’accordo, cercherò di testare un attimo il terreno in modo molto generico.. poi magari, quando avrai modo di conoscerlo meglio e di dubitare davvero di lui per qualcosa di specifico, ti basterà chiedere e ti sarà dato ammise lei, consapevole che il suo potere funzionava se utilizzato in modo corretto e anche un po’ specifico. Più riusciva ad essere diretta nelle sue domande, ed ammaliare l’interlocutore per avere le risposte, meglio sarebbe stato. Uno stordimento generale, avrebbe portato qualche risposte, ma la ammaliamento diretto era tutta un altra cosa ed era decisamente più efficace. Frida lo sapeva, ne avevano parlato una volta durante una commissione che avevano dovuto svolgere insieme.
    Ascolto l’amica parlare di suo fratello ed i suoi amici, ridendo alla soddisfazione di questa quando le propose di partecipare ad una serata dei ragazzi per far vedere un po’ loro come funzionava, il vero divertimento. Probabilmente, Agnes si sarebbe divertita per un po’; stuzzicandolo e mettendoli in difficoltà ma poi, si sarebbe annoiata terribilmente se questi non avessero tirato un po’ le fila del divertimento. Era facile ad annoiarsi, abituata al via vai di persone sempre diverse e riservandosi i personaggi più pittoreschi. Organizzeremo.. sorrise, bevendo dell’altro vino dal suo bicchiere cristallino. Si rianimò quando la conversazione si spostò su un altro discorso, cambiando posizione e mettendosi più comoda sul divanetto. Ascoltò i suoi dubbi e le sue paure, mentre non riusciva a riconoscere in lei quelle stesse sensazioni. Agnes la pensava molto diversamente, lei era molto libera sessualmente anche quando le cose si facevano più serie. Avrebbe voluto rispondere a me piacerebbe molto, provare del piacere mentre sono ad una riunione terribilmente noiosa oppure mentre sono senza far niente su un divano o nel letto. Orgasmi multipli provato, sia personalmente che telepaticamente. Anche solo per provare la sensazione, la curiosità di sapere come si sarebbe girata quella sensazione sul suo corpo mentre in realtà non stava facendo un bel niente, la eccitava terribilmente. La rendeva euforica, divertita, curiosa. Mentre leggeva negli occhi di Frida distanza e dispiacere. Lei non la vedeva come una possibilità, come qualcosa di divertente con cui giocare, piuttosto come una condanna. Dovresti cambiare punto di vista le disse, finendo il vino nel suo bicchiere. Magari potrebbe non essere così male e diventare piacevole l’aveva spronata lei Non tutti i mali vengono per nuocere e l’unico aspetto negativo di questa cosa, mi sembrerebbe il fatto che se muore uno, muore anche l’altro concluse lei, facendo una piccola pausa ed immaginando, cosa volesse dire sentirsi sfiorare la pelle, mentre nessuno lo stava facendo realmente. Comunque si è fatto tardi, ne parleremo un altra volta di come questa vostra particolarità potrebbe essere una benedizione e non una maledizione disse lei, alzandosi dal divano e lasciando un bacio sulla fronte dell’amica ancora seduta. La osservò per qualche istante, prima di girare le spalle e raggiungere l'ascensore che l’avrebbe riportata nuovamente nel regno dei comuni mortali. Non aveva voglia di tornare a casa, tutto quel parlare di cose serie le aveva fatto venire voglia di divertirsi.

    Role conclusa
     
    .
8 replies since 7/3/2020, 19:17   271 views
  Share  
.
Top
Top