Votes given by wanderer.

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    CITAZIONE (ƒiordaliso @ 27/4/2024, 09:26) 
    Raga io sto avendo problemi con internet (sia sul telefono che a casa) quindi sono un po’ estraniata dal mondo, spero si risolvi presto çç

    💔💔💔 risolvi presto
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    Raga io sto avendo problemi con internet (sia sul telefono che a casa) quindi sono un po’ estraniata dal mondo, spero si risolvi presto çç
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    Ciao, Chiara! E' possibile perchè ho girovagato per molti anni in diversi forum, specialmente su free < 3
    Grazie mille per il benvenuto!


    ODDIO FABS!
    Si, sono io, non ci credo! Ti spupazzo tantissimo, dobbiamo sentirci necessariamente tesoro! < 3
    Grazie di cuore *-*
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    Ciao amoriii! <3
    Volevo avvisare che dal 13 al 22 sono in vacanza, non so se avrò tempo di scrivere qualcosa, (mi aspetta un luuuungo viaggio sia all'andata che al ritorno) ma comunque ci sarò su telegram come sempre.
    Dopodiché, torno e mi tocca fare un trasloco, il mio hobby personale, per chi mi conosce, lo sa, da quando abbiamo aperto il gdr ne ho già 3 dietro le spalle, ora arriva il 4. OLE'!
    Mandatemi good vibes, vi prego, e spero di riuscire subito a farmi allacciare internet. ç_ç
    Di conseguenza chiedo pure allo staffino (????) una proroga per il prestavolto della Coookie mia. <3
    Baciiiiioni!
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    Si sentiva come se stesse attraversando un campo minato, come se all'interno di quella spoglia stanza fosse tutto fittizio e in realtà si trovasse in luogo ben più sinistro, perciò non voleva dare l'impressione al suo interlocutore di averlo avvertito e permettergli così di sfruttare questo dettaglio in suo possesso per piegarla alla sua volontà: era fondamentale mantenere la calma, tenere lo sguardo fisso e rilassato, fingendo di non aver capito niente. Era un discorso solenne che valeva per tutto, ma quando si trattava di lavoro, proteggeva la sua filosofia con qualunque mezzo, con unghie e denti se richiesto. Gli pareva che quell'uomo non sbattesse mai le palpebre, aveva i suoi occhi fissi addosso, conosceva quel tipo di sguardo, lui pensava lo stesso di lei. Ecco, quei due erano proprio a cavallo. Non si piacevano, nonostante non vi fossero ragioni valide per cui provare un simile sentimento. O forse, più che non piacersi, nessuno dei due riusciva a fidarsi dell'altro. Lui era un giornalista e lei una criminologa profiler: non erano esattamente le due facce della stessa medaglia, ma se vesti in quel momento, qualcuno avrebbe potuto osare una simile affermazione per descriverli. Professioni diverse, eppure sentimenti reciproci. Un gran bel peccato.
    Gli chiese come fosse la centrale in cui lavorava. Inarcò un sopracciglio, come se volesse replicare a quella domanda e dirgli che non gli interessasse realmente, ma fece un sorriso obliquo e gli rispose diversamente da come aveva fatto lui, non fu secca, piuttosto si perse in spiegoni fastidiosi per suscitare un minimo di reazione in lui. Era scaltra, immaginava bene che blaterare non fosse ciò che stava cercando, né il motivo per cui lei si trovava lì d'altronde.
    «Detto ciò...dovresti venirmi a far visita» concluse quell'epopea di parole con un sorriso entusiasta.

    Doveva ammettere a se stessa che si soprese un po' quando la invitò a dargli del tu. Stava cercando di essere informale per una semplice questione d'età oppure intendeva davvero diventare più confidenziale con lei? Celine non riusciva a non pensare come il signor Berg, da persona di poche parole, si fosse tramutato in una persona più loquace. Interessante, pensò lei osservandolo ridere, mossa a cui rispose con un altro sorriso, uno comprensivo e affabile questa volta, anche se dentro di sé provava una certa invidia che le ronzava attorno sin da bambina: lei non aveva mai vissuto dei rimproveri da parte dei suoi genitori, soprattutto in quel modo così banale che aveva citato Lars, poiché sua madre era troppo indaffarata e stanca dal lavoro che le richiedeva gran parte del tempo; suo padre non parlava più da tempo, quasi non si ricordava più le sue ultime parole nei suoi confronti...e c'era una certa indulgenza da parte della madre che la portava ad evitare qualunque tipo di scontro, in più era la prima ad affidarsi a lei quando aveva bisogno di una spalla su cui appoggiarsi per avere conforto. Poteva immaginare dunque un simile gesto, ma non capirne l'efficacia né l'impatto che avevano, perché lei non aveva mai provato sulla sua pelle la quotidianità di una famiglia e in una cosa così banale ci vedeva la sua solitudine, quell'ombra che si portava dietro da sempre, ma che si sforzava di non mostrare.
    Lei era cresciuta troppo in fretta, si era ritrovata a ricoprire la figura di sua madre e di suo padre contemporaneamente, per cui aveva un carattere estroverso, forse troppo, ma lei era fatta così, cercava di dare calore e familiarità, di colmare ciò che le era stato tolto dalla mancanza di denaro e dalla malattia che aveva segnato tutti loro. Lei non era nata né cresciuta nel benestare. Aveva sempre guardato quei privilegiati con quella sorta di ammirazione che avevano tutti, anche se molti di loro, non avevano fatto nulla per meritarsi una vita così agiata e tranquilla...ma i soldi davano sempre il sentore di tranquillità e ora che lei possedeva un buon lavoro e la paga era decisamente proficua, sentiva un attaccamento nei confronti del denaro che le conferiva quella pace che in un certo senso le era sempre mancata. Non provava più ansia, sapeva che con quello che aveva poteva aiutare sua madre che viveva ora con una misera pensione e garantirle quello che lei aveva fatto fatica a darle.
    «Le mie più sentite scuse Lars: deformazione professionale, non sono abituata a dare del tu in questo genere di incontri né avrei mai avuto la sfrontatezza per chiedertelo...ma visto che sei tu stesso a darmene il permesso, allora sì, diamoci pure del tu.»
    Mi auguro che questo sia l'inizio di un qualcosa, così avrebbe aggiunto a quella frase, ma forse stava pretendendo un po' troppo e immaginava che con un uomo del genere dovesse procedere a gradi, dimostrare chi fosse Celine Kaja Johannesen e mettersi all'opera per risolvere quel caso per cui aveva osato mettere piede lì. In quel momento non era un'amicizia quello che cercava, ma se fosse nata, allora non l'avrebbe rifiutata di certo: un alleato in quel settore poteva farle comodo e Celine era più che conscia che potesse essere altrettanto per quel Lars.
    Da quello che disse dopo, si sentì quasi offesa: come poteva chiedergli di garantire l'incolumità dei SUOI cittadini? non erano forse i LORO cittadini? Non lavoravano forse per lo stesso popolo? Evidentemente era così chiuso nel suo piccolo mondo che quella parte non gli era del tutto chiara e per questo Celine sottolineò chiaramente quel suo pensiero. «Vorrai dire NOSTRI concittadini. Forse dimentichi che io lavoro per garantire a mia volta l'incolumità di tutti.»
    Mantenne un tono serio, ma cercò di restare cordiale esattamente come aveva fatto lui. Non c'era motivo di fare scenate, ma era bene che sapesse che lottavano per una causa COMUNE.
    Ad ogni modo, dopo quel discorso non lo interruppe più...almeno fin quando non fu nuovamente necessario e dunque esortata a farlo.
    Apprese che sapeva dell'incendio e anche che qualcuno o qualcosa operava al fine di occultare le vicende che la interessavano. Questo provò che aveva fatto bene a recarsi lì, anche se lui non gliela stava facendo facile. Forse erano entrambi a non aver iniziato con il piede sbagliato.
    Mostrò un particolare interesse per quelle parole, non accorgendosi di essere manipolata attraverso l'uso di alcune parole. Il suo inconscio era chiamato a dire la verità, soprattutto quella che voleva tenersi per sé, quella che riteneva strettamente personale visto che ne valeva la sua professionalità.
    Era come se le parole in quel momento non scorressero solo attraverso la sua mente, ma le venissero rubate e tolte dalla bocca, senza che lei si rendesse conto dell'impatto di ciò che stava facendo. Era una marionetta e lui la stava usando per ottenere qualcosa da lei. Le carte si erano ribaltate.
    Fino a quanto la situazione sarebbe rimasta così?
    «Io pensavo che sapessi dirmi tu qualcosa, per questo sono venuta qui, ma se proprio vuoi sapere cosa so del caso...allora posso dirti che ho rinvenuto dei messaggi identici, so bene che sono sparsi in molte zone della nostra città e che sembrano solo dei murales senza senso, ma vedi...credo che non sia un caso che siano stati ritrovati nei luoghi delle vittime che ho avuto modo di controllare dopo il loro decesso. Gli artefici di tali scritti, sono dunque collegati tra loro: questa è la mia assoluta certezza, mi possa bruciare il fuoco dell'inferno se non fosse così. Se solo potessi dimostrare la validità della mia tesi, nessuno sottovaluterebbe quello che io ritengo un imminente pericolo per la salvaguardia di noi tutti. Qualunque cosa lavori nell'oscurità, sta cercando di parlarci e vuole dimostrarci che esiste. Gli omicidi avvengono nelle stesse modalità, guarda tu stesso.»
    Aveva parlato arditamente, senza mai mordersi la lingua poiché l'abilità di Lars la costringeva alla massima sincerità e trasparenza.
    Di lì a poco estrasse dalla sua borsa la cartella in cui erano contenute foto delle scritte, foto di cadaveri e qualche piccolo indizio che non l'aveva ancora portata a comprendere più da vicino il o i colpevoli.
    «Penso che l'incendio non sia stato una casualità, bensì c'è la possibilità che chi lo abbia appiccato, sia in possesso di un'abilità come la pirocinesi. Questo è tutto ciò che so, mi aspetto che tu non mi creda pazza, perché da questo caso, non ci rimetto soltanto io come professionista, ma ci rimettiamo tutti se i colpevoli non vengono identificati. Ho atteso questo momento per anni, hai la minima idea di cosa si provi ad avere un obiettivo e vederlo sempre più lontano? Sin da bambina il vicinato pensava che non fossi portata per questo lavoro, ho sempre dovuto tenacemente dimostrare il mio valore. Oggi non si tratta più di dimostrare chi sono agli altri, ma che c'è qualcosa che ha intenzione di farmi impazzire. Non dormo più bene la notte sapendo che quegli assassini potrebbero essere tra di noi. Il brutto del mio lavoro è dover fare la spesa con situazioni critiche e immaginare costantemente che dietro un mio fallimento, potrebbe esserci la morte di qualcuno. Quindi sì, Lars, quando mi hai chiesto se potevo garantirti l'incolumità dei NOSTRI concittadini, io ti rispondo di sì, che farò sempre tutto quello che è in mio potere per il nostro popolo. Sulle mie spalle gravano pesi insormontabili. Sei fortunato a non dovertene fare carico.»
    Alla fine, con l'ultima frase mostrò un segno di cedimento. Aveva gli occhi lucidi, guardò in una zona buia della stanza, cercando di riprendere il controllo delle sue emozioni. Non le era mai piaciuto mostrarsi vulnerabili, ma si sentiva impotente, in più era terrorizzata dai suoi stessi pensieri. Il suo cervello era una macchina che continuava a macinare pensieri e paranoie. Vedeva la gente morta e agonizzate ogni sera...niente e nessuno glielo avrebbe tolto dalla testa. Lo doveva per quelle morti innocenti e lo doveva per se stessa e tutte le persone che vivevano a Besaid. Lei doveva scoprire di cosa si trattasse. Non se ne sarebbe mai fatta una ragione altrimenti.

    Edited by Eris` - 19/12/2022, 12:38
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    Varie role da segnalare e chiudere :3

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    Patate hello, scrivo qui che per questa settimana saró poco reperibile perché vado in Tedeschia per dei workshop :stef:
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    Loves ciao, scusate ma questi mesi sono davvero pieni e stressanti e non riesco ad esserci come vorrei sul gdr e su telegram (e come staffer). Mi prostro ai vostri piedi ma non vi libererete di me.
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    Role da chiudere per via dei pg cancellati <3
    https://besaid.forumcommunity.net/?t=62507268
    https://besaid.forumcommunity.net/?t=62451363
    https://besaid.forumcommunity.net/?t=62141810
    https://besaid.forumcommunity.net/?t=62200849
    https://besaid.forumcommunity.net/?t=62007803
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    Cuoricini di zucchero ciao! Come state? Vi scrivo a malincuore che lascio il gdr, ho tanti impegni che si stanno accumulando fuori dal gdr e il tempo libero si sta riducendo ai minimi storici.
    Mi dispiace tanto, è una decisione su cui sto temporeggiando da un po' proprio perché non lascio il gdr a cuor leggero. So anche che non posso tenere le persone appese ad aspettare a vuoto, quindi devo fare una scelta giusta sia per chi gioca con me, sia per me stessa.
    Vi abbraccio fortissimo, in questi anni siete state la mia seconda casa! Comunque mai dire mai, chissà che se trovo un nuovo equilibrio fuori dal gdr poi non mi troverete di nuovo qui!
    Bacini stellari
    Mornie❤
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    Si tolse il cappotto e lo appoggiò all'attaccapanni, ma tenne con sé la sua borsa, perché al suo interno conteneva carte, foto che potevano aiutarla ad iniziare quel discorso e che sicuramente sarebbero tornate utili anche alla persona a cui aveva scelto di rivolgersi, e non con estrema facilità, ma aveva ponderato bene quell'incontro, l'esito era del tutto incerto ma lanciarsi verso l'ignoto, a volte, era un'opportunità da considerare, un rischio da dover prendere necessariamente. Si accomodò su una delle poltrone, in quella vuota ci appoggiò quella che lei definiva la borsa di Mary Poppins, non si meravigliava mai di quante cose riuscisse a contenere quel semplice accessorio. Era una Louis Vuitton, l'aveva comprata a professione avviata, quando aveva iniziato a fruttare abbastanza per la prima volta in tutta la sua vita, concedendosi quegli sfizi che un tempo sarebbero stati impensabili e che ora era in grado di sfoggiare, di permettersi con non troppi sacrifici. La sua vita era cambiata radicalmente, ma le sue origini l'avevano segnata e mai quel leggero sfarzo l'avrebbe distolta dalla persona che era cresciuta in un ghetto, in assoluta povertà.
    Trovò che la seduta fosse incredibilmente comoda, fu un dettaglio che notò sin da subito, Lars ci aveva sicuramente investito molto denaro per quell'ufficio, provava una certa invidia mentre si trovava lì, l'ambiente era asettico ed estremamente minimale, sicuramente poteva dire molto della sua persona, in particolar modo nell'ambiente lavorativo.
    Preciso e minuzioso, lo avrebbe detto anche dall'orologio che aveva in polso e che aveva suonato quando il loro appuntamento formale era scattato.
    Doveva dire che l'arredamento era conforme con le sue idee...se avesse mai avuto la possibilità di aprire un suo studio, allora si sarebbe ispirata a quello, perché in centrale il suo era molto più anonimo, e uguale negli assetti a quello degli altri colleghi; in più risultava sempre pieno di scartoffie e non riusciva mai a mantenere quell'ordine che si era prefissata, pur essendo una persona che ci teneva molto alla propria immagine, alla pulizia, all'ordine e dare quel senso di accoglienza e ospitalità che riusciva però a garantire con il suo modo di approcciarsi e di lavorare ai casi.
    Fu immediato per Celine provare una sensazione alquanto strana, era raro che si ritrovasse dall'altra parte della scrivania, ma era ancora più insolita la sua presenza e che avesse davvero considerato di accedere al Besaid Daily News e affidarsi ai giornalisti per quel caso così particolare. Aveva bisogno di dettagli, informazioni urgenti ed estremamente delicate. Non era sicura che Lars potesse mantenere il riserbo, non usare le informazioni che avrebbe condiviso per i propri tornaconti. I giornalisti le avevano sempre dato l'idea di avere un doppio volto, conforme con le proprie mansioni. Più i loro articoli erano efficaci e d'impatto, più suscitavano interesse. Trovarsi in quell'ufficio poteva essere un'arma a doppio taglio, ma doveva tentare.
    «Complimenti, il suo è proprio un bell'ufficio» constatò nel momento in cui si guardò attorno, era una considerazione banale ed ingenua, ma se avesse potuto avrebbe aggiunto con estrema malizia che i giornalisti se la passavano più che bene, se lo si sapeva fare era un mestiere che ripagava adeguatamente. Tornò con il volto e lo sguardo a guardare la persona con cui avrebbe dovuto aprire quella parentesi delicata, il solo pensiero non la rilassava affatto, ma si comportava come se quell'argomento non la turbasse affatto. Non riusciva neppure a percepire che tipo di vibrazioni emanasse Lars, magari era semplicemente troppo presto per dedurlo. Lei però sperava di tenere a bada le sue.
    «Già, ma sono convinta che ci vedremo altrettanto presto. Il lavoro per nostra immensa fortuna non finisce mai.» Fece un sorriso composto e dovuto alla circostanza. Ricordava di averlo già visto, ma era assolutamente certa che quella fosse la prima volta che i due si parlavano, ma la sua memoria poteva ingannarla e magari invece ci aveva già scambiato due chiacchiere in passato. Non che facesse molta differenza, era lì per lavoro. Magari poteva cambiare prospettiva visto e considerando che sapeva solo quello che si diceva in giro di lui, non aveva mai avuto modo di constatare la veridicità di quelle voci, né ci aveva mai dato troppo peso.
    «Allora può immaginare a cosa sia dovuta la mia visita e dunque non c'è bisogno di tergiversare» accennò seria, ma lasciando trapelare un po' di malizia nelle sue parole. «Ma prima di iniziare, immagino che le informazioni abbiano un costo. Voglio essere onesta con lei, perché credo che se noi ci aiuteremo, allora riusciremo ad ottenere entrambi ciò che vogliamo.» Non gli staccò gli occhi di dosso, lo stava studiando, esattamente come accadeva quando si trovava nella scena del crimine ed esaminava scrupolosamente ogni indizio che potesse aiutarla a risolvere il caso. «Bene, sappia che ho portato con me le mie analisi sull'ultimo caso a cui sto lavorando. Sono qui perché sto lavorando sull'incendio doloso che ha suscitato un mucchio di pensieri contrastanti, perché la quantità di prove è insufficiente a incastrare un singolo e ho l'impressione che le indagini siano state occultate.»
    A dire il vero era piena di lavoro e stava lavorando a più casi contemporaneamente, ma non c'era bisogno di specificarlo. «Voglio che questa conversazione rimanga privata, per ora non debbono trapelare notizie. Ho ragione di credere che lei, Lars Aeron Berg, possa essere in possesso di informazioni di vitale importanza per le mie ricerche. Ho l'impressione che lei possa vedere ciò che i miei occhi e quelli dell'intera città di Besaid non vedono.»
    Fece una pausa, inclinò la schiena e si poggiò alla scrivania con nonchalance, facendosi più vicina all'uomo. «Mi apra gli occhi. Qual è il suo prezzo?»

    Edited by Eris` - 19/12/2022, 12:41
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    Grazie per aver avvisato Nichi, provvedo e va benissimo per la particolarità :luv:
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    Ragazze avviso che ho deciso di archiviare
    Erik Mathias Andersen
    Frida Hel Sandström
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    Non si sarebbe mai presa la briga di arrivare in redazione se non fosse per qualcosa di così tremendamente importante. Non era difficile che qualche giornalista riuscisse a trapelare informazioni di una certa rilevanza per le sue indagini; di solito cercava di coinvolgerli il meno possibile, ma era convinta che il redattore avesse tra le mani informazioni preziose: non era la prima volta che negli articoli del Besaid Daily, vi leggeva notizie che sconvolgevano l'opinione pubblica con dei dati talmente dettagliati da aver aiutato anche la polizia nella costruzione delle indagini.
    Prima del suo arrivo, si era premurata di prendere appuntamento con la segretaria, specificando di mantenere la massima discrezione e di cercare di convocarla quanto prima, visto che non c'era tempo da perdere.
    Ovviamente si era presentata, le aveva detto il suo nome completo e anche che faceva la criminologa presso la Centrale di Polizia di Besaid. Aveva delle grosse aspettative, come se fosse realmente certa di quello che Lars potesse offrirle. Celine era innamorata del suo lavoro, nei momenti difficili della sua vita era in esso che aveva ripiegato tutte le sue energie. Era sposata con la sua carriera ma non lo avrebbe mai ammesso: non riusciva a vedere concretamente la sua vita dopo la rottura con il suo ex fidanzato.
    Anche se era estremamente convinta del contrario.
    Ad ogni modo, si presentò con 10 minuti di anticipo. Salutò la segretaria, con cui scambiò allegramente quattro chiacchiere e quando la lancetta del suo orologio da polso, segnò l'ora esatta dell'appuntamento, si accomodò all'interno dell'ufficio. Era un orologio svizzero su queste cose, mostrava sempre la massima serietà e detestava mancare di puntualità, soprattutto se si trattava di impegni formali.
    «Buongiorno signor Berg» disse nell'esatto istante in cui varcò la sua porta. «Come andiamo?» domandò con un sorriso alquanto sfacciato. Lei e Lars si conoscevano, non solo si erano incontrati molte volte sulla scena del delitto; ma si erano incrociati in giovane età, prima di diventare ciò che sono ora.
    A lei quel genere di incontri non le suscitavano nulla, non era certamente come fare una bella rimpatriata...e poi era una che andava dritto al sodo, anche se avrebbe potuto parlare per ore del nulla cosmico se ve ne fosse stata l'occasione.

    Edited by Eris` - 19/12/2022, 12:44
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    Riley Møller
    29|Giornalista|Terracinesi
    Outfit

    I festeggiamenti per il nuovo anno ormai erano belli che andati e Riley si era rimessa a lavoro di buona lena. In realtà non aveva mai smesso di lavorare, neanche sotto il periodo natalizio, c’era sempre qualche notizia più o meno urgente da scrivere e da mettere tra le pagine del Besaid Daily News, eppure quella mattina metteva piede nella redazione per la prima volta da quando era iniziato il nuovo anno. Lungi dal voler fare un riassunto di ciò che era successo negli ultimi 365 giorni, Riley non poteva esimersi dal convenire che in un anno le erano capitate parecchie cose. Riassumerle tutte in quel momento sarebbe stato una perdita di tempo, dal momento che aveva molto da fare. Rimaneva il fatto che, nonostante Riley fosse una delle persone più aperte al cambiamento, per la prima volta convenne col fatto che a Besaid non tutto ciò che le era capitato era stato positivo. Una cosa fra tutte: la festa per l’Eclissi.
    Quella sera era accaduto qualcosa di molto strano che l’aveva segnata per i mesi seguenti. Non ne aveva parlato con nessuno, tranne con Max che aveva vissuto la sua stessa esperienza. Non si era neanche aperta con Willow, la sua nuova coinquilina che ormai stava divenendo un’amica. Riley si era cucita la bocca anche con le forze dell’ordine, perché dubitava che quelle zucche vuote potessero credere ad una sola parola che sarebbe uscita dalla sua bocca. Eppure sentiva che doveva fare qualcosa. Non voleva starsene con le mani in mano, non poteva lasciare che ciò che fosse successo cadesse nel dimenticatoio. Più volte aveva pensato di scrivere qualcosa a riguardo, un articolo, ma quale sarebbe stato il risultato? Probabilmente in molti l’avrebbero derisa per il racconto fantasiosa che aveva impresso nero su bianco sul Besaid Daily News. Si era rassegnata, Riley, ma il pensiero di quella serata proprio non voleva abbandonare la sua mente, tanto da farla stare lì, seduta alla scrivania, con un ginocchio che faceva giù e su in maniera frenetica. Si alzò di scatto e andò a passo spedito verso l’ufficio di Lars.
    «Lars?» bussò alla porta semichiusa, aprendola, poi, dopo aver ricevuto risposta dal diretto interessato che sicuramente era impegnato a fare qualcosa, ma a Riley poco importava, doveva necessariamente raccontagli quello che era successo. I mesi che avevano trascorso l’uno affianco all’altra, intenti ad investigare su un qualcosa a cui ancora non erano riusciti a dare un nome, aveva fatto sì che entrassero in confidenza, per questo Riley aveva messo da parte ogni formalità. «Spero che tu abbia bevuto un caffè bello forte perché ho intenzione di raccontarti qualcosa di…particolare Non sapeva se Lars le avrebbe creduto, ma sentiva che lui era l’unico che le avrebbe fatto comprendere cosa doveva farne con quell’enorme peso che si portava sul petto da quando era successa quella festa. Avanzò nell’ufficio, adesso i suoi passi erano meno decisi, ma non aveva alcuna intenzione di fuggire via o di cambiare discorso, doveva andare fino in fondo.
    «Qualsiasi cosa tu stia facendo, interrompi e continua dopo. Si tratta di qualcosa di molto serio, Lars, quindi non guardarmi con l’espressione scocciata di chi ti sta facendo perdere tempo prezioso.» Gli puntò contro il dito indice, sapendo perfettamente quello che avrebbe potuto dirgli il caporedattore di lì a poco, e cioè che ne dovevano parlare più tardi perché adesso aveva da fare. «Da bravo, siediti e ascoltami, ok?»
94 replies since 22/8/2020
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